Ed eccomi qui
con il terzo capitolo di questa
magnifica storia (?).
Che dire non
vorrei risultare molesta ma volevo
darvi un piccolo avvertimento u.u
Alcuni
personaggi risulteranno un poco OCC ma la
cosa è voluta da me medesima. Cerco in qualche modo di non
stravolgere il
carattere originario del personaggio ma essendo una AU ambientata in un
mondo moderno,
ergo la presenza di qualche parolaccia o di qualche comportamento non
proprio
cavalleresco non condannatemele u.u.
Vi ringrazio
davvero tanto ed un speciale grazie a
Edian che mi ha betato il capitolo e a Shannara_810 che sarà
felice di leggere
il continuo del nostro sclero.
Ed ora u.u
altri ringraziamenti a chi ha commentato facendomi davvero
felice: lady niniane,
ely_scorpioncina, baileyzabini90, Yaoithebest, erol89, Shannara_810,
Edian.
Davvero ragazze
le vostre recensioni mi invogliano a
scrivere! Grazie di cuore un bacione Sui e il suo delirante seguito di
cavalieri! BALLATE YMCA *-*
ENTRATA
IN SQUADRA
Doveva essersi
appisolata, perché quando riaprì gli
occhi la lancetta più corta dell’orologio era
passata dalle cinque alle sei. Il
suo sguardo corse subito verso la sedia all’angolo, e lui era
là. Semisdraiato,
la testa appoggiata allo schienale della sedia e le dita incrociate
sulla
pancia, aveva un aspetto decisamente poco illustre.
Sulle prime
pensò che stesse dormendo. Teneva gli
occhi chiusi e il corpo perfettamente immobile, ma poi la sua bocca si
distese
in un accenno di sorriso.
Freya si morse
il labbro inferiore e si mosse sulla
piccola poltrona divenuta ormai letto improvvisato per quella notte
ormai
finita e si scostò una ciocca di capelli dietro
l’orecchio sospirando
stancamente.
“Cosa
ci fate qui Gaius?” chiese la ragazza con voce
sottile attenta a non svegliare nessuno in quella piccola ala della
scuola
dedicata al guardiano notturno.
Ci fu un breve
silenzio. “Aspettavo che il nostro
giovane Merlino rientrasse dalla sua piccola gita notturna”
rispose l’anziano
professore alzandosi dalla sua piccola sedia in mogano causando un
piccolo
cigolio che si perse per la piccola stanza.
Gaius si
avvicinò alla finestra. Sul davanzale c’era
un vaso a boccia pieno di fiori disposti magistralmente.
“Gerani rosa, crochi
bianchi e margherite” disse
Gaius quasi
rivolto a se stesso tornando verso la sua
‘compagna’ notturna; vi si sedette
nuovamente sporgendosi di poco verso la giovane che continuava a
fissarlo con
occhi leggermente rossi. “Tornerà
presto” farfugliò pochi secondi dopo.
Il vecchio uomo
inarcò
un sopracciglio assumendo un’aria scettica prima di
abbandonarsi ad un sonoro
sbadiglio. “Speriamo che quello zuccone”
–Freya ridacchiò- “torni in tempo per
la prima lezione ...”
*FLASHBACK*
“Cristo sei
bellissimo baby”.
Merlino
spalancò gli occhi temendo di non aver
compreso bene ciò che il principe avesse
appena sussurrato.
Strinse le mani
a pugno e lo guardò dritto negli
occhi, sentendo distintamente la fronte mandida di sudore.
“Come
scusa?” chiese con voce leggermente spezzata.
Il biondo si
avvicinò con le movenze di un felino e
il giovane indietreggiò istintivamente finendo con la
schiena contro la
portiera del suo gioiellino ancora caldo per la gara appena
‘vinta’ –beh se la
parità poteva considerarsi una vincita- osservando il suo
avversario che lo
studiava, o meglio … mangiava con gli occhi.
“Come
ti chiami baby?” sussurrò nuovamente questi,
ignorando la sua precedente domanda, lasciando che il palmo della sua
mano
finisse contro la Nissan ‘intrappolando’
così il suo sfidante.
Il moro si
umettò d’istinto le labbra con la lingua e rispose un flebile
–Jethro- che
finì in bocca al principe quasi fosse una carezza sensuale
quando questi lo ripeté.
