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Autore: Sole_    14/10/2011    6 recensioni
E se in tre giorni venisse raccontata una storia? La storia di due folli: una sedicenne -Bella- e un ventisettenne -Edward- che hanno deciso di amarsi per quello che sono: il maestro di piano e l'alunna.
Dal terzo capitolo:
"Edward aveva avuto varie volte l’impulso di baciarla, ma la sua coscienza, molto previdente, l’aveva bloccato ogni volta. Dopo la quinta volta che gli ricordava che lui era il suo maestro di piano e stava saltando la lezione, le aveva fatto fare un goffo casqué e le aveva detto che doveva iniziare la lezione. Bella pensava che quella parentesi sarebbe finita, ma in realtà l’atmosfera non se ne era andata ed il sorriso era rimasto sui loro volti anche mentre l’insegnante spiegava all’alunna la nuova sinfonia da imparare."
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Settimo Capitolo
Un piano, un insegnante e un bacio.
 
Wohow. Sì, sono qui, non sono un miraggio, no, no. E lo so che mi vorreste uccidere, vorrei farlo anch’io, tanto: sono veramente in ritardo. Troppo. Ma se state leggendo queste note scritte di quest’orrido azzurro –che non cambio per il semplice fatto che è toccato questo come colore ;)- vuol dire che non avete cancellato questa storia dalle seguite (61), ricordate (5) e preferite (16)… voi sapete quanto vi amo?! Cavolo, ogni personcina in più è una felicità in più… quindi grazie, grazie tante, senza di voi tutto questo non ci sarebbe.
Ma se ringrazio voi, non so come possa non ringraziare quelle fantasticissime 5 (4 + 1 … adesso spiego!) ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo… sene, Uvetta, hiphipcosty (hai guardato hotmail? Ti ho inviato il capitolo! ;) ) e ary94, IO VI AMO.  Seriamente.
Perché dicevo 4  + 1?
Veramente non gliene frega niente a nessuno.
Babbè… ve lo racconto lo stesso. ;) quella 1 persona che metto a parte è antonella64 che ha criticato il mio modo di scrivere… e anche se odio le critiche –non mi sono mai andate giù, sono una ragazza profondamente orgogliosa- adesso la ringrazio, perché fa sempre bene ricevere delle critiche. Uhmuhm.
Ehi. Ora vi lascio al capitolo. ;)
Vi ricordo due cose importantissime: la canzone… ascoltatela ok?! Penso funzioni meglio, il capitolo, intendo e di dirmi che ne pensate... è IL CAPITOLO… spero che abbiate capiate! ;)
Mary.
 
Settimo Capitolo – Meraviglioso.
 
