«-(¯`v´¯)--« RICORDATI DI ME «-(¯`v´¯)--«
A
questo punto non vorrei risultare banale o scontata, ma lo ripeto: sono
immensamente felice!
Una
nuova lettrice!
Sapete
ora capisco perché mi piace così tanto svuotare la fantasia e
metterle su “carta bianca”; è per vivere momenti come
questo!
Grazie
Rowina, tr tr tr
gentile! Ouch.. non mi dire
così che mi fai sentire colpevole... mia madre direbbe lo studio prima
di tutto! Ma si sa, i consigli dei genitori restano lì dove sono… ^_^
Zia Esmy : ma quanto mi fanno felice le tue parole?! Un
sacco guarda!
Vedi
coincidenza vuole che mi bekki sempre nel momento
giusto ^_- mitika !
La
mia Sibilla l’ho sempre immaginata così, dolce e altruista con una
nota di pazzia che la rende unica! Non poteva far altro che aiutare Victor!
E
anche tu hai colto nel segno, infondo lo stesso Victor è un po’ la
raffigurazione di Sibilla, al maschile, solo con un passato poco chiaro che lo
rende più misterioso ed enigmatico!
aawaa
RINCORRENDO
UN SOGNO aawaa
Chap n.8
-“No!
No! Victor!!”-. Siamo nell’androne del mio palazzo, Vic mi sta trascinando da almeno un
chilometro, ed inutili sono i miei lamenti –“oh… Vic non è possibile, non ora! Cioè è
un delirio… Vic!!!”-.
Praticamente mi obbliga a prender le chiavi dalla mia borsetta, aprire la porta
di casa e tuffarci in camera da letto.
Ehi ?! Ma cosa state pensando?!
Io amo il mio Simone, e con tutto rispetto per la categoria, i sessantenni non
rientrano proprio nel mio raggio di gradimento!
-“Su
forza! Prendi le tue cose e partiamo subito!”-.
-“Vic è da folli! Non ho nemmeno prenotato un albergo,
un ostello o che ne so una pensione!”-. Ma a poco importa, il mio corpo,
dissociato dalla mente, ha già aperto la valigia riposta sapientemente
sotto al letto.
-“Può
anche darsi che non ci serva!”-.
-“Ah-
ah! E dove dormiremo?! I ponti e parchi sono ancora
inesplorati per me!”-.
Oh,
oh bocca mia taci! Poverino, lui forse un vero posto dove stare, da quando
è “in cerca” non lo ha mai avuto; forse avrebbe voluto,
anche se espressamente non me lo ha mai detto.
Mi
sento una sciocca.
Ma
sì, infondo che importanza ha un tetto al paragone di una favola e il
suo realizzo?!
-“Cioè,
io non volevo dire che non ci starei se fosse
necessario…”-.
-“Sibilla,
probabilmente non ci servirà un posto dove dormire, perché forse
questo incontro sarà talmente breve, da non lasciare tempo per
consumarlo.”-.
Salvata
in corner.
Però,
che strane le sue parole, mi hanno messo la tristezza nel cuore.
Non
che nella mia vita sia mai stata ottimista,
però un po’ c’ho ricamato su tutta questa faccenda, i miei
bei sogni me li sono fatti.
Già,
ma il sogno è mio, e la realtà è la sua.
Chissà
come si sente. Chissà cos avrà pensato, LUI.
Mi
sono impossessata del suo sogno, non è giusto.
-“Victor,
ti prometto che sarà l’incontro più intenso di tutta la tua
vita. Noi la troveremo, tu ci parlerai finalmente! Potrai toccarla, ridere con
lei!”-. Gli vado vicino, prendendogli le mani. –“E io ti
giuro, che ti sarò vicino in qualsiasi momento tu lo vorrai, non ti
lascerò mai solo. Io voglio che questo viaggio sia speciale.
Speciale.”-.
Mi
stringe forte le mani, posso sentire le sue dita premere forte sulla pelle.
Me
le bacia. Ancora e ancora.
Rido e ancora rido,
lo abbraccio, lo abbraccio forte.
Poi
il distacco; c’è una grande valigia da rimboccare e trascinare via
con se, in questo viaggio speciale.
-“Ecco,
credo d’aver preso tutto!”-. Afferro un golfino blu, un paio
d’occhiali da sole, e quando sono veramente pronta, con scatto secco alzo
il manico della valigia pronta a scorrere sulla strada dell’evasione.
