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Autore: Neve nera    29/06/2006    3 recensioni
La storia è ambientata più o meno nel periodo in cui Lorelai sta insieme a Jason, Rory è a Yale e Jess è già partito; proprio il ritono di quest'ultimo sconvolgerà i sentimenti della giovane Gilmore. Inoltre che tra Lorelai e Luke cominci ad esserci qualcosa di più di una semplice amicizia??!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il coraggio di amare

Cattivo umore

Dopo aver piegato il biglietto lasciato da Jess all’interno della sua macchina, Rory rientrò in casa dalla porta principale, con il cuore che non voleva smettere di battere all’impazzata; la ragazza, però, non fece in tempo a raggiungere il salotto che la madre le si posizionò davanti, con le braccia incrociate ed un’espressione decisamente incuriosita sul volto. Rory sapeva benissimo quale fosse il suo intento e, conoscendo fin troppo bene la sua curiosità, ricambiò il suo atteggiamento con uno sguardo tipico di chi non ha nulla da dire per poi dirigersi nuovamente in cucina per finire di bere il classico caffé mattutino.

“Ehi…niente da dire?!

“No, perché?!

“Bè, vediamo…il fatto che la tua macchina sia comparsa all’improvviso sul nostro vialetto è sufficiente?!

“Ah.. quello!”

“Sì quello!”

“Bè…”

“Bé?!”

“Se hai la pazienza di farmi parlare ti racconto cos’è successo!”

Fulmineamente, Lorelai si sedette sulla sedia accanto a quella della figlia, fingendo di chiudersi le labbra con una cerniera invisibile e sbarrando gli occhi in segno di completa attenzione.

“Muta…non aprirò bocca!”

Rory accennò un lieve sorriso, cercando allo stesso tempo le parole giuste per raccontare alla madre ciò che era successo la sera precedente. Si sentiva leggermente insicura nel raccontarle l’accaduto, visto che non aveva affatto dimenticato che tipo di rapporti si erano venuti a creare tra lei e il giovane Mariano.

“Ieri sera, mentre stavo andando da Lane, ho avuto un problema con la macchina…o meglio la macchina è entrata in sciopero lasciandomi letteralmente a piedi”

E perché non mi hai chiamato?”

“come perché?lo avevo fatto poco prima e il tuo tono sembrava avere qualcosa di strano…sospetto fondato visto che ti stavi per baciare con Luke!”

Nel rimembrare quel “piccolo” particolare della scorsa notte, Lorelai si sentì nuovamente depressa e l’astinenza di gelato si fece risentire; anche se, ora che ci pensava, il barile era divenuto ormai un triste ricordo visto che durante la notte si erano verificati numerosi “attacchi notturni”…fin troppo numerosi.

Comunque…mentre pensavo a chi chiamare mi si è presentato davanti Jess…!”

“JESS?! Quel Jess?!”

“Sì…l’unico Jess che conosci! ...abbiamo litigato, più o meno…diciamo che io ho litigato con lui, lanciandogli continue sfrecciatine e concludendo incolpandolo di non avermi nemmeno chiesto scusa!”

“Hai fatto bene…anche se non ho ancora capito come ha fatto la macchina ad arrivare fin qui!”

Rory, come risposta a quella domanda, decise di tirare fuori dalla tasca dei jeans il biglietto scritto dal ragazzo e lo porse alla madre, per poi alzarsi, appoggiare la tazza ormai vuota sul lavello e dirigersi verso la porta d’entrata.

Dopo aver letto quella singola parola, Lorelai si alzò di scatto dalla sedia, raggiungendo speditamente la figlia che, nel frattempo, si stava infilando il suo amato giubbotto chiaro leggermente sfiancato.

“Ehi…non dirmi che vai da Luke!”

“Sì…perchè?!

“ti basta un semplice biglietto con scritto scusa per perdonarlo!”

“no…non ho mai detto di averlo perdonato, anche se l’aver spinto la macchina fino a qui è stato un bel gesto non credi?”

“sì…”

“e non pensi che un grazie sia dovuto?!”