Meraviglioso – Negramaro
 
Imbarazzo totale termonucleare.
Ecco quello che provavano, entrambi. Edward si sentiva tanto uno stupido: non era possibile sentirsi come un quindicenne alla prima cotta. Lui non l’aveva neanche mai avuta, una prima cotta. Se non si considera Grace Sullivan, la meteorina della TV di Forks, ma è anche capibile: come si può –a quindici anni- resistere a due gambe lunghe e soprattutto nude?
A prescindere dal perché, si sentiva uno stupido: era lì, davanti a Bella, davanti alla ragazza che amava –perché ormai l’aveva capito- e  non stava facendo niente.
Erano uno di fronte all’altro, Bella che lo guardava dal suo metro e sessantacinque scarso –come le ricordava spesso lui- e lui che la supplicava con lo sguardo dal suo alto metro e ottantasette.
Erano due persone inutili. Incapaci.
Non era possibile stare insieme, non quando lei era così piccola. Non quando lei non avuto neanche un ragazzo.
Non è possibile.
Ma che fai: adesso molli? Ora? Ora che ti sto lasciando fare di testa tua, molli? Edward Cullen sei un idiota, un fottuto idiota.
Bella aveva capito –un’altra volta- che quella che avrebbe dovuto fare –un’altra volta- l’ennesimo passo era lei. E non l’avrebbe fatto tanto volentieri –sapete, un fatto d’orgoglio-, ma era certa che se non l’avesse fatto lei, avrebbero mandato tutto a puttane. Nel vero senso della parola: era certa che Edward sarebbe andato da Tanya, se e quando non avesse sistemato con Bella. Ne era più che certa.
“Sai c’è qualcuno che dice che è meraviglioso il bene di una donna che ama solo te… E sai Edward, voglio essere io quella donna –malgrado tu dica sempre che sono una bambina-, e non voglio esserlo per un uomo, voglio esserlo solo per te, e per nessun altro. Voglio essere la tua donna, e di nessun altro. Ma mi sono rotta di darti il mio amore e non ricevere niente in cambio. Mi sono rotta di quest’amore platonico, di questi tuoi sorrisi che mi devono bastare per mesi, perché poi ti stufi o… non so neanche io perché fai così. Cazzo. Edward è il punto di fermarsi, di pensare e di agire. Ma questa volta non transigo, devi agire tu. Io sto già facendo troppo. Capito? Troppo. Io ho fatto tutto quello che potevo: ti ho amato, ti ho fatto capire, ti ho chiesto se avevi capito, ti ho aspettato e ho sperato. Ho sperato tanto. I tuoi cenni non mi vanno più bene. Cazzo. Non mi vanno  più bene per nulla. I tuoi sorrisi, le tue carezze, i tuoi abbracci, i tuoi baci. Niente di questo mi va più bene: io voglio te, non qualcosa di tuo. Io ti amo, Ed. Ti amo tanto. E voglio che questo sia un giorno meraviglioso. Non un altro merdoso come quelli fino ad adesso.”
Sconvolta, sconvolto, sconvolti.
Tutti dalla stessa persona. Nessuno aveva mai sentito parlare Bella così tanto. Bella non aveva mai detto esplicitamente a Edward quello che provava. Non gliel’aveva mai detto e lui, pur sapendo benissimo cosa provava Bella, aveva sempre cercato di eliminare il sentimento, forse per non sentire il senso di colpa, forse per non sentire la voglia di amare, forse perché aveva paura di amarla. Sostanzialmente per codardia.
Non sapeva cosa rispondere: voleva seriamente prendere la porta e scappare, un’altra volta, ma quella volta sarebbe stata l’ultima, perché era certo che Bella poi non gli avrebbe più parlato, non lo avrebbe neanche più guardato. Era l’ultima possibilità, e di sicuro non era solo la seconda, gliene aveva già date troppe di possibilità.
Non puoi scappare un’altra volta.
Non può scappare un’altra volta.
Non devo scappare un’altra volta.
Non scappare un’altra volta.
La guardò, le sorrise, le asciugò una lacrima impertinente che le stava solcando la guancia, le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, le risorrise, le fissò gli occhi e parlò:
“Sei bellissima.” Bella si aspettava qualcosa di più, voleva qualcosa di più e si stava letteralmente incazzando. Non riusciva a credere che Edward –dopo il discorso che gli aveva fatto- le avesse detto… solo questo. Sperava di star sognando. Lo sperava seriamente, perché se Edward pensava seriamente di risponderle così –dopo che lei aveva spalancato il suo cuore e distrutto ogni sorta di orgoglio per fargli quella dichiarazione, perché non si trattava che di quello- allora non aveva capito niente.
Lui continuava a guardarla senza fare niente.
