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Autore: Lia_the_Blue    19/10/2011    2 recensioni
Lei, lui e l'altra....una mia ipotesi su un probabile incontro in una locanda di Lina e GOurry...doveva essere una 'versione alternativa' delle scene del volume 12 del manga dove LIna bussa alla porta di Gourry....ma se ne è andato per i fatti suoi ò.ò Era messa su facebook e siccome sono sicura di dimenticarmi a caricarla la metto^^ Metto arancione perchè alcuni capitoli potrebbero prendere una certa piega visto la storia...
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gourry Gabriev, Lina Inverse, Personaggio originale
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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thouths 6

Il nuovo capitolo. Qui i toni sismorzano dal precedente e si fanno...più glads XD Durerà?

COme avete visto, voglio finire prima questa fic visto che per adesso ho l'ispirazione per continuarla anche se tempo zero. Tutte le bozze dei nuovi capitolo sono in fase di sistemazione, quindi piano piano li inserirò. Se riuscirò a rtovare il tempo, forse anche entro domenica potreiaver terminato, visto che mancano forse un quattro, massimo cinque capitoli alla conclusione. Oltre non avere possibilità di tempo, mi spiace che i capitoli non vengano come davvero vorrei, ma avendo l'ispirazione nel pocotempo concessomi, i dettagli ect...magari iniziano a mancare.

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Corsi a vestirmi, insaccai gli abiti sporchi in una tasca apposita e presi dal mio mantello abiti puliti. Li indossai e mi affrettai a raggiungere il gruppo che, aspettandomi, pareva nervoso. E non certo GOurry, che sembrava essersi ripreso un pò dai momenti di strano assenteismo. O almeno, così sembrava.


Salirono sulla carrozza i conti e J.J. che mi fece l'occhiolino e sparì oltre la porta che chiuse dietro di sè. Arrabbiata e amareggiata, presi il cavallo e lo trascinai letteralmente, recandomi davanti alla carrozza per avviarmi a quello che sembrava il continuo dell'incubo. Scrutai il viso di GOurry mentre era impegnato a sistemare le imbragature che permettevano alle redini di sortire effetto con il movimento delle dita. Era dannatamente capace di usare braccia, mani e dita così bene che con le redini sapeva gestire uno o due cavalli di pare bravura a quella di un addestratore o cavallerizzo esperto. Di certo però, se la sua spada potesse parlare, avrebbe chiarito quale fosse la sua bravura reale e quale tipo di mani la impugnassero, a testimoniare la delicatezza e forza insieme, abilità e capacità uniche. Cosa che Gourry aveva, assolutamente. E lo invidiavo su questo, io in confronto ero imbranata e inesperta, nonostante sapessi bene cosa e quanto avesse dovuto patire per migliorare la sua innata capacità. A confronto io avevo avuto un insegnamento leggero e tranquillo, nonostante per mio carattere e anche autostima tendessi a dare edl mio meglio per primeggiare.

Nel momento in cui si voltò verso di me, gli sorrisi dolcemente ma durò pochi istanti,  rimasi a bocca aperta quando chinò la testa e si mise a cassetta, senza proferire parola alcuna, semplicemente emise la raganella e i cavalli partirono senza bisogno di redini e fruste. Camminammo mentre il sole svaniva oltre le nubi e fin sotto l'orizzonte, sembrava non arrivare mai e mi domandai, cercando di incitare GOurry ad avanzare più speditamente, se avessimo trovato un alloggio. E alla fine, incontrammo un paese e una locanda decente per gli schizzinosi nobili che storcevano il naso a ogni cosa che vedevano. Prendemmo quattro camere e consegnammo cavalli e carrozza al garzone, chiedendo anche bagno in camera e cena calda e abbondante. I nobili si fiondarono in camera, aiutati da J.J.e io, lasciati sulle scale,  mi stiracchiai e portai le stanche membra su una sedia del ristorante, sprofondando anche sul tavolo con tutti il peso delle braccia, finalmente felice di avere qualcosa di diverso da un cavallo sotto di me. La schiena a pezzi, il collo un dolore terrificante, le gambe che reclamavano una posizione diversa dopo ore ferma a cavalcioni sull'animale. La cameriera di turno mi si avvicinò, dandomi occhiate forse di pietà per la mia situazione fisica e mentale troppo evidente e bofonchiai qualcosa che lei non capì, come ordinazione. Sbuffai nonostante avessi il mento poggiato sul tavolo e persi di nuovo il menù in mano, per ridarle l'ordinazione. Alla sua domanda di ripetere sentì dire "Cinghiale alla diavola, fettine di capretto alle erbe, grigliata di carne mista e patate per due persone. Torta alle mele e amaro."

