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Autore: Sophie Hatter    22/10/2011    3 recensioni
“Senti, Potter, non so che cosa tu voglia ma non avevo alcuna intenzione di disturbare le vostre confidenze stamattina, mi trovavo già in aula per puro caso e non so cosa aggiungere a mia discolpa, perché non c’è altro che io possa dire, ma ti assicuro che ho cose ben più importanti di cui occuparmi che non siano i vostri affari personali… se invece vuoi chiedermi del prossimo finesettimana a Hogsmeade, con mio rammarico devo annunciarti che ho già preso appuntamento con uno Schiopodo Sparacoda”.
Mentre Lily cerca di recuperare il fiato dopo quel discorso a raffica, James Potter sorride enigmaticamente dietro alle spesse lenti degli occhiali rotondi, facendo salire una mano a spettinarsi i capelli già in disordine.
“A dire la verità, l’argomento era più che altro il primo”, risponde, “ma mi rallegra sapere che ti interessava ricevere un invito da me”, aggiunge, e Lily si sente avvampare di colpo.
Maledetto idiota.
*
La raccolta si è classificata seconda al "Lily e James, Missing Moments contest" di Tittivalechan91 indetto sul forum di Efp, vincendo inoltre il premio caratterizzazione e il premio originalità.
L'ottava shot si è classificata seconda a parimerito al contest "E tu cosa scegli?" di _Aras_ indetto sul forum di Efp.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Horace Lumacorno, I Malandrini, Lily Evans, Minerva McGranitt | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Love is... (the only weapon which I got to fight)'
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s4

Hey, baby, non ti voglio più

 

 

Prompt: settimane

Ambientazione: quinto anno

Parole: 2680

 

 

20 Maggio 1976

 

Questa mattina, a lezione di Difesa Contro le Arti Oscure, Lily Evans è arrivata decisamente in anticipo rispetto al solito. In genere non ci tiene particolarmente a correre in aula per accaparrarsi il primo banco – se si siede a fianco a Mary, in quella coppia di posti in seconda fila sul lato destro, in genere riesce a seguire perfettamente: l’amica è sempre silenziosa e se si distrae lo fa per i fatti suoi, guardando fuori dalla finestra o scarabocchiando sul foglio di pergamena veri e propri capolavori artistici. Inoltre il professor Bulky, per quanto esperto cacciatore di fantasmi, alle volte non sembra padroneggiare completamente la sua stazza di un metro e novantacinque; ha la tendenza a perdere il controllo sulla propria bacchetta, che tiene sempre in mano mentre accompagna i suoi discorsi con un ampio gesticolare. L’ultima volta, ad esempio, durante una sua lezione un angolo del libro di Remus ha improvvisamente preso fuoco.

Tuttavia, stamattina, Lily si è arrabbiata moltissimo con Severus mentre discutevano a colazione e l’unica cosa che ha potuto fare per troncare la conversazione è stato andarsene, dopo aver a malapena bevuto il suo the.

Sa che tra un’ora inizieranno i crampi allo stomaco per la fame, ma non poteva fare dietro-front e tornare sui suoi passi cinque secondi dopo essersi resa conto che era uscita dalla sala grande senza aver mangiato.

Non avendo trovato di meglio da fare – neppure aspettare che Margaret, Delia, Mary e Helen la raggiungessero – ha deciso di andare direttamente in aula. Tanto, ormai, manca poco all’inizio delle lezioni.

Ovviamente, se l’è presa con Severus sempre per i soliti motivi. Per tutto il giorno precedente era sparito chissà dove con i suoi pessimi amici e oggi, anziché scusarsi per essere mancato al loro appuntamento di ripasso pomeridiano in vista dei G.U.F.O., ha iniziato con la solita tiritera caustica nei confronti di Potter e dei suoi compagni.

Lily detesta dover essere messa nella posizione di difendere Potter, ma in queste circostanze Severus non le lascia altra scelta. Perciò gli ha fatto notare, per l’ennesima volta, che dovrebbe essere riconoscente a quel bastardo arrogante che gli ha salvato la vita, giusto qualche settimana fa. Tuttavia, di nuovo, Severus ha negato che ciò corrisponda a verità. E un’altra volta si è offeso a morte perché lei ha scelto di credere alla versione di Sirius Black anziché alla sua.

