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Autore: Suicidal_Love    11/10/2011    7 recensioni
"Fino a quel momento non v`era altro nelle mie vene se non la corsa, la velocita`, il senso del pericolo che ti ubriacava i sensi, lasciando da parte ogni pensiero. L`odore della benzina, della pelle dei sedili e le gomme che stridevano al suolo. Vincere, vincere, questo importava ... o almeno finche` sei arrivato tu baby"
Genere: Drammatico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lancillotto, Merlino, Morgana, Principe Artù
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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“Il mio cuore aveva mai amato?

Occhi rinnegatelo perché non ha mai conosciuto la bellezza fino ad ora.”

 

DEATH WORSE

 

L’odore della pioggia appena caduta aleggiava ancora in quella landa desolata fuori città.

L’asfalto, la terra talmente arida nonostante le varie piogge da pensare che il terreno fosse maledetto.

Erano anni, o forse anche più, che in quella terra non un filo d’erba era riuscito a crescere creando un piccolo spazio verde.

La morte aleggiava in quel posto, tanto da dargli la fama di “mano destra della morte”. Questo era il Death Worse. Uno spiazzo lungo più di cinque chilometri e largo altrettanti.

Terra morta, come le anime che vi aleggiavano sopra, vittime, di una delle tante gare clandestine di macchine o di qualche amicizia errata.

Nonostante la morte avesse impresso a fuoco il suo marchio, il Death Worse era anche vita per coloro che non avevano più nulla da perdere, per gli amanti del pericolo o per chi solo avesse voluto assaporare la velocità, l’adrenalina e l’odore di benzina che impregnava il luogo che appena scoccata la mezzanotte si riempiva di auto sfavillanti e di gente che da ogni parte di Londra si riuniva a guardare il principe battere l’ennesimo sfidante.

Arthur sorrise e le sue mani strinsero il volante mentre nell’interno dell’abitacolo  risuonò wanted dead or alive di Bon Jovi.

Lancillotto inclinò la testa all’indietro e si portò uno spinello alle labbra aspirando il fumo che poi buttò fuori riempendo per un attimo l’auto di quella leggera nebbia che subito venne spazzata dal vento proveniente dal finestrino di poco abbassato.

Le labbra del moro seguirono la canzone e il viso si mosse a ritmo. Arthur si girò un attimo verso l’amico ed alzò il volume delle casse aumentando, però, anche il suo canto battendo più volte sul volante quasi questo fosse la sua personale batteria.

“I’m wanted” Lance gli fece eco –wanted- “DEAD OR ALIVE” cantarono assieme.

L’auto svoltò a sinistra incontrando una rotonda con al centro frammenti di pezzi d’auto e dei fiori piantati all’interno che ormai erano il fantasma di ciò che in vita erano stati.

Si stavano avvicinando al Death Worse, pensò Arthur premendo sull’acceleratore, mentre partiva welcome to the jungle come prossima canzone.

Perfetto, si disse il biondo tenendo gli occhi fissi sulla strada che pian piano cambiava trasformando il panorama da pieno di luci della città ad un buio spazzato via di tanto in tanto da qualche malfunzionante lampione.

Poco importava, il principe conosceva a memoria quella via e fra non pochi minuti si sarebbe scorto il suo paradiso illuminato da forti luci da stadio che … oh sì le avevano rubate ed installate.

 

 

Merlino avanzò alla cieca per qualche tratto toccando le pareti per non creare più rumore di quanto i suoi passi potessero fare.

Prese un bel respiro silenzioso e fece ancora qualche metro con il cuore in gola.

Arrivò ad una piccola porta in mogano illuminata di poco dall’uscio schiuso in cui i dipendenti della scuola stavano guardando una trasmissione serale mandata in onda dalla BBC.

Il ragazzo poggiò la mano sudata sul pomello e spinse creando un piccolo cigolio che lo mise in allarme. Stette fermo per qualche secondo ma solo le risa risposero a quel rumore.

Aprì velocemente e chiuse con cautela la porta correndo ad un cancello in ferro battuto.

Lo guardò con sfida e poggiò le mani su di esso stringendo le aste in ferro gelide ringraziando il fatto che fosse marzo e non dicembre.

Poggiò il piede sul piccolo muretto sul qualche si ergeva il cancello e si fece forza scavalcandolo con agilità.

Si volse un attimo verso la Westmister School salutandola con un sorriso impertinente prima di correre via.

