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Autore: EaterOfCarrots    24/10/2011    2 recensioni
All'improvviso della braccia mi cinsero i fianchi e una testa si appoggiò alla mia spalla.
Mi portò all’indietro finché non arrivai dritta al divano, in braccio a lui.
Non me ne accorsi ma le luci si erano abbassate e io mi ritrovavo lì distesa su di lui tra le sue braccia.
Mi alzò la maglia, lo feci fare. Infilò le mani fredde sotto la maglia iniziandomi ad accarezzare la schiena, automaticamente mi provocò dei brividi...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Allora sei sicura di andare?”
“Certo che sono sicura, lo sto programmando da mesi ormai” dissi con tono deciso ripetendo la stessa frase ormai da svariati mesi a Vanessa.
“Eli, lo sai che mi mancherai vero?”
La guardai con occhi dolci, quando, mesi fa, le dissi che sarei andata un anno in Inghilterra mi tenne il muso per diversi giorni.
“Si lo so Vane, mancherai anche a me, ma è un occasione che non posso lasciarmi fuggire, e poi mettila così poi ti potrò far conoscere dei bei ragazzi inglesi” le feci l’occhiolino.
Le apparve un flebile sorriso, le sue labbra rosee si incresparono per qualche secondo per poi ritornare nell’espressione triste e dispiaciuta di prima.
Le posai delicatamente la mano sulla sua guancia calda e con l’indice le asciugai una piccola e potente lacrima che le stava rigando il viso.
“Non far diventare rossi quegli occhi splendidi che ti ritrovi” le dissi dolcemente.
“Ma stai zitta, i miei occhi sono di un marrone cacchetta! I tuoi si che sono splendidi, talmente azzurri che ci si potrebbe affogare”
La abbracciai, come avrei fatto un anno intero senza la mia migliore amica? Senza i suoi abbracci, senza le sue parole dolci e senza i suoi discorsi nonsense a cui ero tanto abituata?
Avevo preso una decisione difficile, andare un anno intero all’estero, sapendo quelle poche parole ma utili come Hi, My name is Elisa, How are you? e via dicendo.
Rimanemmo per un po’ in silenzio, non sapevo come spezzare quel momento abbastanza triste, che sconvolgeva tutte e due, iniziai a fissare la camera stravagante di Vanessa, c’erano le nostre mani di diversi colori disegnate sul muro, frasi di canzoni o libri, scritte di nero con la sua mano elegante che risaltavano sul bianco del muro, poster, foto e cartoline attaccate in modi bizzarri alla parete. Quello era il nostro angolo tutto personale, tutto nostro, il nostro piccolo, piccolo mondo.
“Ah Eli, prima che non ti veda mai più, ti devo far vedere una cosa che ho comprato per te” mi disse alzandosi dal letto.
“Mamma mia come sei drastica, ci rivedremo, tranquilla!”
Non fece caso alle mie parole e andò dritta verso il suo armadio gigante color panna, tirò fuori da un cassetto, un pacchetto rosso, malamente incartato (probabilmente incartato da lei stessa) e con un fiocco pomposo e dorato delicatamente poggiato in cima; me lo porse.
“Tieni, forse con questo ti ricorderai più spesso di me!”
La guardai male ma presi felicemente il pacchetto., lo scartai e mi ritrovai una semplice, apparentemente, T-shirt bianca tra le mani.  
“Cosa significa questa maglietta?”
“Dai avanti, girala”
La girai. C’erano scritti cinque stupendi nomi e un enorme cuore rosso affianco, in basso, a lato della maglia, una piccola scritta di cui la calligrafia conoscevo bene; Da Vane, ti voglio bene. Quella maglia mi avrebbe accompagnato per tutti i miei 280 giorni a Londra.
 
 
 
   
 
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