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Autore: J85    20/10/2011    0 recensioni
L'unica speranza per Hidetoshi Miura, capitano della squadra di calcio dell'Istituto Hattori, di salvare i suo club sono i suoi tre fratelli: il primogenito Shunsuke, il teppista, il terzogenito Hiroshi, lo studioso, ed il quartogenito Atsushi, lo scansafatiche. Riuscirà il riformato "Quartetto Miura" a portare il proprio team alla vittoria del torneo scolastico?
Genere: Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

“La partita d’esordio”

 

 

 

La mattina seguente la famiglia Miura era riunita, come di consueto, per la classica colazione familiare tutti insieme. A dir la verità però mancava una persona: Hidetoshi.

Con un ritardo di quasi un quarto d’ora, il secondo dei quattro figli si presentò scendendo le scale che portavano al piano superiore di volata, afferrando dal tavolo solamente l’uovo sodo che sua madre aveva preparato insieme ad altre prelibatezze e salutando rapidamente le persone presenti.

“Hide cosa fai? Dove vai così di corsa?” chiese la madre una volta che ebbe riconosciuto suo figlio nel fulmine che aveva appena attraversato la sala da pranzo.

“Ho un po’ di cose da fare mamma. Semmai mi fermerò a comprare qualcosa da mangiare dopo” fu la risposta che, alla bene e meglio, riuscirono ad intuire i membri della famiglia.

“Ma come ti sei preso solo l’uovo?” domandò la donna, ma a questa risposta Hidetoshi non poteva più rispondere.

Ancora allibita per lo strano comportamento del figliolo, la signora Miura si mise nuovamente a sedere a tavola e s’informò dalla restante sua prole “Voi sapete dove sta correndo vostro fratello?”.

“Molto probabilmente è felice che torniamo a giocare a calcio con lui…” ipotizzò Hiroshi.

“È solo un povero esaltato!” tagliò breve Atsushi.

“Bene, visto che Hide se n’è andato la sua colazione la finisco io…” concluse Shinsuke con già le possenti braccia allungate verso l’obbiettivo.

“Ma se hai appena finito la tua terza porzione?” gli ricordò polemicamente il padre.

Intanto Hidetoshi era già con la testa, mentre cercava di sbucciare il suo uovo, rivolta verso il modo in cui dare la notizia ai suo compagni di squadra.

 

Lo stesso pomeriggio, un gruppo di 15 ragazzi erano immobili, nonostante il tipico vestiario da calciatori in attesa d’iniziare un allenamento, nell’attesa di qualcosa.

“Ma ne sei proprio certo Hide che i tuoi fratelli verranno oggi?” ruppe il silenzio uno dei giovani.

“Si che ne sono certo!” rispose lievemente alterato il destinatario della domanda.

“Sicuro di avergli detto l’orario preciso?” proseguì un altro della compagnia.

“Merda! Sì ho detto loro tutto orario, campo d’allenamento, tutto quanto!”

Nel frattempo all’orizzonte si cominciavano ad intravedere delle figure umane.

“Forse sono loro?” chiese un terzo mentre con la mano aperta appoggiata alla fronte scrutava lontano.

Dopo un breve esame visivo, il capitano si pronunciò “Si certo! Riconosco benissimo la mole di Shunsuke…ed anche l’altezza di Atsushi…”.

I tre nuovi giocatori si erano finalmente presentati e così gli allenamenti, agli ordini del mister, potevano iniziare. Purtroppo il primo impatto dei nuovi tre non fu subito positivo, con il disperato Hidetoshi che osservava: Shunsuke fermare gli avversari con un lariat (mossa tipica del puroresu, ossia il wrestling professionistico giapponese, dove l’avversario viene colpito con il braccio ben teso), Hiroshi lamentarsi continuamente con il fratello della troppa potenza che i suoi nuovi compagni di squadra mettevano nei loro tiri, ed infine Atsushi che si intestardiva nel provare delle assurde manovre volanti come ad esempio la rovesciata effettuata con entrambi i piedi.

Nonostante l’inizio certamente non incoraggiante, con il passare dei giorni i tre nuovi innesti cominciarono ad entrare nel meccanismo di gioco dell’istituto Hattori, con ovviamente la palese soddisfazione del capitano Hidetoshi Miura, in particolare nel vedere che i suoi fratelli potevano tranquillamente essere delle riserve accettabili per sfidare il campionato studentesco.

E poi arrivò il giorno del debutto…

 

Spogliatoio dell’istituto Hattori

“Bene ragazzi, ora annuncerò gli undici titolari per questa nostra partita d’esordio…” attirò l’attenzione di tutti presenti mister Takahashi “dunque: in porta Hiroshi Miura…”.

“Cosa? Subito titolare?!” fu il pensiero del ragazzo occhialuto alla notizia.

