Capitolo 23:Salvi
Finalmente erano arrivati.
Questo era il pensiero che nacque all’unisono nelle menti di Nami e Rufy.
Zoro si avventò come una furia sugli
assalitori del suo capitano, non risparmiando nemmeno un colpo, mentre Chopper
dava una prima occhiata alle condizioni di Rufy.
Sanji corse da Nami e
vedendola in quelle condizioni, mezza nuda, con capelli scompigliati e lacrime
che le cadevano sul volto, si tolse la sua camicia per poter coprire la
ragazza.
“Nami, tutto bene? Non ti hanno fatto del male!”
chiese preoccupato il cuoco.
Nami scosse la testa, senza però spostare mai
lo sguardo da Rufy.
Sanji l’aiutò ad alzarsi dicendole di non
temere per Rufy, il quale se la sarebbe cavata come
sempre.
Dragon era rimasto immobile a fissare il vice ammirglio
che aveva osato torturare il figlio e la sua presa intorno al collo di lei, non
sembrava volersi allentare.
La donna aveva afferrato il braccio dell’uomo, come vano tentativo di
liberarsi “D-Dragon, il rivoluzionario. Sono piuttosto sorpresa di vederti in
questo posto!” disse con un sogghigno, che preannunciava il suo volere di non
arrendersi.
Il rivoluzionario la fulminò con lo sguardo e con una voce dura disse
“Dammi solo una ragione per la quale non dovrei farti subire tutte le torture
che tu negli hanni hai fatto subire ai tuoi
prigionieri!” disse con rabbia e stringendo la presa, facendo gemere la donna.
Sabo si avvicinò a lui, vedendolo alquanto
infuriato. Dragon erra sempre stato un uomo severo e duro che scherzava e
sorrideva poco, ma il ragazzo poche volte lo aveva visto così infuriato.
Posò una mano sulla spalla dell’uomo dicendo “Dragon, non è il tuo stile
uccidere un nemico. Ricordalo!” disse il ragazzo serio “Nonostante quello che
ha fatto sia imperdonabile! L’importante ora è metterci in salvo!”
Dragon strinse maggiormente la presa intorno al collo della donna, in uno
scatto di rabbia, per poi lasciarla andare violentemente a terra. “Ringrazia
questo ragazzo, se non ti faccio pagare quanto hai commesso, ma alla fine è
sempre così…la marina fa i cavoli che vuole senza mai
pagare!” disse Dragon arrabbiato, voltandogli le spalle
“Questa volta non la passerà liscia. Sarà punita per il suo crimine!” disse
la voce dell’ammiraglio Ryoori, entrato nella stanza
in quel momento. Era venuto a conoscenza dell’intrusione da parte dei
rivoluzionari all’interno della base e della liberazione di tutti i prigionieri
e aveva decido di intervenire lui
stesso, dopo aver rivevuto una notizia dalla sede
centrale della marina.
“Sai sempre quello che fai Dragon, lo devo ammettere. Come sempre ti
diverti a non dare vita facile ai tuoi nemici!” disse l’uomo avvicinandosi al
rivoluzionario, che lo controllava senza staccargli gli occhi di dosso.
Marena cercò di alzarsi e andarsene gattonando, ma l’ammiraglio, bloccandole
la strada, le disse “Sei sollevata dal tuo incarico di vice ammiraglio. Ti
dichiaro in arresto per violazione delle norme della marina e per torture verso
altri esseri umani. Sarai presto spedita a Impel Down
e da oggi in poi, sarai considerata alla stregua di un qualunque criminale!”
disse l’uomo mettendole delle catene di agalmatolite,
per impedirle di ribellarsi.
“Tu…tu non puoi fare questo. Farò reclamo verso
il vero ammiraglio in carica e ti farà sbattere dentro per questa tua presa di
comando!” disse la donna cercando di liberarsi.
