Cattivo umore
Dopo aver piegato il biglietto lasciato
da Jess all’interno della sua macchina, Rory rientrò in casa dalla
porta principale, con il cuore che non voleva smettere di battere
all’impazzata; la ragazza, però, non fece in tempo a raggiungere
il salotto che la madre le si posizionò
davanti, con le braccia incrociate ed un’espressione decisamente
incuriosita sul volto. Rory sapeva benissimo quale fosse
il suo intento e, conoscendo fin troppo bene la sua curiosità,
ricambiò il suo atteggiamento con uno sguardo tipico di chi non ha nulla
da dire per poi dirigersi nuovamente in cucina per finire di bere il classico caffé
mattutino.
“Ehi…niente da dire?!”
“No, perché?!”
“Bè, vediamo…il
fatto che la tua macchina sia comparsa all’improvviso sul nostro vialetto
è sufficiente?!”
“Ah.. quello!”
“Sì quello!”
“Bè…”
“Bé?!”
“Se hai la pazienza di farmi parlare ti racconto cos’è successo!”
Fulmineamente, Lorelai si sedette sulla
sedia accanto a quella della figlia, fingendo di chiudersi le labbra con una
cerniera invisibile e sbarrando gli occhi in segno di completa attenzione.
“Muta…non aprirò
bocca!”
Rory accennò un lieve sorriso,
cercando allo stesso tempo le parole giuste per raccontare alla madre
ciò che era successo la sera precedente. Si sentiva leggermente insicura nel
raccontarle l’accaduto, visto che non aveva affatto
dimenticato che tipo di rapporti si erano venuti a creare tra lei e il giovane
Mariano.
“Ieri sera, mentre stavo andando
da Lane, ho avuto un problema con la macchina…o meglio la macchina è entrata in sciopero lasciandomi
letteralmente a piedi”
“E
perché non mi hai chiamato?”
“come perché?lo avevo fatto poco prima e il tuo tono sembrava avere qualcosa
di strano…sospetto fondato visto che ti stavi per baciare con
Luke!”
Nel rimembrare quel
“piccolo” particolare della scorsa notte, Lorelai si sentì
nuovamente depressa e l’astinenza di gelato si fece risentire; anche se,
ora che ci pensava, il barile era divenuto ormai un triste ricordo visto che
durante la notte si erano verificati numerosi “attacchi
notturni”…fin troppo numerosi.
“Comunque…mentre
pensavo a chi chiamare mi si è presentato davanti Jess…!”
“JESS?! Quel
Jess?!”
“Sì…l’unico
Jess che conosci! bè...abbiamo litigato,
più o meno…diciamo che io ho litigato con lui, lanciandogli
continue sfrecciatine e concludendo incolpandolo di non avermi nemmeno chiesto
scusa!”
“Hai fatto bene…anche
se non ho ancora capito come ha fatto la macchina ad arrivare fin
qui!”
Rory, come risposta a quella domanda,
decise di tirare fuori dalla tasca dei jeans il
biglietto scritto dal ragazzo e lo porse alla madre, per poi alzarsi,
appoggiare la tazza ormai vuota sul lavello e dirigersi verso la porta
d’entrata.
Dopo aver letto quella singola parola,
Lorelai si alzò di scatto dalla sedia, raggiungendo speditamente la
figlia che, nel frattempo, si stava infilando il suo amato giubbotto chiaro
leggermente sfiancato.
“Ehi…non dirmi
che vai da Luke!”
“Sì…perchè?!”
“ti basta un
semplice biglietto con scritto scusa per perdonarlo!”
“no…non ho mai detto di
averlo perdonato, anche se l’aver spinto la macchina fino a qui è
stato un bel gesto non credi?”
“sì…”
“e non pensi che un grazie sia dovuto?!”
Lorelai stette in silenzio, limitandosi
a guardare la figlia mentre questa continuava a
prepararsi per uscire. Nonostante fosse passato abbastanza tempo dal giorno in
cui Jess lasciò Stars Hollow, infatti, la più grande delle
Gilmore non aveva ancora dimenticato quanto la figlia avesse
sofferto per quell’improvvisa partenza, passando le giornate a
piangere e a ripensare al perché se ne fosse andato senza dire una
parola; perciò pretendere che un “Scusa” scritto su un
foglio potesse farle dimenticare
tutto era pressoché impossibile.
