Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: Little Dreaming Writer    17/10/2011    4 recensioni
Introduzione: My dream is a Secret…
Italia. 25 Novembre. 20:35.
‘9 ore circa…’ disse all’amica, mentre correvano verso casa sua. ‘Tra 9 ore circa sarò su quel aereo…’
L’amica la guardò con aria interrogativa “Sai, proprio non capisco perché tu ci tenga così tanto a partire…”.
Si erano fermate un attimo a riprender fiato. ‘Che intendi?’
“Voglio dire… hai lavorato tanto per vincere, e ora che hai vinto partirai per quel viaggio… ma non mi è chiaro il perché di tutto questo. Non me l’hai mai detto e sono sicura che da sola non ci arriverò… Cosa c’è là che vale tutta questa fatica?” ripresero a correre.
‘N-niente… è solo un sogno che ho…’
“Sarà…”
Si bloccarono di fronte a casa dell’amica. “Ci sentiamo più tardi. Ciao!”
‘Ciao!’ Aveva ripreso a correre.
‘Nessuno deve saperlo…’ si era detta a bassa voce ‘Questo è il MIO sogno. Solo io posso saperlo…’
Voltò improvvisamente e, scavalcato il cancello di casa sua, corse dentro.
Non appena chiuse la porta, dalle grigie nuvole sopra la città, un enorme fulmine squarciò il cielo.
E così cominciò una fitta pioggia.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shawn/Shirou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Giappone. 27 Novembre. 6:00

