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Autore: Sophie Hatter    15/10/2011    4 recensioni
“Senti, Potter, non so che cosa tu voglia ma non avevo alcuna intenzione di disturbare le vostre confidenze stamattina, mi trovavo già in aula per puro caso e non so cosa aggiungere a mia discolpa, perché non c’è altro che io possa dire, ma ti assicuro che ho cose ben più importanti di cui occuparmi che non siano i vostri affari personali… se invece vuoi chiedermi del prossimo finesettimana a Hogsmeade, con mio rammarico devo annunciarti che ho già preso appuntamento con uno Schiopodo Sparacoda”.
Mentre Lily cerca di recuperare il fiato dopo quel discorso a raffica, James Potter sorride enigmaticamente dietro alle spesse lenti degli occhiali rotondi, facendo salire una mano a spettinarsi i capelli già in disordine.
“A dire la verità, l’argomento era più che altro il primo”, risponde, “ma mi rallegra sapere che ti interessava ricevere un invito da me”, aggiunge, e Lily si sente avvampare di colpo.
Maledetto idiota.
*
La raccolta si è classificata seconda al "Lily e James, Missing Moments contest" di Tittivalechan91 indetto sul forum di Efp, vincendo inoltre il premio caratterizzazione e il premio originalità.
L'ottava shot si è classificata seconda a parimerito al contest "E tu cosa scegli?" di _Aras_ indetto sul forum di Efp.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Horace Lumacorno, I Malandrini, Lily Evans, Minerva McGranitt | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Love is... (the only weapon which I got to fight)'
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s3
Potrebbe andar meglio




Prompt: ministro
Ambientazione: quinto anno
Parole: 3196




19 Aprile 1976


James Potter ha un’aria strana, oggi. È questa la prima cosa che pensano Peter Pettigrew e Remus Lupin quando lo vedono avvicinarsi, con fare molto cauto e circospetto, ad un Sirius Black completamente assorbito da un’intensa partita a Scacchi Magici, la cui penitenza per il perdente consiste nel doversi calare le braghe di fronte ad un’ignara professoressa Sprite durante una lezione di Erbologia.

