Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: tp naori    15/10/2011    0 recensioni
il prologo, della mia serie televisiva preferita. No ordinary family. visto che non lo trovata su fanfiction delle serie tv. la pubblico qui. mi scuso in aticipo, per gli errori otrografici e di punteggiatura. che potrebbero essere presenti in questo testo. non lo faccio apposta. quindi vi chiedo, se gentilmente mi potreste segnalare questi errori e non essere vaghi dicendo che. ci sono molti errori e basta. almeno cosi potrei migliorare. vi ringrazio ancora Tp Naori.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Jim Powell. Quella mattina si diresse a lavoro. L’aria satura di primavera. Trascinava voglia di passare un pomeriggio con la sua famiglia. Jj, Daphne e sua moglie Stephanie Powell. Ma da uomo di casa, com’era doveva portare a casa qualche soldo, anche se già provvedeva Stephanie hai soldi e quindi, al mantenimento dei loro due figli. Di tutto di poteva dire della famiglia Powell. Carini nelle loro foto di famiglia. Proprio sopra al camino della sala, a finche tutti potevano vedere di quella bellezza e dire che bel quadro famigliare. Ma certamente non si poteva dire. Che fossero speciali i Powell, anzi per certi aspetti, sembra una famiglia ordinaria. Infatti per certi aspetti. Jim lo era e anche tutta la sua famiglia. Quella mattina non aveva molto da fare Jim, al commissariato di polizia, luogo dove lui lavorava. Come disegnatore, niente meno non aveva ricevuto nessuna chiamata, nella notte da parte del suo migliore amico George. Di solito era lui che informava Jim che c’era qualche cattivo da prendere. Cosa che riusciva facile a Jim, di fare il supereroe, visto cha aveva anche i poteri. La super forza, cosi che poteva tornare a casa, anche dopo aver subito una sparatoria a bruciapelo. E inoltre poteva fare salti lunghi kilometri. Quei poteri gli aveva ricevuti, assieme alla sua famiglia. In una vacanza che poteva diventare tragica. Ma che non lo fu, visto che dopo lo schianto dell’aereo in cui viaggiavano. Non li fosse successo niente, solo i poteri. Qualcosa in qualche modo aveva cambiato il loro codice genetico.Già Stephanie ci lavorava su da mesi, ma ancora niente. Stephanie ricevette la supervelocità. Il che non era male viaggiare per tutti e cinquanta stai d’America in dieci minuti. Non era poi tanto male, solo che mangiava, quanto consumava se quel viaggio lo avrebbe fatto camminando. Jj era diventato un cervellone. Il suo cervello lavora a schemi concentrici e perfetti, senza mai sbagliare. Ecco spiegato il motivo, del suo netto miglioramento a scuola. Ma nessuno lo sapeva, quindi i compagni e professori credevano, in sostanza che Jj stesse copiando. Il che ha Jj andava bene. Per nulla infastidito del pregiudizio che avevano nei suoi confronti. Ultima ma non meno importante Daphne Powell. Una ragazza che ti sapeva leggere la mente. Usava questo potere per ingraziarsi parecchi ragazzi, ma per il resto si poteva dire che la famiglia Powell fosse una famiglia di quelle normali. Quelle che vedi nei villaggi vacanza ho al mare e in montagna. Ritornando a Jim Powell. Entro dentro alla stazione della polizia. Che a quel ora era vuota. Una grande sala con delle colonne quadrate. Messo li solo per lo scopo di reggere il soffitto. Parecchi scrivanie adornavano il locale. Angusto. Vecchio era questo che sentiva Jim quando varcava la porta d’ingresso della stazione di polizia. Con aria infelice, per la troppa astinenza dalla adrenali che solo l’acchiappare cattivi ti sapeva dare (niente meno lui era un supereroe). Jim si diresse alla sua postazione. Dietro ad una finestra, chiusa da delle tapparelle d’ufficio grigie. Che contribuivano a rendere molto l’idea, che quella stazione di polizia fosse vecchia. Dopo qualche breve chiacchierata con i poliziotti. Ed altri particolari eventi non degni di nota. Jim si addormento sulla sua scrivania. Intanto Daphne Powell e Jj erano già arrivati a scuola. Il piazzale all’ingresso della stessa scuola. Serviva per luogo di ritrovo. Sia