Lui continuava ad essere un incapace.
“Cazzo. Bella. Io ti amo. Lo vuoi capire? Io ti amo così tanto, che mi fa sentire quasi –e possiamo pure togliercelo- sbagliato. Non ho mai provato niente del genere, Bella. Mai. Non ho mai sentito il cuore battere così forte. Non ho mai sentito i brividi solo per un semplice abbraccio. Non ho mai avuto la voglia che ho di te adesso, mai. Non ho la forza di dirmi che questo sentimento è sbagliato, o forse ne ho troppa. Non ce la faccio, Bella. Io ho bisogno di te, perché –anche se ti dico che sei te la bambina- quello che ha bisogno di qualcuno che lo tenga per mano sono io, non te. Io, Bella, ho così paura. Troppa. Non è giusto voler sentire le tue labbra sulle mie. Non è giusto volerti baciare. Non è giusto volerti sentire, abbracciare, amare. Ma io lo voglio così tanto.”
Lui aveva aperto la bocca ma non aveva neanche pensato.
“E allora fallo.” La fiera dei non-pensieri. O dell’amore?
E quello gli era bastato. Gli era bastato a eliminare ogni paura, perché Bella, era la sua forza e non avrebbe mai fatto nulla, senza il suo consenso.
Aveva attaccato le labbra a quelle della ragazza, dopo tanti sogni, tante speranze, quella volta era vero, era tutto vero.
Cazzo. Edward mi sta baciando.
Cazzo. Sto baciando Bella.
Cazzo. Ma io non so baciare… e ora?
Cazzo. È brava a baciare. Molto brava. Chissà quanti ragazzi ha avuto…
Cazzo. Io non ho mai avuto un ragazzo. Mi molla –perché stiamo insieme?- perché non so baciare…
Bella. Smettila di bacarmi il cazzo vuoi farmi l’immenso favore di fare quello che hai sognato per anni –nel vero senso della parola- e smetterla di parlare?
Edward non sapeva dove mettere le mani. Non sapeva se avrebbe potuto appoggiarle le mani sui fianchi… lei era così innocente.
Ma non lo era per nulla, perché –appena finito di parlare con la sua coscienza- le era nato nella pancia un desiderio lancinante per Edward, di quelli dolorosi. Così -vedendo l’incertezza di Edward nei movimenti, e volendolo sentire il più appiccicato possibile a sé- gli prese le mani ancora appoggiate passivamente sulle sue guancie rosse –di desiderio questa volta- e gliele portò sui suoi fianchi.
A quel movimento Edward aveva riaperto gli occhi –non si era neanche accorto di averli chiusi, veramente- e si ritrovò davanti quei dolcissimi e cioccolatosissimi occhi da cerbiatta che si ritrovava la sua ragazza, ormai gli era tutto chiaro.
Aveva stretto le sue mani ai fianchi di Bella e aveva guardato la reazione: lei gli sorrise, lui capì, le circondò i fianchi con entrambe le braccia e si riavvicinò alle sue labbra.
Quello non era un adolescenziale bacio a stampo, non lo era per niente: erano appiccicatissimi, un turbinio di labbra, il loro bacio. La felicità che sprizzava da ogni poro. E quando Bella –sì, Bella- tentò di accarezzare le labbra del ragazzo con la sua lingua e si aprirono le bocche, tutta la passione esplose e Bella saltò in braccio ad Edward, costringendolo –per quanto quella possa sembrare una costrizione- ad appoggiarle le mani sul sedere, per evitare di farla cadere.
A tentoni, tornò in salotto, sullo stesso divano, e ci si sedette, fra risa e baci e incidenti contro i mobili, con ancora Bella in braccio che tornò a baciarlo appena furono al sicuro sul loro divano.
La cosa si fece sempre più ingestibile, soprattutto per i piani bassi di quell’innamorato ragazzo ventisettenne.
“Bella, amore mio, mi sa che dobbiamo dargli una tregua.” Bella aveva sentito come l’aveva chiamata, ma non voleva parlarne in quel momento. Voleva soltanto ridere senza nessun problema che potesse spegnerle il sorriso.
Continuando a tenerla su di sé, Edward le aveva sistemato i capelli all’indietro e le aveva stampato un bacino dolce-dolce sulla bocca e le aveva detto:
“Sai, è vero: è meraviglioso il bene di una donna che ama solo te.”
***
Allora?! Ehiehi. So cosa state pensando… ed invece no. Quindi ditemelo, vi prego! *occhi alla gatto con gli stivali, e so che li tiro sempre in ballo, ma vi preeeeeeego*
Davvero, questo capitolo non so quanto mi piaccia, o mi convinca. Ho bisogno che voi mi diciate quello che ne pensate, davvero.
Ora vi mollo perché sto morendo e devo ancora mettere su Nvu e postare.
Bon nuit, mes cheries.  
  
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