Nami non potendo più sopportare nè la vista, né la voce della donna, si avvicinò a la colpì
ripetutamente “Questo è per quanto tu hai fatto a Rufy
e questo…” disse caricando maggiormente il colpo “…per quanto stavi per fare.” Disse con disprezzo la
navigatrice. Quella voce carica di rabbia e di rancore, la ciurma di cappello
di paglia, l’aveva sentita solo anni
orsono, quando la ragazza era prigioniera e schiava di Arlong.
Nami avrebbe continuato a colpirla, per scaricare
tutto il nervosismo che aveva addosso, ma il suo braccio venne fermato da
Dragon, che disse “Capisco la tua rabbia
ragazza, ma non otterrai niente prendendotela con lei!” disse l’uomo per pou lanciare un occhiata a Sabo.
Doveva solo a lui il fatto di non aver compiuto qualcosa di cui si sarebbe
pentito. “Pensa al tuo capitano, lui vorrebbe che tu reagissi così?”
Nami abbassò la testa e il braccio e in un
sussurro disse “No, Rufy sarebbe capace di perdonarla…come fa con tutti! quello sciocco…ma
in fondo lo amo anche per questo!”
Sabo sorrise e accompagnandola, le disse di
stare vicino al ragazzo, il quale era stato caricato sulle spalle di Zoro, pronto per essere portato via.
Calmata la situazione, Ryoori tornò a guardare la
donna che aveva fatto prigioniera. Era alquanto livida in faccia a causa dei
pugni subiti e un po’ stordita, ma questo non lo fermo dallo volere rispondere
alla sua arroganza di reclamare quanto stava per fare.
“Ho una notizia che ti farà molto piacere Marena. Sono stato promosso
ammiraglio definitivamente e il comando di questa base è passata a me. Ora sono
io che detto ordini e io non accetto minimamente il comportamento che tu hai
tenuto in questi anni!” Con un cenno del capo ordinò a diversi marine di
portarla via e Marena gli lanciò diversi insulti prima di scomparire agli occhi
dei pirati.
Ryoori tornò a rivolgersi a Dragon “I
prigionieri evasi, sono stati nuovamente tutti catturati, ma, nonostante questo
non sia un atteggiamento professionale per un ammiraglio, ho deciso di
permettere almeno a voi di andarvene. Voglio scusarmi con voi per il
comportamento avuto dalla mia ex collega e secondo…come
fratello di Akainu, mi sento in parte colpevole della
morte tremenda a cui è stato sottoposto Ace pugno di fuoco, invece della solita
esecuzione veloce e indolore!”
Dragon rimase colpito da quelle parole e per la prima volta provò simpatia
per un membro della marina. Anche lui era a conoscenza che vi erano uomini per
bene in quella fazione, ma li aveva comunque trattati tutti da nemici, nessuno
meglio dell’altro, perché buoni propositi o meno, intracciavano
i suoi piani di azione.
I ragazzi cominciarono a correre verso l’uscita, ma la voce del capitano,
chiese loro di fermarsi.
“Zoro, d-devi liberare l-la ragazza che è
rinchiusa n-nella cella che si trova in quella
s-stanza laggiù!” disse il ragazzo indicando laporta.
“Le h-ho promesso, c-che l’avrei p-portata con noi!”
“Ci penso io!” disse Sanji correndo verso la
porta e buttandola giù a calci. Rimase sorpreso nel vedere la ragazza. Essa era
rannicchiata su sé stessa, con le braccia che stringevano le ginocchia al
petto.
Essa guardò il cuoco spaventata, non sapendo cosa aspettarsi da lui.
“Tranquilla! Mi manda Rufy!”
La ragazza lo fissò confusa “Rufy? Vuoi dire il
ragazzo che Marena sta torturando?”
Sanji annuì “L’abbiamo sconfitta. Ora non devi
più temere di subire ingiustizie da parte sua!”
Delle lacrime di sollievo cominciarono a solcare il viso sporco della
ragazza, alla quale venne detto di stare indietro, mentre Sanji
prendeva a calci la porta della cella. Non vi era corrente elettrica in quelle
sbarre, essendo la cella costantemente sorvegliata.
