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Autore: Heven Elphas    20/10/2011    1 recensioni
Desclaimer: Questa storia è scritta appositamente per lo #SpiritDay.
Per tutti i giovani che ancora devono lottare contro l’omofobia nel 2011. Per un futuro migliore in cui la discriminazione sarà solo un modo di dire e non una realtà da affrontare.

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Mi pare quasi di essermi svegliato da un incubo in cui nessuno mi voleva attorno e tutti non tolleravano il mio essere diverso.
Diverso, poi… Ho per caso l’aspetto di un marziano?
Vedete delle antenne spuntarmi dalla testa? Ho le orecchie a punta? Sono atterrato qui su una navicella spedita da un altro pianeta?
Quando mi guardo allo specchio a volte ho paura di vedere qualcosa che mi differenzia dagli altri. A forza di sentirmi dire che non sono come loro, ho continuamente il terrore di trasformarmi in chissà quale mostro di un qualche film horror. Eppure il mio riflesso mi rimanda sempre l’immagine di un ragazzo pallido, forse un po’ troppo magro, con i capelli castani appena mossi e degli occhi nocciola vagamente spauriti. Non c’è nulla fuori posto…
Stamattina, a quanto pare, se ne sono accorti anche gli altri.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Stop

 

Stop!

Neither Victims nor Martyrs.

 

 

Desclaimer:

Questa storia è scritta appositamente per lo #SpiritDay.

Per tutti i giovani che ancora devono lottare contro l’omofobia nel 2011.

Per un futuro migliore in cui la discriminazione sarà solo un modo di dire e non una realtà da affrontare.

 

 

 

Noi. Siamo noi gli esiliati.
Noi: gli angeli deviati.
Costretti ad amarci e vergognarci di noi.
Verrà un tempo infinito sarà il tempo invertito che vuoi.

 

È ottobre.

Siamo circa a metà del mese e l’Autunno ancora non si è deciso a prendere il pennello fra le dita per dipingere di rosso e giallo il paesaggio. Sembra che l’Estate stia ancora indossando le sue vesti verdi e correndo per i prati.

Oggi, tuttavia, qualcuno ha portato un po’ di pioggia, tingendo il cielo di un grigio spento ed avvilente e soffiando vento freddo. Uno spirito birichino che vuole ancora vedere le foglie volteggiare armoniose nell’aria. Se sto in silenzio posso sentire i suoi ansiti divertiti, mentre danza leggiadro nel mondo.

Osservo una goccia cadere dalle grondaia, precipitando verso il terreno ed andando ad infrangersi sulla mia guancia. Sorrido… L’Autunno mi è sempre piaciuto, nonostante quello che porta con sé. Nonostante il ritorno a scuola, le verifiche di matematica e fisica troppo difficili per uno come me… Nonostante i professori che non fanno altro che annoiare con le loro mille parole ed i loro insegnamenti. Nonostante la cartella troppo pesante… Nonostante i compagni che non mi capiscono e continuano a credere che io sia totalmente insano.

Quest’oggi sento che qualcosa è cambiato.

Quest’oggi mi pare una giornata speciale e diversa dalle altre.

Mi sembra di sentire qualcosa di strano nell’aria… Una gioia che non provavo da tempo.

La campanella che ci avvisa di avviarci in classe suona lontana e mi sembra un po’ irreale. Fatto sta che mi alzo dall’asfalto del parcheggio su cui ero steso e mi avvio verso l’entrata della scuola con il sorriso sulle labbra. Stretto nella mia felpa viola attraverso l’atrio e mi ritrovo in mezzo alla solita gente, che oggi è stranamente illuminata da un’espressione del tutto nuova. Nei loro occhi, quando incrociano i miei, non vedo odio. Non vedo nulla che mi dimostri disprezzo od intolleranza. È come se tutto fosse scomparso in un battito di ciglia.

Mi pare quasi di essermi svegliato da un incubo in cui nessuno mi voleva attorno e tutti non tolleravano il mio essere diverso.

Diverso, poi… Ho per caso l’aspetto di un marziano?

Vedete delle antenne spuntarmi dalla testa? Ho le orecchie a punta? Sono atterrato qui su una navicella spedita da un altro pianeta?

