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Autore: LadyCullen1997    22/10/2011    0 recensioni
Sono passati 10 anni dalla fine di BD.
Una ragazza misteriosa arriva a Forks e sembra conoscere molto bene il segreto dei Cullen e dei licantropi.
Metterà a rischio queste due "famiglie"?
E perchè sembra conoscere Bella?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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ANGOLINO DELL'AUTRICE

Ringrazio tutte/i coloro che, finora, hanno letto la mia fanfiction :)

Un grazie particolare a chi mi ha recensito:

 

Beatrice muliebre

Eleonora2307

HelenCullen

 

Mille grazie,

LadyCullen1997

 

Ps. Quando metto la foto di un personaggio, significa che è lei/lui a raccontare.

 

MY HOPE

 

Si perdona finché si ama.

François de La Rochefoucauld

 

 

CAPITOLO 3: Amélie

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Dopo 10 lunghi anni l'avrei rivista! La mia nipotina!

In quel momento udii il rumore di un'auto che si avvicinava.

E' l'auto di Nicole! Pensai,euforica all'idea di rivederla dopo tanto tempo.

Posteggiò sul vialetto, di fronte all'ingresso della villa, che avevamo comprata 15 anni prima, prevedendo che un giorno sarebbe stata una delle nostre abitazioni, visto il clima piovoso.

Nicole scese dall'auto e io le corsi subito incontro, a velocità umana, in caso mi vedesse qualcuno dei vicini di casa.

<< Ciao, nipotina! >> la salutai,abbracciandola.

<< Ciao... >> rispose infastidita.

Sciolsi l'abbraccio e la guardai. Ovviamente non era cambiata di una virgola. I tratti da nativa americana come quelli del padre,gli occhi azzurri e i lunghi capelli color mogano.

Osservai meglio l'espressione. Sembrava arrabbiata per qualche motivo...

<< Hai il coraggio di ripresentarti da me dopo 10 anni che non ti fai vedere con solo 20 minuti di preavviso?!? >> disse emettendo un basso ringhio.

Rimasi interdetta. Non mi aspettavo certo un “accoglienza” del genere.

Certo, sapevo che si sarebbe arrabbiata, ma non pensavo che si arrabbiasse perchè ero arrivata con poco anticipo...

<< Capisco che ti arrabbi perchè non mi faccio vedere da un bel po' di anni. Ma che c'entra il preavviso? >> chiesi dando voce ai miei pensieri.

Sbuffò e si diresse verso la porta di casa, aprendola ed entrando per poi sbattersela alle spalle come se fosse sola.

Adesso esagera! pensai adirata.

Mi diressi verso la porta ma quando provai ad aprirla mi accorsi che l'aveva chiusa a chiave.

<< Stupida mocciosa! Apri subito questa porta, se non vuoi che la butti giù! >> gridai furiosa.

Attesi, ma non ricevetti alcuna risposta.

Le opzioni sono due: o butto giù la porta, o aspetto che esca per intrufolarmi in casa.

Mi guardai attorno e notai che la vicina di casa era alla finestra che mi guardava preoccupata per non so quale motivo.

La prima opzione era andata in fumo.

Pensai per più di un'ora al motivo per cui si era infuriata così tanto, ma non riuscivo a capire.

Poi notai un particolare che prima non avevo notato.

Quando non l'avevo trovata in casa, avevo dato per scontato che fosse andata a caccia. Ma allora perchè si era portata l'auto?

Eureka! Forse è uscita con qualcuno!

Presi il cellulare e le mandai un messaggio.

Sei uscita con un ragazzo stasera? Hai dovuto interrompere l'appuntamento perchè sono venuta senza avvisarti in tempo? E' per questo che sei arrabbiata? Ti prego rispondimi!

Amélie.”

<< Idiota! >> le sentii dire.

Un paio di secondi dopo mi arrivò la risposta: “Ero con degli amici in spiaggia...”

Si è fatta degli amici! Pensai sorridendo contenta.

Che facevate in spiaggia?” le scrissi, curiosa di saperlo.

Udii la porta aprirsi, così mi girai e la vidi appoggiata allo stipite.

<< Non sarebbero affari tuoi, ma facevamo un falò >> borbottò fissando a terra.

<< Ti sei divertita? >>

Annuì.

<< Scusami per averti avvisato tardi del mio arrivo >> dissi sinceramente dispiaciuta.

Alzò lo sguardò e mi fissò attentamente, come se volesse trovare qualcosa di strano in me.

<< Che c'è? >> chiesi, un po' infastidita da quello sguardo indagatore.

<< Cerco di capire se sei sincera o no >> mi spiegò.

<< Certo che sono sincera! Devi credermi! >> le dissi avvicinandomi a lei e accarezzandole una guancia in segno d'affetto.

<< D'accordo per questa volta ti credo >> disse sorridendomi gentilmente.

<< Mi sei mancata! >> esclamai buttandomi tra le sue braccia.

Ricambiò l'abbraccio e mi strinse a se.

<< Io non ti sono mancata? >> le chiesi sfoderando il mio sguardo da cucciolo ferito.

<< Si. Mi sei mancata, nanetta! >> disse scompigliandomi i capelli con la mano.

Entrammo in casa e ci sedemmo sul comodo divanetto rosso.

<< Scusa! >> esordii.

<< Ti ho già perdonata >> affermò, chiaramente confusa dalla mia improvvisa dichiarazione.

<< Mi scuso per non averti dato mie notizie in questi ultimi 10 anni! >> precisai.

