Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: z e r o    15/10/2011    3 recensioni
Seguite l'oscuro, vanesio, gotico Harry Mystryss ecc. Potter nella sua nuova avventura, alle prese con camere segrete e segreti segreti, accompagnato come sempre dai suoi inseparabili amici, Ron, l'emo-kid dalla variopinta aura oppressiva, ed Hermione, la sadica violenta! Come andrà a finire? E' un segreto!
Genere: Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Holaaa! Ecco, dopo molte lune, il secondo capitolo.

 

Ma prima, anche se ormai è passato un sacco di tempo, vorrei dire un paio di cose sull’ultimo film di Harry Potter, in particolare su Piton. Amare una donna, lei e soltanto lei, per tutta la vita, vederla sposare quella sottospecie di hippy johnlennonesco, continuare ad amarla dopo la sua morte, fino alla morte: questo sì che è Romanticismo Gotico! Harry Mystryss ecc. è solo un principiante a confronto… .-.

 

CAPITOLO 2

 

L’AVVERTIMENTO DI DOBBYLAS

 

Harry, che già si stava buttando sul letto a volo d’angelo, fece un goffo tentativo di fermarsi a mezz’aria, tentativo che portò ad un drammatico – e assai doloroso – incontro ravvicinato con il duro parquet del pavimento.

La creatura, che stava occupando abusivamente il suo giaciglio, era la stessa che, quel mattino, cercava di nascondersi invano dietro ad una siepe del giardino: un tizio spaventosamente bello, alto due metri, con lunghi, lunghissimi e serici capelli biondi e le orecchie da dottor Spock, assorto fino ad un istante prima nella lettura del Diario Segreto e Personale di Harry Mystryss Darque Nyght Rayn Ravyn Potter.

Harry, rialzatosi da terra, si assicurò di non averci lasciato nessun pezzo della sua faccia e si guardò febbrilmente attorno alla ricerca di un’arma contundente con la quale abbattere e/o scacciare l’intruso molesto. Osservò la gabbia di Brandon Lee, di ferro massiccio, e si chiese se le sue gracili, rachitiche braccine fossero abbastanza forti da sollevarla e calarla con forza sull’orecchiuto (non ci credo! Word conosce orecchiuto!! ndA) cranio dell’avversario. Accantonò l’idea, anche perché in cotal modo rischiava di danneggiare il povero inquilino della gabbia. Spostò quindi il suo sguardo sulla scrivania, dove, fra trattati di magia nera, bibbie gotiche, antiche e apocalittiche scritture in enochiano, copie più o meno affidabili del Necronomicon e degli scritti pnakotici, fermacarte a forma di teschi, rose e lapidi, specchietti a forma di bara, scatole a forma di mani morte e sfere di cristallo, finalmente vide ciò che avrebbe potuto salvare l’intimità del suo covo. Con uno scatto felino (con annesso urto sullo spigolo della scrivania con il gomito) in slow motion, che fa tanto film d’azione, afferrò il Dizionario dei Sinonimi e dei Contrari e lo scagliò con tutta la sua – poca – forza contro lo sbiondato estraneo… mancandolo di un metro. Il mastodontico librone si schiantò contro la parete, dando vita ad una crepa che si allargò crepitando attraverso tutto il soffitto, per poi colpire il pavimento con un tonfo sordo (il librone, non la crepa).

Mentre nella stanza di Harry si consumava questa cacofonia di rumori roboanti, al piano di sotto zio Vernon stava esaurendo le scuse per giustificare il baccano colossale proveniente da sopra le loro teste.

«Chi cavolo sei tu?!» domandò Harry ostile, minacciandolo con il femore umano che usava come grattaschiena e/o mazza da baseball e/o mazza da golf e/o paletta per le mosche (povere) – come potevano testimoniare i diversi buchi a forma di testa di femore nel muro.

Il perticone si alzò e sbatté la sommità del cranio contro il soffitto (aprendovi l’ennesimo buco circolare): «D’oh!».

