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Autore: mikilily    16/10/2011    2 recensioni
Sono giorni che penso di scrivere qualcosa su Draco e Hermione. Ma non volevo stravolgere molto la storia cosi ho pensato di stravolgere solo l’ultimo capitolo del 7° libro.
Sono passati piu di 5 anni dalla fine della grande guerra Magica.
Hermione è un Auror come Draco Malfoy, tutti e due fanno parte della squadra speciale che ha per capo Harry Potter. Ma dopo che hermy riceve u invito, succedono tantissime cose. entrambi abbandonano il loro lavoro per poi rincontrarsi nell'unico posto in cui non avrebbero mai pensato di rincontrarsi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'AMAMI PER SEMPRE. '
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Aveva pianto disperata nel letto per tutta la notte, avrebbe voluto bere per dimenticare le parole taglienti, i gesti umilianti e quel bacio di scherno che Ron, il suo ex fidanzato, aveva usato per lei.

Ma non vi riusciva, inesorabili quei momenti affioravano nella sua mente.

Umiliata, derisa, usata per distruggere Draco, per umiliare anche lui. Quelle parole poi, non smettevano di ripresentarsi ogni qualvolta smetteva di piangere cercando di calmarsi.

Si è già insinuato nel tuo letto… ti ha fatto godere quando L’ hai avuto tra le gambe… è riuscito a sciogliere la frigida donna che c’è in te…

E poi ancora.

Malfoy, ancora non l’hai conquistata…

Perché quelle frasi? Che volevano dire? Perché cercava di ferirlo così. Non aveva senso, tranne che…

No, non poteva essere. Era assurdo Draco non è… lui non può… è mio amico, ama Astoria…

No Hermy, Astoria l’ha lasciata, diceva il suo cervello.

Merda… come ho fatto a non capire. Perché sono tanto intelligente con tutto e non capisco niente degli uomini e dei loro sentimenti.

Perché? Si ripeteva mentre ancora le lacrime le inondavano il viso fino a quando morfeo non decise di catturarla regalandogli un po’ di pace dopo tutti quegli scompensi emotivi.

La mattina seguente si alzò tardissimo forse spossata per la nottata in bianco, sarebbe voluta andare da lui prima di colazione magari parlarvi ma quando arrivo, la sua stanza era chiusa e non vi era traccia di Draco da nessuna parte.

La sala Grande era deserta tranne che per tre ragazzine intente a parlare di scacchi e lì, che la tanto brillante mente di Hermione Granger ebbe un tuffo…

Era Sabato e c’era la prima partita di Quidditch, ma non una semplice partita no. Grifondoro contro Sepeverde e lei, direttrice della casa di Grifondoro era in ritardo, super ritardo, che assurda figura avrebbe fatto con la preside.

 Corse a perdifiato, come una ragazzina qualsiasi arrivò stremata allo stadio e salì fino alle tribune dove stavano i professori.

La preside osservava il nuovo spiker fotocopia di Lee Jordan, accalorarsi per un fallo commesso dai Sepeverde non visto dall’arbitro.

Ron era in basso con Neville a spiegargli alcune regole che il caro professore di Erbologia ignorava dello sport più importante tra i maghi. Tempo perso, pensò Hermione se non si fosse appassionato prima, non l’avrebbe certo fatto in quel momento. Guardò attentamente tutte le persone che stavano sedute, ma di Draco non vi era traccia, si sedette accanto alla preside cercando una scusa valida per il suo super ritardo.

<-Hermione-> Disse la donna, continuando a guardare il campo.

<-Scusi, io…. Ricerca->

<- Hai una pessima cera mia cara- disse la preside.- se fossi stata in te, sarei rimasta al castello tanto più che stiamo perdendo->.

<-Perdendo?->.

<- si pare che il signor Malfoy, abbia spiegato a quei ragazzi come si gioca e gli ha allenati alla morte. Me l’ha detto il professor Lumacorno.-> Disse sconsolata la preside McGranitt.

<- Mi dispiace Preside, io ... non so->. Rispose sconfortata Hermione.

<- Non preoccuparti cara, lo so che il quidditch non è il tuo sport preferito->.