SI sedette di fronte a me, l'unica persona che non mi aspettavo di vedere. Gourry. Aspettò che la cameriera ancheggiasse via, mentre  nervosa la fissavo per capire cosa combinava attorno a noi, e mi fissò serio non togliendo gli occhi celesti dai miei. Ero stanca, parecchio e la testa mi sembrava pesasse un quintale, la buttai così sul tavolo poggiando la guancia sulla tovaglia porpora impregnata di odori strani, mischiati fra loro. Mi tranquillizzò una mano che carezzò la testa che ormai sembrava alleggerirsi a ogni movimento e chiusi gli occhi. Mi sembrava un dono enorme quel tepore che si irradiava dalla sua mano, dolce ristoro per la tensione in ogni fibra del mio essere. Mi lasciai cullare da quel contatto e senza pensarci due volte dissi "Finalmente sei di nuovo tu...mi sentivo crollare il mondo intero addosso mentre ti vedevo sempre più distante". La sua mano rallentò il movimento finché non si fermò e mi chiese di guardarlo. Sgranai gli occhi mentre le sue dita scorrevano sulla mia guancia per poi ritrarsi, provocando in me una sensazione di vuoto. Arrivò in quel momento l'ordinazione e iniziammo a mangiare, mentre io attendevo una qualche risposta. Nulla. Alla fine, stanca, allungai una mano afferrando la sua con la forchetta stretta fra le dita e gli chiesi di ascoltarmi. Tradiva preoccupazione, sembrava voler fare qualcosa anche lui ma tentennava e decisi di chiarire ogni cosa "Cosa ti succede, GOurry. Non parli, sei sempre teso e arrabbiato e sono preoccupata. Qualcosa non va? Lo sai che con me puoi parlare....".

Strinse la mano con la mia, lo sentivo mentre faceva respiri profondi come a prendere coraggio, ma non parlava. GLi lasciai la mano, evitando di risultare troppo apprensiva, rimanendo a fissare il piatto pieno di carne colante succhi speziati e patate aromatiche. Rimase con la mano a mezz'aria a fissare me che ripresi a mangiar, portando con estenuante lentezza ogni boccone per me amaro alle labbra. CI scambiammo poi vari sguardi, ma quello che comunicavamo in quel modo non pareva dare sollievo a nessuno dei due. le nostre mani si stringevano e si lasciavano in continuazione perse dal nervoso di volersi avvicinare di più, ma che qualcosa di invisibile lo impediva.  MI chiesi cosa potesse esserci tra noi da creare questa tensione, venuta a galla così repentinamente che io non me ne accorsi... se non quando lui non mi guardò come faceva prima, non mi sorrideva ogni volta che mi voltavo a scrutare la sua serenità per trovarmi in pace nel cuore e nell'anima. Avevo bisogno della sua stessa esistenza per guardare il nuovo giorno con il c cuore leggero, lo sapevo.

Arrivammo alla frutta e la cameriera ci portò tre fette di torta, una come suo dono per lui. GLi sorrise, porgendogli il piatto che prese ringraziandola con un cenno del capo, e l'occhio le cadde su di me che la fissavo con occhi a fessura e nervosismo a mille. NOi avevano un problema di comunicazione e lei ci faceva perdere tempo con dolci e ammiccamenti vari. Sbiancò di brutto, GOurry si schiarì la voce facendomi cenno con gli occhi di smetterla e la visi scappare via in preda a chissà cosa. Neanche avessi avuto un giga slave sopra di lei...no, non lo avrei mai lanciato per una mocciosetta sbavante dietro Gourry, ovvio. 

