Aveva pianto
disperata nel letto per tutta la notte, avrebbe voluto bere per
dimenticare le
parole taglienti, i gesti umilianti e quel bacio di scherno che Ron, il
suo ex
fidanzato, aveva usato per lei.
Ma non vi
riusciva, inesorabili quei momenti affioravano nella sua mente.
Umiliata,
derisa, usata per distruggere Draco, per umiliare anche lui. Quelle
parole poi,
non smettevano di ripresentarsi ogni qualvolta smetteva di piangere
cercando di
calmarsi.
Si è
già insinuato nel tuo letto… ti
ha fatto godere quando L’ hai avuto tra le gambe…
è riuscito a sciogliere la
frigida donna che c’è in te…
E poi
ancora.
Malfoy, ancora
non l’hai conquistata…
Perché
quelle frasi? Che volevano dire? Perché cercava di ferirlo
così. Non aveva
senso, tranne che…
No, non
poteva essere. Era assurdo Draco non è… lui non
può… è mio amico, ama
Astoria…
No Hermy,
Astoria l’ha lasciata, diceva il suo cervello.
Merda…
come
ho fatto a non capire. Perché sono tanto intelligente con
tutto e non capisco
niente degli uomini e dei loro sentimenti.
Perché?
Si ripeteva
mentre ancora le lacrime le inondavano il viso fino a quando morfeo non
decise
di catturarla regalandogli un po’ di pace dopo tutti quegli
scompensi emotivi.
La mattina
seguente si alzò tardissimo forse spossata per la nottata in
bianco, sarebbe
voluta andare da lui prima di colazione magari parlarvi ma quando
arrivo, la
sua stanza era chiusa e non vi era traccia di Draco da nessuna parte.
La sala
Grande era deserta tranne che per tre ragazzine intente a parlare di
scacchi e lì,
che la tanto brillante mente di Hermione Granger ebbe un
tuffo…
Era Sabato e
c’era la prima partita di Quidditch, ma non una semplice
partita no. Grifondoro
contro Sepeverde e lei, direttrice della casa di Grifondoro era in
ritardo, super
ritardo, che assurda figura avrebbe fatto con la preside.
Corse
a perdifiato, come una ragazzina
qualsiasi arrivò stremata allo stadio e salì fino
alle tribune dove stavano i
professori.
La preside
osservava
il nuovo spiker fotocopia di Lee Jordan, accalorarsi per un fallo
commesso dai
Sepeverde non visto dall’arbitro.
Ron era in
basso con Neville a spiegargli alcune regole che il caro professore di
Erbologia ignorava dello sport più importante tra i maghi.
Tempo perso, pensò
Hermione se non si fosse appassionato prima, non l’avrebbe
certo fatto in quel
momento. Guardò attentamente tutte le persone che stavano
sedute, ma di Draco
non vi era traccia, si sedette accanto alla preside cercando una scusa
valida
per il suo super ritardo.
<-Hermione->
Disse la donna, continuando a guardare il campo.
<-Scusi,
io…. Ricerca->
<- Hai
una pessima cera mia cara- disse la preside.- se fossi stata in te,
sarei
rimasta al castello tanto più che stiamo perdendo->.
<-Perdendo?->.
<- si
pare che il signor Malfoy, abbia spiegato a quei ragazzi come si gioca
e gli ha
allenati alla morte. Me l’ha detto il professor
Lumacorno.-> Disse
sconsolata la preside McGranitt.
<- Mi
dispiace Preside, io ... non so->. Rispose sconfortata Hermione.
<- Non
preoccuparti cara, lo so che il quidditch non è il tuo sport
preferito->.
<- Dove
è
il professore-> chiede Hermione con il cuore che le rimbombava
nel petto.
<- Con i
suoi allievi in curva->.
Disse la
donna indicando con lo sguardo la tribuna in cui i Sepeverde si
trovavano.
lo vide
lì,
con la sua inconfondibile sciarpa Verde argento, i suoi cappelli biondi
e il
suo tipico ghigno e fece un tuffo nel passato; Quello era il vecchio
Draco,
quello che la odiava e se tutto ora fosse cambiato se avesse ripreso a
detestarla. Respirò affannosamente catturando
l’attenzione della vecchia
preside che stava al suo fianco.
