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Autore: GreenNightmare    14/10/2011    2 recensioni
Ci tengo a specificare che questa storiella nasceva come one-shot dedicata al compleanno di American Idiot e che, beh, non mi sarei mai aspettata di scrivere un secondo capitolo. Cosa che però è successa, precisamente ieri sera, attorno alle undici e mezza.
Che dire, non so bene neanch'io cosa sia. Parla di Jimmy, il Gesù della Periferia che tutti noi conosciamo, e della sua Whatsername. Ma c'è anche un terzo personaggio, che conosciamo altrettanto bene, ma che più che una creatura in carne ed ossa è una presenza nella testa di Jimmy, una presenza decisamente maligna, anche se nel nome si presenta come Santo. Beh, che altro dire, spero che vi piaccia!
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camminavi a passi veloci, lungo la strada deserta, riscaldato da un debole raggio di sole. Era il tramonto, che gettava ovunque la sua luce rosa e arancione - un’atmosfera romantica, non potevi desiderare niente di meglio. Un sorriso ti illuminava il viso, ma i tuoi occhi rimanevano duri e freddi come il ghiaccio. Nella tasca del chiodo sentivi la forma rassicurante del coltellino a serramanico che ti proteggeva dalla gente, perché ogni persona ha una bestia feroce dentro di sé, pronta a balzar fuori e a dilaniare la preda. Tutti erano pericolosi, tutti erano assassini, tutti volevano ucciderti.
Whatsername era lì, dove le avevi dato appuntamento, proprio sotto il traliccio. Non aveva la sua parrucca azzurra e questo non era un buon segno. Se ne stava lì in piedi, appoggiata alla grata di ferro, fasciata in un modo che ritenesti addirittura crudele nei suoi jeans attillati e nel top nero che le lasciava scoperte le braccia bianche di pelle e nere d’inchiostro, con i capelli biondi che le ricadevano sulle spalle nude; fumava una sigaretta - una Marlboro rossa, potevi scommetterci.
Ti avvicinasti a lei, impaziente di toccarla, di stringere quel corpo fragile e prepotente tra le tue braccia, ma ti bloccasti non appena vedesti la sua espressione: sembrava spaventata a morte.
- Che ti succede?– Le domandasti, facendoti più vicino a lei.
- Sono preoccupata.- Sussurrò quella, guardandoti con i suoi grandi occhi azzurri che più di una volta ti avevano causato una vera e propria dolorosa fitta proprio qui, tra il petto e la gola. – Gli eventi di questi ultimi giorni… -
Ti appoggiasti al traliccio, imprigionando Whatsername sotto il tuo corpo, e mormorasti con un sorriso sardonico:
- Ti riferisci agli omicidi?-
- A cos’altro potrei riferirmi? Sta succedendo una strage, Jimmy, e ancora non si è capito chi c’è dietro. Immagino che tu sappia in che stato hanno ritrovato Amy.-
La ragazza mora e bellissima, la migliore amica di Whatsername, era stata ritrovata morta nella discarica lì adiacente, nuda. Qualcuno, con precisione sadica, le aveva inciso la parola Harlot a caratteri svolazzanti sul seno con una lama; il volto era stato sfigurato con lo stesso coltello e il corpo recava tracce di abuso sessuale.
- Tranquilla, a te non accadrà quello che è successo ad Amy.- Le sussurrasti all’orecchio con voce calda e rassicurante. Ma lei cercò di spintonarti via bruscamente.
- Come fai a esserne sicuro?- Sbottò.
- Amy era solo una misera puttana senza alcuna dignità.- Sputasti fra i denti, rabbioso, il coltello a serramanico che ti premeva contro un fianco.
La ragazza spalancò gli occhi, con una smorfia disgustata, e stavolta ti spinse via davvero.
- Sei proprio un pezzo di merda. Non te ne fotte un cazzo di Amy, non è vero? Non te ne fotte un cazzo di tutta quella gente innocente ammazzata, non è così?-
La guardasti con un sorrisetto che poteva essere compassionevole e sardonico allo stesso tempo.
- La gente non è mai innocente.-
Sembrò spaventata dal tuo tono, esattamente come tua madre, la sera di qualche giorno prima. Saint Jimmy nella tua testa cantava vittoria e non vedeva l’ora di afferrare il coltellino.
- Tu lo sai. Tu sai chi è stato… Sei stato tu, dillo! Ammettilo, sei stato tu!- Gridava ora, e si era avventata contro di te, afferrandoti per il chiodo.
Non rispondesti neanche, ti limitasti a baciarle il collo con delicatezza, consapevole della sua pelle d’oca. La sentisti immobilizzarsi, lì aggrappata a te, disgustata, rabbiosa, e, lo sapevi, allo stesso tempo mortalmente eccitata.
- Sei stato tu… Sei stato tu…- Sussurrava, e sentivi le lacrime bagnarle il viso. Per qualche istante ti venne voglia di infilzarle la lama nella carotide, ma poi pensasti che in questo modo il gioco sarebbe finito troppo in fretta, e il mondo sarebbe tornato presto piatto e noioso. Così ti limitasti a passare la lama sul suo braccio bianco, sussurrandole all’orecchio ciò che avresti davvero voluto farle. La sentisti gemere di dolore ed eccitazione, mentre con precisione quasi artistica le tracciavi un’enorme J sanguinante sull’avambraccio. Whatsername ansimava e sanguinava, si teneva il braccio con l’altra mano, se la sporcava di sangue, s’insanguinava il volto, i capelli, i vestiti, e a te piaceva così, sporca e selvaggia, rosso vermiglio e bianco latte.
-Sei un assassino- Bisbigliò alla tua bocca, tremante.
-Ma non per questo te ne andrai- mormorasti tu in risposta, e la baciasti con forza devastante, sentendo una scarica elettrica che ti correva per tutto il corpo, perché l’eccitazione di quel momento era paragonabile solo a quella che si prova durante un omicidio, ti faceva sentire più vivo che mai.
-Sei una bestia- Piagnucolava lei tra un bacio e l’altro, stringendoti però energicamente a sé, aggrappandosi a te.
- Sono un Santo.- Rispondevi, più sicuro di te che mai. Niente ti spaventava, niente avrebbe potuto fermarti, eccetto quel piccolo pezzo di paradiso coperto di sangue e tatuaggi che stringevi tra le braccia. 

  
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