Quando mi guardo allo specchio a volte ho paura di vedere qualcosa che mi differenzia dagli altri. A forza di sentirmi dire che non sono come loro, ho continuamente il terrore di trasformarmi in chissà quale mostro di un qualche film horror. Eppure il mio riflesso mi rimanda sempre l’immagine di un ragazzo pallido, forse un po’ troppo magro, con i capelli castani appena mossi e degli occhi nocciola vagamente spauriti. Non c’è nulla fuori posto…

Stamattina, a quanto pare, se ne sono accorti anche gli altri.

Arrivo davanti alla porta della mia classe e prendo un lungo sospiro, preparandomi psicologicamente ad entrarci. È il rito che ripeto ogni mattina… Sospiro e spero che le ore di lezione passino in fretta così che possa tornare a casa e chiudermi nella mia stanza. Quello è l’unico posto in cui sto bene in questo mondo avverso.

 

-Michael…-

 

Una voce chiama il mio nome e mi volto, vedendo che James mi sta venendo incontro con le labbra sottili e rosee curvate in un bellissimo sorriso. Senza che possa trattenermi, pure io mi sciolgo in un risolino felice.

James è la mia cotta dall’inizio del liceo. Ogni giorno nella mia testa partono migliaia di film mentali in cui io e lui stiamo insieme e viviamo attimi emozionanti. Purtroppo nulla ditutto quello che ho immaginato si è mai avverato anche se lui è a conoscenza dei miei sentimenti. Sono stato così stupido da pensare che dichiarandomi sarebbe successo qualcosa… Poi, quando è arrossito terribilmente ed i suoi lineamenti si sono irrigiditi, pensavo che avrebbe persino smesso di rivolgermi la parola. Diversamente da quel che pensavo, tuttavia, ha continuato a rivolgermi la parola mentre il resto della scuola non fa altro che darmi del “frocio” o della “checca” o –molto meno gentilmente- del “succhiacazzi”.

 

-Ciao…-

 

Lo saluto timidamente e lui mi si avvicina più di quanto si sia mai permesso qualcuno. Sento il suo respiro sfiorarmi la fronte e quasi non mi accorgo nemmeno della sua mano che mi va a sfiorare il fianco. Sgrano gli occhi senza capire che cosa stia accadendo… Le mie iridi guizzano sul suo volto perfetto, andando ad impantanarsi in quegli occhi neri. Sono troppo vicini… Non avevo mai sentito il suo profumo così distintamente.

All’improvviso le sue labbra accarezzano le mie in un bacio sfuggevole. Per me il tempo si ferma e mi pare di svenire. Il mio cuore fa due o tre capriole ed un intero sciame di farfalle si agita nel mio stomaco, ribaltandomi l’intero organismo.

Terra chiama Mikey. Riprenditi. Di’ qualcosa di sensato.

 

-…oh.-

-Pronto per un’altra noiosa giornata?-

 

Mi domanda, prendendomi per mano senza che io possa dire altro e trascinandomi verso il mio banco. Mi guardo attorno per vedere quanti ci stanno guardando male, ma tutti sono persi nelle loro attività quotidiane come copiare i compiti e ripassare all’ultimo minuto. Nessuno sembra sconvolto o infastidito dal nostro bacio e dal nostro prenderci per mano… Come se la cosa non li abbia colpiti. Come se fosse normalissimo.

Eppure non lo è mai stato. Non è mai stato normale vedere due ragazzi baciarsi ed arrivare insieme in classe. Non qui.

Mi sfrego gli occhi per capire se sono o no in un sogno. Mi pizzico la guancia sotto lo sguardo divertito di James, che ha appena voltato la sua sedia in mia direzione. Appoggia i gomiti al mio banco e mi fissa come se mi stessi comportando stranamente.

 

-Checcè? Cos’hai oggi, honey?-

 

Quell’appellativo mi lascia così sconvolto che quasi ribalto all’indietro. Non è possibile che mi abbia davvero chiamato “honey”. No.

Mi copro le mani con le maniche della felpa, quasi come a volermi nascondere e proteggere da questa stramba ed inverosimile realtà.