<-
Tutto bene Hermione-> chiese.
<- si
preside tutto bene-> rispose la professoressa di Trasfigurazione.
Mentre il
suo sguardo era ancora rivolto a Draco ora impegnato in una discussione
con
alcuni ragazzi, sicuramente stava spiegando alcuni schemi, il quidditch
era una
sua grande passione. Un giorno tentò anche con lei ma
fallì inesorabilmente il quidditch
e tutte le cose che comportavano volare non erano il suo forte.
Dopo poco il
cercatore dei Sepeverde catturò l’agognato Boccino
e la partita finì, molti
tornarono al castello sconsolati con testa la preside. Le serpi,
invece,
festeggiavano portando in trionfo due persone, il cercatore capitano e
il
direttore della loro casa Draco Malfoy, così che Hermione si
dovette rassegnare,
non avrebbe parlato con lui neanche quella sera. Le serpi organizzavano
sempre
delle feste e lui che un tempo ne era l’anima non li avrebbe
certo ostacolati.
***
Era riuscito
a evitarla per via della partita, la fortuna era stata dalla sua parte
avevano
vinto e festeggiato fino a tardi così da non incontrarla
neanche a cena.
Stava
deliberatamente scappando dal confronto con Hermione per paura,
sì un Auror
aveva paura di rivelare i propri sentimenti, di veder sgretolare il
proprio
cuore dall’unica donna che ne era la proprietaria.
L’avrebbe
distrutto, lo sentiva.
Sentiva
l’ansia
attanagliarli i polmoni bloccando avvolte il respiro, nonostante fosse
tre
piani sotto rispetto a dove si trovava lei. Nonostante fosse nel mezzo
di una
festa Sepeverde carica di alcol ed Eros, lui pensava a lei, la bella
direttrice
della casa Grifondoro.
<-
Professore. Grazie- > disse un ragazzo che riconobbe come uno
dei battitori.
Draco
sorrise di rimando, cercando di scacciare i pensieri e buttando
giù un po’ di whisky
incendiario. Illegale, era tutto illegale se avesse saputo cosa aveva
consentito l’avrebbe ucciso dopo averlo umiliato per via dei
suoi sentimenti.
Erano quasi
le due della mattina e Draco decise di congedarsi avviandosi nelle sue
stanze. Gli
anditi bui del castello mettevano tristezza e riportavano alla mente i
giorni
nefasti della grande seconda guerra, quando lui era il nemico.
Le statue,
sistemate
nell’andito che portava alla sua camera, avevano tutte subito
qualche danno e
forse erano state messe li apposta per fargli ricordare che anche loro
avevano
lottato dalla parte dei giusti, mentre lui aveva un marchio nero e una
famiglia
di mangiamorte alle spalle.
Arrivò
davanti alla sua porta con passo lento e strascicato e finalmente dopo
essersi
chiuso alle spalle tutti quei ricordi, si appoggio a essa e chiuse gli
occhi.
Il fuoco era
acceso sentiva lo scrocchiare delle brace, aprì lentamente
gli occhi e la vide,
era addormentata sulla sua poltrona verde con un libro tra le mani.
Il cuore
prese a battere all’impazzata ma rimase fermo ancora con le
spalle appoggiate
alla porta. Che fare? Svegliarla o lasciarla lì addormentata
sulla poltrona.
Si avvicino
piano per paura che un rumore la svegliasse, prima ancora di aver
deciso come
comportarsi con lei. Le tolse piano il libro che aveva tra le mani.
“Mille
schemi per vincere a Quidditch”, sorrise Draco sapendo che la
sconfitta l’aveva
infastidita.
Rimase ancora
un poco a osservarla e poi decise di portarla sul suo letto, nonostante
fosse
impacciato, un’assurdità per uno abituato a
trattare le donne da quando aveva
tredici anni.
La poggio con
grazia sulle coperte sfilando le scarpe, evitò di toglierle
i vestiti per farla
stare comoda, non avrebbe gradito dopo quello che aveva saputo.
