“No, non hai capito. Se non dovessimo trovare la pianta,
l’alchimista è un uomo morto, anzi… un Phylis morto”
Golden volle subito mettere le cose in chiaro, non gli
piacevano i giochetti e l’atteggiamento da vittima del piccolo umanoide
catturato, lo innervosiva parecchio. Avanzava tenendo con la spalla la custodia
della sua katana e camminando in coda al gruppo, non lo perdeva di vista un
attimo. I presenti avanzarono dunque per qualche centinaio di metri fra gli
arbusti di quella fitta e rigogliosa selva immersa in suoni e versi spaventosi
che sullo sfondo riecheggiavano tra le foglie mosse dal vento. Questi andavano
ad infierire sullo stato d’animo dei presenti come lame intrise di veleno, ed
interrompendo regolarmente ogni istante di silenzio che veniva a formarsi,
aumentavano la tensione già alta in quel frangente. D’un tratto Liz si fermò
insieme agli altri notando un albero piuttosto peculiare, le sue foglie erano
bianche e la corteccia, ricoperta da uno strano strato di muschio, si
presentava dello stesso colore del buio. La strega avvicinò cauta la mano senza
toccare direttamente la sostanza e sentendo una sorta di energia pungerle il
palmo, sorrise incrociando a quel punto le braccia.
“Questa è Alba di Vapuria”
Valerian inarcò un sopracciglio e avvicinandosi all’albero per
poter constatare meglio colore ed odore di quel liquido, si rivolse alla
compagna con aria dubbiosa:
“Come è possibile? Hai detto che è un animale a crearlo e che
la sostanza è trasparente”
“Quando il veleno entra a contatto con un altro essere vivente, ne assorbe la
vitalità cambiando di conseguenza colore. E’ questa la sua pericolosità, uccide
perché assorbe direttamente la vita. Un po’ come fanno gli stregoni”
“Vuoi dire che il liquido sta assorbendo l’energia vitale dell’albero?”
“Esatto, le foglie bianche saranno una conseguenza”
Golden si guardava nel frattempo intorno con aria preoccupata
e stringendo saldamente la spada, mise il gruppo in guardia:
“Se l’albero è corrotto dal veleno, qualcuno deve pur
averglielo messo, ragazzi, ho un brutto presentimento”
Liz fece qualche passo verso lo spadaccino e prendendo la
bacchetta con la gemma rossa dai suoi capelli, pronunciò alcune particolari
parole che risuonarono nel luogo come una voce tra le alte montagne. Alle
orecchie dei presenti furono in un primo momento incomprensibili ma quando la
terra cominciò a fumare, intuirono il suo operato. Valerian osservò con
attenzione il punto da cui uscivano i vapori e senza dire una parola, si limitò
ad osservare la strega. Ruphis rimase alle spalle dell’alchimista che tremando,
descriveva il suo stato d’animo in modo lampante.
“Ma cosa succede? Cos’è questo fumo?”
La fiera donna dai capelli neri alzò a quel punto le braccia
verso l’alto e raccogliendo quanto più potere possibile dalla gemma d’Ebrion,
preparò una particolare magia di difesa.
“… Non ancora”
Attese ancora un istante e proprio in quello seguente, il ruggito
di una belva sovrastò qualsiasi altro rumore nella foresta e Liz schioccò le
dita di conseguenza: un muro di fiamme sacre circondò il gruppo di viaggiatori
e con la sua potenza, arse il corpo di un animale che provando a balzare contro
gli stranieri, ne finì totalmente in balia. Tra gemiti e versi, il corpo della
creatura stava lentamente scomparendo giudicato dalla forza divina di un Ebrion
rosso.
“L’avevo adocchiato già da un po’, come lui aveva adocchiato
noi. Forse aspettava che raggiungessimo l’albero, probabilmente il suo covo”
Valerian si avvicinò lentamente stando ben attento alle fiamme
e portandosi una mano alla bocca per non respirare il cupo fumo nero, si
rivolse alla potente strega:
“Era questa la creatura che creava l’Alba di Vapuria?”
“E’ inutile che ti copri il viso, queste fiamme non bruciano se non chi voglio
io. Quanto a te...”
