- Un
piano, un insegnante e un bacio.
- Wohow.
Sì, sono qui,
non sono un miraggio, no, no. E lo so che mi vorreste uccidere, vorrei
farlo
anch’io, tanto: sono veramente in ritardo. Troppo. Ma se
state leggendo queste
note scritte di quest’orrido azzurro –che non
cambio per il semplice fatto che è
toccato questo come colore ;)- vuol dire che non avete cancellato
questa storia
dalle seguite (61), ricordate (5) e preferite (16)… voi
sapete quanto vi amo?!
Cavolo, ogni personcina in
più è una
felicità in più… quindi grazie,
grazie tante, senza di voi tutto questo non ci sarebbe.
- Ma
se ringrazio
voi, non so come possa non ringraziare quelle fantasticissime
5 (4 + 1 … adesso spiego!) ragazze che hanno
recensito
lo scorso capitolo… sene,
Uvetta,
hiphipcosty
(hai guardato hotmail? Ti ho
inviato il capitolo! ;) ) e ary94,
IO VI AMO.
Seriamente.
- Perché
dicevo 4 + 1?
- Veramente
non gliene frega niente a nessuno.
- Babbè…
ve lo racconto lo stesso. ;) quella 1 persona che metto a
parte è antonella64
che ha criticato il mio modo di scrivere… e anche se odio
le critiche –non mi sono mai andate giù, sono una
ragazza profondamente orgogliosa-
adesso la ringrazio, perché fa sempre bene ricevere delle
critiche. Uhmuhm.
- Ehi.
Ora vi
lascio al capitolo. ;)
- Vi
ricordo due
cose importantissime: la
canzone…
ascoltatela ok?! Penso funzioni meglio, il capitolo, intendo e di dirmi
che ne pensate...
è IL CAPITOLO… spero che abbiate capiate! ;)
- Mary.
- Settimo Capitolo
–
Meraviglioso.
- Meraviglioso
– Negramaro
- Imbarazzo totale
termonucleare.
- Ecco
quello che provavano, entrambi. Edward si sentiva tanto uno stupido:
non era
possibile sentirsi come un quindicenne alla prima cotta. Lui non
l’aveva
neanche mai avuta, una prima cotta. Se non si considera Grace Sullivan,
la
meteorina della TV di Forks, ma è anche capibile: come si
può –a quindici anni-
resistere a due gambe lunghe e soprattutto nude?
- A
prescindere dal perché, si sentiva uno stupido: era
lì, davanti a Bella,
davanti alla ragazza che amava –perché ormai
l’aveva capito- e non
stava facendo niente.
- Erano
uno di fronte all’altro, Bella che lo guardava dal suo metro
e sessantacinque scarso –come
le ricordava spesso lui- e
lui che la supplicava con lo sguardo dal suo alto
metro e ottantasette.
- Erano
due persone inutili. Incapaci.
- Non
era possibile stare insieme, non quando lei era così
piccola. Non quando lei
non avuto neanche un ragazzo.
- Non è
possibile.
- Ma che fai:
adesso molli? Ora?
Ora che ti sto lasciando fare di testa tua, molli? Edward Cullen sei un
idiota,
un fottuto idiota.
- Bella aveva
capito –un’altra volta- che
quella che avrebbe dovuto fare –un’altra volta-
l’ennesimo passo era lei. E non
l’avrebbe fatto tanto volentieri
–sapete, un fatto d’orgoglio-, ma era certa che se
non l’avesse fatto lei,
avrebbero mandato tutto a puttane. Nel vero senso della parola: era
certa che
Edward sarebbe andato da Tanya, se e quando non avesse sistemato
con Bella. Ne era più che certa.
- “Sai
c’è qualcuno che dice che è meraviglioso il bene di una donna che ama
solo te… E sai Edward, voglio essere io quella
donna –malgrado tu dica
sempre che sono una bambina-, e non voglio esserlo per un
uomo, voglio esserlo solo
per te, e per nessun altro. Voglio essere la tua donna, e di
nessun altro.
Ma mi sono rotta di darti il mio amore e non ricevere niente in cambio.