“…in difesa Sakai, Shunsuke Miura, Maeda e Hasegawa…”.

“Sì le conviene così…” minacciò sottovoce l’allenatore il più robusto dei quattro fratelli.

“…a centrocampo Nishiwaki, Endo e Akiba…trequartista e capitano Hidetoshi Miura…”.

Hide rispose all’appello solamente annuendo con il capo.

“…ed infine in attacco Waba e Atsushi Miura” concluse il coach.

“Forte!” esclamò il giovane disteso su una delle panchine presenti nella stanza.

“Bene gente mettetevi le maglie da titolari ed entrate in campo!”spronò i suoi mister Takahashi battendo fragorosamente le mani.

A poco a poco lo spogliatoio si svuotò, ultimi rimasti presenti Hidetoshi e l’allenatore. Il ragazzo stava finendo di infilarsi la fascia da capitano, quando fu fermato dalla mano dell’altro che gli bloccò il braccio interessato all’investitura della suddetta fascia.

“Spero Hide che tu c’abbia visto giusto…”.

“Non si preoccupi mister, quando noi quattro giochiamo insieme esiste solo la vittoria!”.

 

Finalmente entrambe le squadre erano schierate per la cerimonia dei saluti reciprochi ed al pubblico. La sfidante dell’Istituto Hattori era l’Istituto Myojin di Kashiwa, nella prefettura di Chiba.

I due capitani, come da protocollo, si strinsero la mano, la strinsero anche all’arbitro ed ai suoi collaboratori, ed infine fecero testa o croce per il campo o la palla. Il calcio d’inizio toccava all’Istituto Myojin.

“Ehi com’è che non tocca a noi la palla?” chiese subito innervosito Shunsuke.

“Perché a noi tocca il campo, stai calmo Shun…” cercò di tranquillizzarlo Hidetoshi.

“Hide, scusami, ma allora io dove devo stare?” domandò tutto tremante Hiroshi.

“In porta Hiroshi lo sai sei il nostro portiere!” gli rispose il capitano indicandogli anche con il braccio la sua porta di competenza per quel primo tempo.

“Ehi Hide ma quanto dura la partita?” era arrivato anche il turno di Atsushi.

“Oh insomma dai ragazzi concentrati!” sbottò infine Hide.

Fischio d’inizio.

I primi 10 minuti passarano via tranquillamente, come normale fase di studio tra le due squadre.

Al 10’ preciso però l’arbitro fischiò una punzione per l’Istituto Hattori, per un fallo di mano intenzionale del giocatore del Myojin Matsuoka, che verrà ovviamente ammonito.

Al suddetto giocatore si avvicinò tranquillamente Atsushi Miura “Ehi amico hai dimenticato che stiamo giocando a calcio? O preferisci la pallavolo?”.

“Fatti i cazzi tuoi nanetto!” gli rispose sottovoce il difensore centrale avversario.

“Oh siamo nervosetti oggi? Senti un po’ ma quanto dura un tempo in queste partite?” continuò la conversazione l’attaccante.

L’altro, lì per lì spiazzato dall’ignoranza esposta dal giocatore che doveva marcare, gli rispose comunque “40 minuti, perché?”.

“Bene, allora segnerò un gol al 40’ preciso!” concluse Atsushi, lasciando sbigottito l’avversario.

Al 17’ Hasegawa, il terzino sinistro dell’Hattori, lanciò in profondità per Atsushi, il quale venne però raggiunto nella corsa da Matsuoka, che furbescamente lo reggeva per la maglietta.

“Fermati che se me la strappi mi tocca ripagarla!” tentò invano di var desistere il suo avversario l’attaccante.

Ma dato che questo non mollava, lo stesso Miura cominciò ad aggrapparsi alla maglia rivale a sua volta. Purtroppo l’arbitro notò solamente quest’ultima scorrettezza e fischiò punizione per il Myojin.

“Fanculo!” imprecò a bassa voce Atsushi.

La punizione venne battuta rapidamente dal compagno di reparto di Matsuoka, Ishida, che fece arrivare la palla precisa sui piedi di Ohyama, uno dei due attaccanti dell’Istituto Myojin. Quest’ultimo riuscì anche ad andare al tiro, ma Hiroshi riuscì a deviare la palla verso l’esterno dell’area piccola, mostrando però, per un attimo appena, una smorfia di dolore.

Al 25’ arrivò la prima ammonizione anche per l’Istituto Hattori, manco a dirlo a prendersela fu Shunsuke Miura.

“Ma che cazzo fischi!” fu l’immediata reazione verbale di quest’ultimo.

In tutta risposta l’arbitro estrasse il suddetto cartellino giallo e proseguì “L’avverto che, se continua con le proteste, sarò costretto a estrarlo una seconda volta!”.