Lorelai stette in silenzio, limitandosi a guardare la figlia mentre questa continuava a prepararsi per uscire. Nonostante fosse passato abbastanza tempo dal giorno in cui Jess lasciò Stars Hollow, infatti, la più grande delle Gilmore non aveva ancora dimenticato quanto la figlia avesse sofferto per quell’improvvisa partenza, passando le giornate a piangere e a ripensare al perché se ne fosse andato senza dire una parola; perciò pretendere che un “Scusa” scritto su un foglio potesse farle dimenticare tutto era pressoché impossibile.

“Allora…vieni con me o resti a casa?!

“Eh no, non posso…è meglio che vada direttamente alla locanda!”

“Ah già…dimenticavo”

“Che cosa?!

“Ieri sera…”

“Che centra ieri sera…è vero che l’immagine di te che cerchi di intimorirmi con un ombrello sarà difficile da dimenticare…ma da qui a impedirmi di uscire di casa…”

“Ah ah ah…che divertente!Ok…fai pure finta di non capire, ma prima o poi dovrai andare da Luke e…”

Ok ok…agli ordini sergente!”

Dopo aver “liquidato” la figlia imitando il classico saluto militare, Lorelai prese il cappotto rosso appeso alla sua destra e la borsa che si trovava proprio sotto al quest’ultimo. Sapeva benissimo quale fosse il consiglio che Rory si prestava a darle e, proprio per questo motivo, optò per la fuga improvvisa, impedendole di metterla nella condizione di pensare necessariamente ad una soluzione di ciò che era accaduto tra lei e Luke. Già, una soluzione; sarebbe stato bello che il solo desiderare che si sistemasse ogni cosa scrivesse la parola fine al problema. Con che coraggio si sarebbe ripresentata nel suo locale?! che cosa gli avrebbe detto quando se lo fosse trovato davanti: - ciao Luke sono contenta di vederti…ah quello che è successo ieri dimenticalo ok?ah, lo avevi gia dimenticato...perfetto allora non c’è nessun problema - . No, non sarebbe andata da lui, almeno per ora non se ne parlava; probabilmente a Natale, chissà forse l’atmosfera natalizia le avrebbe dato un po’ di coraggio, almeno quel che bastava per una circostanza come quella.

Dopo aver assistito ad una delle classiche fughe dovute ad un improvviso attacco da panico della madre, Rory uscì di casa per poi dirigersi a piedi verso il locale di Luke; improvvisamente, però, si arrestò di colpo, fissando la coltre bianca che si trovava sotto alle scarpe. Faceva bene ad andare da Jess? Forse sua madre aveva ragione: non doveva dimenticare tutto quello che le aveva fatto passare. Era anche vero, però, che il gesto che le aveva fatto meritava almeno un grazie; dopotutto la prima cosa che le era stata insegnata era l’educazione, perciò doveva andarci per forza.

“Sì…devo andare…non c’è niente di male nel ringraziare qualcuno!”

Così, con un aria decisamente più insicura di prima, la giovane Gilmore riprese la sua camminata fino al locale, sperando che l’agitazione non prendesse il sopravvento nel momento meno opportuno.

La ragazza, però, non fece nemmeno in tempo ad avvicinarsi alla porta che, improvvisamente, la voce squillante di Miss Patty la fermò di colpo. La donna, probabilmente, dopo averla vista dall’altro lato della strada si era precipitata da lei, corredo il più velocemente che le era possibile; come ogni volta che Rory la incontrava, Miss Patty si distingueva dal resto della gente grazie ad uno dei suoi lunghi abiti, questa volta di un rosso acceso, abbinato ad cappotto di un blu decisamente appariscente.

“Oh bambina mia…sei sicura di quello che fai?!”

Rory guardò Miss Patty in maniera stupita; sapeva che il caffé non poteva definirsi salutare, ma da qui al sentirsi in colpa…

“Eh…bè…se devo dire il vero un caffé l’ho già bevuto ma…”

“No…non quello…”

“Ah…e…allora di cosa devo essere sicura?!