Il problema fondamentale – quello che Severus non vuole proprio capire – in realtà è solo uno: lui non le ha raccontato nessun dettaglio di ciò che è esattamente successo quella notte. Dice che non può farlo, con aria misteriosa e sprezzante, e che comunque non è necessario. Per questo Lily è più propensa a credere a Sirius Black piuttosto che a lui, perché è proprio questo l’atteggiamento che si aspettava da Severus: vederlo fare e dire di tutto pur di non ammettere che James Potter in persona gli ha salvato la vita.

In più, per quanto non possa assolutamente parlarne con il suo migliore amico, ci sono indizi che da settimane continuano a spingerla verso questa teoria.

E il fatto che Sirius Black quella notte, quando le ha raccontato quella storia per fare in modo che lei li facesse andare a letto senza tormentarli, le sia suonato incredibilmente convincente è solo una ragione minore.

Ma non è affatto suo interesse mostrarsi ossessionata dai comportamenti altrui, come invece è abitudine di Severus. Perciò, non ha più intenzione di pensarci.

Tuttavia, mentre formula questo pensiero, Lily non ha messo in conto le voci concitate che si stanno avvicinando e che sembrano appartenere esattamente ai soggetti dei suoi buoni propositi.

“Credevo di essermi umiliato a sufficienza, ormai…”

“Pads, devi dargli tempo. Non insistere, non servirebbe a niente”.

“Ma gli ho dato del tempo! Prongs, sono passate tre settimane. A me sembra più che sufficiente per capire se vuoi perdonare o meno una persona”.

“Dipende da cosa ti ha fatto”.

“Oh, andiamo, quando il primo giorno ti ho fatto cadere nel lago mentre lo attraversavamo in barca non mi hai tenuto il muso per così tanto! E mi sembra una cosa piuttosto grave”.

“Sirius, avevamo undici anni…”

“Che c’entra?”

“Non eri ancora mio amico, buttarmi giù dalla barca non significava tradire la mia fiducia”.

“È assolutamente inutile discutere con voi. Siete… cazzo, non lo so. Non fate niente per venirmi incontro, io che accidenti devo fare di più?!”

“E ora che c’entro io? Ti sto solo spiegando le ragioni di Remus…”

“Le ho capite le sue ragioni, ma sarebbe ora di andare oltre, per Merlino!”

“Non puoi pretendere di cancellare tutto con un colpo di bacchetta, Sirius”.

“Vedi? Nemmeno ascolti quello che dico! Ti ho già spiegato che sono passate tre settimane!”

“Dai, Padfoot, sta arrivando Bulky, andiamo in aula”.

Lily smette di respirare, mentre finge di copiare alacremente alcune righe dal libro di testo sopra un foglio di pergamena per appunti. Ovviamente non è mai stato suo interesse origliare quella conversazione, ma non sentire era praticamente impossibile. È ovvio che quei due non sapevano che lei si trovasse nell’aula, a pochi metri da loro, perciò hanno parlato con un tono di voce abbastanza alto da far cogliere bene ogni parola. La ragazza ringrazia mentalmente per il fatto che stia arrivando il professore, perché altrimenti è praticamente certa che sia Potter che Black gliene direbbero di tutti i colori.

“Ciao, Evans”, la saluta Potter, in tono appena udibile. Lily risponde con un cenno del capo. Black, come prevedibile, le getta un’occhiataccia, ma lei lo ignora completamente e torna a concentrarsi sulla sua pergamena. Accidenti a Severus, ai suoi amici e alla sua incredibile testardaggine. È solo per colpa di quella litigata se si è ritrovata ad ascoltare involontariamente una discussione di cui non le importava – e non le importa, nemmeno adesso – assolutamente nulla.

Per fortuna, l’attimo dopo le sue compagne di Casa fanno insieme il loro trafelato ingresso in aula.

“Ehi, Lily, ho visto che non hai mangiato… ti ho portato un muffin. Svelta, abbuffati prima che Bulky inizi a spargere scintille per la classe”, le dice Margaret Kinglake, porgendole un fagotto improvvisato con un tovagliolo che emana un profumino squisito. Lily sfoggia un enorme sorriso, sentendo finalmente lo stomaco rilassarsi.

“Grazie mille, Meg”, le risponde, rincuorata. Margaret è una grande impicciona, ma ha un cuore d’oro. È un peccato aver iniziato a conoscerla meglio soltanto di recente, ma finché Severus non ha iniziato a frequentare certi giri con troppa assiduità, Lily non aveva mai sentito il particolare bisogno di approfondire molto altre amicizie.

Si volta, dando lievemente le spalle alla cattedra, e addenta il muffin con gioia. Qualche fila più in là, Potter siede con aria cupa di fianco a Black, mentre Peter Pettigrew e Remus Lupin corrono a prendere posto di fianco a loro. Remus apre i libri in fretta, fissando concentrato la lavagna vuota.