 

-…non è possibile. Mi hai…- Abbasso la voce e mi guardo attorno sospetto per paura che ci ascoltino. -…mi hai baciato.-

 

Lui scoppia in una risatina contenta ed allunga la mano per stringermi dispettosamente il naso. Non ci possi credere che stia realmente accadendo.

Dietro di lui vedo apparire Ivan che appoggia entrambe le mani allo schienale della sedia di James, scuotendola forte. Mi allontano strisciando a terra la sedia e facendo un rumore stridulo. So bene che adesso quell’ammasso di muscoli se la prenderà a morte con noi per quello che ha appena visto. So che non avremo scampo non appena usciremo di qui…

Non passa giorno in cui io non sia vittima dei suoi sopprusi e dei suoi scherni. E se, solitamente, vengo picchiato per non aver fatto nulla, oggi di sicuro ha molte motivazioni per spaccarmi l’osso del collo. Chissà che pure James, così come è già successo, non starà fermo a guardare mentre vengo spinto a calci nel parcheggio della scuola.

 

-Basta fare gli innamoratini in pubblico. Andate in privato a fare le vostre cosine sconce.- Dice quell’armadio ridacchiando con complicità. –Noi poveri single ci sentiamo sempre più soli guardandovi!-

-Te l’ho già detto, Iv. Non posso farci nulla se Buddy ha preferito Julia a te!-

 

James gli da qualche pacca apprensiva sulla spalla e l’altro fa il finto offeso, appoggiandogli il pugno fra i capelli. Lo spettina scherzosamente, mentre io non posso fare altro che fissare allibito la scena. No.

Ivan si è dichiarato a Buddy? A Buddy il quarterback della squadra di football?! Lui è sempre stato con Julia, la ragazza più bella della scuola. Non è di certo gay e… Nemmeno Ivan lo dovrebbe essere dopo tutto quello che mi ha fatto. Mi alzo in piedi un po’ sconvolto e corro all’uscita della classe, beccando gente in corridoio che prima non mi aveva mai calcolato ed oggi mi sorride. Ci sono Linda e Clara che si tengono per mano e si scambiano un bacio, prima di avviarsi alle rispettive classi. Nessuno… E specifico nessuno… Le sta guardando male. Non ci fa caso nessuno al fatto che abbiano appena dichiarato al mondo di stare insieme.

Lidia ora è avvicinata da una ragazza che non ho mai visto prima, così sono costretto ad aguzzare la vista. E… Non ci posso credere. È Robert?! Quello che frequenta il corso di letteratura con me e se n’è sempre stato silenzioso nel suo angolino. Ora se ne va in giro con dei vestiti da donna e delle extension colorate. Entrambi si mettono a scherzare ed entrano in aula e scompaiono.

Completamente sconvolto, faccio qualche passo al centro del corridoio ed il professore Morgan arriva verso di me, indossando una sciarpa colorata ed un completo azzurro dal dubbio gusto estetico. Uno come lui non avrebbe mai potuto indossare qualcosa che non fosse grigio!

 

-Che ci fai nei corridoi, fila in classe!-

-Non sto bene… Io…-

 

Senza lasciarlo parlare corro in bagno e vado a posizionarmi davanti allo specchio. Mi sposto i capelli dalla fronte e mi controllo per bene. Sono sempre io. Non c’è nulla di strano e nemmeno mi pare che ci sia una falla che mi dimostri che questo sia solo un sogno.

Il mondo deve essere semplicemente impazzito.

 

-Mikey…- Nel riflesso vedo apparire James che mi si avvicina allarmato, venendo ad appoggiarmi le mani alle spalle. –Sei sicuro che vada tutto bene?-

-No.-

 

La mia risposta secca lo lascia perplesso, così mi gira verso di lui e mi perdo nei suoi occhi. È tutto ciò che ho sempre desiderato, eppure non mi pare vero. Le sue labbra catturano ancora le mie in un bacio e mi spinge contro il lavandino. Sento le sue dita scivolare fra i miei capelli mossi ed incastrarsi in un nodo, tirandolo appena. Quando ci stacchiamo sono sempre più confuso.

È stato il mio primo bacio con un ragazzo, questo. Ed è proprio James.