“Di entrare…”

Miss Patty pronunciò l’ultima frase con un tono talmente basso da assomigliare ad un agente della spia in missione segreta per il presidente degli Stati Uniti in persona.

“perché non dovrei entrare?!

La donna le fece cenno di avvicinarsi e, con lo stesso tono, anche se ancora più assomigliante ad un mormorio, cominciò a spiegarle che cos’era successo, senza però mai smettere di guardarsi attorno, come se qualcuno le stesse spiando a loro insaputa.

“Bè…questa mattina Kirk era entrato a fare colazione…”

“Senza contare Kirk fin qui tutto normale…”

“Già…ma poi ha ordinato una fetta di torta al limone e…Luke…gliene ha portata una al cioccolato…”

“Ah grazie Patty…vorrà dire che se al posto del caffé mi porta del the sarò preparata!”

Ma non è finita qui…”

“Ah no?!

“Visto che aveva sbagliato…Kirk glielo ha fatto notare e Luke…gli ha buttato la torta in faccia, per poi prenderlo di peso e buttarlo fuori dal locale!”

Rory stette in silenzio per poi indirizzare lo sguardo dentro al locale, dove riuscì ad intravedere Luke che sbraitava contro un cliente; le riusciva facile capire a cosa fosse dovuto quel comportamento e l’unica soluzione possibile sarebbe stato un chiarimento con sua madre che in quel momento, però, se l’era data a gambe.

“Grazie Patty…vedrò di sopravvivere!”

Detto ciò, la donna le sfiorò il viso con una mano, come a volerle dare un ultimo saluto prima della sua entrata nel campo di battaglia; dopodichè Rory entrò nel locale andando a sedersi su uno dei sgabelli liberi davanti al bancone. In quel momento Luke si trovava in cucina, decisamente impegnato ad urlare contro Sisar che, con molta probabilità, non meritava affatto quella sfuriata.

“Ciao Rory!”

“Lane…”

Dovettero trascorrere solamente alcuni istanti prima che Rory si accorgesse della decisamente abbattuta espressione dell’amica, priva infatti dei suoi abituali occhi carichi di vitalità.

“Ehi…che brutta faccia, dormito poco?”

“No…ma diciamo che se avessi dormito di più avrei posticipato di un po’ il mio attuale stato depressivo!”

Lane fece per andarsene, ma la sottile mano della Gilmore non si fece attendere e subito arresto il suo tentativo di fuga.

Ditemi la verità, è diventato un hobby scappare dai discorsi chiarificatori?!”

“Io non scappo dai discorsi chiarificatori!”

Non servì che Rory controbattesse all’affermazione dell’amica visto che il classico sguardo delle Gilmore ebbe l’effetto sperato; Lane, difatti, si appoggiò al bancone, prestando sempre molta attenzione a dove si trovasse Luke, visto che il suo umore di quella mattina non era dei migliori.

“Questa mattina mi sono alzata…e come tutte le mattine ho fatto per andare ad accendere il riscaldamento, ma…SORPRESA…il riscaldamento era già acceso! All’inizio mi sono lasciata trasportare dall’illusione che Zack e Brian avessero imparato a mettere il cervello in moto andandolo ad accendere senza che glielo ricordassi io, ma poi ho capito che era impossibile e ho optato per l’unica spiegazione possibile: Zack, che in teoria doveva spegnerlo, non l’ha fatto…facendoci spendere soldi in più di riscaldamento. Ma dopotutto…non poteva mica permettere che il cervello di quelle stupide galline delle sue amiche si raffreddasse…così sono andata in cucina per dirgliene quattro…”

Sei tutta rossa…riprendi fiato…”

“Oh non ce né bisogno…dopo quello che ho visto ho avuto un blocco respiratorio…ora sono come Kevin Costner in Waterworld quando si trova sotto acqua!”