Si ricompose rapidamente. «Il mio nome è Dobbylas, il nobile ed altolocato elfo domestico».

Solo allora Harry si rese conto che l’elfo era effettivamente vestito da domestico; più precisamente, da maid francese.

«Ma davvero?» disse il goth guy. «Senti, non so cosa tu voglia, ma vai a perdere capelli da un’altra parte» aggiunse, sollevando, schifato, un lungo, lunghissimo e serico capello platino dal copriletto nero.

«Oh, mi dispiace» si scusò Dobbylas. «Di solito a casa uso la retina».

«E cosa cavolo ci fai qui?»

L’elfo estrasse dalla tasca del grembiulino una lunga pergamena, la srotolò – la pergamena rotolò scenograficamente fuori della porta –, la lisciò, si schiarì la voce e lesse: «Harry Potter non deve tornare alla Scuola di Magia, Stregoneria, Arti Marziali e Tattiche Militari di OhSchwartz».

«E ti serviva scriverlo?» replicò il nostro… eroe.

«Eh, sì. Devi sapere che ho una memoria davvero molto scarsa… mi dimentico le pentole sul fuoco, i camini accesi d’estate, il condizionatore d’inverno… mi dimentico di chiudere le finestre quando arrivano gli uragani, mi dimentico anche di vestirmi, a volte… e mi dimentico di… di…» pausa «…cosa stavo dicendo?».

«Perché non dovrei tornare a OhSchwartz?» domandò pazientemente Harry, soppesando il femore in maniera allusiva.

«Non me lo ricordo!» replicò l’elfo «Non ci stava scritto sulla pergamena(?!?). Se tu avessi Facebook come tutto il resto del mondo te l’avrei scritto lì, così non avrei dovuto farmi quattro ore di treno, tre di aereo, due di autobus e venti chilometri a piedi!»

«Io non mi affilio al Male» ribatté sprezzante il goth guy. «Non nominare il Male in mia presenza».

«Male?»

«Face…quella roba lì».

«Tsk» replicò sdegnosamente l’elfo «Come sei vecchio. Perfino il tuo Arci-Nemico-Momentaneamente-Morto-Ma-Non-Si-Sa-Mai o Arci-N ha il profilo su Facebook. E se ce l’avessi anche tu, i tuoi amici non ti spedirebbero lettere con le quali io posso ricattarti».

«Tienitele» ribatté Harry «non mi interessano le menate ipocrite e autolesioniste di Ron o le minacce di morte di Hermione».

«Ma ho anche i numeri degli ultimi tre mesi di quel giornale a cui sei abbonato, come si chiama…»

«Gothic Beauty?»

«Sì, quello-

«NOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!» strepitò inorridito il nostro…eroe «Dammeli subito, bastardo! Sei un mostro!»

«Se prometti di non tornare a OhSchwartz te li do» negoziò Dobbylas.

«Va bene, lo prometto, adesso sgancia».

«Per prima cosa metti giù quel femore… ecco, bravo… poi devi firmare una carta nella quale t’impegni formalmente a non tornare ad OhSchwartz, pena l’evirazione da parte di un monaco cieco con il morbo di Parkinson che brandisce una tagliola per orsi… …cosa stavo dicendo?»

«Dammi le mie rivisteee!» intimò Harry, agitando il femore e provocando involontariamente l’estinzione di buona parte dei suoi soprammobili. L’elfo schivò agilmente le… femorate?... e, attraverso la porta, fuggì sulle scale, chinandosi appena in tempo per evitare che una palla di vetro contenente la riproduzione di una parte del cimitero di Highgate lo colpisse in testa.

«Se è questo che vuoi» esordì l’elfo, rassettandosi il grembiulino fronzoloso «allora farò in modo che tornare a OhSchwartz ti sia impossibile».