Fu un gioco da ragazzi, aprire la prigione e subito Sanji
prese in braccio la ragazza, come se fosse stata una principessa.
Raggiunse i suoi compagni e durante il percorso verso la nave, accompagnati
da Ryoori, la ragazza chiese notizie di sua sorella.
L’ammiraglio si bloccò e si irrigidì.
Il silenzio che si era creato, non fece sperare niente di buono dai
ragazzi.
“Mi dispiace!” disse in un sussurro.
La ragazza prese ad agitarsi “Che cosa significa?”
“La ragazzina appena un mese qui dentro si è ammalata e non avendo ricevuto
le adeguate cure mediche…non ce l’ha fatta!” disse
l’uomo riprendendo il cammino.
La ragazza, cominciando a singhiozzare, si strinse a Sanji,
il quale prese a mordersi il labbro.
Non sopportava vedere una bella fanciulla soffrire a causa di una
ingiustizia. Esso lanciò anche un’occhiata al capitano, accorgendosi del fatto
che ormai stremato, avesse perso i sensi.
Diversamente il ragazzo avrebbe fatto il diavolo a quattro. Era diventato
molto suscettibile quando si toccava l’argomento fratelli e Sanji,
nonostante non sapesse cosa significasse avere fratelli, poteva capire il suo
comportamento, così come tutti gli altri.
I ragazzi giunsero alla Sunny, la quale era stata
messa sotto sequestro, ma niente era stato minimamente toccato e i ragazzi
poterono partire senza niente potesse nuovamente mettere loro i bastoni tra le
ruote.
“Ora vi farò risalire in superficie. Ho richiamato le navi da guerra
sopravvissute all’attacco dai rivoluzionari. In questo modo non dovreste temere
nessuna sorte di attacco. Vi chiedo solo di non far parola con nessuno
sull’aiuto che vi sto offrendo!” disse Ryoori
azionando il meccanismo che avrebbe ricondotto i pirati in superficie.
“Arrivederci Mugiwara, la prossima volta che ci
rincontreremo, sarà da nemici!” disse infine, vedendo poi la Sunny diventare sempre più piccola.
Erano riusciti a cavarsela anche quella volta e come sempre era Rufy quello più malconcio.
Portato in infermeria, Chopper si accertò delle sue condizioni e rimase
alquanto sconvolto dall’entità delle ferite che aveva riportato.
Successivamente diede un’occhiata anche alla nuova ragazza e a Nami, constatando che quest’ultima fosse solo un po’
sconvolta, ma che non aveva riportato ferite.
Uscito dall’infermeria, la renna venne sommerso dalle domande.
“Rufy ha riportato molte ferite di varia entità,
ma comunque numerose. Consiglio di fermarci da qualche parte per evitare altri
combattimenti e per permettergli di ristabilirsi!”
L’intera ciurma annuì.
“Per quanto riguarda la ragazza, ora sta riposando. È alquanto magra e mal
nutrita. Per questo Sanji ti chiederei di preparare
qualcosa di sostanzioso per tutti. Alla fine chi più chi meno, questa
esperienza ci ha toccato tutti.
“D’accordo. Voi che fate, vi unite a noi?” chiese Sanji
rivolgendosi a Dragon e Sabo.
Il primo non disse niente e tornò alla sua nave che si era affiancata alla Sunny, mentre il secondo acconsentì di buon grado.
Sabo aveva già parlato con Dragon del suo
desiderio di voler riabbracciare il fratello e il capo dei rivoluzionari,
nascondendo la sua voglia di conoscere quel figlio che aveva sempre visto da
lontano, aveva deciso di affiancare la Sunny finchè ce ne sarebbe stato bisogno.
