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Autore: lupacchiotta89    23/10/2011    1 recensioni
Helen, la protagonista della storia, decide di tornare a La Push, dalla sua famiglia, dopo aver vissuto e studiato a New York. Dopo di che leggete per scoprire il resto! Spero che vi piaccia!
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Buonasera a tutti/e :D 
Scusate il ritardo, ma se l'ispirazione manca non si può fare nulla... e soprattutto sono stata impegnata per via dell'accademia XD quindi chiedo perdono, a quelli a cui importa almeno un pò di questa storia .-. vi lascio al capitolo. Spero di pubblicare il prossimo senza farvi aspettare troppo 
baci  a presto <3



Sorpresa








Svegliarmi, con la consapevolezza che non avrei passato la mattina da sola mi fece sentire meglio. 
Cominciai subito a preparare le cose che dovevo portarmi, perchè in un certo senso, non volevo disfare completamente la mia camera. Volevo lasciarla un minimo arredata. Sarei potuta tornare, se avessi voluto.
Mio padre finì di caricare le mie cose sulla macchina e a quel punto, arrivò il momento dei saluti strazianti, tra le lacrime dia mia madre, che affondava ogni cinque secondi il viso su un fazzoletto e mio padre, che continuava a ripetermi quanto mi volesse bene. 
Con mia sorpresa, vidi arrivare Leah, tutta trafelata, con il viso che faceva concorrenza a quello di un fantasma, per quanto pallida potesse risultare la pelle di una Quileoute.
<< Helly tesoro, mi mancherai tanto >> disse abbracciandomi forte
<< Anche tu Leah, ma ti verrò a trovare spesso, lo prometto, non siamo così lontante >> cercai di consolarla. 
<< Hai parlato con Jacob? >> mi chiese con delicatezza
<< No, non intendo parlargli per ora >> esordii con durezza. 
Preferivo non pensare a ciò che era accaduto la sera prima. Stavo iniziando una nuova vita e prutroppo non era con lui. Me ne sarei fatta una ragione.
Salii in auto e mi preparai a ciò che mi aspettava.
Nuova città, nuovi amici, e possibilmente niente relazioni, ne avevo avuto abbastanza.
 