Adesso
sto bene, che
importa dove andrò o cosa farò, adesso c’è solo
eccitazione e frenesia, del resto non mi importa.
Di
lui, ancora meno.
Non
lo avviserò, non gli dirò niente di nulla, questo è il nostro
viaggio, mio e di Victor e la sua razionalità, la sua maniacale
precisione non mi seguirà. Mai più, credo.
-“Vic, puoi andare avanti tu, per piacere?!
Faccio una telefonata e ti raggiungo.”-.
-“Faccio
caricare la macchina intanto.”-.
-“Perfetto.”-.
Mi
allontano un attimo, verso la prima cabina telefonica a vista.
Devo
farlo. Devo risolvere in qualche modo questa situazione fra
di noi.
Ma
solo nelle favole, le principesse vivono per sempre felici e contente con i
loro principi azzurri.
-“Pronto?!
Avvocato, mi sente?!”-.-“Vorrei
trasformare quella richiesta fattale tempo fa, in pratica.
Legale.”-.-“Oh no, sono in partenza, se la inoltrasse lei al
diretto interessato sarai più felice. Sa, momentaneamente ha cambiato
indirizzo.”-.-“Perfetto, allora al mio ritorno la
raggiungerò in studio per quella firma. La ringrazio,
arrivederci.”-.
E
metto giù.
Ora
so cosa si prova nel fare una telefonata del genere.
Eppure
milioni e milioni di persone l’hanno fatta, almeno una volta, quella telefonata
nella loro vita; per me è già così gravoso averne fatta
una, insomma basta un pronto, si va bene, firmiamo
delle carte, e un matrimonio, ma prima ancora una storia d’amore,
finisce.
Che
sensazione strana prova il mio corpo, non sembro neanche più io, non mi
sento neppure in me stessa.
Sembro
trasalita dalla mia stessa materia, rimbalzando chissà dove.
Ma
adesso è tardi per cercarla.
Adesso
un taxi giallo, da lontano suona, invitandomi a seguirlo.
*******
-“E’
tutto il giorno, che ti vedo scarabocchiare su quel pezzo di carta! Vuoi dirmi
che stai facendo?!”-.
Dolce,
tenero Vic. Persa nei miei pensieri, non mi sono
nemmeno resa conto di essere a picco nell’aria, con lui, che mi stringe
la mano “perché ho molta paura di questi congegni
dell’aria”. E quando gli ho fatto gentilmente notare che lui questi
congegni li ha governati, mi ha risposto con la sua leggiadra semplicità
che “i miei erano altri tempi”.
Lo
adoro, sono totalmente subdola dalla sua persona.
-“Ma
non era una mia prerogativa, quella di far domande?!”-.
-“Devo
prendere la tua curiosità e farla mia per sempre, sai solo così
ci saremmo davvero scambiati qualcosa l’uno dell’altra!”-.
-“Bello..”-.
Riesco a malapena a sibilare.
Non
ho mai pensato che lui volesse qualcosa di mio; sono una ficcanaso, logorroica,
petulante a tratti eppure lui, lui l’essere così perfetto ai miei
occhi, vuole qualcosa di mio.
La
mia curiosità.
Ricordo
da bambina, la suora che si occupava della mia educazione all’istituto,
diceva sempre che la mia intelligenza era frutto di una curiosità vivida
e vivace.
Diceva
sempre di conservare la mia fantasia viva dentro me; lei
mi avrebbe portata lontano, fatto di me una persona diversa dalle altre.
Ero
piccola, avevo perso entrambi i genitori, distrutta dal destino eppure quella
donna vide in me fantasia e vivacità.
Come
in questo momento.
Non
so se sono capace io nel sodomizzare il dolore e nascondere le cicatrici, o
è soltanto la mia forza di volontà che è davvero
più forte di tutto.
“Comunque
nulla, sto solo scrivendo qualche appunto su di me, su questo viaggio..”-.
-“E
posso leggerle?!”-.
-“Ah,
no! Mi vergogno troppo, e poi è una cosa top- secret!”-.
Rido, mi diverte pensare che in realtà
non sono solo pensieri miei; se ammettessi che sto facendo di questa pazza
avventura, di questo suggestivo incontro una storia da scrivere su carta
bianca, non reggerebbe più di tanto la mia falsa vergogna o pudore.