 

 

Il boato si fece fragoroso. Morgana abbracciò Ginevra che ricambiò la stretta dell’amica.

Altri soldi, altre possibilità e l’ennesima vincita che avrebbe fatto gonfiare l’ego di Arthur, pensarono entrambe.

Il biondo uscì dalla sua Honda Civic rossa e ne carezzò il cofano bollente sul quale vi era disegnato un drago dorato, simbolo della sua squadra.

Si passò una mano fra i capelli e sorrise alle amiche avvicinandosi spavaldo.

“Allora gallinelle” sbottò allegro “quanto abbiamo guadagnato stasera grazie alla mia formidabile persona?” chiese, infine, ricevendo in cambio un’occhiataccia da entrambe le ragazze.

Morgana si sistemò la coda e scosse il capo andando all’Honda per controllare lo stato del motore.

Ginevra – o meglio Gwen – si avvicinò al ragazzo, Lancillotto, con il quale festeggiò la vittoria appena ottenuta con un caloroso bacio.

Il biondo si strofinò gli occhi ed alzò le braccia al cielo “grazie davvero! Ho vinto IO e nessuno viene a coccolarmi con dei complimenti!” esclamò con voce lamentosa ricevendo in risposta solo un “pallone gonfiato  dai tre amici.

 

 

Una Nissan Skyline sfrecciò per le vie della capitale.

Merlino alzò il volume dello stereo e cambiò la traccia audio. Gli Hammerfall esplosero nell’auto e il giovane premette sull’acceleratore portando il suo gioiellino sui 120 chilometri orari.

Il moretto abbassò i finestrini e l’aria gli fischiò nelle orecchie confondendosi con la voce del cantante.

Questa era vita, pensò prendendo l’uscita laterale dell’autostrada, sparendo dalla vista di Londra per entrare nel Death Worse, per entrare nella morte.

Pian piano la vista colorata si trasformò in un buio spettrale, tanto da costringerlo a tenere per una decina di minuti gli abbaglianti accesi, o almeno accesi fino a quando delle luci da stadio illuminarono la strada e dei rombi d’auto lo salutarono.

Lo spiazzo si presentò in tutta la sua gloria e Merlino temette di soffocare per un attimo dalla gioia.

Un arcobaleno di macchine si presentò alla sua vista e una vasta gamma di persone lo lasciò totalmente stordito.

Non aveva mai visto tante donne in abiti succinti come in quel momento. Cosce nude, seno prosperoso in evidenza dalle maglie talmente scollate da risultare indecenti se fossero state viste nella sua scuola.

Mosse piano la sua auto verso uno spiazzo vuoto vicino e scese osservandosi attorno.

Una musica martellante lo colpì come un pugno e si girò più e più volte, mentre ragazze e ragazzi saltavano, bevevano, fumavano spinelli in ogni angolo di quel ritaglio dedicato allo sballo.

Merlino deglutì sonoramente e si mosse verso un uomo che di buono pareva non avere nulla.

Il capo rasato era ricoperto da dei tatuaggi tribali che ricadevano quasi fossero una cascata lungo la schiena ampia e muscolosa. I bicipiti grossi anch’essi erano ricoperti da vari tatuaggi il cui più spaventoso era un dragone dagli occhi color ghiaccio che dal polso correva lungo il braccio destro fin sopra la spalla.

Indossava una canotta bianca che aderiva perfettamente al torace muscoloso.  I pantaloni neri in pelle fasciavano perfettamente le cosce da gladiatore dell’uomo che dall’alto del suo metro e novanta dominava chiunque gli fosse attorno.

Ma non era il suo viso duro sporcato da una leggera barba rossa ad incutere timore, no … era una fondina ascellare di pelle color carbone che conteneva al suo interno una nove millimetri argentata con inciso sopra Dragoon a caratteri gotici.

Merlino si avvicinò all’uomo che raccoglieva scommesse e tossicchiò appena.

“Vorrei sfidare il principe” esordì nascondendo la sua insicurezza dietro una perfetta maschera di menefreghismo.

L’uomo lo guardò appena per poi sorridere mostrando una fila di denti bianchi brillanti e si tolse la sigaretta dalla bocca soffiandogli il fumo in faccia.

“Come vuoi tu pivello” rispose “vai alla tua macchina e mettiti sulla linea di partenza fra dieci minuti avrai la tua sfida …” lo guardò torvo “il tuo nome bambino?”.