per l’intervallo, sia per anche la pausa pranzo. Li i due fratello e sorella si salutarono, senza nemmeno rivolgersi la parola. Daphne andò verso le sue compagne, Jj invece da secchione che era diventato si diresse sugli scalini della ingresso della scuola. Dopo aver salutato i sui compagni di classe Jj, rivolse la sua attenzione a quello spiazzo. Qualcuno lo spintono “hey stai attento!” disse Jj spazzolandosi i jeans come se fossero sporchi, subito dopo Jj rivolse lo sguardo alla persona che lo aveva, inavvertitamente colpito. Perche Adam non l’aveva fatto apposta “oh scusa e che pensavo che mi avresti visto” rispose Adam “tranquillo” rispose gentile Jj “colpa mia” aggiunse. Adam lo guardo. Con interesse per Jj, per Adam era solo un senso. Quasi un timore possibile che esistano anche qui?. penso lo stesso Adam. Poi corresse quella curiosità stampata sul suo viso, per assumere un sorrisetto falso, quasi incoraggiante “non ce bisogno che ti scusi..” fece in modo di sapere come si chiamava Adam, perché quello era un soggetto, che doveva osservare. Sia perche non sapeva quale potere aveva quel ragazzo. E quindi se era o non era potenzialmente pericoloso “Jj. E tu sei?” chiese Jj curioso chissà perche quel ragazzo mi a guardato in quel modo penso Jj “Adam Bernoulli” protese la mano Adam verso Jj, che la strinse nella sua amichevolmente “hai un fisico da football” si intromise nella conversazione un ragazzo un po’ grassottello di carnagione scura “oh no, non faccio football.” rispose Adam dicendo la verità per certi versi. Non aveva mai fatto football. Certo che non si poteva dire, che non ne aveva il fisico. Adam era alto, con spalle dritte a braccia forti. Tutta faceva sembrare che Adam, avesse praticato qualche sport. Ma prima che Adam poté rispondere la campanella suono. Jj fu il primo ad entrare. Ma qualcosa nell’aria, fece stare li sul posto Adam. Fece cenno a Jj di andare, ti stare tranquillo. E quando furono spariti tutti. Professori e studenti. Adam cerco un posto sicuro. Lontano da occhi indiscreti. Trovo quello che faceva al caso suo, dietro al campo. Dove evidentemente si allenava la squadra di football di quella scuola. In fondo lui era nuovo. Sotto le tribune. Adam si andò a nascondere. Ogni nervo del suo corpo teso. Pronto a scattare. L’aria attorno a lui si sposto. Come mossa da un vento, creato da lui stesso, tirando anche su la sporcizia di quel posto. Di colpo Adam fu circondato da un campo di energia blu intensa. Puff. Il suo corpo fu suddiviso in atomi. Che come mossi da intelligenza. Si spostarono attraversando la materia, senza che fossero visti gli atomi attraversarono tutto ciò che incontravano. Per arrivare al punto. Prestabilito.quello che Adam aveva scelto. Lo stesso posto che Adam sapeva di dover essere. Capi subito il perche. Una banda criminale. Sparava a più non posso contro i poliziotti. Era spuntato davanti ad una banca. Con quel trambusto non lo noto nessuno. Ancora rumori di spari. Doveva fare in fretta Adam. La situazione stava degenerando. Quattro poliziotti feriti stavano a terra. Quelli che ancora riuscivano a stare in piedi. Aspettavano i rinforzi. Lenti ad arrivare. Ci doveva pensare Adam. Subito si diede da fare. Aggiro la banca. Cercando un punto dove potesse entrare. Tutto chiuso. Ogni porta sul retro era chiusa. Dopo essersi guardato attorno. Adam sposto il palmo della sua mano, il sinistro sulla serratura della porta. La serratura scatto, come se fosse stata mossa da un magia bizzarra. Ma Adam non faceva magie. No lui trasformava la materia a suo piacimento. Poteva sparare acqua dalle mani, o globi di fuoco o d’aria. Qualche cosa fosse. Adam riusciva a controllarla, come preferiva. Spinse la porta Adam, entrando si mise il cappuccio della felpa, sulla nuca. Pronto ad fare del bene. Era sbucato in una sorta di entrata di sicurezza anti-incendio. Tante pompe dell’acqua e estintori adornavano le pareti, di un corridoio dai muri bianchi. Il corridoio portava ad una porta taglia fuoco del solito colore verde. In netto contrasto con