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Autore: Eryca    17/10/2011    3 recensioni
Avevo 17 anni quando un ciclone improvviso fece il suo ingresso nella mia vita, e mi stravolse ogni piano e ogni certezza.
Avevo 17 anni quando finalmente capii che c’era un’alternativa.
Avevo 17 anni quando mi resi conto che potevo scegliere.

~
Per Amy Murray la vita significa fare ciò che è giusto. Ma qualcuno di molto particolare arriverà, e metterà in discussione tutte le sue tesi, facendole capire il vero significato della vita.
~
Attenzione: Questa non è la solita storiella d'amore, non fermatevi a questa presentazione.
***
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Parental Advisory: The static age

 
 
Capitolo Quarto
Inside your restless soul your heart is dying

 
 

Idioti.
Non c’era altro modo per descrivere quei tre tizi che mi stavano dinanzi.
Come diavolo si poteva entrare in una rinomatissima scuola di danza e interrompere la lezione per..
Chiedere se vendevamo marijuana.
Il fatto che Rosso Malpelo lo avesse chiesto con gentilezza non cambiava le cose. E adesso sarebbero stati tutti affari loro.
Natalja Strakowskji era divenuta rossa in viso, e probabilmente era sul punto di scoppiare; potevo vedere le vene del suo collo ingrossare di secondo in secondo.
Dannazione! Adesso ve la dovrete vedere con lei!
Mi girai verso Tom, che era sconcertato quasi quanto me; per un ballerino la droga e il fumo erano un concetto talmente estraneo, che non rientravano neanche nei suoi parametri mentali.
E adesso quei due imbecilli si presentavano come se niente fosse a domandare se spacciavamo.
Se ne stavano in piedi come statuette squilibrate, tra le molteplici file di sedie che il teatro offriva.
Al fondo, il grosso portone in battenti, era chiuso.
-Delinquenti! Andatevene! Fuori di qui!- urlò la mia insegnante sbottando.
Probabilmente non ci avrebbe più fatto continuare la lezione.
Succedeva sempre così: quando qualcosa faceva infuriare Miss Natalja, non era più in grado di portare avanti il corso, così ci faceva andare a casa sconsolati.
Quella volta sarebbe andata bene se ci avesse fatti andare il giorno dopo.
Tutto per colpa di Rosso Malpelo. Davvero geniale.
I tre individui sembravano già in condizioni pessime, con quel sorrisino ebete stampato in viso e il look decisamente lercio. Uno spettacolo per niente invitante, già.
La tizia dai capelli fucsia aveva tutta l’aria di essere ubriaca fradicia, o ancora peggio fatta; lo si poteva notare dagli occhi arrossati e dal fatto che non si reggeva in piedi. Forse Mister Biondo Platino tra i tre era il più normale, anche se con quell’aria da duro mi faceva un po’ paura. Ma di certo meglio della Strafatta dai Capelli Agghiaccianti.
Rosso Malpelo si girò verso Mister Platino con aria abbastanza arrabbiata, anche se non era credibile con quella faccia rotonda e buffa come quella di un orsacchiotto.
-Ma che cazzo ci ha detto quel coglione di Billie,allora?-
Bam.
Quel nome mi colpì comeuna porta in faccia, spiazzandomi del tutto.
Non potevano parlare di quel Billie. In fondo era un nome comune, per non parlare del fatto che tutti lo adottavano come soprannome.
A Rodeo potevano esserci altre decina di Billie.
Non poteva essere lui.
Il cuore prese a battermi ai cento allora, non perché fossi emozionata, ma perché ero in ansia.
Dio, Amy! Calmati, non sei un adolescente stupida!
-Non starete mica parlando di quell’idiota di Armstrong?-
Ok, lo avevo detto davvero.
Adesso Rosso Malpelo e Biondo Platino mi fissavano increduli; probabilmente si stavano chiedendo come io potevo conoscere una persona come quel cretino.
E se non fosse stato lui?
-Ehi, Mike! Raperonzolo conosce Billie-Joe!-
Perché l’intero universo sembrava interessato ad appiopparmi del soprannomi da imbecille?
Raperonzolo?
Perché negli ultimi giorni mi erano successe le cose più impensabili di tutta la mia vita? Tutto ciò era capitato soloperché avevo sbagliato a fare il balletto, e per mia disgrazia ero finita all’ospedale, dove un deficiente dai capelli ossigenati mi aveva importunata.
Perché (mi) ritrovavo Armstrong in ogni posto in cui andassi?
Natalja mi fulminò con lo sguardo incalzandomi a fare qualcosa per risolvere la situazione imbarazzante.
-Purtroppo ho avuto l’onore di conoscere Armstrong, ma questo non c’entra. Ve ne dovete andare da qua. Subito.- sfoderai il tono più impettito che sapessi usare.
Sapevo essere più acerba di un limone maturo.
La ragazza dai capelli fucsia si fece strada ancheggiando esageratamente. Non era una donna particolarmente bella, ma non era nemmeno classificabile come brutta. Nonostante portasse un’acconciatura decisamente appariscente, non aveva niente di speciale.
Se non la faccia tosta.
-Abbassa i toni, ragazzina. Non sei nessuno. E Billie è il mio fidanzato.-
Cosa, cosa, cosa, cosa?
Billie-Joe alias Bidello era impegnato in una relazione con la Damigella dai Capelli Fucsia?
Era talmente esilarante che mi ritrovai a ridere come una scema; strana come reazione, ma non si poteva non essere divertiti dal fatto che quella sgualdrina fosse la ragazza diArmstrong.
Mi soffermai a guardarla un po’ di più.
Quell’idiota di William Joseph era decisamente più bello di lei, anche se le assomigliava molto nello stile: anche lui indossava vestiti sudici e aveva dei capelli da film horror.
Però aveva due occhi senza paragoni.
E un viso perfettamente sbagliato; con i suoi lineamenti marcati e la pelle non curata, aveva la tipica da aria da ragazzo cattivo che tanto piaceva alle adolescenti della mia età.
Ma come poteva stare con Strafatta dai Capelli Agghiaccianti?
-Che diavolo ti ridi, stronzetta?!- schizzò allora la ragazza.
Stronzetta a me? –Questa è una lezione a porte chiuse e, a meno che voi non siate iscritti, non avete nessun diritto di stare qua dentro e di insultarmi. Quindi, come ha detto la mia insegnante, siete pregati di uscire.-
Mi sentivo sempre soddisfatta quando riuscivo a sembrare assolutamente distaccata e glaciale, mi sentivo letale ed indistruttibile. Un’arma che mi aveva insegnato mio padre.
Lui la usava spesso nei processi più gravi ed impegnativi.
Vidi Natalja sorridere compiaciuta, e Tom ghignare sotto i baffi.
-Andiamocene ragazzi, Billie ci ha dato un pacco.- sbottò allora Mister Biondo Platino, che sembrava essere il più ragionevole tra i tre, con il suo fare da finto intellettuale.
Rosso Malpelo con i suoi modidivertiti, del tutto inappropriati alla situazione, sembrava essere o molto scemo, o in alternativa molto fatto.
Optai per la seconda opzione.
Miss Capelli Fucsia mi riservò ancora un’occhiata infuocata, prima di girare i tacchi, ancheggiando sulle scarpe esasperatamente alte.
Dio Billie, come fai a stare con una vipera del genere?
Ma che cosa ci si poteva aspettare da un ragazzo che demolisce la statua di Lincoln? Erasolo un teppista, uno sbandato, un Nulla.
Non avrebbe fatto nulla nella sua vita, come quei suoi amici drogati.
Che cosa avrebbe potuto concludere in quella sua amara esistenza?
Forse mio padre aveva pensato al suo futuro quando aveva  stabilito la sua punizione. Il bidello era l’unica cosa che avrebbe potuto fare.
E anche decisamente male.
 