Peccato che l’avversario di Sirius sia il suo amico licantropo, da sempre considerato il campione imbattuto di Scacchi Magici fra i Malandrini.
Quindi, se c’è una cosa che Sirius non è molto intenzionato a fare in quel momento, di sicuro è dare retta a James.
Ma il giovane Potter pare intenzionato a provarci lo stesso.
“Uhm, Pads”, lo apostrofa, con incertezza, facendo finta di dover cercare qualcosa nell’armadio alla sua sinistra.
“Sì?” gli risponde l’amico, distrattamente. James lo osserva con attenzione prima di proseguire, come se stesse aspettando il momento più opportuno per dirgli qualcosa di molto, molto scottante.
Dopo un po’, tuttavia, prende coraggio e si butta.
“Che ne diresti di fare cambio con i nostri turni per l’orientamento professionale?”
“Il che?! Oh, già. Mi ero praticamente scordato della sua esistenza”, commenta Sirius, senza alzare gli occhi dalla scacchiera. “Alfiere in D5, e ora stai a vedere come ti straccio”, dice poi, rivolto a Remus.
“Posso interpretarlo come un sì, dunque?” domanda ancora James, sfoggiando un tono così fintamente noncurante che perfino Peter comincia a pensare che abbia qualcosa che non va. E Peter adora James, perciò non ha mai osato pensare che sia un po’ tocco.
“…Pads?”
“Massì, James, che cosa vuoi che mi importi di quale sarà l’ora esatta in cui mi toccherà sedermi davanti alla McGranitt a fissarla per quindici minuti nelle palle degli occhi facendo finta di discutere del mio futuro…”
“…cavallo in E2”.
“Non ti conviene fare mosse così azzardate, io ti ho avvisato!”
“James, ma perché vuoi fare a cambio con Sirius?”
Peter ha pronunciato quella domanda con tutta la più sincera ingenuità di questo mondo. È logico porsi quell’interrogativo, dato che non riesce a trovare alcuna ragione evidente per cui James dovrebbe proporre a Sirius una cosa del genere.
Ma James non sembra dello stesso parere, dato che gli getta un’occhiata disperata e subito dopo arrossisce lievemente.
“Mah, niente, Wormy, stavo solo pensando che avrei potuto approfittarne per andare ad allenarmi un po’ fintanto che c’è ancora luce, la prossima partita in fondo è vicina…”
“Prongs. Non sappiamo nemmeno se ci sarà, la prossima partita. Pedone in C3”.
James si gratta un braccio. Dannazione, Sirius sta riprendendo contatto con il mondo esterno.
“Oh, andiamo, in fondo è stato solo un piccolo battibecco, lo sapete anche voi che alla fine Silente ci farà giocare lo stesso…”
“Non so. La McGranitt era furiosa e anche Lumacorno. È stata una brutta rissa, amico, ma giuro che non sono intervenuto soltanto perché non riuscivo a scavalcare quella maledetta calca che c’era sugli spalti, altrimenti gliele avrei volentieri suonate io a mio fratello, invece che lasciar fare tutto il lavoro sporco a te… beh, signor Moony-genio-degli-scacchi? Sei forse a corto di idee?”
“In realtà stavo pensando a come addolcire la tua sconfitta, dato che non sono così crudele e senza cuore come tu sei solito dipingermi”.
“Insomma, James, perché vuoi fare cambio?”
“Beh, te l’ha detto, deve allenarsi… potrei venire a vederti, James, se ti va…” tenta di rimediare Peter, ma Prongs scuote immediatamente la testa in segno di diniego, cercando di non farsi vedere, aggiungendo qualche altro gesto che deve significare, probabilmente, più tardi ti spiego.
Sta di fatto che Peter non ci sta capendo più nulla.
“Come non detto, me ne resterò qui a farmi i fatti miei”, mormora tra sé, leggermente mortificato. Ma ormai è troppo tardi: Sirius ha aguzzato le antenne.
“James, non me la racconti giusta, dimmi perché diavolo vuoi fare cambio”.
“Te l’ho detto! Gli allenamenti… e il buio, e la McGranitt… è una tale scocciatura, vorrei togliermela il prima possibile…”
In quel momento, il primogenito Black alza finalmente gli occhi sul suo migliore amico, scordandosi temporaneamente della scacchiera. Lo fissa come fa sempre quando vuole che James gli dica qualcosa, con la fronte un po’ corrugata e il sopracciglio sinistro inarcato e gli occhi grigi immobili, fissi nei suoi, senza alcun pudore.
E a James, alla fine, non resta altro da fare se non capitolare.
“Oh, e va bene, è che vorrei parlare con la Evans, e sta esattamente dopo di te…”
“Regina in F6. Scacco”.
Sirius si volta per un attimo, fulmina con lo sguardo Remus – che reagisce con totale ed assoluta indifferenza – poi torna su James, lo squadra da capo a piedi e scoppia sonoramente a ridere.
“Prongs, è una nostra compagna di Casa, la vedi tutti i dannatissimi giorni a lezione, ad ogni pasto è al nostro tavolo, ogni sera sta in sala comune e alle volte ce la ritroviamo fra i piedi perfino quando non dovrebbe esserci… perché accidenti hai bisogno di incontrarla fuori dall’ufficio della McGranitt?”
James sbuffa, arrossisce, si spettina i capelli e si rassetta il colletto della divisa, il tutto in pochissimi secondi. Poi risponde a Sirius, tentando di ostentare un’ottima padronanza di sé.
“Oh, andiamo, lo sai anche tu che in giro per la scuola o in sala comune è sempre circondata dalle sue amiche e a lezione si siede a chilometri da noi. Non è così facile avvicinarla per parlarle in privato”.
“E tu cosa avresti intenzione di dirle – o farle – in privato, sentiamo?”
“Lo sai che sono scaramantico, non posso anticiparti nulla”.
“Padfoot, tocca a te!” gli ricorda improvvisamente Peter, intenzionato, stavolta, ad aiutare James facendo sì che Sirius distolga la sua attenzione da lui.
“Oh, già, grazie, Wormtail”.
E mentre Sirius quasi ringhia guardando in cagnesco Remus, James alza le dita in segno di vittoria verso Peter, il quale sospira di sollievo. Per una volta, fortunatamente, ha detto la cosa giusta.
James, nel mentre, con un sorriso emozionato ben stampato in faccia, ha strappato un piccolo angolo di pergamena e ci ha scribacchiato sopra un appunto. Lo deposita con molta attenzione di fianco a Sirius, aspetta che dica “Pedone in E4” e infine gli sussurra a mezza voce: “Ricordati, il mio appuntamento era alle sei. Grazie, Pads, sei il migliore amico che si possa avere”.
Sirius riceve un rapido abbraccio stritolante, dopodiché James si lancia di corsa fuori dalla stanza, volando giù per le scale come un fulmine – o forse più come una mandria di bufali impazzita, pensa Peter, data la scarsa leggiadria del passo di Prongs, che rimbomba nelle sue orecchie fino all’ultimo gradino. Probabilmente l’hanno sentito fin nei dormitori di Serpeverde.
“Ma dove diavolo sta andando James? Il mio colloquio inizia almeno fra mezzora…”
“Uhm, forse non voleva assistere alla tua vergognosa disfatta. Scacco matto”.
Remus deve fare un grande, grandissimo sforzo per trattenere il sorrisetto di soddisfazione che in quel momento gli preme con forza sulle labbra.
“Ti odio, Moony. Vado a scegliere un bel paio di mutande”.