Mi sono
rotta di quest’amore platonico, di questi tuoi sorrisi che mi
devono bastare
per mesi, perché poi ti stufi o… non so neanche
io perché fai così. Cazzo.
Edward è il punto di fermarsi, di pensare e di agire. Ma
questa volta non
transigo, devi agire tu. Io sto già facendo troppo. Capito?
Troppo. Io ho fatto
tutto quello che potevo: ti ho amato, ti ho fatto capire, ti ho chiesto
se
avevi capito, ti ho aspettato e ho sperato. Ho sperato tanto. I tuoi
cenni non
mi vanno più bene. Cazzo. Non mi vanno
più bene per nulla. I tuoi sorrisi, le tue
carezze, i tuoi abbracci, i
tuoi baci. Niente di questo mi va più bene: io voglio te,
non qualcosa di tuo.
Io ti amo, Ed. Ti amo tanto. E voglio che questo sia un giorno meraviglioso. Non un altro merdoso
come quelli fino ad adesso.”
- Sconvolta,
sconvolto, sconvolti.
- Tutti dalla
stessa persona. Nessuno aveva
mai sentito parlare Bella così tanto. Bella non aveva mai
detto esplicitamente
a Edward quello che provava. Non gliel’aveva mai detto e lui,
pur sapendo
benissimo cosa provava Bella, aveva sempre cercato di eliminare il
sentimento,
forse per non sentire il senso di colpa, forse per non sentire la
voglia di
amare, forse perché aveva paura di amarla. Sostanzialmente
per codardia.
- Non sapeva cosa
rispondere: voleva
seriamente prendere la porta e scappare, un’altra volta, ma
quella volta
sarebbe stata l’ultima, perché era certo che Bella
poi non gli avrebbe più
parlato, non lo avrebbe neanche più guardato. Era
l’ultima possibilità, e di
sicuro non era solo la seconda, gliene aveva già date troppe
di possibilità.
- Non
puoi scappare un’altra volta.
- Non
può
scappare un’altra volta.
- Non
devo scappare un’altra volta.
- Non
scappare un’altra volta.
- La
guardò, le sorrise, le asciugò una
lacrima impertinente che le stava solcando la guancia, le
sistemò una ciocca di
capelli dietro l’orecchio, le risorrise, le fissò
gli occhi e parlò:
- “Sei
bellissima.” Bella si aspettava qualcosa
di più, voleva qualcosa di più e si stava
letteralmente incazzando. Non
riusciva a credere che Edward –dopo il discorso che gli aveva
fatto- le avesse
detto… solo questo. Sperava
di star
sognando. Lo sperava seriamente, perché se Edward pensava
seriamente di
risponderle così –dopo che lei aveva spalancato
il suo cuore e distrutto ogni sorta di orgoglio per fargli quella dichiarazione, perché non si
trattava
che di quello- allora non aveva capito niente.
- Lui continuava a
guardarla senza fare
niente.
- Lui continuava
ad essere un incapace.
- “Cazzo.
Bella. Io ti amo. Lo vuoi capire?
Io ti amo così tanto, che mi fa sentire
quasi –e possiamo pure togliercelo- sbagliato.
Non ho mai provato niente del genere, Bella. Mai. Non ho mai sentito il
cuore
battere così forte. Non ho mai sentito i brividi solo per un
semplice
abbraccio. Non ho mai avuto la voglia che ho di te adesso, mai. Non ho
la forza
di dirmi che questo sentimento è sbagliato, o forse ne ho
troppa. Non ce la
faccio, Bella. Io ho bisogno di te, perché –anche
se ti dico che sei te la
bambina- quello che ha bisogno di qualcuno che lo tenga per mano sono
io, non
te. Io, Bella, ho così paura. Troppa. Non è
giusto voler sentire le tue labbra
sulle mie. Non è giusto volerti
baciare. Non è giusto volerti sentire, abbracciare, amare. Ma io lo voglio così
tanto.”
- Lui aveva aperto
la bocca ma non aveva
neanche pensato.
