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Autore: Little Dreaming Writer    14/10/2011    3 recensioni
Introduzione: My dream is a Secret…
Italia. 25 Novembre. 20:35.
‘9 ore circa…’ disse all’amica, mentre correvano verso casa sua. ‘Tra 9 ore circa sarò su quel aereo…’
L’amica la guardò con aria interrogativa “Sai, proprio non capisco perché tu ci tenga così tanto a partire…”.
Si erano fermate un attimo a riprender fiato. ‘Che intendi?’
“Voglio dire… hai lavorato tanto per vincere, e ora che hai vinto partirai per quel viaggio… ma non mi è chiaro il perché di tutto questo. Non me l’hai mai detto e sono sicura che da sola non ci arriverò… Cosa c’è là che vale tutta questa fatica?” ripresero a correre.
‘N-niente… è solo un sogno che ho…’
“Sarà…”
Si bloccarono di fronte a casa dell’amica. “Ci sentiamo più tardi. Ciao!”
‘Ciao!’ Aveva ripreso a correre.
‘Nessuno deve saperlo…’ si era detta a bassa voce ‘Questo è il MIO sogno. Solo io posso saperlo…’
Voltò improvvisamente e, scavalcato il cancello di casa sua, corse dentro.
Non appena chiuse la porta, dalle grigie nuvole sopra la città, un enorme fulmine squarciò il cielo.
E così cominciò una fitta pioggia.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shawn/Shirou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Italia. 26 Novembre. 3:30
 