Per tutta risposta, Harry afferrò la riproduzione in scala della motosega di Leatherface (lunga ben quindici centimetri) e si lanciò all’inseguimento dell’avversario, che si affrettò a discendere le scale a rotta di collo, inciampando nei lunghi, lunghissimi e serici capelli biondi e atterrando di testa sul pianerottolo sottostante.

Nel frattempo, in salotto, zio Vernon stava simulando un attacco epilettico per distogliere l’attenzione degli ospiti dall’apocalittico fragore proveniente dai piani alti della casa.

Ma torniamo al duello mortale che stava avendo luogo una rampa di scale più in su. La piccola motosega, ormai dimenticata, si era incastrata nel corrimano, mentre Harry si apprestava a ricorrere a delle misure più drastiche. L’anno prima, Hermione gli aveva regalato una piccola cassetta che, da allora, giaceva, ignorata, sotto al letto, in attesa di tornare utile. Il goth guy – dopo aver scostato la cornice con un ritratto che invecchiava al posto suo – l’estrasse, la aprì, e guardò con soddisfazione le dodici bombe a mano artigianali che l’amica gli aveva donato trecentosessantacinque giorni prima. Ne afferrò una e la tenne nascosta dietro la schiena.

«Vieni, bell’elfino, ho cambiato idea…» cinguettò Harry, affacciandosi alla porta e sfoderando un sorriso falso come i capelli di Platinette.

L’elfo, che nel frattempo, ripresosi dal drammatico schianto, era arrivato in fondo alla seconda rampa di scale, guardò in su, ponderando attentamente la situazione, e vide Harry, rassicurante come Jack Nicholson in Shining – cioè, per chi non lo sapesse, molto, ma molto poco –.

«…ma anche no» fu la risposta.

Con un urlo selvaggio, che poco si addiceva alla sua goticità, Harry si fiondò giù per le scale con la granata in pugno. Raggiunse l’elfo, che in quel momento stava facendo il suo ingresso in cucina. «Sei mio, bastardo» disse Harry, allegando alla frase una di quelle lunge, inarticolate risate isterico-inquietanti che fanno dubitare della sanità mentale di chi le emette. Strappò la sicura con i denti – che fa molto più figo – e la lanciò in mezzo alla cucina, che finì in dicecimila pezzi, roba da far impazzire la Ravensburger Puzzle. Il boato e la deflagrazione che seguirono vanificarono tutti i tentativi di Vernon di mantenere la serata sul piano normale. Lo spostamento d’aria fece volare via il divano, e la signora Mason finì nell’acquario dove, qualche settimana prima, lo zio aveva dato il via all’allevamento di pesci rossi, o almeno così credeva; in realtà, gli innocenti e banali pesciolini erano stato sostituiti da Harry con Piranha amazzonici carnivori, che si rivelarono più che entusiasti di ricevere finalmente un pasto che potesse soddisfarli appieno, invece di quegli insipidi coriandoli che gli venivano propinati ogni giorno. Tra questo, le urla da sirena antiaereo di zia Petunia, zio Vernon, al quale l’attacco epilettico stava venendo sul serio, Dudley sommerso sotto una montagna di piastrelle, e il signor Mason schiacciato sotto al divano, Harry era, senza mezzi termini, nella merda fino al collo e anche oltre.

Scioccato, il goth guy si voltò verso l’elfo, indenne a parte i lunghi, lunghissimi e serici capelli spettinati e la divisa stracciata, che gli sorrise serafico. «Mission complete» annunciò; poi, con un balzo, scomparve in una nuvola di fumo come un ninja.

Ora, Harry aveva solo due opzioni.

Uno: finire il lavoro. In fondo, aveva ancora undici bombe a mano.

Due: arginare l’ira funesta che stava per piovergli addosso con il gotico stoicismo che – a volte – lo caratterizzava.