il bianco dei muri del corridoio. Adam raggiunse di corsa la porta. Tese l’orecchio per sentire all’interno, cosa stesse succedendo. Due o tre banditi. Adam li sentiva parlare. Dall’accento messicano. Erano armati, quindi ci doveva andare calmo. Riflette sul da farsi Adam, il suo sguardo incrocio. Un condotto dell’aria.Adam fece scattare la mano, verso una botola di ferro. Spostando, in una sorta di telecinesi la botola. Per farla aprire. E poi senza far rumore Adam si arrampico. Quando fu dentro a quel tubo quadrato Adam, inizio a dirigersi in avanti. Sperando che il condotto reggesse il suo peso. Piano. Piano Adam raggiunse. Finalmente il salone centrale della banca. Dove otto ostaggi. Stavano seduti. Impauriti e legati lungo il bancone della banca. Tutti dipendenti da quello che Adam poteva vedere da li. Attese il momento buono. Quel tanto che bastava per cogliere alla sprovvista i tre banditi. Diede un colpo forte al condotto. Proprio sotto i suoi piedi. Il condotto cedette a quella botta. E Adam attero perfettamente in equilibrio. In mezzo a quel salone. Colti di sorpresa i banditi. Si girarono verso di lui. Che protetto dal cappuccio si preparo. A ridurli non in fin di vita, se era possibile. Ma a ridurli a tal punto da essere sicuro che fossero catturati. Tutti e tre puntarono le pistole contro a Adam. Questi allargo le braccia in linea con le sue spalle dritte, perfette “hai fatto un brutto sbaglio a venire qui” disse uno di quei tre banditi “dici. Io credo che lo sbaglio l’avete commesso voi” rimbecco Adam. Delle pallottole partirono verso di lui. Ma con dei gesti fluidi Adam le blocco, con le mani. Ricoperte da uno strato di aria. Duro e resistente, col risultato che le pallottole colpendo la sua mano. Non solo non li causava nessun danno a Adam. Ma cosi poteva rispedirle al mittente. Non becco nessuno dei malviventi Adam. Con l’unico obbiettivo di spaventarli a morte. Non ci riuscì. I malviventi non si arresero. E continuarono a sparare. Davanti agli sguardi degli ostaggi stupidi. Quasi spaventati. I tre banditi finirono le pallottole. Adam sposto entrambe le mani davanti. Cosi da spostare l’aria davanti a se, che colpi i malviventi, che a loro volta colpirono a vetrata della banca. E prima che i polizzioto se ne resero conto Adam era già tornato a scuola. La sua nuova scuola. Ad Adam non li riusciva proprio a non combinare casini. Come se niente fosse Adam varco. Le porte d’ingresso della scuola. Siccome era nuovo, non conosceva molto bene quella scuola Adam. Vago per i corridoi per minuti. Senza trovare la sua classe. Non portava niente dietro. Il preside gli aveva promesso, che per il primo giorno non doveva portare niente. Non trovando la strada Adam decise che l’unica soluzione era andare dal preside. Che alla fine era l’unico posto. In cui Adam sapeva arrivare, senza perdersi. Non che quella scuola fosse tanto immensa. E solo che la mancanza di particolari, faceva perdere ad Adam l’orientamento. I corridoi erano tutti uguali. Lunghe file di armadietti in ferro, colorati di un blu intenso. Alla fine Adam raggiunse l’ufficio del preside. Busso tre volte e quando una voce all’interno li disse “avanti” Adam entro. L’ufficio del preside era un posto ricco di finestre, che davano tutte sullo spiazzale d’entrata. Molti libri coprivano la parte di destra dell’ufficio. L’unica parete senza finestre “ho Adam” disse sorpreso il preside. Che di certo non si aspettava quella visita “preside” saluto cordialmente Adam. Il preside guardo Adam. Con curiosità “vede e che mi sono perso. Non so dov’è la mia classe” spiego Adam davanti agli occhi del preside curiosi “ti accompagno. Ma ti consiglio di togliere il cappuccio Adam” rispose il preside con altrettanta gentilezza “la ringrazio e mi scusi per il cappuccio, non ci avevo pensato” rispose Adam, seguendo il preside. Che senza parlare. Accompagno Adam in un angolo della scuola. Quello più a ovest in tutto l’edificio. Infine il preside si blocco davanti ad una porta. 