Dopo venti minuti arrivai a casa di Bella, la trovai insieme ad Edward e ad una ragazzina minuta, che avrebbe fatto invidia a miss universo.
Era bassina, ma madre natura aveva compensato in bellezza. Portava i capelli corti e spettinati, un taglio che non sembrava molto femminile, ma su di lei calzava a pennello. La pelle era pallidissima quanto quella di Edward, il sorriso era luminoso, quasi accecante, e gli occhi erano il pezzo forte. Un colore inusuale, come quello di Ed, ambra liquida capace di incantare qualsiasi tipo di persona. 
Scesi dall'auto e  li salutai
<< Buongiorno ragazzi >> sorrisi, pronta ad iniziare una nuova avventura. Ci avrei potuto scrivere un libro.
<< Ciao Helen! >> mi salutò con entusiasmo la ragazzina che avevo notato prima.
Rimasi interdetta per un attimo. Guardai Edward, che sospirò pesantemente e Bella che non smetteva di ridere
<< Ciao Helen, questa specie di folletto ambulante è mia sorella Alice >> disse lui con un'esperssione vagamente esasperata.
<< Oh ciao Alice, piacere di conoscerti >> 
<< Beh andiamo? >> disse il folletto, con entusiasmo
<< Vieni anche tu? ma siamo tre ragazze ed un ragazzo, finirà per trasportare tutto il povero Edward! >> dissi ridendo
<< Figurati, un pò di moto gli fa bene e poi a me non dispiace, ci sono abituata e se ti va bene, mi piacerebbe aiutarti ad arredare la casa >> disse Alice avviandosi verso la volvo grigia
<< Beh ok >> risposi.
Non ci impiegammo  molto, visto che casa mia era vicina. 
In dieci minuti, Edward era già riuscito a portare in casa metà degli scatoloni.
Cominciai subito ad aprirli, Alice e Bella vennero ad aiutarmi a sistemare tutto.
Quando spacchettai lo scatolone degli abiti, il folletto si avvicinò a passo spedito per venire a dare un'occhiata. 
<< Helen! ma non puoi veramente possedere una cosa del genere! >> urlò Alice indignata.
<< Ma di che cosa stai parlando? >> chiesi confusa
<< Ma di questa maglietta tutta bucata! e questi Jeans così consumati! Urge dello shopping da queste parti! >> disse con una strana luce negli occhi
<< Oh-oh >> esclamò Bella con espressione preoccupata
<< Domani tu verrai con me! >> esordì Alice
<< Ma... in realtà non posso spendere molto, quindi per ora non se ne parla, magari tra qualche settimana >> dissi poco convinta, non mi andava di spiattellare i miei fatti, dopo aver comprato la casa ero decisamente a corto di soldi, dovevo aspettare il mio stipendio prima di poter andare a fare compere.
<< Ma che cosa stai dicendo! ci sono io qua! a che servo altrimenti? >> 
<< Non posso accettare sul serio, facciamo un'altra volta >> cercai di bloccare quel mini tornado che avevo scatenato
<< Non transigo! e poi mi fa piacere, non so che farmene di tutti i soldi che posseggo quindi non mi pesa affatto, anzi mi renderesti davvero felice >> disse con gli occhioni dolci.
Guardai Bella, che scosse la testa in segno di resa 
<< E' inutile Helen, una volta che hai azionato mia sorella, non puoi più spegnerla >> disse Edward entrando con gli ultimi tre scatoloni
<< Oh beh... allora, grazie >> mormorai imbarazzata.
Non ci volle molto a sistemare quel poco che mi ero portata dietro. Fondamentalmente, c'era ancora un pò di arredamento da comprare, per esempio il materasso.
Lo scheletro del mio letto era già lì, solo soletto in camera mia, ma il materasso no. 
Avevo bisogno di qualcosa di comodo. 
Soffrivo spesso di mal di schiena ed un letto comodo in questi casi è una mano santa.
<< Beh ragazzi, vi ringrazio tanto, per l'aiuto che mi avete dato >> dissi un pò imbarazzata
<< Di nulla figurati, è stato divertente, ricorda che domani, alle otto sarò qui sotto ad aspettarti! >> disse Alice sorridendo felice
<< Ci sarò >> le sorrisi di rimando
<< Ciao Edward, Bella, Alice, ancora grazie >> li salutai.
<< Ciao Helen >> risposero tutti e tre in coro, prima di chiudersi la pesante porta blu di casa mia alle spalle.
In un attimo piombò il silenzio. 
Certo, era rilassante, ma non riuscii a sopportarlo, lasciava troppo spazio ai miei pensieri su Jake. 
Decisi che sarei andata a fare la spesa, afferrai le chiavi e uscii quasi sbattendo la porta. 
Come inizio, non andava affatto bene, solo tre secondi sola in quella casa e già volevo scappare. 