“Allora…vieni con me o
resti a casa?!”
“Eh no, non posso…è meglio
che vada direttamente alla locanda!”
“Ah
già…dimenticavo”
“Che cosa?!”
“Ieri sera…”
“Che centra ieri
sera…è vero che l’immagine di te che cerchi di intimorirmi
con un ombrello sarà difficile da
dimenticare…ma da qui a impedirmi di uscire di casa…”
“Ah ah ah…che divertente!Ok…fai
pure finta di non capire, ma prima o poi dovrai andare da Luke e…”
“Ok ok…agli ordini sergente!”
Dopo aver “liquidato” la
figlia imitando il classico saluto militare, Lorelai
prese il cappotto rosso appeso alla sua destra e la borsa che si trovava
proprio sotto al quest’ultimo. Sapeva benissimo quale fosse
il consiglio che Rory si prestava a darle e, proprio
per questo motivo, optò per la fuga improvvisa, impedendole di metterla
nella condizione di pensare necessariamente ad una soluzione di ciò che
era accaduto tra lei e Luke. Già, una soluzione; sarebbe stato bello che
il solo desiderare che si sistemasse ogni cosa scrivesse la parola fine al
problema. Con che coraggio si sarebbe ripresentata nel suo locale?! che cosa gli avrebbe detto
quando se lo fosse trovato davanti: - ciao Luke sono contenta di
vederti…ah quello che è successo ieri dimenticalo ok?ah, lo avevi gia dimenticato...perfetto allora non
c’è nessun problema - . No, non sarebbe andata da lui, almeno per
ora non se ne parlava; probabilmente a Natale, chissà forse
l’atmosfera natalizia le avrebbe dato un
po’ di coraggio, almeno quel che bastava per una circostanza come quella.
Dopo aver assistito ad una delle
classiche fughe dovute ad un improvviso attacco da panico della madre, Rory
uscì di casa per poi dirigersi a piedi verso il
locale di Luke; improvvisamente, però, si arrestò di colpo,
fissando la coltre bianca che si trovava sotto alle scarpe. Faceva bene ad
andare da Jess? Forse sua madre aveva ragione: non
doveva dimenticare tutto quello che le aveva fatto
passare. Era anche vero, però, che il gesto che le aveva fatto meritava
almeno un grazie; dopotutto la prima cosa che le era
stata insegnata era l’educazione, perciò doveva andarci per forza.
“Sì…devo andare…non c’è niente di male nel
ringraziare qualcuno!”
Così, con un
aria decisamente più insicura di prima, la giovane Gilmore riprese
la sua camminata fino al locale, sperando che l’agitazione non prendesse
il sopravvento nel momento meno opportuno.
La ragazza, però, non fece
nemmeno in tempo ad avvicinarsi alla porta che, improvvisamente, la voce
squillante di Miss Patty la fermò di colpo. La donna, probabilmente,
dopo averla vista dall’altro lato della strada si era precipitata da lei,
corredo il più velocemente che le era possibile; come ogni volta che
Rory la incontrava, Miss Patty si distingueva dal
resto della gente grazie ad uno dei suoi lunghi abiti, questa volta di un rosso
acceso, abbinato ad cappotto di un blu decisamente appariscente.
“Oh bambina mia…sei sicura di quello che fai?!”
Rory guardò Miss Patty in
maniera stupita; sapeva che il caffé non poteva definirsi salutare, ma
da qui al sentirsi in colpa…
“Eh…bè…se devo
dire il vero un caffé l’ho già
bevuto ma…”
“No…non
quello…”
“Ah…e…allora di cosa
devo essere sicura?!”
“Di entrare…”
Miss Patty pronunciò
l’ultima frase con un tono talmente basso da assomigliare ad un agente
della spia in missione segreta per il presidente degli Stati Uniti in persona.