Passò mezza giornata prima che Rufy si
svegliasse. Sentiva che qualcuno gli stava accarezzando i capelli dolcemente e,
dal tocco, riuscì a comprendere che quelle mani delicate appartenevano alla sua
Nami. Lentamente riaprì gli occhi e girando
impercettibilmente il capo verso destra, sussurrò il nome della ragazza.
Nami sussultò, non accorgendosi del risveglio
del capitano e per istinto gli gettò le mani al collo e lo strinse forte a sé.
“Ouch, piano Nami!”
disse in un sussurro. Non che non apprezzasse l’abbraccio della ragazza, ma le
ferite non gli permettevano di godere a pieno di quel momento.
“Rufy, ero così in pensiero!Come ti senti?”
chiese la ragazza asciugandosi con la mano destra, una lacrima birichina
fuggita al suo controllo.
“Un po’ intontito!” rispose lui.
“Vado a chiamare Chopper!” disse la ragazza alzandosi dalla sedia sulla
quale era seduta, ma dovette fermarsi quando si sentì afferrare per un polso.
“No, non è necessario. Quello di cui ho bisogno per rimettermi in sesto, è
proprio qui davanti a me!”
Nami non potè fare a
meno di sorridere dolcemente a quelle parole, appoggiando delicatamente un
bacio sulle labbra di lui.
Passò ancora un po’ di tempo,
durante il quale Nami si era addormentata con la
testa appoggiata al materasso di Rufy, mentre
sorvegliava quest’ultimo durante il suo riposo.
Fu un bussare alla porta a destarla.
Essa si alzò e aprì la porta, ritrovandosi davanti il ragazzo biondo che li
aveva aiutati. Lo fece entrare e lo ringraziò per l’aiuto che aveva dato,
sebbene esso non pensava di aver fatto niente di che.
“Come sta?” chiese il ragazzo ai piedi del letto, lanciando un’occhiata a Rufy.
“Ora sta riposando. Ha detto di sentirsi intontito!” disse Nami osservando il volto rilassato del capitano.
“Oh scusa, io non mi sono ancora presentata. Il mio nome è Nami e sono la navigatrice!” disse porgendo la mano al
nuovo arrivato.
“So bene chi sei Nami. Me l’hanno detto i tuoi
compagni e so anche che sei la sua ragazza!” disse indicando il capitano.
La ragazza annuì.
“Il mio nome è Sabo!” disse infine stringendo la
mano alla ragazza.
“Sabo? Ho già sentito questo nome. L’ho ha
pronunciato tempo fa Rufy, ma ricordo anche che non
ha voluto parlarne! Prima di allora le sue labbra non avevano mai pronunciato
questo nome!”
Sabo sorrise tristemente “Non so cosa Rufy pensi di me. Che me ne sia andato o che sia scomparso
o morto, fatto sta che lui non mi vede da quando aveva sette anni!”
Nami sussultò e infine chiese chi fosse lui in
realtà.
“Sono suo fratello maggiore!” disse sorridendo “E devo dire che mi è
proprio mancato il mio fratellino piagnucolone!” disse guardandolo nuovamente
il capitano.
“Io…io non ne avevo idea. Pensavo che avesse solo
un fratello!”
“Ace, si! eravamo un bel trio di combina guai! Rufy
era il più debole e piagnucolone che si ficcava sempre nei guai. Ace quello più
impulsivo e attacca brighe che lo rimproverava sempre, invece io ero quello che
faceva da intermediario tra i due e che difendeva Rufy,
in quando essendo più piccolo, gli permettevo certi atteggiamenti infantili che
ad Ace non andavano giù!” disse ricordando i bei tempi ormai passati.
Rufy non si era accorto dell’entrata del
ragazzo, troppo preso dall’incubo che tormentava il suo sonno. Prese ad
agitarsi, finchè con uno scatto si mise seduto,
trovandosi a gemere dal dolore a causa del brusco movimento.
“Rufy!” urlò Nami
andando al suo fianco e mettendogli delicatamente una mano sulla schiena.
Anche Sabo si avvicinò e chiese lui come stesse.
