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Autore: kresbiten    19/10/2011    11 recensioni
Cos'è l'amore? E' quel brivido che ti attraversa la spina dorsale nel momento in cui incroci i suoi occhi, nel momento in cui ti sfiora? No, l'amore è sofferenza, sono lacrime versate, è dolore. L'amore è solo un'illusione che ti aiuta ad andare avanti, a crescere e a diventare la persona che sei o sarai un giorno.
La professoressa Isabella Swan decide di tornare a Forks, dopo precisamente quattordici anni. Tutto è cambiato nella sua vita, lei per prima. E' convinta di essersi lasciata tutto alle spalle, anche se gli occhi di sua figlia la riportano troppe volte indietro nel tempo. Ma cosa succederà quando, in un tranquillo giorno scolastico, non saranno gli occhi di sua figlia a farle ricordare, ma il soggetto stesso dei suoi ricordi?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Renesmee Cullen, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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*Entra in punta di piedi e con una bella torta al cioccolato per farsi perdonare*
Ehm.. saaaaalve stupendoseeee :33 Come va?? ^^'
E' inutile dire che mi dispiace per questo enoooooooooorme ritardo, ma ve l'avevo detto.. questa storia avrà un finale, anche se dovesse arrivare tra 100 anni LOL
Confesso che questo capitolo non so quante volte l'ho scritto, cancellato, riscritto e ricancellato.. penso circa un 10 volte o.O Ma ieri mi sono messa con una bella ispirazione e tante illuminazioni, e me lo sono scritta. Continua a non convincermi ma lo posto così com'è.. solo per voi u.u
Voglio ringraziare tutte le meravigliose persone che si sono informate, preoccupate e interessate a questa storia. Grazie di cuore, mi avete commosso :') Vi adoro! *O*
Incrocio le dita e corro a nascondermi.
Prima però, facciamo un piccolo riassunto.

 

- Edward ha detto a Bella che i suoi genitori hanno pagato Tanya per farsi trovare nuda nel suo letto.
- Edward e Bella hanno litigato, sì possiamo dire questo.
- Bella è a dir poco depressa.
- Renesmèe si è trovata per strada a pensare a suo padre e, alzando lo sguardo, ha incontrato Edward.
- Renesmèe ha dato il suo primo bacio a Jacob.
- Renesmèe torna a casa e dice a sua madre di dover parlare con lei.


Buona lettura ^^


Chiusi la porta principale di casa, salutando i miei con un ultimo sorriso forzato e tornai in cucina in cui c’erano James, seduto e abbastanza teso sul divano, e Renesmèe che non si era mossa di un centimetro dal centro della stanza. Mi avvicinai e le sfiorai un braccio con le dita ancora fredde ma, come poco prima, si scostò spostandosi alla mia destra e girandosi per trovarsi faccia a faccia con me. Osservai il suo viso contratto e non potei non ricordare la stessa espressione di Edward la sera prima.
Tormentata.
- Amore cosa è successo? Che ti ha fatto Jacob? Ti prego, non farmi stare in ansia.- Non riuscivo a capire o ad immaginare cosa potesse essere accaduto per farla stare in questo stato. Era sempre stata un bambina e a sua volta una ragazza vivace, dolce e allegra e, anche nei momenti bui, era stata così.

- Riesci a parlare solo di questo mamma? Scuola, nonni e Jacob? Perché non parliamo di qualcos’altro?- Le sue parole mi colpirono perché mai mia figlia si era rivolta così a me.
Scontrosa.

- Renesmèe, cos..-

- Con chi sei uscita ieri sera?- mi pietrificai a quella domanda diretta e senza giri di parole. Perché me lo stava chiedendo? Calma Bella, calma.

- Senti  Renesmèe, cerca di calmarti e sediamoci.- la presi per un braccio ma si scostò malamente facendo aumentare la mia ira.

- Non voglio sedermi ma voglio sapere ieri sera con chi sei uscita!-

- Te l’ho già detto ieri, con Alice, Edward e tutti gli altri. Una cena tra  adulti.- Rise amara e io ne rimasi ancora più sbalordita. Ma che fine aveva fatto la ragazza dolce che era sempre stata mia figlia?

- E perché ho incontrato Edward, con la tua stessa faccia d’altronde, e mi ha detto che siete usciti solo tu e lui?!- Probabilmente i miei occhi schizzarono perché vidi James guardarmi pietrificato.
Respira Bella, respira.
Cosa dovevo risponderle? Nella mia testa un insieme di lettere separate iniziarono a vorticare, sgretolando ogni singola frase che arrivava sulla punta della lingua. Sentivo la bocca asciutta e gli occhi pizzicare.
Una vera crisi di panico.
Era sempre stata il genio delle scuse, adesso dovevo farmi venire qualcosa in mente.. e in fretta.

- Beh, dopo la cena sì. Loro sono dovuti andare via a causa dei bambini, mentre noi siamo rimasti un altro po’.- Riuscii a dire tutto d’un fiato mentre bagnavo le labbra secche con la lingua. Cercai il suo sguardo e non lo trovai verde smeraldo, ma erano quasi neri.. lo stesso colore assunto da Edward la sera prima. Una forte fitta al petto mi colpì al solo ricordo della sera precedente aggiunto a questo momento.
Quando avrei smesso di soffrire?