“perché non dovrei entrare?!”
La donna le fece cenno di avvicinarsi
e, con lo stesso tono, anche se ancora più assomigliante ad un mormorio,
cominciò a spiegarle che cos’era successo,
senza però mai smettere di guardarsi attorno, come se qualcuno le stesse
spiando a loro insaputa.
“Bè…questa mattina
Kirk era entrato a fare colazione…”
“Senza contare Kirk fin qui tutto
normale…”
“Già…ma poi ha
ordinato una fetta di torta al limone e…Luke…gliene ha portata una
al cioccolato…”
“Ah grazie
Patty…vorrà dire che se al posto del
caffé mi porta del the sarò preparata!”
“Ma non
è finita qui…”
“Ah no?!”
“Visto che aveva
sbagliato…Kirk glielo ha fatto notare e Luke…gli ha buttato la
torta in faccia, per poi prenderlo di peso e buttarlo fuori
dal locale!”
Rory stette in silenzio per poi
indirizzare lo sguardo dentro al locale, dove
riuscì ad intravedere Luke che sbraitava contro un cliente; le riusciva
facile capire a cosa fosse dovuto quel comportamento e l’unica soluzione
possibile sarebbe stato un chiarimento con sua madre che in quel momento, però,
se l’era data a gambe.
“Grazie Patty…vedrò
di sopravvivere!”
Detto ciò, la donna le
sfiorò il viso con una mano, come a volerle dare un
ultimo saluto prima della sua entrata nel campo di battaglia;
dopodichè Rory entrò nel locale andando a sedersi su uno dei
sgabelli liberi davanti al bancone. In quel momento Luke si trovava in cucina, decisamente
impegnato ad urlare contro Sisar che, con molta
probabilità, non meritava affatto quella sfuriata.
“Ciao Rory!”
“Lane…”
Dovettero trascorrere solamente alcuni istanti prima che Rory si
accorgesse della decisamente abbattuta espressione dell’amica, priva
infatti dei suoi abituali occhi carichi di vitalità.
“Ehi…che brutta faccia,
dormito poco?”
“No…ma diciamo
che se avessi dormito di più avrei posticipato di un po’ il mio
attuale stato depressivo!”
Lane fece per
andarsene, ma la sottile mano della Gilmore non si
fece attendere e subito arresto il suo tentativo di fuga.
“Ditemi
la verità, è diventato un hobby scappare dai discorsi
chiarificatori?!”
“Io non scappo dai discorsi
chiarificatori!”
Non servì che Rory controbattesse
all’affermazione dell’amica visto che il classico sguardo delle Gilmore ebbe l’effetto sperato; Lane, difatti, si
appoggiò al bancone, prestando sempre molta attenzione a dove si trovasse
Luke, visto che il suo umore di quella mattina non era dei migliori.
“Questa mattina mi sono
alzata…e come tutte le mattine ho fatto per andare ad accendere il riscaldamento, ma…SORPRESA…il riscaldamento era
già acceso! All’inizio mi sono lasciata trasportare
dall’illusione che Zack e Brian avessero imparato a mettere il cervello in moto andandolo ad
accendere senza che glielo ricordassi io, ma poi ho capito che era impossibile
e ho optato per l’unica spiegazione possibile: Zack,
che in teoria doveva spegnerlo, non l’ha fatto…facendoci spendere
soldi in più di riscaldamento. Ma
dopotutto…non poteva mica permettere che il cervello di quelle stupide
galline delle sue amiche si raffreddasse…così sono andata in
cucina per dirgliene quattro…”
“Sei tutta
rossa…riprendi fiato…”
“Oh non ce né
bisogno…dopo quello che ho visto ho avuto un
blocco respiratorio…ora sono come Kevin Costner in Waterworld quando si
trova sotto acqua!”
“Ah…”
“Comunque…mentre
discuto con Zack, Brian mi dice che sono strana.