La donna afferrò la testa della spaventosa creatura: aveva la
forma di un orso con gli artigli almeno quattro volte più lunghi e affilati e
la mascella nascondeva delle zanne retrattili taglienti ed acuminate. Sul dorso
vi erano inoltre due grossi buchi non dovuti certamente alle fiamme generate da
Liz e nelle gambe furono visibili quelle che sembravano essere squame.
“Che bestia strana...”
Golden si portò intanto una mano tra i capelli e sospirando si
rivolse all’alchimista:
“Il nostro amico saprà ricavarne il veleno, ne sono certo”
“Ehm... non so se io…”
“La mia non è una richiesta amico”
Il phylis annuì titubante ed avvicinandosi all’animale, toccò
consapevolmente i due buchi che aveva sul dorso. Rimase qualche istante a
pensare ed estraendo due piccole fiale che custodiva nella borsetta che
stringeva gelosamente a sé, le riempì di uno strano liquido nero ricavato dalla
belva.
“E’ molto strano, è come se la creatura fosse già ferita
quando ha cercato di assalirci. Forse è stata attaccata da qualcosa di più
grande e potente… I due buchi mi lasciano perplesso, sono troppo grossi per
essere stati inferti da un qualsiasi animale abitante questa selva”
Il gruppo ascoltò in silenzio, quindi l’alchimista completò il
suo discorso:
“Però è senza dubbio questo l’animale che crea l’Alba...”
Improvvisamente Liz invitò tutti i presenti al silenzio più
totale: alzò la mano per attirare lo sguardo dei compagni ed indicando sopra,
gli mostrò qualcosa di assolutamente anomalo.
“E’…”
La foresta venne a quel punto sommersa da un boato
terrificante che ne fece tremare la terra e gli alberi. Sopra le teste dei
viaggiatori, un’ombra coprì totalmente il sole facendo calare la notte nella
grande distesa verde, poi generò un tifone che spostò letteralmente le radici
degli alberi vicini e tutto ciò che vi era nei dintorni.
“UN DRAGO!!”
La strega alzò le braccia verso l’alto e concentrando i suoi
poteri, provò a contrastare quel vento costante e tagliente con una barriera di
pura energia ma la potenza dell’elemento l’avrebbe presto sovrastata.
“Valerian, usa la tua magia e aiutami a fortificare la difesa...
ci disintegrerà!”
“Maledizione!”
Il giovane dai capelli biondi fece come richiesto ed
accumulando energia gelida, ghiacciò la barriera eretta dalla compagna. Il
nuovo scudo sembrò efficace ma non avrebbe resistito in eterno.
“Che cosa ci fa un drago adulto qui?!”
Ruphis osò una risposta che in quella situazione sembrò la più
plausibile:
“Loro vivono al Nord dell’Euvenia, nei cieli delle Terre Aride,
ma probabilmente la sfera nera creata da Seiri deve averli fatti allontanare”
Valerian si avvicinò al draghetto per ricevere ulteriori
indicazioni e non perdendo di vista l’ombra del nemico oltre il ghiaccio, parlò
nuovamente:
“Qui ci siamo teletrasportati, come può essere arrivato prima
di noi?”
“Tu non hai idea di quanto possano essere veloci in cielo, e poi sei stato
svenuto per diverse ore”
“Maledizione, Liz che cosa facciamo?”
La strega sembrò stavolta veramente preoccupata ed anche se
continuava a guardarsi intorno, non riusciva a trovare una possibile via di
fuga. Mise mano alla gemma di Ebrion rosso ma anche con quella sapeva di poter
fare ben poco.
“Non c’è scampo, se siamo stati fiutati da un Drago adulto è
finita”
“Cosa?! Siamo scappati da un Ebrion Nero! Teletrasportiamoci di nuovo!”
“Non riesco a concentrarmi, le onde sonore emesse dal suo urlo mi impediscono
di accumulare energia vitale!”
Il mago strinse i denti e dopo averci pensato un attimo, optò
per la scelta più sensata: si avvicinò alla compagna afferrandole la mano, in
quel modo le avrebbe permesso di usare la propria energia vitale senza opposizioni
di alcun tipo.
“Forza, so bene come funziona, un contatto diretto non dovrebbe
renderti le cose più semplici?”
“Potresti morire”
“FALLO E BASTA!!”
La strega osservò il mago con occhi decisi, gli stessi occhi
che l’avevano più volte tradito, gli stessi occhi di una donna perfida ed
assetata di potere che pur di raggiungere il suo scopo avrebbe camminato sul
cadavere di chiunque, amici o nemici, senza eccezioni e anche quella volta,
decise per il bene della sopravvivenza:
“Come vuoi maghetto, io ti ho avvisato!”