*

James ci mette un po’ prima di decidersi a bussare alla porta. La sua attenzione non è assolutamente concentrata sull’imminente colloquio con la direttrice della sua Casa. Si spettina i capelli almeno una decina di volte prima di convincersi che così può andare; non avrà il tempo di sistemarsi dopo, quando uscirà da quella porta e troverà Lily sulla soglia, intenta ad aspettare il suo turno.

Fissa la lista appesa a fianco allo stipite, con i nominativi in ordine alfabetico. Black, ore 16:00. Evans, ore 16:15. Kinglake, ore 16:30. Lindgreen, ore 16:45. Lupin, ore 17:00. McDonald, ore 17:15. Miller, ore 17:30. Pettigrew, ore 17:45. Potter, ore 18:00.
Chissà se la cara Minerva si arrabbierà molto per quello scambio dell’ultimo minuto.
Si dipinge in faccia un sorriso ammiccante e batte finalmente le nocche sull’uscio.
“Signor Black, avanti!”
Il sorriso vacilla per un istante mentre James si affaccia all’interno dell’austero ufficio in cui innumerevoli volte, fin dal suo primo anno a Hogwarts, si è ritrovato a dover ascoltare un rimprovero o una punizione.
“Ehm…”
“…signor Potter. Lei non mi sembra il signor Black. A meno che i miei occhiali da vista non inizino ad essere un po’ troppo difettosi rispetto alla mia miopia”.
“Oh, no, professoressa, sono sicuro che la sua vista – volevo dire, i suoi occhiali vanno ancora benissimo…”
“E allora, che succede? Ha sperimentato la Pozione Polisucco? Sì, ho saputo dal professor Lumacorno che avete utilizzato quella preparata a lezione per tentare di trasformare Severus Piton nel gatto del custode”.
James per poco non scoppia a ridere. A parte la fierezza che lo anima quando le loro bravate fanno il giro di Hogwarts, questa era obiettivamente un’idea geniale.
La professoressa, però, non sembra pensarla allo stesso modo.
“Il mio era un tono di completa disapprovazione, signor Potter”.
“Sì, ha ragione. Completa e totale disapprovazione. Comunque, davvero, non sono Sirius Black, il problema è che… Sirius non si sentiva bene. Ha un po’ di nausea e… ecco… mal di pancia. Insomma, mi ha chiesto di andare al suo posto. Lui verrà al mio orario, così non perderà il colloquio”.
“Oh. È così sicuro di riprendersi fra un paio d’ore?”
“Sì, non si preoccupi, non è nulla di grave… una – ehm – capatina al bagno e starà senz’altro meglio”.
“Ne sono rincuorata. E va bene, signor Potter, si sieda e non perdiamo altro tempo”.
Rassicurato, James si avvicina e sprofonda di colpo nella comodissima e morbidissima poltrona di fronte alla scrivania della professoressa, che inizia a frugare rapidamente nei suoi cumuli cartacei.
“Vediamo se ritrovo le sue cartelle di valutazione… ah, sì. Eccole qui. James Cornelius Potter…”
“Per favore, non mi ricordi che ho un secondo nome”, pigola James, in un soffio, coprendosi gli occhi con le mani in maniera teatrale. La McGranitt non batte ciglio.
“…beh, non c’è che dire. I suoi risultati sono sempre stati molto buoni. Ogni tanto un po’ altalenanti in Pozioni e in Storia della Magia… ma nel complesso buoni. Mi corregga se sbaglio, signor Potter, ma mi sembra di notare una particolare propensione verso la Trasfigurazione… il che mi renderebbe estremamente orgogliosa, se solo ogni tanto avessi l’impressione che in classe lei segue quello che dico”.
James osserva la McGranitt sistemarsi gli occhiali sul naso per scrutarlo meglio e si rende conto che non sa cosa rispondere. È, tuttavia, abbastanza sicuro che la professoressa stia facendo del sarcasmo.
“Sì, mi piace Trasfigurazione”, dice infine. Probabilmente è la soluzione più diplomatica.
“Bene. In Incantesimi vedo che non ha mai avuto problemi, lo stesso in Erbologia e Artimanzia… mmm, anche Difesa Contro le Arti Oscure sembra piacerle particolarmente”.
“Esatto”.
“E che mi dice di Babbanologia?”
“Beh…”
No, James, devi tenere la bocca chiusa. Non puoi dire alla professoressa McGranitt che l’hai scelta insieme a Sirius soltanto perché lui doveva fare un grossissimo dispetto ai suoi parenti.
“Mi piace anche quella”.
“Insomma, signor Potter, lei è – come dire – piuttosto eclettico”.
“Già, si potrebbe dire così”.