Mi dissi che era colpa di Jake, perchè non faceva altro che insinuarsi tra i miei pensieri, con prepotenza, continuando a ripetere sempre che non potevamo stare insieme. 
Arrivai davanti al supermercato e trovai subito parcheggio, vicino ad un piccolo casotto, che non avevo idea di quale utilità avesse.
La piccola folla di persone che aspettavano di pagare, mi fece sentire meglio. 
Forse ho sbagliato
 mi dissi mentre afferravo una confezione di piselli, dal primo scaffale del banco frigo.
Forse non fa per me stare da sola. Infondo, ho chiesto a Leah di venire con me e dopo il no, sono andata subito da Bella. 
Continuai, guardando lo scaffale più alto a cui non arrivavo, nella speranza che i pop corn scendessero da soli.
<< Signorina? >> chiamò una voce accanto a me.
 Mi voltai di scatto e vidi un ragazzo della riserva. Il suo viso mi ricordò qualcuno. 
Quei capelli cortissimi, il tatuaggio, le labbra...
e gli occhi che involontariamente mi avevano provocato dei brividi a prima vista.
Mi accorsi che lo stavo fissando da troppo tempo, senza degnarlo di risposta e poi finamente sorrisi, cercando di guadagnare tempo. 
Come un lampo, nella mia testa cominciò a martellare un nome, che mi fece assumere una faccia stupita.
Paul.
Paul.
Paul.
Avrei dovuto dire qualcosa presumo, ma non lo feci. 
Rimasi lì a fissarlo come una povera ebete, senza sapere se essere arrabbiata oppure imbarazzata.
<< Helen, ti ricordi di me vero? >> mi chiese con un ghigno che tentava di coprire la sua espressione delusa.
Finalmente parlai << Ehm si... scusa.. Paul. >> arrossii.
Lui sorrise. 
Persi un battito senza sapere perchè. Ma Paul, era felice, lo sentivo e non potei fare a meno di sorridergli.
<< Beh vuoi un aiuto? >> chiese cortese
<< No, grazie, ho praticamente finito, devo solo pagare >> dissi ancora incantata. 
Helen, svegliati, non stai sembrando normale 
mi dissi cercando di ridestarmi.
<< Scherzi? potrei mai far portare dei sacchi pesanti ad una donna graziosa come te? non sia mai! >>  continuò con un tono giocoso
<< Se proprio insisti accetto >> la spalla mi doleva già per il peso della borsa.
Pagai, con Paul al mio fianco che imbustava la roba da mangiare, afferrò tutti i sacchi e uscimmo dal supermercato.
Arrivammo alla mia auto in silenzio. Poggiò i sacchi sul sedile posteriore e si appoggiò con i fianchi allo sportello 
<< Mi ha fatto piacere incontrarti Helen, pensavo che non ti avrei rivista più >> confessò abbassando lo sguardo
<< No, sarei venuta comunque a trovarvi, il fatto che Jake mi abbia...beh non c'entra con voi. >> dissi tutto d'un fiato. 
<< Cosa farai stasera? >> mi chiese con sincera curiosità e con un espressione meno triste di poco prima
<< Pensavo di andare a noleggiare un film e mangaire pop corn >> confessai. 
Non era divertente. Cioè, vedere un film è bello, ma in compagnia, non da sola. Ma non mi andava di passare a La Push. Proprio quella sera no.
<< Ma come, da sola? >> mi chiese assumendo un espressione strana che mi dette fastidio.
<< Si, anzi, si è fatto tardi Paul, devo subito tornare a casa, posare la spesa e andare a lavoro, ciao, grazie dell'aiuto, sei stato veramente gentile >>  la tagliai lì. 
Mentre mettevo in moto, rimase a fissarmi e quando partii mi salutò squotendo la mano.
 
A lavoro mi divertii quel giorno, Elizabeth mi aveva fatto vedere alcune tecniche particolari con cui creava i suoi dipinti e mi mostrò come restaurare un mobile antico.
Non c'era molto da fare, ogni tanto entrava qualche cliente a curiosare ma nulla di più. Ebbi per un attimo la sensazione che gli affari di Elizabeth non andassero affatto bene, ciò non era buono neanche per me. 
All'ora di chiusura i piedi mi dolevano, le mani erano totalmente ghiacciate e la mia testa pulsava come un cuore impazzito.
<< A domani cara, buonaserata >> disse Elizabeth salutandomi
<< Grazie, anche a te, a domani! >> 
Percorsi la strada di casa, con la stanchezza che minacciava di farmi crollare e mi ritrovai a pensare a Paul.
Posteggiai in malo modo, davanti al vialetto di casa mia e rimasi sorpresa.
<< Cosa ci fai qui? >> chiesi col cuore in gola...
 
 
  
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