“Baby
ti va una birra con me?” domandò Arthur
dipingendosi in volto un sorriso sensuale e provocatorio che ebbe la
sola
reazione di farlo apparire buffo agli occhi della sua
‘preda’.
“No,
grazie” rispose Merlino nascondendo un risolino
che voleva uscirgli spontaneo dalle labbra, causando però
nel principe un’espressione
di assoluto sdegno, quasi lo avesse insultato pesantemente.
“No
grazie?” mormorò questi arricciando le labbra ad
un’infantile broncio “tu non vorresti prendere una
birra con il famoso
principe?” sbottò oltraggiato il suddetto
campione, ormai dimentico della parità
subita in quella gara.
Quel moccioso
dagli occhi color oceano lo aveva
appena rifiutato come se fosse un semplice … un semplice
ragazzo!
Arthur stette
per tornare all’attacco quando una mano candida si
posò sulla sua spalla ed una
voce morbida, ma autoritaria, lo interruppe nella sua patetica futura
scena da
prima donna.
“Scusa
il suo comporta …” tentò di dire prima
che
questi la interrompesse bruscamente.
“Nessuna
scusa, il bimbo qui presente non ha ben
capito che …” neanche il principe finì
la frase.
Morgana non
aveva nessuna intenzione di lasciarsi
zittire, Arthur era uno dei suoi migliori amici ma non aveva nessun
diritto di
prendersela con un ragazzino che aveva la stoffa del corridore nelle
vene solo
perché improvvisamente il suo spirito omosessuale si era
risvegliato e questo,
appunto, era stato umiliato da un rifiuto.
“Scusa
il comportamento di questo idiota” ringhiò
lei lanciando un’occhiataccia al biondo che si
zittì mestamente, naturalmente
non mancando di imbronciarsi come un infante.
Merlino
ridacchiò e scosse il capo ammirando la
bellezza di colei che evidentemente doveva essere una cara amica per il
principe.
“Non importa, nessun problema” rispose alzando le
spalle come se la cosa non lo
toccasse minimante, anzi, lo divertiva.
“Piacere
Morgana” si presentò allungando la mano
coperta da un piccolo guanto in pelle nera a mezze dita che il moro
strinse con
delicatezza.
“Jethro”
rispose lui dando nuovamente un nome falso.
Sapeva che se
avesse svelato la sua vera identità
sarebbe stato cacciato dal Death Worse se non rapito o ammazzato. Nella
più
rosea aspettativa si aspettava un pestaggio in piena regola.
“Allora,
Jethro” rimarcò lei con un sorrisetto
malizioso “che ne dici di una birra in compagnia di noi
Pendragon … ho un
affare da proporti” finì lasciandolo per un attimo
basito e curioso, ma soprattutto
divertito alla
reazione poco nascosta di
quel principe che se fosse stato un cane avrebbe scodinzolato felice.
Naturalmente
quando Arthur scoprì di essere fissato
da baby tossicchiò
assumendo un’aria
indifferente.
“Andiamo
baby?” chiese con voce roca e fintamente
spazientita che irritò il giovane ragazzo.
“Mi
chiamo Jethro” esclamò scocciato lasciando che
una piccola espressione di vittoria si scolpisse sul viso del biondo.
“Ok
… baby” rispose questi facendosi scivolare
addosso una cascata di insulti tra cui il più ricorrente era
asino.
Arthur si
girò e strinse i denti “Io sono il
principe” disse lasciando che Merlino slargasse gli occhi
come se si fosse
improvvisamente accorto dell’errore.
“Scusatemi
non avevo capito che foste un asino di
razza reale!” esclamò lasciando basito il biondo e
facendo scoppiare a ridere Morgana
che si avvicinò a Lancillotto il quale
stringeva la vita della sua Gwen poggiata con la schiena al suo ampio
petto.
“Ragazzi
questo genio è Jethro” disse lei allegra
chinandosi
per prendere due birre cui una finì
nelle
mani del moretto che salutò allegramente la coppia.
Morgana si
poggiò contro un muretto e lasciò vagare
il suo sguardo per la figura del ragazzino che si sentì
decisamente a disagio
sotto lo sguardo attento della donna. “Allora …
vorresti unirti ai Pendragon?”
chiese lei lasciando Lancillotto e l’amata basiti ed il
biondo principe sull’orlo
di una crisi isterica mista a felicità, sempre nascosta
ovviamente.