- “E
allora fallo.” La fiera dei
non-pensieri. O dell’amore?
- E quello gli era
bastato. Gli era bastato a
eliminare ogni paura, perché Bella, era la sua forza e non
avrebbe mai fatto
nulla, senza il suo consenso.
- Aveva attaccato
le labbra a quelle della
ragazza, dopo tanti sogni, tante speranze, quella volta era vero, era tutto vero.
- Cazzo.
Edward mi sta baciando.
- Cazzo.
Sto baciando Bella.
- Cazzo.
Ma io non so baciare… e ora?
- Cazzo.
È brava a baciare. Molto brava. Chissà quanti
ragazzi ha avuto…
- Cazzo.
Io non ho mai avuto un ragazzo. Mi molla –perché stiamo insieme?-
perché non so baciare…
- Bella.
Smettila di bacarmi il cazzo
vuoi farmi l’immenso favore
di fare quello che hai sognato per anni –nel vero senso della
parola- e
smetterla di parlare?
- Edward non
sapeva dove mettere le mani. Non
sapeva se avrebbe potuto appoggiarle
le mani sui fianchi… lei era così innocente.
- Ma non lo era
per nulla, perché –appena
finito di parlare con la sua coscienza- le era nato nella pancia un
desiderio
lancinante per Edward, di quelli dolorosi. Così -vedendo
l’incertezza di Edward
nei movimenti, e volendolo sentire il più appiccicato
possibile a sé- gli prese le mani ancora appoggiate
passivamente sulle sue
guancie rosse –di desiderio questa volta- e gliele
portò sui suoi fianchi.
- A quel movimento
Edward aveva riaperto gli
occhi –non si era neanche accorto di averli chiusi,
veramente- e si ritrovò
davanti quei dolcissimi e cioccolatosissimi
occhi da cerbiatta che si ritrovava la sua
ragazza, ormai gli era tutto chiaro.
- Aveva stretto le
sue mani ai fianchi di
Bella e aveva guardato la reazione: lei gli sorrise, lui
capì, le circondò i
fianchi con entrambe le braccia e si riavvicinò alle sue
labbra.
- Quello non era
un adolescenziale bacio a stampo,
non lo era per niente: erano appiccicatissimi,
un turbinio di labbra,
il loro bacio. La felicità che sprizzava da ogni poro. E
quando Bella –sì,
Bella- tentò di accarezzare le
labbra
del ragazzo con la sua lingua e si aprirono le bocche, tutta la
passione
esplose e Bella saltò in braccio ad Edward, costringendolo
–per quanto quella possa sembrare una
costrizione- ad appoggiarle le mani
sul sedere, per evitare di farla cadere.
- A tentoni,
tornò in salotto, sullo stesso
divano, e ci si sedette, fra risa e baci e incidenti contro i mobili,
con
ancora Bella in braccio che tornò a baciarlo appena furono al sicuro sul loro
divano.
- La cosa si fece
sempre più ingestibile,
soprattutto per i piani bassi di quell’innamorato ragazzo
ventisettenne.
- “Bella,
amore
mio, mi sa che dobbiamo dargli una
tregua.” Bella aveva sentito come l’aveva chiamata,
ma non voleva parlarne in
quel momento. Voleva soltanto ridere senza nessun problema che potesse
spegnerle il sorriso.
- Continuando a
tenerla su di sé, Edward le
aveva sistemato i capelli all’indietro e le aveva stampato un
bacino
dolce-dolce sulla bocca e le aveva detto:
- “Sai,
è vero: è meraviglioso
il bene di una donna che ama solo te.”
- ***
- Allora?!
Ehiehi.
So cosa state pensando… ed invece no. Quindi ditemelo, vi
prego! *occhi alla
gatto con gli stivali, e so che li tiro sempre in ballo, ma vi
preeeeeeego*
- Davvero,
questo
capitolo non so quanto mi piaccia, o mi convinca. Ho
bisogno che voi mi diciate quello che ne pensate, davvero.
- Ora
vi mollo
perché sto morendo e devo ancora mettere su Nvu e postare.
- Bon nuit, mes cheries.