<- Dove è il professore-> chiede Hermione con il cuore che le rimbombava nel petto.

<- Con i suoi allievi in curva->.

Disse la donna indicando con lo sguardo la tribuna in cui i Sepeverde si trovavano.

lo vide lì, con la sua inconfondibile sciarpa Verde argento, i suoi cappelli biondi e il suo tipico ghigno e fece un tuffo nel passato; Quello era il vecchio Draco, quello che la odiava e se tutto ora fosse cambiato se avesse ripreso a detestarla. Respirò affannosamente catturando l’attenzione della vecchia preside che stava al suo fianco.

 <- Tutto bene Hermione-> chiese.

<- si preside tutto bene-> rispose la professoressa di Trasfigurazione.

Mentre il suo sguardo era ancora rivolto a Draco ora impegnato in una discussione con alcuni ragazzi, sicuramente stava spiegando alcuni schemi, il quidditch era una sua grande passione. Un giorno tentò anche con lei ma fallì inesorabilmente il quidditch e tutte le cose che comportavano volare non erano il suo forte.

Dopo poco il cercatore dei Sepeverde catturò l’agognato Boccino e la partita finì, molti tornarono al castello sconsolati con testa la preside. Le serpi, invece, festeggiavano portando in trionfo due persone, il cercatore capitano e il direttore della loro casa Draco Malfoy, così che Hermione si dovette rassegnare, non avrebbe parlato con lui neanche quella sera. Le serpi organizzavano sempre delle feste e lui che un tempo ne era l’anima non li avrebbe certo ostacolati.

***

Era riuscito a evitarla per via della partita, la fortuna era stata dalla sua parte avevano vinto e festeggiato fino a tardi così da non incontrarla neanche a cena.

Stava deliberatamente scappando dal confronto con Hermione per paura, sì un Auror aveva paura di rivelare i propri sentimenti, di veder sgretolare il proprio cuore dall’unica donna che ne era la proprietaria.

L’avrebbe distrutto, lo sentiva.

Sentiva l’ansia attanagliarli i polmoni bloccando avvolte il respiro, nonostante fosse tre piani sotto rispetto a dove si trovava lei. Nonostante fosse nel mezzo di una festa Sepeverde carica di alcol ed Eros, lui pensava a lei, la bella direttrice della casa Grifondoro.

<- Professore. Grazie- > disse un ragazzo che riconobbe come uno dei battitori.

Draco sorrise di rimando, cercando di scacciare i pensieri e buttando giù un po’ di whisky incendiario. Illegale, era tutto illegale se avesse saputo cosa aveva consentito l’avrebbe ucciso dopo averlo umiliato per via dei suoi sentimenti.

Erano quasi le due della mattina e Draco decise di congedarsi avviandosi nelle sue stanze. Gli anditi bui del castello mettevano tristezza e riportavano alla mente i giorni nefasti della grande seconda guerra, quando lui era il nemico.

Le statue, sistemate nell’andito che portava alla sua camera, avevano tutte subito qualche danno e forse erano state messe li apposta per fargli ricordare che anche loro avevano lottato dalla parte dei giusti, mentre lui aveva un marchio nero e una famiglia di mangiamorte alle spalle.

Arrivò davanti alla sua porta con passo lento e strascicato e finalmente dopo essersi chiuso alle spalle tutti quei ricordi, si appoggio a essa e chiuse gli occhi.

Il fuoco era acceso sentiva lo scrocchiare delle brace, aprì lentamente gli occhi e la vide, era addormentata sulla sua poltrona verde con un libro tra le mani.

Il cuore prese a battere all’impazzata ma rimase fermo ancora con le spalle appoggiate alla porta. Che fare? Svegliarla o lasciarla lì addormentata sulla poltrona.

Si avvicino piano per paura che un rumore la svegliasse, prima ancora di aver deciso come comportarsi con lei. Le tolse piano il libro che aveva tra le mani.

“Mille schemi per vincere a Quidditch”, sorrise Draco sapendo che la sconfitta l’aveva infastidita.

Rimase ancora un poco a osservarla e poi decise di portarla sul suo letto, nonostante fosse impacciato, un’assurdità per uno abituato a trattare le donne da quando aveva tredici anni.