“Ah…”

Comunque…mentre discuto con Zack, Brian mi dice che sono strana. All’inizio non capivo perché dovesse ritenermi strana anche se devo ammettere che tutti quegli anno trascorsi con mia madre un po’ devono aver influito sul mio carattere …ma…non era per quello…”

Lane appoggiò il vassoio, che fino ad allora aveva contribuito al suo sfogo lasciandosi stritolate dalle dita della ragazza, per poi appoggiare la testa sopra al bancone, manifestando il più chiaramente possibile il suo stato d’animo. Rory che, se ben ricordava, non le sembrava di aver mai visto la sua amica in uno stato simile, le appoggiò una mano sulla spalla, spronandola a terminare quello che in teoria doveva essere l’epilogo del suo racconto.

Lane alzò leggermente la testa e, con gli occhi visibilmente lucidi, concluse la sua “narrazione”.

“Le amiche di Zack hanno completamente rovinato la mia batteria…”

“CHE COSA?!

“Già…ero…ero così furiosa che non riuscivo nemmeno a reagire, non sapevo cosa dirgli, come sfogarmi…nemmeno se lo avessi preso a pugni ci sarei riuscita…anche se adesso che ci penso…”

Rory era decisamente scioccata. Sapeva quanto Lane tenesse a quella batteria sia perché conteneva dei ricordi e sia perché era la chiara manifestazione della sua indipendenza; era proprio per via della musica che lei e sua madre avevano avuto quello screzio, sempre se così si poteva chiamare.

“Meglio che vada…Luke in arrivo. Comunque grazie Rory…mi sento meglio!”

La giovane Gilmore sapeva bene che Lane mentiva sfacciatamente, ma costringerla a piangere per farla sfogare non sarebbe servito a molto; al contrario l’avrebbe fatta sentire ancora più a terra. Si sarebbe dimostrato utilissimo, invece, andare da Zack in persona e sentire cosa aveva da dire; dopotutto non poteva permettere che la passasse liscia limitandosi ad aspettare che l’arrabbiatura di Lane si affievolisse e visto che Yale era pressoché impossibile da raggiungere, ci sarebbe andata subito dopo aver parlato con Jess.

“Ehi…ciao!”

Come diceva quel proverbio: Si parla del diavolo ed ecco che spuntano le corna?!

Jess…”

Il cuore di entrambi diede inizio alla consueta gara dei battiti più rapidi, naturalmente collegata a quella di chi ha il coraggio di affrontare l’inizio della conversazione; proprio tale “forza d’animo” ebbe il sopravvento sul giovane Mariano che fu il primo ad scandire una frase più o meno articolata.

“Allora…tutto ok?!

“S…sì!”

Il volto di Rory sembrava non voler smettere di arrossire, rendendo il tutto ancora più complicato di quanto già non fosse; dal canto suo Jess fingeva di pulire il bancone, tentando di prevenire in questo modo una possibile crisi da parte dello zio, il quale non brillava di buonumore, in particolar modo oggi; al 99% il fatto era dovuto a Lorelai: o avevano litigato o lei lo aveva invitato ad un suo imminente matrimonio, in entrambi i casi la reazione sarebbe stata la stessa.

“Vedo che hai ricominciato a lavorare per Luke!”

“Sì…diciamo che è un modo per ripagarlo dell’ospitalità!”

“Ah…già!”

“Già cosa?”

“No…dimenticavo che sei ospite. Comunque volevo ringraziarti per l’auto, non serviva la riportassi fino a casa, sarei andata a prenderla io questa mattina!”

E invece dovevo farlo…volevo…farlo”

“…e…perchè?!

…ti dovevo delle scuse o sbaglio?”

“No...cioè sì…sì si, e…ho visto il biglietto…”

Non riusciva a spiegare il perché ma in quel momento le sembrava di avere le stesse capacità di esprimersi di Kirk, fattore per nulla positivo ma decisamente preoccupante; anche le mani sembravano divertirsi a far trasparire tutto il nervosismo della ragazza, non smettendo nemmeno per un istante di attorcigliare l’impugnatura della borsa. Anche Jess sembrava essersi accorto del nervosismo di Rory e, doveva ammetterlo, non gli dispiaceva affatto; tutto sommato se reagiva così significava che almeno un alone di quello che c’era tra loro era rimasto.

“Ehi…hai finito di fare salotto o vuoi che ti porti un caffé!”

