17/10/2011
8 recensioniNaruSaku sequel di “Yeah, I think you’re pretty” dedicata interamente a Ele (uchihagirl), che si merita tutto l’affetto del mondo, ecco.
There’s a stranger in
my bedSakura mugugnò di dolore, ricomparendo da sotto le lenzuola candide e guardandosi attorno. C’era un vago odore di alcool nell’aria che le fece arricciare il naso, infastidita. Tutto intorno a lei era confuso, e la testa che sbucava dalle coperte faceva parte di quell’arredamento decisamente stonato.
Mollò un pugno al ragazzo nel suo letto, spalancando gli occhi quando vide gli scorci azzurri di Naruto guardarla sorridente: “Sakura-chan, mi stai guardando come se fossi uno che ti ha stuprata. Ti assicuro che eri più che consenziente, ieri notte…”
Le gote di Sakura si tinsero di un vivace color purpureo, mentre Naruto si tirava a sedere con un sorriso sbieco e divertito - così dolce che il cuore della ragazza mancò di un battito, proprio come la sera alla partita.
“Cos’è successo, comunque?” Domandò con il martellante mal di testa che la stava uccidendo, mentre Naruto le scostava una ciocca di capelli dal visto. Sakura notò l’imbarazzo anche sulle sue guance, e si rilassò.
“Uhm, Ino mi ha buttato tra le tue braccia. Ero ubriaco, tu eri ubriaca, e…” Indicò con un gesto eloquente i vestiti a terra, mentre Sakura gettava un ringhio verso l’amica bionda, probabilmente ghignante nel letto di Nara, visto che il dormitorio era vuoto, se si escludevano loro due.
“E tu non hai pensato di staccarti, eh?” Strillò leggermente isterica, vedendo Naruto che si avvicinava spiccio alla sua bocca: la gola era secca, Sakura voleva baciarlo da morire, ma non poteva dargliela vinta in quel modo.
Tuttavia, quando Naruto le sorrise e accarezzò leggero le sue labbra, si aggrappò urgentemente ai suoi capelli, tirandolo sopra di sé e permettendo alle sue mani di tornare ad accarezzarle il corpo.
“Ecco, è successo questo Sakura-chan. Non mi sarei staccato da te nemmeno se l’avessi voluto, sappilo.”
Non si ricordava nulla, il vuoto totale di quel venerdì notte. Eppure, aveva come un vago sentore che ripeterlo non le sarebbe dispiaciuto affatto.