3c c’era disegnato sulla porta chiusa “grazie mille” lo ringrazio Adam. Varcando la porta. Dopo averci bussato contro. Intanto alla stazione di polizia Jim, ricevette una chiamata. Guarda caso da George. Subito Jim scatto ad rispondere al telefono, tutto gongolante. Finalmente un po’ d’azione. Penso tutto eccitato “hey George” saluto Jim sorridente. Dall’altro lato del telefono George non rideva affatto “Jim senti devi venire a vedere una cosa” disse George serio, con l’unica pecca della voce incrinata per lo stupore e paura. Jim lo capi e corse subito fuori, fermandosi a prendere la giacca dal soprabito dove stava appesa. Non appena fu lontano dalla polizia e con nessuno in giro Jim. Inizio a saltare i palazzi, alti venti o dieci piani, come se fosse niente. In un baleno Jim attero sul retro della casa di George, dove un capanno degli attrezzi stava. George senti arrivare Jim. Senti, quella specie di piccolo terremoto che annunciava l’arrivo di Jim “che c’e” disse Jim quando fu entrato nel capanno degli attrezzi. Trasformato in una specie di bunker sotterraneo. La parete di fronte alla scrivania era piena di schermi giganti. Che riflettevano tutta la mappa della città “ciao Jim, ho scoperto questo video stamattina” disse George seduto sulla scrivania davanti a quei schermi. E senza aspettare risposta George fece partire il video. Jim guardo lo schermo. Che prima ritraeva la mappa della città. Ora ritraeva un ingresso di una banca giudico Jim. Di colpo l’obbiettivo della telecamera. Colpi tre persone con passamontagna sui volti ed delle pistole in mano. Sparare colpi fuori verso l’esterno “e qui nulla di interessante” scherzo George lui l’aveva già visto e rivisto quel video. Di colpo nell’inquadratura della telecamera. Spunto una persona anche questa aveva coperta la testa, da un cappuccio. Jim penso il peggio. che vuole fare quella persona penso Jim. Ma poi il suo pensiero fu smentito. I malviventi spararono addosso a quella persona. Jim sentiva il rumore dello sparo. Ma i proiettili non colpivano quella persona. L’unico suono che si sentiva. Era una specie di rimbalzo dei proiettili. Jim rimase di stucco, nel costatare che non era solo ad essere a prova di proiettile “non so chi sia. Ma dobbiamo averlo in squadra” disse George sempre di più invidioso. Perche lui non aveva i poteri “quale la banca?” chiese Jim pensieroso. Se una persona aveva i poteri come lui e la sua famiglia. Quante persone potevano avere li stessi poteri. Un mucchio. Considerando che al mondo quanti uomini e donne ci sono. Un miliardo ho giù di li? “quella sulla Avenue” rispose George dopo averlo chiesto al computer “dobbiamo stare attenti. Chiamami quando ne saprai di più” rispose Jim andandosene dubbioso. Adam entro in classe, senza prima bussare. Il che rivolse tutta l’attenzione della classe e del professore, che in quel momento spiegava su di lui “sono il ragazzo nuovo” disse deciso Adam verso il professore “oh Adam Bernoulli” evidentemente il preside gliene aveva parlato “trovati un posto libero ed ascolta la mia lezione” aggiunse allo stupore iniziale il professore. Adam li rivolse un cenno e si sedette. Nel primo banco che trovo libero. Dietro ad una ragazza dai capelli castani sul rosso. Il professore continuo la sua lezione, per nulla disturbato. Quando si fu girato verso la lavagna. La ragazza davanti ad Adam si giro “ciao io sono Daphne. Presidente del corpo studentesco” si presento la ragazza con parecchia emozione. Adam rimase di stucco. Anche quella ragazza aveva i poteri. Quante persone avevano i poteri in quella scuola? Si chiese Adam. Che ad un primo stupore, aggiunse un sorriso convincente, felice. Un’altra volta “Adam Bernoulli” si presento. Il professore tossicchio con la gola. Rivolgendo l’attenzione della classe su di se. Daphne si concentro su di quel ragazzo. Li voleva sondare i pensieri, fu stupita nel accorgersi che non sentiva niente nella testa di Adam, solo un lieve ronzio. In un attimo, li venne una paura bestiale a Daphne, forse stava perdendo i poteri? Si domando. Mentre la lezione continuava. Siccome Adam era entrato in