Forse
non avrebbe gradito neanche essere messa
sul suo letto a dormire.
Le
accarezzò la guancia mordendosi le labbra
per non farsi sfuggire il dolore che ora lo invadeva. Aveva perso, lo
sapeva
anche prima si sentirselo dire.
Lei ora non
era più neanche sua amica, forse aveva ripreso a odiarlo e
infondo era giusto
cosi. Gli angeli non possono andare d’accordo con i peccatori
,con i diavoli e
lui ex mangiamorte faceva parte senza dubbio della peggior specie di
diavolo.
Prese una spessa
coperta dall’armadio e se la buttò sopra e si
accoccolò in posizione fetale
sulla poltrona della sua stanza da letto e dopo poco anche lui si
abbandonò a
morfeo.
***
Si svegliarono
insieme infastiditi dalla luce che filtrava dalla finestra.
Gli occhi
marroni di lei, osservavano la sua posizione e il suo giaciglio
improvvisato
notando solo in quel momento che era ancora vestita e stesa un letto
talmente
grande da contenere tre persone.
Non
parlarono, Draco neanche la guardava, rimaneva fermo in
un’assurda posizione con
gli occhi riversi sul pavimento.
Paura, ecco
che cosa sentiva Hermione.
Ron
gli aveva tolto anche Draco e una lacrima
gli scese sul viso senza che la sua forza di volontà
riuscisse a fermarla.
Lui si
alzò
dalla poltrona senza dire ancora nulla, ripiegò la coperta e
la spedì nell’armadio
e si trascino verso il bagno, giunto vicino alla porta disse:
<- So
cosa pensi. Mi dispiace enormemente per quello che ho fatto. Per tutte
le bugie
che ti ho detto in questi anni. - Appoggio una mano sulla porta
spingendo un
poco per aprirla.
-Non ho mai
meritato il tuo rispetto, sono conscio del fatto che non merito
null’altro da
te. So ancora meglio che non posso starti affianco, magari tu volessi
ancora
poi…-
Rise. Con una
risata fredda e vuota. Dolore, ecco cosa emanava quella risata.
-
Ho
distrutto tutto, la nostra amicizia e il nostro rapporto mi sono
spinto, dove
non avrei dovuto. Dovrei andare via più lontano possibile da
te.-
<-Draco-
cercò di parlare Hermione lo doveva fermare…dove
dire qualcosa.>
<- No,
stai tranquilla non c’è bisogno. Sto bene, non
pensavo di prenderla così è stato peggio quel
mercoledì. Sì, quel mercoledì mi
sono odiato. Ma ho superato tutto. L’ho superato in certi
versi questo l’ho
imparato da te, me l’hai insegnato tu a esserlo. Ti ringrazio
per tutto Hermione,
ti ringrazio per essere entrata nella mia vita. Ma ora, ti chiedo di
uscirne. Fallo
tu perché io non riesco. Ti prego vai. Vai ora->.
<-fammi
parlare->. Disse lei.
<-se mi
vuoi bene, un poco, vai via->. Mentre entrava
nel bagno e si chiudeva la porta alle spalle, l’ennesima
porta che lo
allontanava dalla sua felicità. Quella che non meritava
perché lui era il
diavolo.
Dopo poco senti
la porta della sua stanza chiudersi, se n’era
andata. E come un bambino pianse per l’ennesimo fallimento
della sua inutile
vita. Ora era sicuro per lui non c’era più
speranza, Ron Weasley aveva vinto. Lei
non sarebbe mai stata sua.
Super ritardo, ma ultimamente mi sono data all'altra FF " Un viaggio tra i graffi dell'anima". Passate per dare uno sguardo se vi va...
Cmq, questo capitolo è triste, a me ha messo una tristezza assurda. Mi sono scapate le lacrime, ma sono emotiva e in effetti non conto...ditemi che ne pensate?
Lo so, Hermione anche qui è la solita fragilona, ma con i sentimenti è un casino. Quando capirà di Draco e di quello che prova per lui spero non sia troppo tardi...
RECENSITE