Chissà,
forse per la prima volta nella vita, sto facendo qualcosa di speciale solo ed
esclusivamente per me.
Egoista, ma felice d’esserlo. E’
concesso a tutti, no?!
-“Ah!
Finalmente ti vedo ridere!”-.
-“Sì,
sono stranamente ed eccitatamene serena in questo
momento! Bah?!”-.
-“Avrai
cominciato a seguire i consigli di questo povero vecchio…”-.
-“Tu
non sei vecchio!”-.
-“Sibilla,
per piacere!”-. Tossisce un po’ prima di continuare
–“sono vecchio e tu sei bugiarda! Fortuna che gli specchi non
parlano altrimenti…”-.
-“Altrimenti?!
Guarda che stai benissimo!”-.”Ma non dirmi che hai paura del
giudizio di Betty?!”-.
Tossisce
ancora una volta, volge lo sguardo verso l’oblò, arrossendo un
po’.
Ha
paura.
Che
dolce, sembra un bambino. Per questo non sembra avere gli anni che ha.
L’accarezzo
su una guancia, si gira di scatto sorridendo.
-“Il
bello è che lei penserà le stesse identiche cose, quando ti
avrà di fronte.”-.
-“Oh,
dubito che il tempo avrà deturpato la sua
bellezza.”-.
-“La
bellezza no, ma la sicurezza e la sfrontatezza dei suoi vent’anni,
sì.”-.
Sorride,
accarezzandomi amorevolmente la guancia.
Eh
già.
Io
non sarò mai più bella come adesso, non sarò mai
più sfrontata come ora, non sarò mai più pazza e
incosciente come in questo momento, che sto lasciando l’uomo che amo
senza curarmi dello spettro della solitudine che all’età di Victor,
verrà a bussarmi.
Ma
io non aprirò. Piuttosto voglio morir sola.
-“Stai
pensando a lui?!”-. Ma perché riesce a
leggermi dentro in questo modo?!
-“Oh
io veramente…”-. Ma perché?!
Perché ho appena detto che mi sento serena!
–“Sì.”-.
-“Sai
cosa ho pensato?!”-.
-“Cosa?!”-.
-“Che
se non sarà lui a tornare, lo andremmo a
prendere noi!”-.
-“Credo
sia un po’ difficile Vic…”-.
-“Difficile?!
Perché Sibilla?! Perché se è
qualcosa che vuoi davvero, ti arrendi così facilmente?!”-.
-“Arrendermi?!”-.
Oh Dio, l’ho già fatto. Quasi. Mi sono arresa!
-“Sì
arrenderti! Tu usi troppo la testa! Io non sento il tuo cuore; dimentica il
cervello e ascoltalo, non ti tradirà!”-.
-“Già…”-.
Peccato che forse non c’è più tempo per le parole, per
ascoltare o provare.
Credo
che adesso ci sia solo tempo per riorganizzare una vita che riparte da me.
Mi sono sempre chiesta perché
congenitamente l’uomo e quasi tutti gli esseri
simili ad esso, da che mondo è mondo, optino per le soluzioni più
semplici, ma dannatamente dolorose.
Che l’uomo goda nel frustrarsi?!
Che scappare allievi soltanto una pena già
scontata e nessuno l’ha mai capito?!
Ma infondo perché sarei
dovuta restare, perché avrei dovuto guardare il mio uomo uscire di scena limitandomi soltanto a perire lentamente?!
Meglio aver messo mari e monti fra
di noi. Meglio, molto meglio.
Una carta di separazione, due firme leggibili e di
me e Simone non sarebbe restato altro che la parola fine.
Quasi.
-“Non
credevo che l’Austria fosse così lontana!”-.
-“E’
solo una questione di punti di vista! Se giri il mondo al contrario, forse la strada ti
sembrerà più corta!”-.
-“Giusto!
Perché non ci ho pensato prima?!”-.
Già,
perché?!
Forse
questa osservazione potrebbe essere adatta per un mucchio di cose nella vita;
se avessi girato strada forse non avrei incontrato una cabina telefonica e non
avrei fatto quella chiamata.
Se
fossi girata probabilmente non avrei nemmeno incontrato Victor, e adesso non
sarei con lui, sospesa nel cielo a rincorrere una strada che invece, abbiamo
preso nel verso giusto.