Il ragazzo
spalancò la bocca sorpreso e guardò
l’asino
che lo fissò a sua volta confuso prima che entrambi
proferissero un “NO”
–detto dal biondo- e
un “SI”
–esclamato dal moro-.
Si osservano in
cagnesco, prima che Gwen timidamente
si avvicinò a Merlino allungando la mano.
“Congratulazioni! Benvenuto in
squadra!”.
Arthur
aprì più volte la bocca alla ricerca di
qualcosa di intelligente da dire, uscendone solamente con un
“ma io non voglio”,
stroncato sul nascere da Morgana che gli fece segno che se avesse osato
ribattere la sua decisione lei lo avrebbe castrato.
Il biondo, asino
ma non senza istinto di
sopravvivenza e con un particolare attaccamento ai suoi genitali,
optò per un
dignitoso e maschio silenzio, rotto ogni tanto da qualche borbottio
incomprensibile sul fatto che nessuno in quella squadra si curasse
della sua
opinione.
Lancillotto
scosse il capo e strinse anch’egli la
mano alla nuova recluta, fidandosi del giudizio dell’amica
che sicuramente
aveva visto del potenziale in Jethro.
“Beh
festeggiamo no?” propose Lance alzando la Beck’s
in aria “a Jethro e alla sua Nissan”
esclamò seguito dagli altri che ripeterono
lo stesso brindisi, tutti a parte Arthur che brontolò
bevendo un sorso di
birra.
*FINE
FLASHBACK*
Il sole era
sorto da poco e Merlino desiderava
disperatamente un bagno caldo e un letto comodo.
Tornò
a scuola con la Nissan e la parcheggiò nel
garage comprato poco lontano dalla Westmister School.
Sceso
dall’auto traversò due vie e si ritrovò
di
fronte l’imponente retro della scuola che pian piano si stava
svegliando pronta
ad un altro giorno di lavoro e lezioni.
L’acqua
bagnava ancora il ciglio della strada, ma
due giorni di sole tiepido avrebbero cancellato il ricordo di quella
pioggia
pomeridiana riportando in luce il grigio chiaro dell’asfalto.
Svoltò
nel vialetto e scavalcò nuovamente il
cancello più goffamente della notte prima, cadendo sulla
fresca erba bagnata
dagli irrigatori, rabbrividendo.
Dannazione,
pensò il ragazzo osservando l’ambiente.
Si sentiva così fuori posto ora che aveva assaggiato un
pezzo di quella vita.
Aveva bevuto,
aveva riso assieme ai suoi nuovi amici
trovando in Morgana una compagna di burle ai danni
dell’asino, in Gwen una
buona confidente che, però, aveva il difetto di tentare di
difendere Arthur
dalle prese in giro, in Lancillotto aveva invece trovato un buon amico
che lo
aveva ascoltato in
quelle poche ore
senza mai stancarsi ed infine Arthur, il principe, era risultato
fastidioso ma
simpatico.
Era un idiota,
ma un idiota con il cuore d’oro. A
quanto gli aveva confessato Gwen, Arthur gareggiava perché
con i soldi delle
vincite poteva pagare l’università a Morgana che a
quanto pare era la sua
sorellastra.
Merlino sorrise
appena ricordandosi di quel ridicolo
baby con cui lo aveva ormai
apostrofato
e di quel saluto superficiale che gli aveva dato prima di chiedergli il
numero
di telefono e la mail, naturalmente chiesti solo per contattarlo in
vista di qualche
gara o riunione della squadra … ceeeerto.
Si
alzò da terra e corse fino alla porta vincendo la
sfida con gli irrigatori che all’ultimo momento si erano
nuovamente accesi.
AH! Ed il
vincitore era … MERLINO, pensò entrando
nella stanza del guardiano notturno che a quell’ora era
sempre alla panetteria
di qualche via più in là o almeno così
credeva.
Del guardiano
non vi era traccia ma ad attenderlo vi
era la sua migliore amica, Freya, ed il suo anziano precettore privato,
Gaius.
“Buongiorno
Merlino” esclamò allegro il vecchio
sistemandosi il farfallino del suo solito Tweed color cachi che
indossava
indistintamente in inverno, autunno, primavera ed estate, o forse
semplicemente
aveva l’armadio pieno di quegli abiti tipicamente inglesi e
non trovava
appropriato cambiare stile.