La poggio con grazia sulle coperte sfilando le scarpe, evitò di toglierle i vestiti per farla stare comoda, non avrebbe gradito dopo quello che aveva saputo.

 Forse non avrebbe gradito neanche essere messa sul suo letto a dormire.

 Le accarezzò la guancia mordendosi le labbra per non farsi sfuggire il dolore che ora lo invadeva. Aveva perso, lo sapeva anche prima si sentirselo dire.

Lei ora non era più neanche sua amica, forse aveva ripreso a odiarlo e infondo era giusto cosi. Gli angeli non possono andare d’accordo con i peccatori ,con i diavoli e lui ex mangiamorte faceva parte senza dubbio della peggior specie di diavolo.

Prese una spessa coperta dall’armadio e se la buttò sopra e si accoccolò in posizione fetale sulla poltrona della sua stanza da letto e dopo poco anche lui si abbandonò a morfeo.

***

Si svegliarono insieme infastiditi dalla luce che filtrava dalla finestra.

Gli occhi marroni di lei, osservavano la sua posizione e il suo giaciglio improvvisato notando solo in quel momento che era ancora vestita e stesa un letto talmente grande da contenere tre persone.

Non parlarono, Draco neanche la guardava, rimaneva fermo in un’assurda posizione con gli occhi riversi sul pavimento.

Paura, ecco che cosa sentiva Hermione.

 Ron gli aveva tolto anche Draco e una lacrima gli scese sul viso senza che la sua forza di volontà riuscisse a fermarla.

Lui si alzò dalla poltrona senza dire ancora nulla, ripiegò la coperta e la spedì nell’armadio e si trascino verso il bagno, giunto vicino alla porta disse:

<- So cosa pensi. Mi dispiace enormemente per quello che ho fatto. Per tutte le bugie che ti ho detto in questi anni. - Appoggio una mano sulla porta spingendo un poco per aprirla.

-Non ho mai meritato il tuo rispetto, sono conscio del fatto che non merito null’altro da te. So ancora meglio che non posso starti affianco, magari tu volessi ancora poi…-

Rise. Con una risata fredda e vuota. Dolore, ecco cosa emanava quella risata.

-         Ho distrutto tutto, la nostra amicizia e il nostro rapporto mi sono spinto, dove non avrei dovuto. Dovrei andare via più lontano possibile da te.-

<-Draco- cercò di parlare Hermione lo doveva fermare…dove dire qualcosa.>

<- No, stai tranquilla non c’è bisogno. Sto bene, non pensavo di prenderla così è stato peggio quel mercoledì. Sì, quel mercoledì mi sono odiato. Ma ho superato tutto. L’ho superato in certi versi questo l’ho imparato da te, me l’hai insegnato tu a esserlo. Ti ringrazio per tutto Hermione, ti ringrazio per essere entrata nella mia vita. Ma ora, ti chiedo di uscirne. Fallo tu perché io non riesco. Ti prego vai. Vai ora->.

<-fammi parlare->. Disse lei.

<-se mi vuoi bene, un poco, vai via->. Mentre entrava nel bagno e si chiudeva la porta alle spalle, l’ennesima porta che lo allontanava dalla sua felicità. Quella che non meritava perché lui era il diavolo.

Dopo poco senti la porta della sua stanza chiudersi, se n’era andata. E come un bambino pianse per l’ennesimo fallimento della sua inutile vita. Ora era sicuro per lui non c’era più speranza, Ron Weasley aveva vinto. Lei non sarebbe mai stata sua.

 

SPAZIO AUTRICE
Super ritardo, ma ultimamente mi sono data all'altra FF " Un viaggio tra i graffi dell'anima". Passate per dare uno sguardo se vi va...
Cmq, questo capitolo è triste, a me ha messo una tristezza assurda. Mi sono scapate le lacrime, ma sono emotiva e in effetti non conto...ditemi che ne pensate?
Lo so, Hermione anche qui è la solita fragilona, ma con i sentimenti è un casino. Quando capirà di Draco e di quello che prova per lui spero non sia troppo tardi...
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