“Ma che ca…” Il gigantesco giocatore si stava avvicinando minacciosamente al giudice di gara, quando fu repentinamente fermato dal fratello Hidetoshi che tentava di placarlo.

“Calmati Shunsuke altrimenti ci metti nei casini!” gli sussurrò allontanandolo con una spinta verso la propria area. Per poi dirigersi verso l’uomo in nero e scusarsi dell’accaduto con due-tre inchini.

La partita prosegui senza ulteriori sussulti, anche perché l’Istituto Hattori non poteva certo avere un grande affiatamento di squadra, dato i tre nuovi innesti tutti e tre all’esordio assoluto. Poi arrivò il 40’.

L’Hattori stava per battere una rimessa in attacco sulla destra, affidata ovviamente al terzino destro Sakai. Quest’ultimo la diede indietro verso Shunsuke, che si era portato poco avanti il centrocampo.

“Oh merda e ora cosa faccio?” chiese ad alta voce l’enorme ragazzo, incredibilmente preso dal panico.

“Ridalla a Sakai che è scattato in profondità!” Fu l’urlo di suggerimento del fratello Hidetoshi.

Shun notò subito la veridicità delle informazioni del capitano e servì, purtroppo con eccessiva potenza, il compagno di squadra. Per fortuna il terzino era uno dei più veloci della squadra e fece in tempo a crossare in mezzo la sfera, prima che quest’ultima superasse la linea di fondo.

Intanto in area Atsushi era subito scattato verso la porta avversaria, sempre tallonato da Matsuoka. Il difensore aveva talmente l’attenzione focalizzata esclusivamente sull’attaccante che, ad un tratto, si accorse di ritrovarsi fuori dal campo di gioco vicino al palo alla destra del suo portiere. Il fatto strano è che accanto a lui c’era sempre anche il suo uomo da marcare. Ma il più giovane dei fratelli Miura aveva un primo asso da tirare fuori dalla manica.

Afferrandosi con entrambe le mani al palo, riuscì a roteare a mezz’aria (in un movimento molto simile a quello visto nel capitolo precedente, mentre scendeva dal tetto di casa sua, solo che questa volta in orizzontale) e colpire il pallone di collo destro per farlo entrare facilmente in rete.

La reazione di tutti e 22 i giocatori fu di osservare l’arbitro per vedere la sua decisione. Lo stesso direttore di gara era rimasto allibito da quel particolare gesto tecnico. Poi fischiò la regolarità del gol. Tutti i giocatori dell’Hattori si riversarono vero il loro nuovo compagno, andato subito in gol all’esordio. Quest’ultimo, mentre continuava raccogliere i complimenti e gli abbracci dei compagni, si girò verso il suo marcatore personale Matsuoka per dirgli “Te l’avevo detto che avrei segnato al 40’!”.

L’altro gli rispose solamente con un ringhio sommesso.

Alla fine l’arbitro non diede neanche un secondo di recupero e fischiò direttamente la fine del primo tempo.

 

Spogliatoio dell’istituto Hattori

 

L’allenatore Kaneko si complimentava con la sua squadra “Bene ragazzi abbiamo cominciato bene questo torneo! Anche voi fratelli Miura ve la siete cavata bene, nonostante fosse la prima volta che giocavate una vera partita”.

Dei tre nuovi l’unico a ringraziare apertamente il mister per questi complimenti fu il portiere.

“Complimenti anche a te Hide bella idea!” strizzò l’occhio al capitano della sua squadra.

“Grazie mister!” rispose con lo stesso gesto Hidetoshi.

 

Spogliatoio dell’istituto Myojin

“Ma da dove cavolo li hanno tirati fuori quei tre lì?! Io sapevo che nemmeno si dovevano iscrivere al torneo quelli dell’Istituto Hattori!” si lamentò ad alta voce l’allenatore della scuola che in quel momento stava soccombendo.

“Non saprei proprio mister, però sembrano avere un certo grado di parentela con il loro capitano…” ipotizzò uno dei suoi collaboratori.

Dopo qualche attimo di silenzio l’allenatore girò la testa verso una delle sue riserve e disse “Mi dispiace Tetsuo ma è già il tuo turno di entrare in campo…”.

 

Le squadre, dopo quindici minuti circa di pausa, rientravano in campo per dare vita al secondo tempo di questa sfida. Il team momentaneamente perdente stava effettuando un cambio. Uscì il centrocampista Hayashi ed entrò Inoue.

“Ehi Shun, quello è più obeso di te!” stuzzicò il fratello Atsushi.

“Non dire cazzate nanetto! Comunque devo dire che fisicamente è davvero imponente!” gli rispose per le rime Shunsuke.

Questa volta a battere il calcio d’inizio toccava all’Istituto Hattori.