Ovviamente, scelse l’opzione due: probabilmente non ne sarebbe uscito indenne, ma ci avrebbe guadagnato in figaggine. Perciò, rimase apparentemente impassibile ad ascoltare la sfuriata atomica dello zio, mentre i suoi timpani, assieme ai vetri ancora intatti, andavano in frantumi.

Come se non bastasse, un enorme tucano fece il suo ingresso nel salone devastato, recando con sé una funesta novella sotto forma di lettera.

 

“Carosignor Potter,

 

recitava la missiva

 

Abbiamo avuto notizia che nel luogo dove lei risiede, questa sera, è stato praticato un Incantesimo di… Beh, in realtà non c’è stato alcun incantesimo, avevo sol voglia di rompere le palle. Comunque, come lei sa, i maghi minorenni non sono autorizzati a compiere incantesimi fuori della scuola e un altro episodio del genere da parte sua porterà all’espulsione dalla detta scuola e ad una serie di cento smutandamenti (Decreto per la Stupida Legge di Restrizione delle Arti Magiche tra i Minorenni, 1717, comma C.

La preghiamo inoltre di ricordare che qualsiasi attività magica che rischi di essere notata dalla comunità dei non-maghi (Babbei) è un reato grave ai sensi dell’articolo 17 dello Statuto Noi-Non-Esistiamo della Confederazione Internazionale dei Maghi.

Cordialmente,

Hannabel Lecter

Ufficio per l’Uso Improprio delle Arti Magiche, Marziali, Illusorie, ecc.

MiniMinistero della MagiMagia

 

«Non ci avevi detto che non ti era consentito usare quella roba là fuori dalla scuola…» cominciò zio Vernon, facendo scrocchiare minacciosamente le nocche. «Bene, c’è una novità. Ti rinchiuderò nella tua stanza, e tu non portai fare nessuna magia per liberarti».

Harry pensò bene di non accennare alle undici granate nascoste sotto al suo letto. Né al set di grimaldelli nel cassetto della scrivania. Né al piede di porco infilato dietro l’armadio – o al varco per Narnia dentro l’armadio. Né all’ariete usato a mo’ di attaccapanni. Né al passaggio segreto dietro allo specchio.

Fatto sta che la mattina seguente, Vernon installò delle sbarre alla finestra del nipote, dopo essersi sorbito per ore le lamentele di quest’ultimo sul fatto che le sbarre di ferro lineari fossero demodé, e che perciò pretendeva uno sbarramento decorativo con un motivo di rose e rovi, che ben si addiceva alle vetrate istoriate che lui stesso aveva disegnato e che narrava i momenti salienti della sua vita, come quando aveva spinto Dudley in un mucchio di ortiche e gli aveva squarciato le gomme della bici, o quando aveva aizzato il Dobermann dei vicini contro il cane della sorella dello zio, o quando aveva venduto la sua anima – beh, in parte – a un maggiordomo.

Harry era segregato nella sua stanza ventiquattrore su ventiquattro, sette giorni su sette, ma la cosa non sembrava disturbarlo più di tanto. Aveva persino risolto il problema della vescica piena grazie al varco nell’armadio – e gli abitanti di Narnia assistettero ad un misterioso quanto inspiegabile scioglimento della neve attorno al famoso lampione.

Una sera buia e tempestosa, mentre il goth guy era intento a scegliere che gradazione di nero indossare per andare a dormire, sentì battere sulla finestra della sua stanza. Deciso a rovesciare una caterva di insulti su colui o colei che avesse osato toccare e lasciare le proprie immonde impronte digitali sulle sue bellissime vetrate, spalancò la finestra e… non vide niente. Sembrava che un vasto cumulonembo color antracite si fosse staccato dal cielo e si fosse piazzato davanti alla sua finestra. Poi capì.

Fuori dalla finestra, c’era il suo amico emo, Ron Weasley.

 

_____

 

E siamo giunti alla fine. U_U

Vi direi “a presto”, se non sembrasse una presa in giro ^^”

Siate clementi… Chu!~

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: z e r o