 
 
 
Come previsto Natalja non ci fece continuare la lezione pomeridiana, cosìsmettemmodi provare il balletto per il saggio.
Il panico si stava impadronendo del mio corpo: non potevo non provare, se avessi sbagliato?
Non potevo sbagliare.       
Ero seduta su una delle tante panchine che erano presenti nel camerino, disposte in file orizzontali ai lati delle pareti; non era una stanza eccessivamente spaziosa, ma avevi il giusto spazio per cambiarti, farti la doccia e asciugarti.
Avevo appena finito di spazzolarmi i capelli color oro e , imbronciata come pochi, mi stavo infilandola felpa rossa.
Davvero non riuscivo a credere che tre imbecilli avessero fatto saltare la mia lezione.
Era inconcepibile.
Mi girai a fissare il grande manifesto che era appeso sulla porta dello spogliatoio; raffigurava un uomo e una donna in procinto di fare una presa.
Lei, con il suo tutù bianco e le punte color carne, sembrava uscita dal Paradiso. Quanto mi sarebbe piaciuto poter essere al suo posto, splendida edelegantissima.
L’uomo invece rappresentava l’essenza di un ballerino: l’eleganza e la finezza femminile, ma una maestosità e potenza degna solo di un vero maschio.
La scritta che sorgeva ai piedi dei due ragazzi diceva:
 
Royal Ballet di Londra.
Un sogno che si avvera.
 