Ma, con la stessa velocità con cui si era creata, ecco che quell’atmosfera quasi romantica se l’era data a gambe con l’’improvviso arrivo del proprietario del locale.

“Meglio che vada…il suo lato oscuro oggi ha il sopravvento”

“vedi che il mio lato oscuro non si sfoghi contro di te…”

Prima di andarsene, però, il ragazzo dai capelli scuri quasi quanto gli occhi, lanciò un sorriso a Rory che non riuscì dal trattenersi nel farne uno a sua volta; ma che le stava succedendo?perchè quando c’era lui non era in grado di controllarsi e tutta la sua parte razionale, di cui andava così feria, preferiva andare a farsi un giro per poi ritornare nel momento meno opportuno.

Rory…”

Velocemente la ragazza venne interrotta dai suoi pensieri e, appoggiando la borsa sopra al bancone, volse lo sguardo verso Luke che in quel momento sembrava intenzionato a scrivere chissà cosa sul suo classico blocchetto con cui prendeva le ordinazioni.

“Luke…allora come va?!

“Benissimo….LANE CI SONO DUE CLIENTI CHE ASPETTANO DA MEZZORA…VUOI L’INVITO SCRITTO?!

“Ah…lo vedo!”

“Allora…cosa ti porto?”

“un caffè…e…un maff…”

Mentre stava per pronunciare il nome di quel dolcetto che amava così tanto, l’attenzione di Rory venne improvvisamente attirata dalla sua amica Lane, la quale si era appena avvicinata al bancone per prendere le fette di torta; l’amica coreana, infatti, non appena si accorse di cosa stava per dire Rory cominciò a muovere freneticamente la testa in senso di diniego, pronunciando a fior di labbra una serie infinita di – NO - .

…ora che ci penso non ho molta fame…e il caffé l’ho già bevuto…sai dicono che tanta caffeina fa male e non vorrei fare la fine di mia madre!”

Notando il leggero scatto che fecero la sopracciglia di Luke non appena sentì pronunciare quell’ultima parola, Rory capì al volo che l’averlo fatto non era stata una delle cose più intelligenti della mattinata.

Così, dopo aver emesso un “ciao” a dir poco titubante, la giovane prese la borsa e si diresse verso la porta d’ingresso, la quale, dopo alcuni minuti da quando venne chiusa dalla Gilmore, venne riaperta dal signor Danes che sembrava avere una meta fin troppo precisa.

Nel frattempo, alla locanda, Sookie St. James era intenta a sperimentare nuove ricette per il giorno di apertura del Dragon fly; come ogni volta, infatti, tutto le sembrava straordinariamente buono e perfetto, ma allo stesso tempo discreto e inadeguato.

“Ah sono indecisa!”

“Su che cosa?”

In quel preciso momento, fece la sua entrata in cucina Lorelai, la quale a differenza degli altri giorni non sembrava particolarmente in vena a sfoderare uno dei suoi sorrisi cordiali, gli stessi che Michel spesso non riusciva a sopportare.

“Non so se sia meglio che mi concentri sui primi o sui secondi…o il dolce…ma anche gli antipasti sono importanti, sono loro che danno il via al pranzo…oddio e se non faccio bene gli antipasti e tutti se ne vanno?ma se trascuro i primi la gente non vorrà proseguire con i secondi…e poi il dolce…la torta…OH NOOO!”

Sookie calmati, sarai…perfetta come sempre…quello che prepari tu è sempre buono…a meno che non bruci la cucina, in quel caso le cose si complicano un po’…”

“Già hai ragione…ah dimenticavo, non ti ho ancora ringraziato per aver tenuto Davey l’altro giorno….io e Jackson siamo stati benissimo!”

“Sono contenta…te l’avevo dato che una serata libera fa miracoli!”

Mentre l’amica continuava a pelare le patate che aveva sopra al tavolo da cucina, Lorelai si avvicinò alla caraffa contenente il caffé e se ne versò l’ennesima tazza mattutina; se non ricordava male era più o meno la quarta, numero che di solito raggiungeva solo nei casi in cui i suoi genitori si intromettevano nella sua vita privata.