- Perché?- urlò facendoci sobbalzare dalla nostra postazione. Due lacrime iniziarono a scivolare sulle sue guance pallide e non rosse come sempre. Il tono della sua voce era disperato, stralunato.
Irriconoscibile.
Eppure non riuscii a capire il significato del suo ‘perché’.
Perché cosa?
In questo momento mi sentivo come una ragazzina immatura e alle prime armi, che non sa come comportarsi di fronte ad argomentazioni piuttosto seria, ancora giovane e ingenua che si fa mettere i piedi in testa. Ma io non ero giovane, ingenua e immatura, ma ero adulta, responsabile e matura. Ognuno, nella sua vita, commette degli errori ma a questi c’è sempre una conseguenze e un motivo per cui avvengono. E adesso? Dopo la rivelazione di Edward.. avevo un motivo per aver fatto quello che avevo fatto? Un ragionamento complesso quanto alla faccenda, ma sensato.
- Renesmèe.. non piangere, ti prego..- sussurrai flebile cercando di avvicinarmi per poterla abbracciare ma, di nuovo, si scostò facendo un passo indietro.
- Perché continui a mentirmi? Perché non approfitti di questa situazione per dirmi la verità? Eh?! DIMMELO!- urlò fuori di sé. James, alzandosi, si avvicinò per poterla calmare ma si scostò anche da lui.
- Dirti c...cosa?- scosse la testa mentre le lacrime continuavano a rigare le sue guance.
- Che Edward è mio padre! Dimmelo, abbi la compiacenza di dirmelo, il coraggio che non hai avuto in questi ultimi mesi mentre mi guardavi scherzare, parlare e passare tempo con lui. Il coraggio che non hai avuto di pronunciare cinque parole, solo cinque per la mia felicità.- Stava piovendo? Forse mi era caduto il tetto in testa, stavo per morire oltre che piovendo? O non sarebbe stato normale sentire delle gocce scorrere lungo il viso, avere la vista annebbiata, le gambe tremolanti e forti fitte alla testa e al petto.
Ero morta?
- Bella? Bells?- scossi la testa consapevole della mia fantasia, e che quelle gocce erano.. semplicemente lacrime. Guardai il volto bagnato di mia figlia e mi resi conto di cosa stava succedendo. All’improvviso, come un vortice, tutte le consapevolezze mi trascinarono nel baratro in cui tutto era chiaro. Mia figlia era delusa dal mio comportamento, io per il mio stupido orgoglio avevo fatto l’errore più grande della mia vita e la conseguenza di ciò era l’odio di Renesmèe nei miei confronti, Edward ormai era lontano anni luce da me e io.. io avevo perso tutte le persone a me care. Una per una le avevo fatte scivolare via dalle mie mani, rimanendo sempre più sola in compagnia solo dei miei errori e rimorsi. Alzai lo sguardo e ritrovai i suoi occhi neri, sul cui fondo c’era la delusione. La bocca era sempre più asciutta e niente riusciva a fuoriuscire dalle mie labbra se non un
- Mi dispiace..- La mia bambina scosse la testa e, singhiozzando, mi guardò nel fondo degl’occhi.
- Pensavo fossi diversa dalle altre mamme, pensavo fossi anche la mia migliore amica, ma mi sbagliavo perché se davvero lo fossi stata, mi avresti detto la verità qualche mese fa.- Mi girò le spalle e corse in camera sua, sbattendo la porta che fece tremare i muri.. e anche il mio cuore.
Rimasi con lo sguardo perso nel vuoto come se la mia bambina fosse rimasta lì, ma la ragazza matura che stava diventato era andata via..
Sentii due braccia circondarmi e in quel momento cedetti. Un forte singhiozzo colpì il mio petto, seguita da un altro, da un altro a da un altro ancora. Inizia a piangere disperata contro la maglietta bianca del mio migliore amico, inzuppandogliela come avevo sempre fatto. Ma stavolta era diverso.. stavolta si trattava del tutto, perché quando non si hanno figli non ci si può capire l’affetto che di prova nei loro confronti, l’amore, la devozione. E perderli.. perderli era..
Piansi per minuti, ore, giorni. Persi il conto del tempo e delle lacrime versate, mentre le carezze di James cercavano di confortarmi, ma i miei errori rimanevano lì.. proprio come un tatuaggio inciso sulla mia pelle, ancora sanguinante.
E fu allora che capii una cosa: la mia vita non sarebbe mai giunta alla conclusione della sofferenze, ma avrebbe continuato  il suo cammino soffocata dal dolore, dalle delusioni e dalle difficoltà.
E c’era un solo modo per mettere fine a questo disastro che era diventata la mia vita, e forse il destino aveva trovato la risposta prima della mia mente. Il destino aveva scelto per me e aveva trovato il metodo giusto per porre fine alla sofferenze. E questo lo capii quando, contro la volontà di James, uscii di casa a prendere un po’ d’aria e, per puro errore, mi ritrovai stessa sull’asfalto.. sanguinante del mio dolore.

Ehm.. me lo lasciate un commentuccio?? *faccia cucciolosa*

   
 
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