Lily distoglie lo sguardo e si rende conto di essere sicura che, qualunque cosa sia successa, non ha mai visto quei quattro comportarsi così.

 

*

“Comunque, tesoro, detto molto sinceramente… davvero non capisco perché frequenti ancora Severus Piton”, dice Margaret a Lily più tardi, durante la pausa pranzo. L’argomento va piuttosto di moda, ultimamente, da quando Meg ha deciso che ha acquisito abbastanza confidenza con lei da darle dei consigli.

Ormai Lily le vuole bene e capisce le sue motivazioni, ma in quel momento non ha proprio alcuna voglia di parlarne.

“Saranno fatti suoi, no?” ribatte Helen, quella un po’ più scorbutica del gruppo. Lily la ringrazia mentalmente per quell’intervento provvidenziale.

“Siamo amici da una vita, non posso smettere di parlargli”, aggiunge, cercando di mantenersi su un tono neutrale. Intanto, osserva la schiena curva di Severus, seduto al tavolo dei Serpeverde a fianco ai soliti Mulciber, Avery, Alecto Carrow – di due anni più grande di loro – e Black junior.

“E poi il problema non è lui, te l’assicuro… è quella gentaglia”, mormora, gettando un’occhiata in tralice a Mary. È stato terribile quando Mulciber ha trasfigurato uno dei suoi libri in un mostro a due teste; se al posto di Mary ci fosse stata lei, a quest’ora Mulciber andrebbe in giro con la faccia ricoperta di pustole. Ma l’unico motivo per cui non se la sono mai presa con lei direttamente è perché Severus glielo impedisce, nonostante lei sia figlia di Babbani, mentre per Mary, che è in un’analoga condizione ma senza amicizie che la proteggano, non c’è stata pietà.

Questa cosa è crudele oltre ogni limite e Lily si sente ribollire di rabbia.

“È ancora per questo che avete litigato stamattina?” domanda Delia, la bocca ancora piena di pasticcio al prosciutto. Lily si stringe nelle spalle, infilzando un’oliva con la forchetta.

“Uh, no, oggi ce l’aveva ancora con Potter e i suoi amici”, risponde. Solleva lo sguardo e nota che, anche a tavola, Remus sembra incredibilmente concentrato sul suo piatto di patate ripiene, che sta sezionando con estrema attenzione un pezzo dopo l’altro. Gli altri tre, intorno a lui, discutono con aria distaccata. Sirius ogni tanto cerca di animare la conversazione, ma Remus, a differenza degli altri due, non ride mai alle sue battute.

Lily si ricorda bene di quella notte di tre settimane fa; ricorda anche che Potter ha detto a Black “Sarai tu a dirglielo”, con quel tono tagliente, che non ammetteva repliche. L’oggetto di quella frase doveva essere Remus, per forza di cose. Sirius doveva avergli fatto qualcosa di molto grave, se ora, a distanza di tempo, ancora si comportavano così.

Tuttavia, dopo un po’, Lily si riscuote, dandosi mentalmente una scrollata. Sta diventando come Severus e non va affatto bene. Non sono affari suoi, perciò è inutile fare congetture ed ipotesi su quanto sia successo. Finché quei quattro evitano di organizzare un nuovo piano per far diventare matti tutti gli insegnanti e gli studenti della scuola, lei deve esserne soltanto grata.

“È da un po’ che ha rallentato il ritmo, eh?” commenta Margaret, a un certo punto, con un sorrisino. Lily si volta a guardarla, non capendo affatto a cosa si riferisce.

“Potter, intendo. Ehi Evans di qui, ehi Evans di là… sono alcune settimane che non ti molesta, no?”

“Oh, già, in effetti… beh, meglio così, si salverà dalla fattura che avevo intenzione di scagliargli la prossima volta che si fosse spinto troppo in là con le richieste”, risponde Lily, sfoggiando un sorriso sicuro. “Mi passeresti la crostata, Mary?” aggiunge poi, cercando così di sancire la chiusura del discorso. Non le interessa se Potter ha finalmente trovato altro a cui pensare oltre che assillare costantemente l’unica persona all’interno di Hogwarts che non lo reputa magnifico e brillante, ma soprattutto non le interessa perché. È in buoni rapporti con Remus, ma non così buoni da rompere le barriere di riservatezza universali del suo collega Prefetto. Probabilmente non si è mai confidato intimamente con nessuno se non con quei tre discutibili soggetti, perciò non sarà certo lei a tirar fuori l’argomento.