Un forte rumore si alzò nella sua stanza. La sveglia…
Lei allungò una mano a la spense. Aprì gl’occhi e si alzò di scatto.
‘Oggi… oggi è il grande giorno!’
Saltò giù dal letto. Corse verso l’armadio e, dopo averlo spalancato, buttò le mani avanti e cominciò a rovistarci dentro.
'Avanti! Che fine avete fatto?! Ieri eravate qui…’ disse, e cominciò a buttare all’aria quei pochi vestiti rimasti nell’armadio. ‘FINALMENTE!’ esultò trovando la sua gonna azzurra e la maglia a righe.
Con i vestiti sotto braccio, aprì i cassettoni sul fondo della armadio e tirò fuori i suoi stivali bianchi.
Afferrò il suo beauty-case e corse in bagno alla velocità della luce, facendo sbattere le porte e svegliando i suoi genitori; i due, alzatisi di soprassalto, fissarono a porta della camera
“… chi è a quest’ora?” chiese il padre con voce scocciata.
“Chi vuoi che sia… l’unica nostra figlia che deve partire per il Hokkaido tra meno di tre ore.” Sua madre era più comprensiva. Si alzò e si avviò verso l’armadio bianco che stava in fondo alla parete.
“Che fai, già ti prepari?” la aveva chiesto il marito stropicciandosi gl’occhi.
“Certo. È il suo grande giorno o no oggi? Dobbiamo accompagnarla noi, e credimi, ci metterà massimo mezzora a prepararsi.”
Anche il padre scese dal letto, sebbene contro voglia, e cerco i vestiti nella sua parte di armadio.
Intanto lei si era già fatta la doccia, si era vestita e si era anche già truccata: un po’ di ombretto chiaro, mascara nero, una sottile linea di matita e un po’ di lucidalabbra rosa. Esattamente come quando si erano conosciuti. Niente di più…
Si sistemo i capelli con un largo cerchietto argento, lasciando un ciuffo quasi davanti agl’occhi sulla destra.
Si guardò attentamente allo specchio ‘OK… così dovremmo esserci.’
Tirò un sospiro, quasi come se avesse trattenuto il fiato fino a quel momento, il respiro le si fece affannoso e gl’occhi e si fecero improvvisamente lucidi.
‘E se non dovesse riconoscermi? … forse ho esagerato col trucco.’
Continuò a fissare la sua immagine riflessa nel grande specchio davanti a lei per pochi secondi, con lo sguardo vuoto.
Tornò in sé quando il suo gatto le si strisciò su una gamba. Lo carezzò, lo prese in braccio e, uscita dal bagno, torno in camera sua.
Messo il suo piccolo amico sul letto, prese la grande borsa di tela che le aveva regalato il fratello per il compleanno.
Staccò a spina del suo PC dal muro e lo infilò nella borsa, poi ci mise l’I-Pod, le cuffie e varie prese di carica. Infine mise con cura il biglietto aereo nella tasca interna, con il portafogli e il cellulare.
‘Ci siamo, amico.’ disse rivolgendosi al gatto, sdraiato sul suo letto ‘Io sto per partire per il Giappone, dove rivedrò l’amore della mia vita, mentre tu avrai a disposizione la mia stanza per dormire.’
Il gatto le miagolò in risposta.
Lei sorrise ‘Però non devi dire a nessuno di chi mi sta aspettando… almeno teoricamente, a Hokkaido, chiaro?’
Il gatto la guardò come se le stesse sorridendo: sembrava dirle “Il tuo segreto è al sicuro!”…
Lei, dopo una breve risata, era tornata seria.
L’idea che lui l’avesse dimenticata le era tornata in testa… probabilmente non se n’era mai andata; ma prima non ci pensava.
Mise il beauty-case nella valigia e, dopo averla chiusa a fatica, afferrò frettolosamente la borsa e si avvicinò alla porta.
Diede un’ultima occhiata alla parete tappezzata delle loro foto... Avrebbe voluto piangere ma non ce n’era motivo.
Socchiuse la porta e scese velocemente le scale del corridoio, arrivando in sala. Erano tutti lì ad aspettarla: i suoi genitori, suo fratello minore e Katia…
‘S-sono pronta… vogliamo andare?’
La madre la guardò con le lacrime a gl’occhi “Certo tesoro. Prendi la giacca e andiamo.”
Afferrò la lunga giacca grigia ed usci a braccetto con l‘amica.
“Sei pronta, Eli?” le chiese Katia quando furono salite in macchina.
‘C-certo…’ la sua voce era tremolante per l’emozione.
Salirono tutti in macchina e partirono. Era un’ora di viaggio da lì a Reggio Emilia. Per suo fratello a Katia fu un’ora di sonno indisturbato, ma per lei fu un’ora di raccomandazioni da parte dei suoi genitori… “Mangia qualcosa in aereo… copriti bene… non dare troppa confidenza agli sconosciuti… stai attenta a non perderti… stai attenta a non farti male se vai a pattinare… cerca di studiare un po’…” non stettero in silenzio un attimo.
Ma lei, persa a guardare fuori dal finestrino, quasi non se n’era accorta.
Aveva pensato a lui per tutto il viaggio. Stava andando a Hokkaido, all’Alpine Junior High, ma l’avrebbe incontrato?
“Elisa, ma mi stai ascoltando?!” la profonda voce del padre l’aveva riportata alla realtà…
‘Eh? Sì, sì. Certo.’
Guardo nuovamente fuori dal finestrino. Erano già nel parcheggio dell’aeroporto.
Svegliati il fratello e l’amica, scesero tutti prontamente dalla macchina e, presa la sua valigia, corsero all’ingresso dell’aeroporto, l’accompagnarono a spedire la valigia, e poi fino all’imbarco.
“Sei pronta tesoro?” le chiese la madre.
‘Credo… credo di sì.’
“Bhe… allora buon viaggio sorellona.”
Li guardò, con le lacrime agl’occhi. Li abbracciò tutti, uno dopo l’altro, e li vide scoppiare a piangere…
‘Non sto per morire, vado solo a fare un viaggio d’istruzione…’ anche lei ora piangeva, senza curarsi del trucco.
“Già… ma è l’emozione…” aveva risposto la madre.
< Ultima chiamata per il volo 12 > era il suo.
Salutò  per l’ultima volta la sua famiglia e Katia, poi si voltò e continuò la sua camminata verso l’aereo.
Ora da sola…
Salì sull’aereo, una Hostess l’accompagnò al suo posto, e si sedette, vicino al finestrino.
Tenne lo sguardo fisso verso la grande finestra dell’aeroporto, da dove loro guardavano l’aereo, finche questo non si fu staccato da terra. A quel punto tirò fuori l’I-Pod e, messasi le cuffie, chiuse gl’occhi.
Sobbalzò improvvisamente, assalita dal dubbio di aver lasciato il suo braccialetto a casa.
Si strinse il polso e, sentendolo, tirò un sospiro di sollievo.
Lo slacciò e, tenendolo in mano, lo fissò con lo sguardo perso nel riflesso della luce nella targhetta a forma di cuore, dove stavano incisi i loro nomi.
Due lacrime la scesero per il volto: ogni volta che guardava quel braccialetto era come se guardasse lui, ed ogni volta che leggeva i loro nomi su quel piccolo cuore d’argento le sembrava che lui fosse lì di fianco a lei.
Chiuse gl’occhi, lasciando che le lacrime le rigassero nuovamente il volto e, con la mente, tornò all’aeroporto… a quel lontano giorno in cui le loro strade si erano divise…
 