Rufy, ancora con l’affanno e un occhio chiuso,
lo guardo “Tu chi sei?”
Sabo non si stupì di non essere riconosciuto e
sorridendo disse “E così non sai riconoscere tuo fratello?”
Rufy sgranò gli occhi incredulo a quanto
avesse sentito e pensando a uno scherzo di pessimo gusto, strinse i pugni dopo
di chè usando il suo potere, colpì il ragazzo
lanciandolo contro la parete della cabina “Non so chi tu sia, né cosa voglia,
ma ti informo che non ho più alcun fratello! E non so nemmeno cosa tu pretenda
di fare spacciandoti per un di loro” disse alzandosi lentamente.
Nami cercò di farlo rimanere a letto, ma la
faccia del ragazzo, alquanto infastidita dalla presenza del ragazzo, la fece
desistere dal suo intento.
Il trambusto richiamò gli altri membri della ciurma, i quali, venuti a
conoscenza da Robin sull’identità di Sabo, avevano
previsto una reazione simile da parte del capitano.
Sabo si alzò da terra e si spolverò via la
polvere dagli abiti e continuò a guardare Rufy con il
sorriso.
“Che hai da sorridere?” chiese il ragazzo cominciandosi ad alterare. Non
gli stava per niente bene che qualcuno infangasse il ricordo di uno dei suoi
fratelli.
Robin decise di intervenire “Capitano, se non sbaglio, oltre a Ace pugno di
fuoco, avevi un altro fratello!”
Rufy sussultò e guardò incredulo Robin.
“C-come fai a saperlo?” chiese sorpreso “Non ne
ho mai fatto parola con nessuno!”
Robin sorrise e gli indicò il ragazzo biondo, il quale durante i due anni
di separazione, aveva raccontato alla donna il breve tempo che lui aveva
trascorso in compagnia di Rufy e Ace.
Rufy si girò nuovamente a guardare il ragazzo
per poi mormorare “Sa-Sabo?”
Il ragazzo annuì “Ce ne hai messo di tempo per arrivarci. Sei sempre il
solito tontolone!” disse felice.
Rufy era rimasto shoccato “Non è possibile, Sabo è morto quando avevo sette anni. Non puoi essere lui!
Uno dei banditi ha visto quanto accaduto. Sabo è
saltato in aria con la nave su cui era salito, a causa di un colpo sparato da
un drago celeste!”
Sabo gli diede ragione e gli spiegò che quella
volta aveva davvero rischiato di morire, ma che per sua fortuna era stato
tratto in salvo dai rivoluzionari, i quali lo avevano curato e accolto tra di
loro. Poi vedendo che il fratellino era ancora incapace di credere a quanto
detto, gli raccontò di quella volta che bevendo il sakè insieme, Ace, lui e Rufy erano diventati i fratelli.
Rufy sentì il cuore battere più velocemente e
delle lacrime cominciarono a scendere copiose dai suoi occhi e, credendo alle
parole del ragazzo, lo abbracciò come a
voler constate che non fosse né un sogno, né un illusione.
“S-sa-bo!” disse fra un singhiozzo a l’altro.
Mentre Sabo e Rufy
recuperavano il tempo perduto, raccontandosi quanto accaduto ad ognuno di loro,
Sanji preparò diversi tramezzini, dal sapore
eccezionale, secondo le pupille gustative di Chopper e Usopp,
e mettendoli su di un piatto, si recò nella cabina che era stata data alla
nuova ragazza.
Bussò, ma non sentendo risposta, vi entrò piano piano,
per vederla seduta sul letto a guardare un punto fisso del pavimento.
“Ti ho portato qualcosa da mangiare!” disse il cuoco, posando il piatto sul
comodino accanto al letto.
Si sedette accanto alla ragazza, la quale alzò lo sguardo per guardarlo e
sussurrare a bassa voce un grazie.
Il cuoco sorrise e le porse un fazzoletto per asciugarsi le lacrime, che
ancora non avevano cessato di cadere su quel volto pallido dal colore del latte.