 

-Cos’è che ti preoccupa?-

-Non è possibile…- Borbotto come una pentola di fagioli. –Non… Tu non puoi avermi baciato e…-

 

Non finisco di parlare perché da un gabinetto esce per l’appunto Buddy, che ci guarda con un sopracciglio alzato. Si avvicina al lavandino libero sospirando e scuotendo la testa, continuando a far finta che noi non siamo appiccicati come due sanguisughe. Addirittura James lo ignora e mi fissa un po’ accigliato.

 

-Che problema c’è se ti bacio? L’ho sempre fatto da quando ci siamo messi insieme alla fine dello scorso anno scolastico. Sei impazzito?-

-Come? Stiamo insieme da Giugno?-

-Da quando ti sei dichiarato, idiota. Hai dei vuoti di memoria? Ti sei addirittura dimenticato il nostro anniversario?-

 

Io sbatto le palpebre incredulo e boccheggio, mentre Buddy inizia a ridacchiare.

 

-Amico, dai, puo’ capitare!- Dice intromettendosi nel discorso con tranquillità. –Non picchiarlo per questo, eh.-

 

Mi volto verso un quarterback tutto sorridente, che mi saluta in modo incoraggiante e poi si allontana uscendo dal bagno. Buddy mi ha appena difeso nonostante da anni non faccia altro che tirarmi spintoni?!

Mi riprendo da questo problema quando quello che ha detto di essere il mio ragazzo tossicchia e mi pizzica un fianco. È tutto così strano che fatico a crederci ed abituarmici. O adesso sto vivendo un’altra vita, o finora ho vissuto in un incubo così veritierò da sembrare l’unica realtà. È possibile che mi sia appena svegliato da un brutto sogno e sia stravolto…?

 

-Io… tutti non facevano altro che discriminarmi per…-

-Per cosa? Per le tue “A” in letteratura?-

-Perché sono gay…-

 

Alle mie parole lui scoppia a ridere e mi da una pacca in testa. Lo guardo completamente spaesato e lui mi appoggia la fronte alla spalla per calmarsi.

 

-E questa da dove l’hai tirata fuori? Sei così paranoico da credere che qualcuno sia… -

-…“omofobico”. Si dice così.-

-Te le studi di notte queste cose? L’ultimo omofo-coso è stato Hitler.-

 

Per un attimo mi sento mancare e sono costretto ad appoggiarmi per bene al lavabo. Non posso credere che mi stia deridendo perché parlo di un problema serio che mi ha sempre riguardo. Un problema che è sempre esistito ed ha sempre coinvolto un gran numero di ragazzi e ragazze come me. Fino a ieri è sempre stato così. Il mondo non pu’ essere cambiato in un giorno.

 

-Cosa.. Cosa stai dicendo? L’altro ieri un ragazzo si è suicidato perché continua vittima di bullismo da parte di un gruppo di omofobi! Io stesso sono stato vittima di percosse da parte di Buddy e Ivan!-

 

Lui si allontana da me e mi fissa come se fossi del tutto impazzito. Allunga la mano per appoggiarla sulla mia fronte, controllando se scotta. Pensa che io sia malato? Dovrebbe capire che io qui sono quello normale e loro quelli strambi. Sono loro quelli impazziti improvvisamente.

 

-Michael… Non ci sono omofobi. Fin dall’alba dei tempi le vittime di una simile discriminazione sono state pochissime. Non si è mai suicidato nessuno e… E tu non sei mai stato picchiato!-

-Ah no?! Allora questi lividi cosa sono?!- Chiedo alzando la maglia per far vedere i segni viola sulle mie costole, lasciatemi proprio due giorni fa da Buddy. –Cosa sono questi per te?!-

-Non c’è niente. Non hai nessun livido, Mikey.-

 

Abbasso lo sguardo e rimango sempre più stravolto nel non trovare i segni delle percosse che ho ricevuto. Mi tocco per vedere se è tutto apposto e se qualcosa mi fa male, ma non sento nulla. Così alzo lo sguardo verso il volto del mio ipotetico ragazzo e gli occhi mi si riempiono di lacrime.