“B-Buongiorno
Gaius, buongiorno Freya” rispose
passandosi una mano fra i capelli umidi.
“Credo
che faresti bene a cambiare abito indossando
la tua divisa scolastica” disse solamente alzandosi dalla sua
sedia avviandosi
verso la porta per poi sparire dietro ad essa.
Merlino
guardò Freya che si avvicinò tirandogli
l’orecchio
trascinandolo lungo i corridoi ancora vuoti della scuola buttandolo
dentro la
sua stanza singola.
“Non
dirmi che ci sei andato!” esclamò lei incrociando
le braccia al petto battendo il piede a terra.
“Sono
entrato a far parte della squadra dell’asi …
scusa principe” si corresse subito.
“Oh ma
certo … quando poi tuo padre lo scoprirà
chissà come sarà fiero di te” rispose
lei sarcastica sedendosi stancamente sul
morbido letto del migliore amico che senza pudore si stava spogliando
di quegli
abiti per indossare la divisa scolastica.
Una camicia
bianca, una cravatta blu con lo stemma
argentato della Westmister, un paio di calzini bianchi, i pantaloni blu
scuro a
taglio classico abbinati alla giacca del medesimo colore.
Sembrava un
ragazzo normale se non avesse avuto la
matita che colava lungo gli zigomi pronunciati.
“Struccati
Lady Gaga” borbottò Freya alzandosi mal
volentieri dal morbido giaciglio sedendosi sulla sedia della scrivania
di
Merlino. Aprì una custodia e ne tirò fuori un
computer portatile, lo collegò in
rete elettrica e lo accese. La prima cosa che vide fu che
l’amico aveva della
corrispondenza. Aprì la casella della posta elettronica e
trovò tre messaggi da
parte del padre, Belinor. Freya non aveva bisogno di leggerli per
sapere cosa
volesse il padre di Merlino.
Il resoconto dei
voti del figlio; sempre la solita
richiesta o in caso speciale l’avvisarlo di una qualche
cerimonia di
beneficenza in cui la presenza della famiglia Emrys era richiesta.
Solo un quarto
messaggio attirò la sua attenzione,
una mail da parte di un certo onlytheprince@gmail.com.
La ragazza si
voltò un attimo verso
il piccolo bagno da cui proveniva il
rumore d’acqua e l’aprì leggendo.
“Ciao baby,
Morgana mi ha chiesto di avvisarti che domani sera ci vediamo a
Piccadilly per
andare poi in pizzeria, ovviamente me l’ha chiesto lei
… io non ti chiederei
mai un appuntamento sia chiaro! Però se te
l’avessi scritto io accetteresti? OH
NO NO. Dimentica tutto idiota. A stasera alle 8:30 vedi di non mancare,
baby.”
Ridacchiò.
“Ti ha
scritto un certo principe” disse Freya ricevendo
in risposta una tosse e subito dopo il volto struccato del moretto far
capolino
dal bagno.
“Arthur?”
chiese questi arrossendo leggermente.
“Sì
mia dolce Drag Queen” asserì lei con un
sorrisetto in volto “presumo sia quello in nome del
principe”.
“C-Cosa
ha scritto?” chiese Merlino uscendo allo
scoperto mentre si sistemava la cravatta.
“Vieni
e leggi” disse lei alzandosi dalla sedia
avviandosi all’uscio dal quale uscì subito.
Il moretto si
avvicinò al computer e lesse la mail
mordendosi il labbro.
Che asino,
pensò imbarazzato rispondendo con un
semplice –ci sarò-
prima di
raccogliere da terra la sua tracolla, preparata la sera prima, ed
avviarsi a
colazione.
Avrebbe riposato
il pomeriggio.
Arthur era
seduto sul cofano di una Renault bianco
latte. Dallo stereo la musica che filtrava era forte e ritmata.
“Lance”
mormorò il biondo portandosi alle labbra una
sigaretta mezza consumata “Lance …
Lance” continuò a borbottare facendo uscire
allo scoperto il proprietario del nome che brandì una chiave
inglese
minaccioso.
“Cosa
cazzo vuoi?” sbottò acidamente.
“Come
fanno sesso due uomini?” chiese lasciando che
il povero attrezzo cadesse dalle mani di Lancillotto.
TO BE CONTINUED