 
Una voce dall’altoparlante la svegliò.
Guardò fuori dal finestrino: dove le nuvole si diradavano riusciva a vedere un territorio completamente bianco…
‘Hokkaido!’ disse con la voce piena di felicità.
Dopo 14 ore di viaggio era arrivata…
Il momento della verità si avvicinava sempre di più.
L’aereo atterrò, i passeggeri scesero con calma e si diressero a prendere le valige. Lei riuscì a trovarla quasi subito.
Cercò delle informazioni in giro e poi si diresse verso l’uscita dell’aeroporto, guardandosi intorno, speranzosa di trovarlo lì ad aspettarla.
Aveva il cuore in gola…
Rimase seduta all’ingresso per circa un’ora. Il suo volto si illuminava ogni volta che intravedeva qualcuno coi capelli color del ghiaccio… ma non era mai lui. Di lui non c’era traccia.
Cominciò a pensare che l’avesse seriamente dimenticata…
“Scusa…” una voce femminile la chiamò, fermandola poco prima che si mettesse a piangere.
Si girò e vide una ragazzina castana, con due grandi occhi scuri, una tuta gialla e un bizzarro cappello…
‘Sì?’
“Sei tu Elisa, la ragazza italiana che ha vinto il concorso?”
‘S-sì… perché?’
“Mi chiamo Araya. Mi hanno mandato qui per accompagnarti all’Alpine Junior High.”
La squadrò da capo a piedi e accennò un sorriso.
“Scusa se c’ho messo tanto, ma riuscivo a trovare nessuno che corrispondesse alla descrizione che mi ha dato…”
A queste parole, sembrò risvegliarsi una speranza dentro di lei.
Chi ti ha dato la mia descrizione?’
“Emh… il preside della scuola. Comunque ora è meglio andare…”
Si sentì il mondo cadere addosso.
‘Ah… ok…’ disse abbassando lo sguardo; prese la valigia e seguì  a ragazza.
Quel briciolo di speranza che era tornato a bruciare dentro di lei, si era definitivamente spenta con quel ultima frase che, come una folata di vento gelido, era entrata dentro di lei e aveva congelato il suo piccolo sogno... Tutto il suo lavoro, tutte le fatiche e le pene che aveva passato le sembravano inutili e prive di senso. Il dolore stava lentamente prendendo il sopravvento, e del suo sogno non erano rimasti che pochi, piccoli frammenti, che lentamente stavano volando via con quella folata di vento gelido.
Senza che se ne accorgesse, si trovò davanti all’Alpine Junior High.
Entrò al seguito della ragazza, e trovò ad aspettarla i Commissari che le avevano conferito la borsa di studio qualche settimana prima.
Si sforzò di sorridere mentre la presentavano ai professori e al preside della scuola.
Le chiesero e le dissero tantissime cose, ma lei, sebbene si sforzasse, non riusciva a restare concentrata: qualunque cosa le dicessero, il suo pensiero tornava a lui… continuava a pensare a quanto stava male per colpa sua, e a quanto avrebbe voluto che lui fosse lì ad abbracciarla in quel momento così duro… ma lui non c’era.
Finite le formalità l’accompagnarono in un piccolo appartamento: era lì che sarebbe stata durante il suo soggiorno. Era piuttosto piccolo ma molto luminoso; aveva quattro locali: un bagno, una cucina, una stanza per dormire e un studio, la stanza più grande.
I suoi accompagnatori la lasciarono, socchiudendo la porta. Aveva ancora un’ora circa per sistemarsi e riposarsi un po’ prima delle lezioni.
Attraversò la piccola sala, accompagnata dal rumore dei suoi passi e dai suoi tristi pensieri, appoggiò la valigia sul tavolino e l’aprì.
Si portò una mano ala bocca, per non urlare, e cercò di calmarsi…
‘Non era destino…’ disse quando le sembrò di essersi ripresa ‘… Non era destino che il mio sogno si avverasse… ma non importa. Ce ne sono a milioni di ragazzi nel mondo. Non mi serve lui per essere… f-felice…’ a quel ultima  parola gl’occhi le si riempirono nuovamente di lacrime, e cominciò a sentire un forte dolore… dentro.
Cercò di cancellare qualunque ricordo la legasse, in qualche modo, a lui… quel ragazzo che le aveva spezzato il cuore, dopo averla illusa che l’amore vero potesse esistere…
Le tornarono alla mente le parole di quella canzone…
‘<…You’ll be the prince and I’ll be the Princess. It’s a love story. Baby, just say… yes>’ le canticchiò sotto voce, e subito dopo si sentì ancora peggio.
‘Ma che mi aspettavo?!’ gridò improvvisamente, rompendo il gelido silenzio che regnava nella stanza ‘Che mi aspettavo?! Di aver incontrato il vero amore? E di vivere per sempre felice e contenta insieme a lui? Che idiota sono stata! CHE IDIOTA! L’amore… l’amore vero non esiste… e la vita non è come una canzone… e io mi sono fatta fregare! Lui mi ha teso una trappola e io ci sono caduta dentro come un pollo! Lui! Quel brutto… brutto…’ non riuscì a terminare la frase. Non volle farlo… perché per quanto lui l’avesse fatta soffrire, per quanto potesse dire di detestarlo in quel momento, ne era innamorata… lo era sempre stata, e non riusciva ad odiarlo… in nessun modo e per nessuna ragione.
Scoppiò di nuovo a piangere, disperata, come quel giorno all’aeroporto, quando lui era partito e l’aveva lasciata…
Continuò a piangere, finche non ebbe più lacrime da versare.
Riuscì a calmarsi e si sistemò il viso, asciugandosi le lacrime cariche di mascara dalle guance e riprese a disfare la valigia.
Qualcuno bussò alla porta, rimasta socchiusa.
‘A-avanti…’ disse senza nemmeno girarsi…
“… Guarda un po’ chi si rivede.” La voce terribilmente familiare proveniente da dietro di lei la face sobbalzare, trattenendo il respiro. Ancora non si voltò…
Lo sconosciuto le si avvicino lentamente e, quando le fu appena dietro di lei, le cinse la vita con le braccia, le appoggiò il mento sulla spalla sinistra e le diede un bacio sulla guancia… “Non sai quanto mi sei mancata… Elisa...”
Gl’occhi, ancora rossi di pianto, le si fecero lucidi ancora una volta…
Li chiuse, per assaporare quel momento, così strano eppure così bello e, portando le mani sopra quelle de ragazzo sussurrò, quasi senza fiato
‘Shanw... Shawn, sei… davvero tu?’
Lui la lasciò e si allontano un po’.
Quando lei sentì che la stava lasciando si girò di scatto, e lo fissò con un sguardo al limite tra la sorpresa e il terrore… terrore che non fosse lui…
“Tu che ne dici?” le disse ridendo.
Quando si rese conto che il suo piccolo sogno si stava realizzando, l’espressione sorpresa che aveva in volto si mutò in un enorme e meraviglioso sorriso.
‘SHAWN!’ gridò gettandoglisi al collo e ricominciando a piangere…
Lui la strinse forte a se, come non aveva mai fatto. Quando la lasciò lei gli prese il volto tra le mani, e si baciarono… quello fu il bacio più bello della loro vita.
Lentamente si lasciarono, e vide che anche lui aveva gl’occhi lucidi…
La fissò intensamente, con lo sguardo triste  e quasi supplicante; poi le disse “Mi… mi dispiace molto… non pensavo che ti avrei fatto soffrire così tanto…”
‘Ma di cosa stai… ah. Tu… tu mi hai sentito, mentre pirma…’
“Sì… e davvero, tu non hai idea di quanto mi senta male a sapere che ti ho fatto soffrire. Io… non avevo intenzione di farti stare male… è l’ultima cosa che vorrei, e invece…”
Lei lo zittì, appoggiandogli un dito sulle labbra…
‘Non importa…’ gli sussurrò ‘Non importa più… Ora sei qui come, Shawn, e non ce nient’altro al mondo che vorrei più di questo…’
Fece scivolare la mano dietro al suo collo.
“Ti amo Elisa. Per me, tu sei la cosa più preziosa…”
‘Anche tu Shawn, anche tu…’
Si baciarono di nuovo e rimasero così, abbracciati, nel freddo silenzio della stanza, al di fuori della quale nessuno sapeva di loro…
 
Sognare aiuta a vivere, perché sono i sogni a muovere il mondo… che si avverino a meno, sognare fa bene. Fa bene all’anima e ci fa andare avanti anche quando non c’è più niente per cui lottare… E, a differenza di come può sembrare, sono i sogni più improbabili ad avverarsi… Non smettete mai di sognare.
 
L’autrice…

 

__________________________________________________________________________________________________________


 

L'angolo dell'Autrice:

 
Ciao a tutti! Sono l'Aurtice di questa storia (Come se non fosse già ovvio...).
La storia finisce qui, e io vi chiedo: CHE COSA NE PENSATE?
Aspetto vostre recensioni. ^_^
L'Autrice...
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Little Dreaming Writer