“Mi dispiace molto per tua sorella! Forse ti sembrerà una cosa stupida da
dire, soprattutto da uno che è figlio unico e non sa cosa significa perdere un
fratello, ma so cosa significa perdere qualcuno!”
La ragazza gli prestò attenzione.
“I miei genitori. Ero molto piccolo quando li ho persi e a malapena li
ricordo, ma è stata dura!”
“C-come hai fatto a sopravvivere a quel dolore?”
“Solitamente si dice che il tempo guarisce tutto e per quanto può valere la
mia opinione, per me è stato così!”
La ragazza scosse la testa “Come posso stare meglio. Se non fosse stato per
quelle persone, Tadako sarebbe ancora viva!” disse
stringendo i pugni.
“Forse si, ma non si può cambiare il passato, ma il futuro può sempre
migliorare!” disse Sanji gentilmente.
“No, non è vero!” disse la ragazza a testa china.
Sanji non si arrese “Prova a vederla in questo
modo. Fino a ieri pensavi di trascorrere il tuo futuro rinchiusa in quella
cella, senza sapere se quello che ti era stato detto su tua sorella era vero o
meno. Ora sai la verità e sei libera. Il tuo futuro, se guardi la parte della
libertà, è migliorato!”
La ragazza annuì, ma disse “Ma da una parte era meglio continuare ad
illudermi, anche se col passare del tempo mi sembrava che quella illusione
diventava sempre più difficile da afferrare. È come se in fondo al mio cuore,
conoscessi le sorti che erano toccate a mia sorella!”
“Sai, anche il ragazzo che ha voluto la tua liberazione ha perso un
fratello!” ammise infine Sanji.
La ragazza sgranò gli occhi “Intendi dire Rufy?
Non lo avrei detto, cioè anche se l’ho visto per poco tempo e anche ferito, mi
ha dato l’impressione di essere un tipo con una grande determinazione e voglia
di vivere!”
Sanji annuì sorridendo “Infatti è proprio così.
Noi non eravamo al suo fianco quando è successo, ma sappiamo che per lui è stata
la prova più dura che abbia mai dovuto affrontare, ma nonostante questo non si
è mai arreso. Ha continuato a inseguire i suoi sogni e a vivere anche per lui.
Ed è questo che dovresti fare anche tu, vivere per tua sorella. Ovunque essa
sia, non vorrebbe che tu soffrissi per lei. Inoltre sono sicuro che se chiudi
gli occhi e provi ad ascoltare, potrai sentirla vicina!”
La ragazza guardò Sanji fisso negli occhi per
diverso tempo e vederlo lì, sicuro di quanto avesse affermato, le fece credere
che anch’essa avrebbe potuto andare avanti, continuare a vivere anche per sua
sorella. Le aveva dato un piccolo spiraglio di luce.
Sanji si alzò dal letto e aprendo la porta per
andarsene disse “Mangia qualcosa, hai bisogno di nutrimento per rimetterti in
forze ehm…come ti chiami?”
La ragazza scosse la testa “Non lo ricordo!”
Sanji si fece un attimo pensieroso e disse “Che
ne dici del nome Lily, finchè non ricordi il tuo? Mi
sembra che ti stia piuttosto bene!”
La ragazza lo guardò confusa e dopo aver pronunciato a bassa voce il nome,
sorridendo disse “Lily sarà perfetto!”
Ed
eccomi di nuovo qua con un nuovo capitolo.
Che
ne dite? Piuttosto lunghino questa volta, ma non ho
potuto fermarmi prima.
Purtroppo
non credo di essere riuscita ad esprimere bene le emozioni di Rufy riguardante il fratello. L’ho scritta almeno tre volte
quella parte e ogni volta in modo diverso. Questa è quella che mi ha convinto
di più.
Bhe come sempre fatemi sapere cosa ne pensate e ringrazio tutti coloro che
mi seguono.
Alla
Prossima
Neko =^_^=