Il moretto si morse il labbro inferiore “Jethro” replicò andando alla sua Nissan blu oceano e vi si mise all’interno andando alla linea di partenza.

Finalmente avrebbe sfidato il leggendario principe.

 

 

Dragoon si avvicinò ad Arthur con almeno diecimila sterline in mano e gliene diede ottocento.

“Un pivello di nome Jethro vuole sfidarti” disse dopo aver fatto l’ennesimo tiro dell’ennesima sigaretta di quella notte appena iniziata.

Arthur alzò il viso ed annuì malandrino andando alla sua bimba e la carezzò nuovamente “non facciamo male al pivellino ok?” disse all’auto e si sistemò all’interno andando sulla linea di partenza.

Affianco a sé riconobbe una Nissan Skyline ed annuì in approvazione. Era davvero un bel pezzo d’auto e ben curata.

Premette sulla frizione e accese il motore che ruggì creando un boato di grida dietro di lui.

Guardò di nuovo verso lo sfidante maledicendo quei finestrini oscurati. Beh lo avrebbe visto dopo averlo battuto su tutti i fronti.

Sophia, una ragazza dalla carnagione lattea e i lunghi capelli biondo ramati e le gote rosse si mise fra le due auto.

Si piegò un attimo verso l’Honda e mandò un bacio al principe che le fece l’occhiolino di rimando.

La ragazza si rimise in posizione eretta ed alzò il braccio sventolando una bandana color porpora e guardò le due auto severamente “NESSUNA PIETA’” urlò abbassando il braccio.

Le due auto sfrecciarono in contemporanea lasciando una scia delle gomme sull’asfalto rovinato.

Si tennero testa per i primi metri, prima che l’Honda spingesse su un fianco sbilanciando la Nissan che rallentò un attimo permettendo al principe di superare il suo sfidante.

Le mani di entrambi si strinsero sui volanti in una morsa ferrea e Arthur sfrecciò in avanti sul rettilineo, osservando dallo specchietto la Skyline appiccicata al suo didietro.

“Bimba quella Nissan ti sta facendo una corte sfacciata” esclamò il biondo accelerando con l’unico risultato di ritrovarsi al suo fianco l’auto dello sfidante.

Complimenti, pensò il principe, il pivello era tenace.

La mano premette su un bottone rosso e dalla tubatura dietro partì una scarica di nitro che lasciò indietro la Nissan blu.

Arthur rise forte ed alzò la musica della vittoria, mentre svoltava a destra facendo stridere le gomme.

Ora mancava solo il ritorno ed avrebbe guadagnato altri ottocento bigliettoni, pensò allegro, prima di ritrovarsi schiacciato contro la muratura del vecchio ponte del Death Worse.

Si girò ed imprecò.

La Nissan era di nuovo al suo pari. Entrambi accelerano spostando la marcia sul cinque.

Arthur ringhiò e spinse la sua bimba sulla Skyline che si spostò per il forte impatto permettendogli di superarlo.

Corse in avanti e vide la fine di quella gara, quando alla sua sinistra la Nissan fece un volo e lo superò all’ultimo tratto tagliando il traguardo il suo contemporanea.

Arthur frenò di colpo e si lasciò cadere sfinito e scioccato lungo il sedile.

Il pivello era arrivato al suo pari.

Ringhiò all’interno dell’abitacolo ed uscì dall’auto incurante del silenzio creato da quella novità e diede un calcio alla gomma della sua bimba.

“ESCI DA QUELL CAZZO D’AUT …” urlò prima di zittirsi quando dalla Skyline oceano uscì un ragazzo che dal viso si capiva fosse solo un diciottenne.

Il suo cuore gli balzò fino in gola e rimase zitto ad osservarlo.

“cristo sei bellissimo baby” sussurrò solamente.

 

To Be Continued.

 

Ce l’ho fatta dannazione. CE L’HO FATTA *balla la samba* °_° ehm *cof cof* passiamo a ringraziare tutte le povere anime che hanno commentato:

 

·         Shannara_810 (BEH SOLO QUESTO PER TE … GRAZIE PER SOSTENERMI SEMPRE NEGLI SCLERI)

·         CucciLoverZ

·         Princeton_818

·         celine_underworld 

·         ely_scorpioncina

·         lady niniane

·         LadyMerendina

   
 
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