<< Non scusarti di questo. So che ve ne andaste per il mio bene >> disse sbadigliando.

<< Da quanto non dormi? >> le chiesi preoccupata.

<< Circa 52 ore >> sussurrò.

<< Cosa?! Fila subito a letto, signorina! >> dissi con tono severo.

<< Che paura! E se non volessi andarci? >> chiese sfidandomi con lo sguardo.

Ridacchiai e a velocità vampiresca la presi in braccio e la misi seduta sul suo letto, che si trovava al piano superiore.

<< 'Notte >> bofonchiò sdraiandosi.

<< Sogni d'oro >> sussurrai baciandole la fronte per poi sdraiarmi di fianco a lei.

Si addormentò un paio di minuti dopo.

Dovrò raccontarle tutto al più presto, mi dissi ripensando a quello che era successo cinque anni prima.

 

 

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Erano le 10 del mattino quando mi svegliai.

Ero da sola in camera e sentivo rumori provenienti dalla cucina al piano di sotto.

Amélie! pensai sbuffando.

Mi cambiai i vestiti e indossai un paio di jeans neri, una felpa azzurra e un paio di converse abbinate.

Mi legai i capelli in una lunga coda mentre scendevo le scale e rimasi bloccata sull'ultimo gradino quando vidi un piccolo pacchetto sul pavimento,proprio alla fine delle scale.

Lo presi e lessi il mio nome scritto con un pennarello nero sul pacchettino.

Mi diressi in cucina, dove trovai Amélie intenta a prepararmi la colazione.

<< Cos'è? >> le chiesi alzando in aria il pacchetto.

<< Buongiorno! La colazione sarà pronta tra poco! Intanto apri il pacchetto. E' un regalo per te! >> disse il tutto senza degnarmi di uno sguardo.

Qui gatta ci cova...

<< Perchè mi hai fatto un regalo? >> chiesi sulla difensiva.

<< Oh, ma come siamo sospettosi già di prima mattina! Comunque come fai a non ricordarti che oggi è il tuo compleanno? >> esclamò sorridente.

Guardai il calendario appeso alla parete. 22 settembre.

<< Ah. E' vero... >> commentai.

<< Apri il regalo! >>

Lo aprii come mi aveva ordinato e mi trovai in mano una chiave.

<< Mi prendi per il culo o cosa?! >> dissi lanciandole un'occhiataccia.

<< E' ovvio che non è la chiave il regalo, idiota! Ti serve per usare il regalo! >> esclamò esasperata.

Guardai meglio la chiave e notai il simbolo della Yamaha.

Tornai a guardare Amélie che si era girata verso di me e indicava la porta.

Corsi fuori di casa e la vidi: una bellissima Yamaha r6 blu!

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<< Grazie! >> strillai buttandomi tra le braccia di Amélie, che mi aveva seguita fuori.

<< Sapevo che ti sarebbe piaciuta! >> disse tutta contenta.

<< Quando la vedrà Jake impazzirà di invidia! >> commentai.

<< Jake? Allora ieri eri uscita con un ragazzo! Bugiarda! >> mi accusò Amélie puntandomi il dito contro.

La guardai con un sopracciglio alzato.

<< Ma ci sei o ci fai? Jake è uno dei miei amici, e se vuoi saperlo, ama follemente la sua ragazza! >>

<< Ah... >> sembrava poco convinta dalla mia spiegazione.

<< Guarda che è vero! >> cercai di convincerla.

<< Non ho detto nulla! >> rispose.

Ma quando si girò per rientrare in casa, disse ridacchiando come una bambina: << Guarda che non me la dai a bere! >>

Sbuffai.

Tanto è come parlare col muro! mi dissi.

Rientrai anche io in casa, presi il piatto con la colazione e cominciai a mangiare, seduta sul tavolo.

<< Che ne dici di invitare i tuoi amici qui stasera, per festeggiare il tuo compleanno? >>

Quasi mi strozzai, quando Amélie pronunciò quella frase.

<< Neanche per sogno! >> risposi velocemente.

<< Perchè no? >> chiese lei, mettendo il broncio.

<< Ora te lo spiego. Ho cinque amici, di cui quattro si trasformano in lupi ed una è per metà umana e per metà vampira! >> le spiegai.

Scoppiò a ridere.

<< Avrei dovuto immaginarlo! Ti sei fatta amica degli esseri soprannaturali come noi! >> disse tra una risata e l'altra.

Le tirai un coltello, che le rimbalzò addosso.

Quando smise di ridere, si girò verso di me confusa.

<< Scusa, ma hai raccontato loro la verità, giusto? >>

Scossi la testa.

<< Ma ho intenzione di farlo al più presto... >> sussurrai.

<< Prima lo fai meglio è >> disse abbracciandomi.

<< Ho paura che non mi accettino... >> borbottai.

<< Hai detto che tra di loro c'è una mezza-vampira. Perchè non dovrebbero accettare te? >>

<< Perchè sono un miscuglio strano >> risi delle mie parole.

Mi sorrise incoraggiante, spingendomi verso la porta.

<< Che fai? >> le domandai confusa.

Fece un sorrisetto, a mio dire diabolico, e mi disse: << Come ho già detto: prima lo fai meglio è! >>

<< M-ma... >> balbettai nervosa.

<< Non ti preoccupare. Andrà tutto per il meglio. E poi se sono veri amici ti staranno accanto qualsiasi cosa succeda, no? >> e detto questo mi chiuse la porta in faccia.

  
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