In un istante, un’implosione oscura assorbì tutto ciò che vi
era all’interno della cupola di ghiaccio che proprio in quel momento andò in
frantumi, colpita dal potente Drago. Qualcosa andò però storto, il gruppo di viaggiatori
ricomparve solo poche decine di metri più distante, tanto che la grande ombra della
creatura volante oltre le foglie degli alberi, era ancora visibile chiaramente.
“Ma cosa è successo?!”
Valerian era poco più in là barcollante ma dopo un paio di
secondi si riprese completamente.
“L’energia non è bastata?”
“Non sono riuscita a prenderla del tutto… quella bestia me l’ha impedito”
“Ma com’è possibile?”
“I Draghi sono intelligenti e potenti, non c’è via d’uscita alternativa… Adesso
o muore lui o moriamo noi”
Golden, che era rimasto in silenzio fino ad allora, estrasse
la katana puntandola in direzione dell’ombra della creatura e con uno sguardo
più seccato che preoccupato, incitò il resto del gruppo ad agire.
“Non ero d’accordo a scappare fin dal principio, questa
battaglia l’affronteremo insieme, adesso!”
“Stupido, non è come gli altri che abbiamo affrontato!”
“Taci Liz! Sei sempre stata brava a scappare nella tua vita: con l’Ebrion nero,
con il Drago e sono sicuro che sei scappata anche al confronto con mio padre…
fatti da parte stupida strega!”
“Come osi maledetto ragazzino?!”
La donna afferrò la gemma rossa ma prima che potesse
rispondere concretamente alle provocazioni, un raggio spaventoso venne sparato
nella loro direzione dall’alto e non appena toccò terra, un’esplosione creò una
voragine non indifferente. Fortunatamente balzarono tutti in tempo e nessuno ne
fu vittima: Ruphis e l’alchimista vennero afferrati da Valerian giusto in
tempo. Il mago ne aveva abbastanza e rivolgendosi ai suoi compagni mise le cose
in chiaro:
“Smettetela, abbiamo di fronte un nemico di rilevanza
maggiore, non fate gli infantili ed affrontate chi rischia davvero di mandarci tutti
a miglior vita!”
Il Drago planò nella foresta per un altro attacco e con una
zampata distrusse diverse decine di metri, afferrando rami ed alberi.
“Liz avanti... e anche tu Golden, ricordate per cosa stiamo
combattendo, per cosa stiamo resistendo fino ad ora. Uccidiamo quel drago!”
Lo spadaccino abbassò la testa per un attimo, poi afferrò
saldamente la sua spada e balzando in avanti sfruttò un alto tronco come leva
per saltare ed afferrare al volo la gigantesca zampa del drago.
“Non ho mai detto il contrario Valerian, ma la strega che ci
portiamo dietro non è che una fallita!”
Con quelle parole, il giovane usò la sua arma contro la grande
creatura ma quella pelle squamosa e resistente la respinse senza subire un
graffio. A quel punto pura energia scaraventò Golden contro un tronco e nel
giro di pochi secondi, un’altra zampata l’avrebbe distrutto se non fosse stato
per l’intervento di Liz che passando celermente, era riuscita a portarlo in
salvo.
“Sarò anche fallita stupido ragazzino, ma non mi faccio
ammazzare come un pivello in quel modo. Adesso alzati e ascolta le mie parole”
Nel frattempo, un’altra folata di vento spazzò ciò che
rimaneva di quello squarcio di foresta ed il Drago fu finalmente visibile
interamente: era enorme, più grande di qualsiasi altra creatura che potevano
aver visto fino a quel momento, aveva uno strato corazzato che gli ricopriva la
pelle e le fauci ardenti emanavano costantemente fumo lavico. Ruphis era senza
parole e rimanendo dietro l’alchimista, parlò con voce tremante:
“R-Ragazzi… ci sta guardando”
“Sta per spararci una delle sue fiammate dalla bocca!”
Valerian avvisò in questo modo i suoi compagni e Liz e Golden
si misero finalmente entrambi in posizione. La strega prese la gemma mentre lo
spadaccino la katana.
“Rispondiamo al fuoco… col fuoco!”