Dopo qualche scambio tra i giocatori vestiti in azzurro, il colore sociale dell’Hattori, la palla tornava al loro fulcro di gioco, il capitano Hidetoshi Miura, che però veniva subito sbalzato via da una potente spallata. Autore di questo gesto ai limiti del regolamento fu proprio il nuovo entrato Tetsuo Inoue.

“Sono entrato proprio per non farti più toccare palla fenomeno! Stai attento perché con me rischi la carriera!” furono le immediate minacce del marcatore di Hide. Quest’ultimo smise di ascoltarlo e si rialzò in piedi, mentre l’arbitro aveva fatto proseguire il gioco.

Il nerboruto giocatore fu di certo di parola, dato che ad ogni tocco di palla del capitano, lui gli era subito addosso, scaraventandolo a terra con enorme potenza. Arrivando perfino a farsi richiamare dall’arbitro con il classico “alla prossima ti ammonisco”. Ad un certo punto rischiava pure di arrivare alle mani contro Shunsuke, intervenuto a difesa del fratello.

Intanto nella panchina dell’Hattori c’era chi fremeva per entrare in campo “Ma quando si decide il mister a farmi entrare…” pensava impaziente l’attaccante Sasaki.

Intanto la partita proseguiva e si era già arrivati al 70’.

All’improvviso la difesa dell’Istituto Hattori si fece trovare per la prima volta impreparata, lasciando libero al tiro la punta avversaria Ohyama,  fortunatamente ci fu uno straordinario intervento in recupero da parte di Fujita, nuovo entrato al posto di Shunsuke Miura (per evitargli un secondo cartellino giallo e quindi la squalifica).

Cinque minuti dopo fu finalmente la volta di Yusuke Sasaki per entrare in campo. Dopo aver salutato il compagno sostituito Waba, si diresse subito verso il compagno di reparto Atsushi, puntandogli contro il dito “Ora ti dimostrerò che non meriti il posto da titolare!”.

Il più giovane dei fratelli Miura non diede peso alle parole del ragazzo, come stava facendo anche con la partita da cui, da un bel po’ di minuti, era avulso dal gioco.

Al 77’ c’era da battere un fallo laterale sulla destra per la squadra momentaneamente vincente, Sakai provò a servire in profondità Atsushi, ma questo venne facilmente anticipato dal difensore Matsuyama che diede la palla indietro al proprio portiere. Quest’ultimo, dopo essersela portata un po’ avanti, lanciò lungo verso il centrocampo.

“Questa è facilmente mia! Nessuno oserà saltare contro di me!” pensava Inoue mentre staccava in alto verso il pallone. Poi improvvisamente sentì un peso eccessivo sulle sue robuste spalle. Dietro di lui era saltato ancora più in alto Hidetoshi Miura, che ovviamente non si era ancora arreso nel loro scontro personale. Il capitano degli azzurri riuscì a colpire la sfera di testa prima del suo marcatore. Il pallone si diresse verso Akiba, uno dei tre “comprimari” del centrocampo, designati per aiutare il capitano nella conquista della palla. Ma i tre non sapevano fare solo quello, e soprattutto conoscevano ormai a memoria i movimenti dei propri compagni, eccezion fatta ovviamente per i nuovi arrivati. Infatti Akiba diede subito di prima la palla in profondità per lo scatto perfetto di Sasaki, il quali riuscì perfettamente ad evitare il fuorigioco della difesa avversaria. Si presentò da solo contro il portiere Ishibashi, lo saltò e deposito facilmente la palla in fondo alla rete. L’Istituto Hattori aveva raddoppiato. I giocatori giallo-neri sembravano questa volta completamente abbattuti.

Dopo questo terzo calcio d’inizio da parte dell’Istituto Myojin la partita fu solo accademia. Verso i minuti finali della partita Atsushi tornò brevemente in partita facendo sponda e dando il pallone sulla destra per l’instancabile Sakai che poi la diede centralmente al limite dell’area per Akiba, che si era esaltato dopo l’assist vincente per Sasaki, stava per esplodere il tiro quando venne fermato fallosamente dal solito Inoue, detto “l’Uomo di Ferro”. Il direttore di gara decise di far battere la punizione e poi di dichiarare finito il match. A battere andò lo specialista Hidetoshi Miura. Sistemò con cura il pallone, fece qualche passo indietro, controllò la disposizione della barriera, attese il fischio dell’arbitro e poi finalmente scoccò il tiro. Con un’incredibile parabola ad effetto, che solo lui riusciva a dare alla sfera, la palla s’involò verso il sette alla sinistra del portiere. Per poi infrangervisi contro. Con i tifosi, e gli stessi giocatori azzurri, pronti ad esultare nuovamente, terminò la partita d’esordio dell’Istituto Hattori al campionato nazionale scolastico.

 

  
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