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Autore: Kalice    20/10/2011    1 recensioni
Diana perde da poco i suoi genitori e insieme alla sua sorellina si trasferiscono dalla zia che abita in una cittadina di Londra.
Proprio lì Diana incontrerà l'amore della sua vita/esistenza, Joe.
Ma non sa che il suo passato è legato ispiegabilmente al suo e alla chiave che Diana porta sempre con sè...
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io e Lindy tornammo a casa sfinite, quel vestito ci costò un occhio della testa, ma le comprai lo stesso un completo, per farla felice.
Non smetteva di ammirarlo, quasi mi faceva tenerezza.
Andai in camera mia, mi spogliai e mi misi il pigiama.
Volevo vedere se mi erano arrivate qualche mail, quindi accesi il computer sulla scrivania.
Trovai una mail di un contatto che non conoscevo su cui vi era scritto

Ciao angelo, volevo chiederti se volevi uscire un giorno di questi tanto per stare insieme, che ne dici? Attendo una tua risposta. Per sempre tuo. Joe.

Joe. Mi aveva scritto una mail.
Voleva che io uscissi con lui.
No.
Non era assolutamente vero. Come poteva uscire con me quel ragazzo? Quel maniaco compulsivo che mi affascinava tanto?
Decisi di mandare la mia risposta.

“ Caro Joe, ho letto la tua mail e penso che si potrebbe uscire un giorno di questi. Che ne dici alla fiera che sta organizzando il quartiere? Potrebbe essere carino. Attendo tue notizie. PS: Perché non sei più venuto a scuola?”

Era fatta, dovevo premere solo e soltanto il tasto invio e poi sarebbe giunta la risposta fatale.
Premetti “Invio”.
Ne stavano parlando in giro quando io e Lindy siamo uscite a fare shopping, dicevano che ci sarebbe stata una specie di fiera di benvenuto, sicuramente c’entrava qualcosa zia Rose. Sembrava carino come posto per uscire.
Saremo stati io e Joe, soli , a parlare forse.
Volevo capire bene chi era in realtà quel ragazzo, volevo scoprire quel segreto che celava nei suoi occhi verdi come smeraldo, volevo scoprire tutto di lui. Qualche minuto dopo arrivo una mail.
Era Joe. Possibile che attendeva solo che la mia risposta?

“Sarebbe fantastico angelo, allora ti passo a prendere a casa verso le 20:00, d’accordo? A presto allora. PS: sono stato via per un po’ di tempo, domani ti spiego.”

