Specchi e chiacchierate

Esco dalla mia camera per vedere se posso dare una mano, vedo Sirius uscire dalla camera dei malandrini e precipitarsi a grandi passi lontano, lo seguo. Sta andando nella stanza dello specchio delle brame! Entrare o non entrare? Che faccio? Beh ... entro.

Lo trovo seduto a gambe incrociate davanti allo specchio. Saluto.

“Vattene.” Mi dice gelidamente. Ricorda Lily è solo una maschera… . Mi siedo vicino a lui.

“Cosa vedi?” chiedo, anche se forse, conosco già la risposta. Non risponde. Cerchiamo di sciogliere questa maschera.

“Io vedo la morte di Voldemort e la fine della guerra.”

“Quello che vedono tutti.” risponde distaccato. Su Lily ce la puoi fare!

“No, tu no.”

“E tu che ne sai?” mi chiede infastidito.

“Senza offesa, ma si capisce.” dico con semplicità.

“Io vedo qualcosa che, forse, ma neanche, sarebbe potuto essere cosi, se lui non fosse mai esistito.” Dai che c'è la faccio!

“Ossia?” chiedo speranzosa.

“Sono affari miei, Evans.” risponde burbero. No, ci stavo riuscendo!

“Non capisco, te ne vergogni? O pensi che la gente ti prenderà in giro, se saprà che hai delle debolezze?” chiedo allo stremare della pazienza.

“Sto solo seguendo quello che mi hanno insegnato loro, un Black non si dimostra mai debole, un Black è elegante e raffinato, un Black ha uno sguardo inespressivo e non fa trovare a nessuno il modo di affondarlo.”

“Non capisco.”

“Nessuno che non sia un Black ci riesce.” risponde atono.

“Sono così terribili?” chiedo.

“Sono serpi tra le più terribili piene di pregiudizi, impenetrabili, senza cuore o onesta o bontà.” risponde sincero per una volta.

“È questo ciò che vedi? Loro non-serpi?” chiedo sperando in una risposta.

“Si.”

“Tu non sei un Black, tu sei solo Sirius.” dico per confortarlo, ma anche perché è vero.

Sorride, un sorriso malinconico, ma sincero.

“Grazie.” dice solo.

Gli sorrido e sussurro un“Prego.” mentre vado via.

Si, è solo una maschera.

Ritorno in sala comune, non so che fare, Lene è arrabbiata, io ho litigato con Jamie, e sinceramente non so da che parte schierarmi, forse dovrei fare da Svizzera.

“Lily?” mi chiede una voce da dietro, che non potrei non riconoscere: James.

“Jamie.”

“Jami... ehm io vorrei fare pace... ma non capisco perché ti sei arrabbiata pero non ti arrabbiare perché non ho capito perché ti sei arrabbiata.”

“Come?” chiedo, non avendo capito sinceramene niente.

“Ho detto che … Oh! Insomma vorrei fare pace.”
“Devi chiedere scusa.”
“Per cosa?”
“Per avermi trattato come un oggetto!”

“Scusa amore, ma quando l'ho fatto?”

“Hai detto a Remus di sondare il terreno!”

“Brutto figlio di un fedifrago … Ma, quando ti ho trattato come un oggetto Lily?”

“Hai detto a Remus di sondare il terreno, il terreno capisci? Un oggetto!” mi sentii un po ridicola subito dopo averlo detto.

“Ti rendi conto che questo è un ragionamento un po contorto, vero? Comunque scusa per averti paragona...”

Non lo lascio finire, gli salto al collo e lo bacio. Forse è vero che era una sciocchezza, ma ora non importa più.

Angolo autrice

Buongiorno! Ho aggiornato sia questa che l'altra storia, perché come ho detto si svolgono in contemporanea, vi chiedo umilmente recensioni, anche per dirmi chela storia fa schifo o che non so scrivere. Grazie a chi le ha lasciate,
thera