Non è certo affar suo se Sirius Black continua a lanciarle occhiatacce da quella mattina.

 

*

C’è da dire che non è facile evitare di incontrare certi soggetti, se questi invadono ogni luogo della scuola a macchia d’olio.

Lily è andata a restituire un libro a Madama Pince ed ecco che se li ritrova lì, accampati ad un tavolo, sepolti fra un sacco di tomi più o meno pesanti che Remus continua a sfogliare attentamente. Dev’essere per la ricerca extrascolastica che Lumacorno ha assegnato loro durante una delle ultime lezioni, nel corso della quale, tanto per cambiare, non sono mai stati zitti. O meglio, Potter e Black non stavano zitti. Peter e Remus in genere finiscono in mezzo per causa loro, anche se Lily capisce bene che dev’essere molto difficile ignorare dei tormenti del genere.

“Torno subito, signorina”, le dice Madama Pince, diretta alla ricerca del nuovo libro che le serve per una traduzione di Antiche Rune particolarmente difficile. Lily aspetta pazientemente al bancone, tamburellandoci lievemente sopra con le dita per ingannare l’attesa.

Ad un certo punto sente un borbottio concitato alle sue spalle, ma fa di tutto per non voltarsi. Non ha intenzione di farsi gli affari loro e vuole che se ne accorgano, e soprattutto che Black la smetta. Non è certo colpa sua se parla troppo ad alta voce senza curarsi di chi potrebbe essere nei paraggi…

“Ehi, Evans”, le dice una voce all’orecchio, all’improvviso, in tono non esattamente basso come richiederebbe l’etichetta della biblioteca.

Lily scuote la testa, rassegnata. Inutile dire che ha riconosciuto perfettamente il timbro lievemente roco da pseudoseduttore incallito appartenente al suo tormento numero uno.

“Che c’è, Potter?” domanda, gettandogli un’occhiata con la coda dell’occhio. Lui si avvicina di un altro passo, appoggiandosi al bancone di fianco a lei.

“Posso parlarti un secondo?” le chiede, con l’aria più innocente del mondo.

“Potter, ho da fare, sto aspettando un libro…”

“E dai, sarà una cosa breve, te lo garantisco”.

“Signorina Evans, ecco il suo libro, da restituirsi tra una settimana come le ho indicato in questo appunto”, dice Madama Pince, finalmente di ritorno. “Signor Potter, vada a fare le sue cose brevi fuori da qui e rientri quando non avrà più nulla da dire ad alta voce”, aggiunge con piglio severo la bibliotecaria, e a Lily non resta altra scelta che seguire Potter fuori e ascoltare cos’ha da dire. Non ha alternative, a meno che non voglia mettersi a correre – e con quel libro pesantissimo fra le braccia non è affatto certa di riuscirci.

Perciò si volta, guarda con fierezza negli occhi quel ragazzo vanesio, magro e occhialuto e decide di anticiparlo su tutto, per risparmiargli la fatica.

“Senti, Potter, non so che cosa tu voglia ma non avevo alcuna intenzione di disturbare le vostre confidenze stamattina, mi trovavo già in aula per puro caso e non so cosa aggiungere a mia discolpa, perché non c’è altro che io possa dire, ma ti assicuro che ho cose ben più importanti di cui occuparmi che non siano i vostri affari personali… se invece vuoi chiedermi del prossimo finesettimana a Hogsmeade, con mio rammarico devo annunciarti che ho già preso appuntamento con uno Schiopodo Sparacoda”.

Mentre Lily cerca di recuperare il fiato dopo quel discorso a raffica, James Potter sorride enigmaticamente dietro alle spesse lenti degli occhiali rotondi, facendo salire una mano a spettinarsi i capelli già in disordine.

“A dire la verità, l’argomento era più che altro il primo”, risponde, “ma mi rallegra sapere che ti interessava ricevere un invito da me”, aggiunge, e Lily si sente avvampare di colpo.

Maledetto idiota.

“Non era assolutamente quello che intendevo e lo sai benissimo!” replica, stizzita, stringendo ancora più forte il pesante libro.

“Io credo che sotto sotto ti importi, invece”, dice Potter con un sorrisetto impudente, e Lily ora vorrebbe davvero potergli spaccare la faccia.

“Faresti meglio a tornare alla tua punizione, o non credo che troverai mai le formule di tutti quegli antidoti”, soffia lei, indicandogli con un risoluto cenno del capo la porta d’ingresso della biblioteca. L’irritante sorriso di Potter si allarga ancora di più.