Cade l’ennesimo silenzio. La McGranitt stringe lievemente gli occhi, stira la bocca e inarca le sopracciglia, proprio come fa ogni volta che vuole rivolgergli una frase particolarmente sferzante.
“Parlando delle sue possibilità di carriera, ha mai pensato a qualcosa di preciso – che non riguardi, ovviamente, i suoi progetti di distruzione nei confronti di questa scuola?”
James comincia a pensare in fretta. Un lavoro, una carriera. Tra poco Lily sarà fuori da quella porta, io uscirò e la incontrerò e potrò chiederle di uscire.
“Beh, come ha detto lei, gradirei qualcosa di eclettico… voglio dire, non mi piace concentrarmi troppo a lungo su una stessa cosa. Dopo un po’ mi annoio”.
“Certo, con una mente così straordinariamente iperattiva come la sua... c’è altro?”
“Penso di voler fare qualcosa di pratico, importante ed eccitante… e credo di non essere molto propenso ad essere il sottoposto di qualcuno”, dice James, notando che la McGranitt solleva un angolo della bocca in una specie di sorrisetto ironico. Attende per diversi secondi, curioso di sapere cosa ci sia di così divertente in quello che ha appena detto.
“In pratica, signor Potter, lei mi sta dicendo che vuole fare il Ministro della Magia”.
“Come?!”
“Ma certo! Cosa potrebbe esserci di più pratico, importante, eccitante e – soprattutto – al di sopra di qualsiasi autorità più in alto della sua?”
Ad un certo punto, James tende l’orecchio. Gli sembra di udire dei passi fuori dalla porta e questo lo fa agitare sulla poltrona. Magari Lily è arrivata in anticipo e ora sta lì fuori ad aspettare il suo turno. Far sì che senta che la McGranitt lo ritiene in grado di ricoprire un ruolo così illustre e rilevante non può che fargli fare bella figura ai suoi occhi. Ne rimarrà colpita, senza dubbio.
“Davvero mi ritiene in grado di fare il Ministro della Magia?” chiede quindi, alzando considerevolmente il tono di voce. La professoressa intreccia le dita lentamente, con cura, e poi fa una cosa che James non si aspettava assolutamente: si mette a ridacchiare.
“Come le ho detto, signor Potter, lei ha ottime abilità in tutte le materie. La sua intelligenza, le sue capacità relazionali e la posizione della sua famiglia le consentirebbero indubbiamente di aspirare ad un tale obiettivo… ma devo confessarle che ho paura di quello che potrebbe succedere al nostro paese se lei finisse in una simile posizione. Non perché non possa essere competente, le ripeto… ma riterrei più appropriato consigliarle di indirizzare altrove le sue tendenze leggermente distruttive”.
James storce la bocca, imbronciato. Quella donna senza cuore ha cancellato in un attimo le sue possibilità di far colpo su Lily Evans.
“Le consiglio di visionare molto attentamente questi appunti che sto per consegnarle: riguardano le possibilità di una carriera al Dipartimento delle Catastrofi e degli Incidenti Magici, alla Gringott come Spezzaincantesimi e in qualche riserva naturale come Allevatore di Draghi – sì, le posso assicurare che sarebbe molto eccitante. Però per questo dovrebbe continuare Cura delle Creature Magiche, un M.A.G.O. con meno di ‘Eccezionale’ è imprescindibile. Il che significa che lei e il signor Black dovrete, presumibilmente, andare a porgere le vostre umili scuse al professor Kettlebourne per quel pasticcio con il suo allevamento di Vermicoli. Ci rifletta attentamente, signor Potter, dopodiché torni a cercarmi per discutere della sua scelta”.
“La ringrazio”, soffia James, alzandosi per prendere i plichi che la McGranitt gli porge. Solleva lo sguardo e nota che la professoressa sta ancora sorridendo.
“Ho deluso le sue aspirazioni, signor Potter?”
James si stringe nelle spalle, fingendo indifferenza.
“È che… ci vorrebbe un Ministro della Magia bello. In fondo dovrebbe rappresentare il nostro paese. Altrimenti che figura ci facciamo con gli altri? Quello di adesso ha un naso terribilmente adunco e storto, e il doppio mento, e il riporto… io, invece, sarei abbastanza bello”.
“Signor Potter, su questo non ci sono dubbi. Ma le consiglio di sfruttare maggiormente le sue capacità intellettive, dato ciò di cui è capace sarebbe un vero peccato sprecarle”.
James annuisce, con aria un po’ spenta. Subito dopo però, mentre fissa il pavimento, gli viene un’idea improvvisa.