Lorelai…stai bene?”

“Certo…benissimo, perché?”

…vediamo…il fatto che è tutta la mattina che ingurgiti caffeina senza sosta?!su dimmi la verità… si è arrabbiato perché hai tenuto Davey…”

Ma no…quel giorno doveva solo venire ad aggiustare la caldaia…”

“Sa aggiustare la caldaia?!

“Sì…certo; ogni volta che mi si rompe qualcosa è sempre pronto ad sistemare tutto!”

“Davvero?non l’avrei mai detto…sembrava più un tipo che entra in crisi se gli si fulmina una lampadina!”

“Ma stai scherzando?Luke in crisi per una lampadina?ma andiamo…”

“Luke?! E che centra Luke adesso?!

“come che centra…mi hai chiesto tu se si è arrabbiato?!

“Ma io intendevo il tuo fidanzato…Jason…non ti ricorda niente?!

“Ah…già…scusa…ho la testa fra le nuvole… comunque…ci siamo lasciati!”

COSA?!”

Non appena sentì quell’improvviso notizia, Sookie fece cadere a terra il pelapatate, portandosi poi entrambe le mani sopra alla testa, coperta come sempre da una bandata a dir poco floreale.

“Oh mio dio…è stata colpa mia, non dovevo darti Davey….mi odierà…anzi tu mi odierai…ecco perché bevi caffé, cerchi di trattenerti dall’infilzarmi con un coltello!”

Ma no Sookie…che dici! Se volessi ucciderti userei qualcosa di più originale...tipo… hai presente Stallone nel film “la rivincita di Carter”?!”

Lorelai…ma perché avete rotto?!

perché era troppo geloso….dico io ti pare essere gelosi di Luke…di Luke ti dico! Ci conosceremo si e no da otto anni…come può essere geloso di lui, dammi un motivo perché debba esserlo!”

“il fatto che la prima persona che ti viene in mente se ti fanno una domanda è lui?!

“non è vero!”

“Ah no…e prima che ti ho detto se si è arrabbiato e tu hai immediatamente collegato il soggetto con Luke!”

“Vabbè che centra…”

“NON PUOI ENTRARE….”

Improvvisamente la “discussione” tra le due amiche venne interrotta dalla squillante e così francese voce di Michel il quel sembrava avere qualche problema, come del resto accadeva ogni giorno.

ma che succede….”

Nel tempo in cui si apprestava ad uscire dalla cucina per vedere cosa stesse succedendo, Lorelai non fece in tempo a varcarne la soglia che si trovò faccia a faccia con uno dei principali protagonisti della conversazione tra lei e Sookie.

“Luke…”

“Non puoi farlo…”

“fare che cosa?”

“Questo…non puoi prendere di entrare…e…e poi andare via e…io…ah lascia perdere!”

Detto questo, l’uomo uscì dalla stanza con la stessa foga con cui c’era entrato, lasciando la sua “interlocutrice” decisamente sbigottita, come del resto lo erano Sookie e Michel.

ma dico è impassito…”

Michel ha ragione…sembrava sconvolto…”

“già…”

Dopodichè la Gilmore si limitò ad avvicinarsi nuovamente alla caraffa del caffé, cercando di affogare in quest’ultimo i pensieri che avevano già cominciato ad affollarle la testa.

dire che è da tanto che non aggiorno penso sia dir poco! Lo so che non è un bel comportamento, ma ho avuto dei problemi che, sinceramente, lasciavano poco spazio a questa fan fiction. Cmq sono riuscita a dedicargli il tempo necessario per proseguire, sperando che ci sia ancora qualcuno disposto a leggerla e a commentare; a questo proposito voglio ringraziarvi di cuore per aver continuato a scrivere commenti…sono stati proprio a questi a farmi continuare. Ringrazio di tutto cuore: Mary z che mi ha fatto delle critiche costruttive, gamegirl, Blak Raven, tonkseremus4ever e Giorgia.

Grazie ancora…spero continuate a leggerla…io intanto mi metto all’opera per il continuo.

Baci

Nevenera

  
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