“Ah, certo, perché scommetto che essendo tu la cocca di Lumacorno avrai già imparato ognuna di quelle formule a memoria…”

“Ti sbagli di grosso. Sono abbastanza furba da non farmi affibbiare costantemente compiti extra, perciò impiego il mio tempo in maniera decisamente migliore. Anzi, ne ho già sprecato fin troppo a parlare con te”.

A quel punto Lily gli getta un’ultima occhiata di fuoco, prima di girare rapidamente sui tacchi e allontanarsi senza lasciargli la possibilità di replicare.

Quel ragazzo è veramente insopportabile, per la barba di Merlino. Mai una volta che abbia la decenza di tenere la bocca chiusa ed evitare di pronunciare frasi a sproposito.

Dopo un po’ Lily rallenta il passo, riflettendo sul fatto che, alla fine, non hanno chiarito un bel nulla con quella breve conversazione, se non forse che Potter non sembra più intenzionato ad uscire con lei.

Magari questo porrà finalmente un termine a tutti gli irritanti e stravolgenti pettegolezzi che girano su di loro, anche se Lily si rende conto che la soddisfazione che provava nel dirgli di no sarà difficilmente eguagliabile.

 

 

 

 

 

Nota conclusiva: sulla frase finale: non mi è mai piaciuta l’idea di una Lily che inizia a pensare a James in certi termini solo quando lui smette di darle attenzioni, non la ritengo così immatura. Né sono del parere che lei fosse già innamorata cotta di James quando lui si comportava da perfetto idiota. L’hanno detto Sirius e Remus che lui ha dovuto mettere la testa a posto prima che lei gli dicesse di sì, e io ci credo. Però, dopotutto, l’idea che James smettesse di starle dietro non le è neppure indifferente come vorrebbe far credere; ecco perché ho cercato di usare una frase non molto esplicita, che lasci semplicemente intuire la cosa.

Per quanto riguarda lo scherzo che Sirius gioca a Piton al quinto anno, avevo già elaborato in un’altra fanfiction alcuni episodi inventati che mi permettessero di spiegare tutto, compreso come mai Lily sa che James ha salvato la vita a Severus; ho immaginato infatti che sia stato Sirius a dirglielo, la notte stessa dello scherzo, non James a vantarsene davanti a lei. Personalmente sono del parere che quello scherzo abbia minato non poco l’equilibrio dei Malandrini, e soprattutto la fiducia di Remus nei confronti di Sirius, perciò non credo che James l’avrebbe presa tanto alla leggera da andare in giro a vantarsene per farsi bello con Lily – per quanto a quindici anni si comportasse da idiota. Insomma, è per questo che Lily sa che Severus è vivo grazie a James, ma che è ancora convinta che Remus non sia un Lupo Mannaro: nessuno le ha svelato il particolare, ovvero da cosa James abbia salvato Piton. Questo perché Silente si è raccomandato che la cosa restasse segreta; Piton infatti non racconta i dettagli a Lily, pur essendo il suo migliore amico, e questo la rende restia a credergli quando lui le dice che non è vero che James gli ha salvato la vita.

Comunque, ho collocato questo episodio a maggio perché ritengo che lo scherzo di Sirius a Piton sia avvenuto non molto tempo prima dei G.U.F.O. (e quindi l’episodio del peggior ricordo di Piton). Questo perché, quando in HP5 Sirius dice “Che noia, vorrei che fosse luna piena”, Remus gli risponde “Tu, forse”, con un certo astio. Il che, per me, è giustificabile con il fatto che lo scherzo è avvenuto abbastanza di recente (altrimenti Remus si sarebbe dimostrato un po’ più felice di avere una luna piena imminente, dato che significava correre in giro in libertà insieme ai suoi amici). Insomma, è solo una teoria, ma attraverso discussioni e ricerche varie mi è sembrata la più plausibile.

Vi lascio con un pezzetto della prossima shot e con mille ringraziamenti per i vostri bellissimi commenti :)

Lily potrebbe anche pensare che stia finalmente mettendo la testa a posto, se solo non avesse visto con i suoi occhi quello che per cinque anni ininterrotti ha combinato entro le mura di Hogwarts insieme alla sua piccola banda.
E se non si tradisse con mosse non proprio astute, tipo lanciarle una palla di neve a tradimento facendosi beccare in pieno.
Non ha mai pensato ad una spiegazione plausibile per questo suo strano comportamento.
Probabile che i suoi interessi si siano semplicemente diretti altrove.

   
 
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