 

-Questo è un incubo?-

-No, amore… No. Perché dovrebbe?- Mi chiede tornando ad abbracciarmi forte. -…perché pensi di essere in un incubo?-

 

La sua domanda arriva da lontano e mi sento cullare lentamente. Sento il suo respiro accarezzarmi i capelli… Sento il suo calore avvolgermi. Le sue lacrime bagnarmi il maglione.

 

-Non è un incubo… Mikey.- Singhiozza piano. –No, Mikey… Mikey…-

 

La sua voce si fa lontana. C’è qualcun altro che chiamarmi adesso. Sembra preoccupato.

Il calore svanisce lentamente lasciando posto al freddo pungente del vento…

Sento delle gocce bagnarmi il viso, ma non sono le sue lacrime calde. È la pioggia…

Il dolore invade tutto il mio corpo e faccio fatica a respirare, mentre qualcosa di caldo e visido mi cola dal naso e dal labbro.

Sento qualcuno toccarmi ed alzarmi da terra, così apro gli occhi.

 

-Ragazzo… Ragazzo stai bene?-

 

Mi domanda una persona che vedo sfocata.

Cerco di focalizzare a fatica, stordito per chissà quale motivo. È un paramedico.

 

-Mi senti?-

 

Domanda ed io muovo appena la mano per fargli capire che ci sono.

Volto appena lo sguardo mentre mi posizionano su una barella, credo.

Così incontro degli occhi neri che mi fissano.

Sono quelli di James.

Mi sta guardando, mentre si stringe nel cappotto ed un paio di poliziotti lo circondano per fargli domande.

Sembra dispiaciuto.

Vorrei sapere per cosa…

 

-Ora ti portiamo all’ospedale. Andrà tutto bene.-

 

All’ospedale.

 

-Michael…-

 

La voce di James grida il mio nome ed improvvisamente appare vicino a me.

Lo guardo e lui sembra tremendamente spaventato.

 

-…andrà tutto bene.-

 

Mi dice, come a rassicurarmi.

Cerco di rispondere ma non riesco.

Dalle mie labbra esce un rantolo e con il pugno stringo forte la mia felpa.

È una lacrima quella che s’infiltra nei tagli sulla mia guancia e mi brucia da morire.

E so perché questa lacrima infame sta scorrendo dai miei occhi…

È la consapevolezza che non mi sbagliavo affatto, quello che stavo vivendo era un lunghissimo incubo in cui tutti disprezzavano l’Amore solo per il solo fatto che esistesse.

La consapevolezza di aver visto solo per qualche istante un Mondo dove si puo’ semplicemente esistere senza aver paura di essere disprezzati.

Una realtà in cui essere se stessi è l’unica cosa normale.

 

-…andrà tutto bene.-

 

Lo sento ripetere distante, mentre chiudono le porte dell’ambulanza.

All’improvviso il rumore dell’elettrocardiogramma diventa insopportabile ed un altro rantolo lascia le mie labbra.

Nonostante tutto sorrido.

Sorrido perché questo giorno di Ottobre è diverso dagli altri.

Perché la pioggia che batte dispettosa sul tettuccio dell’ambulanza oggi ha bagnato un mondo diverso.

Perché improvvisamente sento ancora il calore di James.

 

-…va tutto bene, Mikey-

 

Mi sussurra all’orecchio, così aprogli occhi ed incontro il suo volto.

Le sue labbra si posano sulle mie e lontano un prolungato “biiiip” fischia nelle mie orecchie.

 

-Va tutto bene.-

 

Mormoro per poi abbracciarlo forte.

Fuori dalla finestra la pioggia continua a battere imperterrita, mentre la campanella suona per avvisarci dell’inizio delle lezioni.

 

 

 

Noi…

Ma vuoi che esistiamo noi?
Sarà un altro pianeta o un universo più in là…
Dove conta già esistere senza disprezzo o pietà.

 

 

 

 

 

 

 

 

_________________

 

 

Come avvisato questa storia è per lo Spirit Day (20 Ottobre 2011).

Non si puo’ risolvere un problema scrivendo ovviamente… Ma è l’unica cosa che mi riesce bene fare.

 

Il testo della canzone citata è “Un Altro Pianeta” Di Renato Zero.

 

 

Spero che a qualcuno sia piaciuta.

Fatevi sentire. :D

 

Xoxo

Miky

 

   
 
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