“Posso chiederle un favore, professoressa?” domanda, a bassa voce.
“Mi dica, signor Potter”, risponde la McGranitt, con aria neutra, mentre scribacchia qualcosa su un foglio.
“Potrebbe dire a Lily Evans che mi considera abbastanza bello e intelligente da fare il Ministro?”
“Come vuole, ma non le garantisco che mi crederà”.
“Beh, apprezzerò il fatto che lei ci abbia provato”.
“Signor Potter. Questo, in teoria, era un colloquio di orientamento professionale. Deve prendere sul serio il suo futuro, molto sul serio. Si ricordi di tornare da me con un’idea precisa in merito, perché altrimenti non ci metterò molto a smentire questa versione dei fatti con la giovane Evans”.
“Sissignora”.
James si ritiene soddisfatto di quella conversazione con la professoressa McGranitt. L’ha – forse – portata dalla sua parte. Forse ci metterà davvero una buona parola con Lily.
“Può andare, signor Potter”.
“Grazie, professoressa”.
James si volta e si dirige verso la porta, con un gigantesco sorriso stampato sul volto. Tutto sommato, quel colloquio non è poi stato una così grande perdita di tempo. Esce e si ritrova a trattenere improvvisamente il fiato, perché in tutta quell’esaltazione momentanea si è scordato di quelli che erano i suoi piani originali, e ora che si trova effettivamente davanti a Lily Evans non sa più che fare.
Dannazione.
“Potter, che ci fai qui?” domanda lei, perplessa.
“Uh, ho fatto cambio con Sirius. Lui non… sta molto bene in questo momento. Invece tu, Evans, come stai? Ti trovo bene”.
Lily rotea gli occhi, sospirando.
“Non credo che continuerò a stare così bene ancora per molto, Potter… non se farai di nuovo perdere a Grifondoro un sacco di punti. Siamo in caduta libera e io ho una scommessa aperta con Elizabeth Lachey di Corvonero per chi vincerà la Coppa delle Case fin dall’inizio dell’anno…”
“Oh, andiamo, Evans”, la interrompe James, con un tono di voce più basso e sensuale. “Credo che tu sia troppo severo con me”.
Si avvicina di qualche passo e, constatando che Lily non è fuggita a gambe levate, si dice che è stata una mossa vincente.
Beh, non che possa andare molto lontano, con una porta chiusa alle sue spalle.
Ma insomma, non è il momento di tentennare. Deve buttarsi.
“Sai, Evans, che la McGranitt mi ha appena detto che potrei fare il Ministro della Magia?”
Lily apre la bocca per parlare, ma James tronca il suo commento sul nascere.
“No, non era ironica. Te lo potrebbe assicurare lei stessa”.
Lily annuisce, con un’espressione sorpresa sul volto.
“Wow, sono davvero impressionata. In ogni caso, quando questo starà per succedere, ti dispiacerebbe avvisarmi?”
“Ma certo, lo farò senz’altro”.
A James balza il cuore nel petto. Forse questo vuol dire che per una volta è riuscito a fare colpo su di lei…
“Oh, ti ringrazio. Sai, prenotare un viaggio internazionale all’ultimo minuto non è proprio così facile. Se tu mi aiutassi ad andarmene dall’Inghilterra con anticipo, prima dell’immane catastrofe naturale o artificiale che verrà causata dal tuo operato di Ministro, te ne sarei molto riconoscente”.
James rimane a fissarla ammutolito, senza riuscire, una volta tanto in vita sua, a trovare le parole per replicare. Forse perché, semplicemente, sta tentando di capire se Lily l’ha davvero più denigrato che ringraziato.
“Beh, credo che la McGranitt mi aspetti. Non preoccuparti, non tenterò di farle esprimere un giudizio così favorevole come il tuo”.
“Dovresti ripensare attentamente alla mia ultima proposta. Ti pentirai di non essere uscita con me almeno una volta, quando sarò diventato famoso”.
Lily gli rivolge un sorrisetto sardonico.
“Saprò sopportarlo”, risponde, prima di voltargli le spalle per andarsene.
“A te serve un mestiere adatto a gente bisbetica, Evans!”
Mentre James torna a passi svogliati verso la Torre di Grifondoro, sta ancora lottando per capire come si sente. Certo, hanno avuto una specie di conversazione senza amiche tra i piedi e soprattutto senza Sirius tra i piedi, ma quella ragazza è più testarda di un drago selvaggio.
Evidentemente è necessaria più di una brillante carriera futura per convincerla.