Una risata divertita squarciò l'alone di tensione presente. Rideva, GOurry rideva e mi sentì sollevata. GLi risposi con un sorriso più dolce che potessi fare e lui sospirò. MI parve quasi...che con quel respiro stesse togliendosi di dosso pesantezze e chissà cosa gravasse sulle sue spalle. SI allungò sul tavolo, per carezzarmi la guancia e la bloccai al mio volto con la mia, lasciando che il suo calore mi rincuorasse "Lina...accanto a te ogni cosa sembra svanire...." in modo dolce e pacato da farmi quasi sciogliere come burro vicino al fuoco. Mi sentivo di nuovo come prima, come parte di qualcosa. Chiusi gli occhi.

"Cosa ti tormenta, GOurry..." sussurrandolo lievemente.

"IO...io non...." balbettò incerto.


Riaprì gli occhi quando non lo sentì per un pò parlare, saltai per aria nel vedere J.J. alla mia destra davanti il braccio teso di GOurry con la mano sulla mia guancia. CI guardava sorridendo e mi accorsi che fissava la mano di Gourry, la mia guancia e credo...anche il colore porpora. Per la sorpresa ovvio...non per..vabbè lasciamo perdere. Sobbalzai quando la cameriera portò anche l'amaro, squadrando la sua faccia indispettita per quella mano ancora presente sul mio viso. Presa dal panico per la situazione, presi il piatto con la torta e lasciando il tavolo dissi "Scusate ma...ora vorrei andare a letto..." lasciando i due soli. GOurry parve protestare alzandosi per seguirmi ma lo fermai e sorridendo gli dissi che avevo sonno e che faceva meglio a finire la torta e l'amaro, per riprendersi dalla giornata di viaggio. Falcate mi portarono verso le scale di legno scuro, dando un’occhiata oltre la mia spalla per l'ultima volta, per notarli uno di fronte all'altra mangiare la torta, parlando. Non li vedevo bene in viso dal mio punto di osservazione ma...non so...una fitta al petto mi tolse il fiato. A vederli così, sembravano davvero una bella coppia, non potevo negarlo. Entrambi quasi coetanei, belli e affiatati.

Gradino dopo gradino mi feci pervadere ma mille pensieri contrastanti. Dovevo lasciarli soli? Dovevo far finta che tutto fosse apposto e farmi una bella dormita? In fondo al corridoio vidi avanzare la contessa, non l'avevo mai vista da sola e mi avvicinai nel caso avesse bisogno di aiuto "No Mia cara...è tutto apposto. Mio marito si sta rilassando con i bagno e io volevo camminare un po’… Non è così rilassante stare sempre distesa o seduta..." scandendo ogni parola con tono quasi addolorato. Anche se devo dire, sembrava tutto fuorché sofferente, vedendola dinnanzi a me a quel modo e in quel momento.

"..Gourry e Johana sono ancora a discutere?" domandò con aria quasi innocente, mentre la fissavo stranita per un discorso venuto dal nulla.

"Discutere? Quando...."

"Quando io e mio marito siamo saliti verso la nostra camera...li ho visti discutere sulle scale...."

Basita e sconvolta, mi chiesi cosa fosse accaduto, visto che poco prima al tavolo non sembravano assolutamente reduci da litigi e simili. Anzi. Mi spiegò semplicemente che Gourry aveva fermato Johana per le scale, che avevano iniziato un discorso sui toni non accesi ma lievemente tesi. Discutere, di cosa potevamo mai parlare in maniera animata quei due? Forse di me? A causa mia? O di J.J.? ringraziai la donna che sembrava voler proseguire e andai via.

La lasciai vicino la finestra che si affacciava al cortiletto e chiusi la porta dietro di me, preparando il mio pigiama per la notte.

 





   
 
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