seconda ora. Lo scontro armato gli aveva fatto perdere una mezzoretta abbondante. Adam si ritrovo a fare l’intervallo, per la prima volta in tutta la sua vita. Daphne si alzo davanti a lui. E Adam non poté fare a meno di notare. La bellezza di quella ragazza, acqua e sapone. Due occhi però non lo avevano perso per un istante. Una biondina affianco a Daphne guardava con tanto di gusto Adam, che ne fu sorpreso. Non di molto però, visto che la cosa a Adam puzzava. Qualcuno stava usando la pianta per degli esperimenti, sulle persone. E lui doveva capire se queste persone erano buone ho cattive. Quei poteri non vanno dati a chiunque. Nelle mani sbagliate posso creare un sacco di danni. E quindi più lavoro per Adam, che desiderava solo vivere una vita normale. Con amori e tutto quello che dovrebbe fare un teenager di diciassette anni. Bayliss guardava con tanto d’occhi Adam. E non la finiva “la smetti di fissarlo” sbotto Daphne “nessuno a chiesto il tuo parere” ribatte acida Bayliss. Ma Daphne sapeva quello che pensava dio me lo farei qui in classe ecco cosa pensava Bayliss. La biondina si avvicino a Adam e disse “io sono Bayliss” si presento la biondina a Adam “Adam” rispose lui “allora Adam da dove vieni?” chiese curiosa Bayliss “Boston” si invento una scusa, quella più plausibile “oh da Boston. Quindi sei nuovo da queste parti?” chiese Bayliss, un po’ come se si trovasse sotto un interrogatorio “no non ci sono mai venuto qui. Hey perche Daphne mi continua a guardare in quel modo?” rispose nel notare Daphne, che lo guardava in un modo strano. Come se si stesse concentrando su qualcosa. su di me, ma certo il suo potere e leggere nella mente, penso Adam rimanendo sempre attento a chiudere il flusso dei suoi pensieri a Daphne. Cosi da non spaventarla. Dal profondo pozzo scuro, dei segreti di Adam. Solo quando Daphne senti Bayliss ci mancava che Daphne non lo guardasse da pervertita. Solo allora Daphne se ne usci. Sconcertata. Come mai non riusciva a sentire i pensieri di quel ragazzo? Fu la solita, ripetuta domanda che si fece uscendo fuori verso il parco. certo che quel ragazzo e molto strano. penso la stessa Daphne uscendo dalla porta d’ingresso “senti devi lasciar perdere Daphne e cosi lei” tento di scusarsi Bayliss sfoggiando i suoi denti perfetti e candidi “e da quanto e cosi?” chiese Adam con evidente interesse, tanto da far storcere il naso a Bayliss “quasi da due settimane. Ora che ci penso e strano sai?” rispose Bayliss riflettendoci “probabilmente ti sbagli” tento di cambiare discorso e di far perdere l’interesse di Bayliss nei confronti di Daphne. Ci riuscì Adam. Bayliss sembro interessata solo a lui. E vi assicuro non era male, Bayliss i capelli biondi li cadevano sulla spalle ricurve. Scendendo si incontravano due seni precoci. Chiusi in una maglia a v, ha righe scure “allora Adam, come mai i tuoi si sono trasferiti qui?” domando Bayliss sedendosi sul banco di Adam, ancora seduto sulla sua sedia “per lavoro, lavorano alla Global Tech” rispose Adam inventandosi tutto, spudoratamente “oh anche la madre di Daphne lavora li” rispose Bayliss. ecco come si spiega, i poteri di Daphne. Probabilmente tutta la famiglia Powell avrà i poteri, sospettavo della Global Tech. Da anni, da quando ho conoscenza. “hey ha che pensi?” li dava molto fastidio a Bayliss non essere ascoltata “ha niente” rispose Adam “invece i tuoi dove lavorano?” chiese Adam, cercando di mantenersi normale, il più possibile “i miei sono divorziati, non e male sai?. Almeno ho due regali a natale e compleanni” disse Bayliss non dando peso a quello che provava. Adam la capi “perche ti nascondi, dietro ad una scusa banale? Va bene essere tristi, almeno si capisce che tu sei una persona, non una macchina” non poté fare a meno di dirlo Adam. Era il suo pensiero. Ed era altrettanto giusto esprimerlo. Bayliss sembro, pensarci su. Guardando Adam con tanto d’occhi “carino da parte tua” rispose allontanandosi Bayliss. Ora aveva perso ogni interesse per Adam. 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: tp naori