Non mi accorsi subito del rossore che mi era venuto mentre leggevo la lettera.
Sembrava come se veramente gli interessassi. Come se veramente gli piacessi.
Speravo con tutta me stessa che non mi stesse prendendo in giro, perché cominciavo a provare qualcosa che somigliava all’interesse.
Pensando a Joe, mi riaffiorò l’immagine di Mike che mi dava il bacio sulla guancia dell’altra sera.
Certo, non che potessi ritrarmi dal bacio da quelle braccia possenti, ma non mi dispiacque affatto.
Avevo bisogno d’affetto in quei giorni e forse l’avrei trovato anche in Joe.
Mike per me non significava nulla ovvio, invece Joe . . . il suo sguardo, il suo viso, il suo corpo, il suo fascino, tutto mi attirava. Quel ragazzo era un completo mistero e l’avrei svelato in un modo o nell’altro. Il mattino dopo non vedevo l’ora di andare a scuola, per vedere Joe. Presi in prestito la macchina di zia Rose e mi diressi alla Link High. Mancava circa un quarto d’ora alla campanella e vidi sull’atrio un viso conosciuto, Mike.
Mi venne incontro con il suo sorriso meraviglioso e mi scoccò un bacio sulla guancia. Il contatto con la sua pelle mi provocò un leggero brivido lungo la schiena, ma non volevo che continuasse ancora questa storia.
- Ehi, non ti sembra di correre troppo? – gli dissi cercando di mantenere un tono freddo.
- ma che ti prende? Credevo che ieri ti fosse piaciuto – mi tirò per un braccio e mi trascinò con se dentro la scuola.
Sperai con tutta me stessa che Joe non avesse visto il bacio.
Mi trascinò in un aula vecchia e polverosa, mi sollevò da terra tenendomi con un solo braccio e mi mise su un banco, che al contatto con il mio peso cigolò. Nel frattempo la mia faccia andava a fuoco come mai prima di allora.
Mike mi sfiorò delicatamente il viso.
– Diana, dal primo momento che ti ho vista, nel mio corpo si è scatenato come un putiferio- disse e intanto la mano era scesa sulla spalla,
- hai acceso in me un fuoco che non c’era più. Ti prego adesso diventa mia! – e non riconobbi più il Mike che conoscevo.
Cominciò a sbottonarmi la camicia in fretta e in furia, io cercai di divincolarmi ma lui non mi diede ascolto, gli diedi un pugno ma niente, era accecato dal desiderio. A un certo punto urlai in preda alla disperazione, cercò di levarmi la gonna , ma non ci riuscì.
Imprecai me stessa per essere stata così idiota da dargli corda. Gridai “aiuto!” ma nessuno mi sentiva perché eravamo in un aula isolata dal resto della scuola.
Lui mi tappò la bocca dandomi un bacio.
Fu un bacio tormentato, la sua lingua era colma di bramosia.
Mi diede il voltastomaco e gli morsi la lingua con tutta la forza della mascella, ma lui non si scostò di un centimetro e cominciò con il spostare la mia gamba destra verso l’esterno. Urlai dal panico, le mie forze non erano sufficienti per spostare un tale energumeno. -
Aiuto! Aiutatemi! – gridai in preda al panico.
- Sta zitta! Dammi la chiave! – mi disse urlandomi in faccia.
-Che cosa? – urlai disperata
-Non c’è nessuno ad aiutarti perciò non ti conviene disobbedire! -
- sbagliato! – disse un voce e un ragazzo sganciò un pugno in faccia a Mike facendolo rotolare a terra come una biglia.
Era Joe, ed era venuto a salvarmi! Joe cominciò a suonargliene di santa ragione. Gli sganciò un pugno sulla mascella, facendolo sbattere contro la cattedra, ma Mike si rialzò e restituì il pugno facendolo rotolare sotto le mie gambe. Joe si rialzò mi diede un bacio su una mano e disse
Medomoiselle, con permesso. – e ricominciò la scazzottata fra i due.
All’improvviso arrivarono gli altri compagni di classe a dividerli e tutto finì.
I due nel pomeriggio erano stati convocati dal preside per spiegare ciò che era accaduto.
Io non volevo rimanere un secondo di più in quella classe e uscii di corsa verso il cortile.
Vidi una panchina e mi fiondai sopra. Mi piegai su me stessa e ripensai alla scena di poco prima, a tutto quello che era successo, al Mike completamente accecato da una sola ed unica cosa. . . Non mi accorsi delle lacrime che mi bagnavano il viso, ma poi il pianto ebbe la meglio. Sentii dei passi provenire da dietro le mie spalle, ma non mi volli girare per vedere chi fosse, ero troppo spaventata e il mio pianto da liberatorio si trasformò in pianto di disperazione. Qualcuno mi cinse le spalle, mi voltai subito al contatto, e vidi l’espressione preoccupata di Joe, non ci pensai e mi buttai fra le sue braccia piangendo come quando seppi della morte dei miei genitori.
– Angelo . . . – disse Joe e mi accarezzò la testa poi passò al viso.
Mi sollevò il mento inumidito dalle lacrime e mi guardò con uno sguardo ipnotizzato e ferito al tempo stesso.
–Ti prego – gli dissi, - portami via di qui-.
Mi prese fra le sue braccia non so dove mi stesse portando, ma qualunque posto era meglio di lì.
Mi guardò con uno sguardo dolce e magnetico, i suoi occhi smeraldo penetrarono nei miei e si fusero in un misto di mistero e di dolcezza, riuscii a sibilare un impercettibile
– Chi sei? – così impercettibile che si sentiva a malapena, ma lui sentì uguale e rispose – sono la persona che ti ama -,
ma mentre pronunciava quelle parole mi appoggiai al suo petto scolpito di muscoli e mi addormentai.
Aprii gli occhi all’improvviso e vidi che ci stavamo librando in aria, non so come ma stavamo volando.
Guardai il vuoto sotto di me, poi il mio sguardo corse a Joe e vidi alle sue spalle possenti ali argentee, così luminose e pure che il mio sguardo non ce la fece a fissarlo per molto. Joe era un angelo. Il Joe che sognavo tutte le notti era un angelo.
– Angelo, riposa, sei scossa e stanca, mi prenderò io cura di te – si rivolse a me con tale dolcezza che quelle parole mi sciolsero il cuore.
Mi affidai completamente a lui. Lo amavo, lo desideravo con tutta me stessa, desideravo lui e nessun altro. Intravidi la mia casa dall’alto e Joe vi ci atterrò sopra.
Entrò dalla finestra di camera mia con delicatezza senza far rumore. Mi posò dolcemente sul letto.
– Riposa amore mio- mi disse con un sorriso colmo d’amore.
– non te ne andare – lo pregai, - non te ne andare, resta con me-.
Si mise accanto al letto e cominciò ad accarezzarmi il volto, poi disegnò le curva delle mie labbra, la mia pelle al suo tocco era diventata fuoco, un fuoco di passione e bramosia di quelle sue labbra carnose, di quel volto perfetto.
Lui si avvicinò, lentamente e premette le labbra contro le mie.
Fu un estasi squisita, la sua lingua incontrò la mia e insieme eravamo un tutt’uno.
Io lo desideravo e lui mi desiderava. Nel frattempo le sue ali erano spiegate e lucenti come un sole nella notte.
Mi staccai per riprendere fiato e lui ne approfittò per dire – adesso devo andare, dormi bene amore mio – mi dette un altro dei suoi baci dolci e se andò, volando fuori dalla finestra. Io mi addormentai accarezzandomi le labbra sulle quali vi erano impresse quelle di Joe. Mi svegliai dopo un sonno profondo e vidi l’orologio, erano le quattro del pomeriggio.
Era presto. . . ad ogni modo quello che era successo prima è stato fantastico.
Mi collegai su internet per vedere se c’era qualche mail di Joe.

“Come sta il mio angelo? Joe.”

Oh, era preoccupato. Lo amavo sempre di più, sempre di più e gli risposi.

“Il tuo angelo sta benissimo, invece il mio angelo? Come stai? Grazie per oggi per avermi riaccompagnata a casa. PS: vorrei che uscissimo più spesso , anche oggi, alla fiera. Voglio vederti.”

Non desideravo altro che incontrarlo ancora, volevo che mi baciasse ancora e ancora e ancora senza mai smettere di amarmi. Pochi minuti dopo arrivò la risposta.

Non so che ti sia passato di mente ma non chiamarmi angelo, solo io posso farlo.Sto bene grazie, comunque non ti ho riaccompagnata a casa oggi. PS: si, stasera va bene, vengo verso le 20:00 come abbiamo detto ieri? “

Ma come?? Non imi aveva riaccompagnata a casa? Che assurdità era questa? E quel bacio? E quelle ali? Non era vero niente? Era solo un. . . sogno?

“Stasera dobbiamo parlare.”

Gli risposi fredda. Quella sera dovevo parlare con lui per capire se ero diventata pazza o meno.
   
 
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