Nota conclusiva: è stato solo dopo aver buttato giù questa shot in maniera praticamente definitiva che mi sono ricordata che nello Shoebox Project esiste una scena sui colloqui di orientamento professionale dei Malandrini. Sono andata a rileggermela, per sicurezza, e non ho riscontrato somiglianze, tranne che per un dettaglio; tuttavia, nonostante le indecisioni, alla fine ho deciso lasciare la proposta della carriera come Spezzaincantesimi che, anche in quella fanfiction, la McGranitt suggerisce a James. Alla fine dei conti è effettivamente una professione che potrebbe piacere a uno come lui, perciò ritenevo insensato che la McGranitt non la citasse nemmeno. In più non ho trovato grandi elenchi di professioni magiche, quindi mi sono dovuta adattare alle poche che vengono menzionate nei libri. Ho voluto comunque precisare la fonte per correttezza.
...e infine ecco a voi l'anticipazione della prossima storia:

Qualche fila più in là, Potter siede con aria cupa di fianco a Black, mentre Peter Pettigrew e Remus Lupin corrono a prendere posto di fianco a loro. Remus apre i libri in fretta, fissando concentrato la lavagna vuota.
Lily distoglie lo sguardo e si rende conto di essere sicura che, qualunque cosa sia successa, non ha mai visto quei quattro comportarsi così.

Sperando che anche questa vi sia piaciuta, vi do appuntamento alla prossima settimana, con un grazie speciale per chi mi sta lasciando delle recensioni bellissime :) a presto!

 


   
 
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