*FLASHBACK*

 
< Ultima chiamata per il volo 9 >
L’annuncio dall’alto parlante li aveva fatti sospirare all’unisono.
Erano seduti in quel angolo da mezzora, ad aspettare la chiamata per il suo volo.
“Credo… credo che sia ora che vada…” le disse alzandosi.
Lei abbassò lo sguardo, trattenendo a stento il pianto… nessuno doveva vederla piangere, soprattutto lui.
Trovò finalmente la forza di alzarsi e di guardarlo. ‘A-allora, buon viaggio…’ Cercò di nascondere gl’occhi dietro ai capelli.
“Ehy…” le disse scostandole i capelli dalla faccia e prendendole con delicatezza il viso. “Non devi piangere.”
‘L-lo so ma…. ma…’ abbassò nuovamente il viso e scoppiò a piangere ‘NON CI RIESCO! Shawn! Ti prego, non lasciarmi!’ gridò, e gli si gettò al collo, continuando a piangere, disperata.
Lui la strinse forte a se. “Andiamo… Lo sai che, ovunque andrò, sarò comunque sempre con te…” la allontanò dolcemente e le carezzo nuovamente il volto.
Le alzò lentamente il viso e, quando i loro sguardi si incrociarono, la baciò con la dolcezza di un angelo.
La lasciò con delicatezza e le disse “C’è… c’è una cosa che volevo darti…”
Tirò fuori dalla tasta della giacca una piccola busta azzurra, le prese le mani e gliela lasciò.
Le carezzò ancora una volta il viso, “Ma promettimi che la aprirai solo quando non riuscirai più a vedere l’aereo.”
Lei annui, cercando di sorridergli.
Lui le sorrise e, afferrando lo zaino, si allontanò lentamente…
‘Ci rivedremo… non è vero Shawn?’
Lui annui e si diresse verso l’imbarcò.
Lei continuò a fissarlo finche il suo sguardo riuscì a seguirlo. Poi, stringendo la busta al petto, guardò verso l’aereo, che nel giro di pochi minuti decollò, per poi sparire tra e grigie nuvole in cielo.
Solo allora, piangendo di nuovo, aprì la busta che lui le aveva messo in mano…
 
*STORIA*
 
‘…Ci rivedremo…’
Le sue stesse parole le risuonavano in testa.
Era stata lei a dirlo, ma ora non ci credeva più. Non era sicura che si sarebbero realmente rivisti. In verità non lo era mai stata… solo quando aveva letto di quel concorso, per un attimo, ci aveva sperato…
Ma ora, ora che era partita, aveva perso ogni speranza.
‘No…’ si disse cercando di contrastare quel suo terribile pensiero ‘Io lo rivedrò! Dovessi anche girare tutto il Giappone… Realizzerò il mio sogno…’
Per un attimo ascoltò la musica che veniva dalle sue cuffie, che fino a quel momento era andata a vuoto…  <… You’ll be the prince and I’ll be the Princess. It’s a love story. Baby, just say yes…>
‘Sì… questa sarà la mia ‘Love Story’…’ disse fieramente,asciugandosi le lacrime con un fazzoletto.
Richiuse gl’occhi e il sonno le piombò addosso.
   
 
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