Il mio sogno.
Il sogno di mio padre.
E adesso tre idioti arrivavano durante l’orario della mia lezione e pretendevano di mandare a monte tutti i miei piani futuri? Solo perché erano dei drogati senza meta?
Non riuscivo a capire perché me la prendevo così tanto, in fondo era solo una stupida prova; eppure c’era qualcosa nel modo in cui avevano interrotto il corso che mi mandava in bestia.
Quando avevano fatto irruzione nel teatro non si erano preoccupati di poter essere cacciati, o ancor peggio sgridati dalla mia insegnante...
Erano entrati e basta.
Perché non gliene importava di niente e di nessuno.
Perché erano liberi.
Non dovevano sottostare agli ordini impliciti di un padre ossessivo.
Da dove mi era uscito quel pensiero senza ritegno? Non poteva essermi passato per la mente una tale considerazione!
Mio padre era sempre stato un padre buono e giusto; mi aveva allevata come Dio comandava, dandomi una casa, dei vestiti, del cibo. Mi aveva insegnato l’educazione, il rispetto, la moralità profonda che mi portavo dietro. Aveva creduto in me, mi aveva incoraggiata nella danza e nella scuola.
Mi aveva resa quella che ero.
 
Ma chi ero veramente?
 
Una domanda che rimase irrisolta, che soffiò via tra le pieghe della mia mente, nello stesso modo in cui un pezzo di carta si alza in volo con il vento: semplicemente sfuggì, e io non potei farci nulla.
Solo quando sarebbe stata realmente la mia ora lo avrei capito.
Rimasi ferma, seduta su quella maledetta panchina, a fissare il manifesto della Royal Ballet.
Non riuscivo a staccare gli occhi dal poster, che sembrava aver preso realmente vita. Potevo vedere la donna volare in aria e prendere a danzare tra le nuvole notturne, mentre il suo compagno piroettava sullo stesso punto, con gli occhi fissi su di lei.
Che diavolo mi stava accadendo?
Perché tutto d’un tratto  salivano allamiamente pensieri che non riuscivo a domare?
-Amy, tutto bene?-
La voce di Sarah, una mia compagna di corso, mi riportò alla realtà dello spogliatoio. La ragazza, dolce come poche, mi sorrideva gentilmente cercando di capire cosa mi stesse passando per la testa. I capelli ricci e bruni sembravano inappropriati alla sua persona, ma nello stesso tempo le donava un’aria un po’ aggressiva, che compensava con la tanta dolcezza del suo carattere.
-Si, certo.- risposi riprendendomi.
Non avrei dovuto fare certi pensieri mai più.
Non era da me.
Sarah mi sorrise docilmente, per poi ritirarsi nelle vaste docce sulla sinistra.
Me ne dovevo andare da quel maledetto posto, mi sentivo soffocare.
Avevo bisogno di aria.
Mi infilai le scarpe frettolosamente, e senza guardare in faccia nessuno, filai fuori dall’edificio.
Non appena spalancai le porte d’entrata, sentii l’aria invadere i polmoni.
Oh, sì.
La sensazione di purezza che potevi sentirementre inalavi unaboccata d’aria era spesso sottovalutata.
Non c’era niente di meglio.
La strada, di fronte a me, non era particolarmente trafficata, c’erano solo qualche macchina qua e là, e poche persone prese dalle discussioni.
La solita vita mondana.
Certe volte mi sentivo oppressa dalla routine. Avrei voluto mollare tuttoed iniziare una vita nuova, con nuovi amici… Ma per poter diventare una brava persona, dovevo fare certi sacrifici.
-Pensare in quel modo ossessivo non ti farà diventare più brava, Barbie.-
Alzai la testa di scatto non appena udii quella voce, ormai così familiare.
Billie-Joe Armstrong.
Se ne stava appollaiato sul tetto del teatro in cui studiavo ballo.
Con una birra in una mano, e una sigaretta nell’altra.
Ma la cosa più sconcertante era che stava abbracciando una ragazza.
La sua ragazza.
La Strafatta dai Capelli Agghiaccianti.
Dannazione!
 
 
 
*************************************
 

Angolo Snap:
 
Hallo meine Liebe!
Allora questo è il Quarto Capitolo, tutto per voi.
Adesso vi spiego le scelte che ho fatto scrivendo questo Kapitel.
Come avrete notato è quasi tutto incentrato sullo stato d’animo interiore di Amy, che si trova davanti a parecchie confusioni e dilemmi: e soprattutto ha fatto il suo primo pensiero negativo nei confronti del padre. Voglio sottolineare questo cosa che è essenziale!
Capite? È stato per colpa di Billie (e poi anche di Tré, Mike e Strafatta) che lei ha formulato quel pensiero.
Quindi è un passo avanti, oppure un passo indietro.. Questo lo vedremo nel corso della storia.
In questo capitolo Amy è in panico totale, non è più sicura di niente della sua vita, nemmeno sul suo futuro! Quindi è molto, molto importante. Per questo gli ho dedicato un intero capitolo.
Spero che non sia stato noioso, ma che vi abbia fatti ragionare, e magari anche un po’ emozionare.
Ma forse chiedo troppo, non sono così brava xD
Comunque sia adesso ci tocca Billie in compagnia di Strafatta (ho fatto apposta a non scrivere ancora il suo nome) xD
 
Fatemi sapere cosa ne pensate, e se avete qualcosa da suggerire .. Sono qui per voi.
Anyway, I love you so much! 
 
  

 

 

   
 
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