All’inizio non capivo perché dovesse ritenermi strana
anche se devo ammettere che tutti quegli anno trascorsi con mia madre un
po’ devono aver influito sul mio carattere …ma…non era per
quello…”
Lane appoggiò
il vassoio, che fino ad allora aveva contribuito al suo sfogo lasciandosi
stritolate dalle dita della ragazza, per poi appoggiare la testa sopra al
bancone, manifestando il più chiaramente possibile il suo stato
d’animo. Rory che, se ben ricordava, non le
sembrava di aver mai visto la sua amica in uno stato simile, le appoggiò
una mano sulla spalla, spronandola a terminare quello che in teoria doveva
essere l’epilogo del suo racconto.
Lane alzò
leggermente la testa e, con gli occhi visibilmente lucidi, concluse la sua “narrazione”.
“Le amiche di Zack
hanno completamente rovinato la mia batteria…”
“CHE COSA?!”
“Già…ero…ero
così furiosa che non riuscivo nemmeno a reagire, non sapevo cosa dirgli,
come sfogarmi…nemmeno se lo avessi preso a pugni ci sarei
riuscita…anche se adesso che ci penso…”
Rory era decisamente scioccata. Sapeva quanto Lane
tenesse a quella batteria sia perché conteneva dei ricordi e sia
perché era la chiara manifestazione della sua indipendenza; era proprio
per via della musica che lei e sua madre avevano avuto quello screzio, sempre
se così si poteva chiamare.
“Meglio che vada…Luke in
arrivo. Comunque grazie Rory…mi
sento meglio!”
La giovane Gilmore
sapeva bene che Lane mentiva sfacciatamente, ma
costringerla a piangere per farla sfogare non sarebbe servito a molto; al
contrario l’avrebbe fatta sentire ancora più a terra. Si sarebbe
dimostrato utilissimo, invece, andare da Zack in
persona e sentire cosa aveva da dire; dopotutto non poteva permettere che la
passasse liscia limitandosi ad aspettare che l’arrabbiatura di Lane si
affievolisse e
visto che Yale era pressoché impossibile da
raggiungere, ci sarebbe andata subito dopo aver parlato con Jess.
“Ehi…ciao!”
Come diceva quel proverbio: Si parla
del diavolo ed ecco che spuntano le corna?!
“Jess…”
Il cuore di entrambi diede inizio alla
consueta gara dei battiti più rapidi, naturalmente collegata a quella di
chi ha il coraggio di affrontare l’inizio della
conversazione; proprio tale “forza d’animo” ebbe il
sopravvento sul giovane Mariano che fu il primo ad scandire una frase
più o meno articolata.
“Allora…tutto ok?!”
“S…sì!”
Il volto di Rory
sembrava non voler smettere di arrossire, rendendo il tutto ancora più
complicato di quanto già non fosse; dal canto suo Jess
fingeva di pulire il bancone, tentando di prevenire in questo modo una possibile
crisi da parte dello zio, il quale non brillava di buonumore, in particolar
modo oggi; al 99% il fatto era dovuto a Lorelai: o avevano litigato o lei lo aveva invitato ad un
suo imminente matrimonio, in entrambi i casi la reazione sarebbe stata la
stessa.
“Vedo che hai ricominciato a
lavorare per Luke!”
“Sì…diciamo che è un modo per ripagarlo dell’ospitalità!”
“Ah…già!”
“Già cosa?”
“No…dimenticavo che sei ospite. Comunque volevo
ringraziarti per l’auto, non serviva la riportassi fino a casa, sarei
andata a prenderla io questa mattina!”
“E
invece dovevo farlo…volevo…farlo”
“…e…perchè?!”
“bè…ti
dovevo delle scuse o sbaglio?”
“No...cioè
sì…sì si, e…ho visto il biglietto…”
Non riusciva a spiegare il
perché ma in quel momento le sembrava di avere le stesse capacità
di esprimersi di Kirk, fattore per nulla positivo ma decisamente preoccupante; anche le mani
sembravano divertirsi a far trasparire
tutto il nervosismo della
ragazza, non smettendo nemmeno per
un istante di attorcigliare l’impugnatura della borsa. Anche Jess sembrava essersi accorto del nervosismo di Rory e, doveva ammetterlo, non gli
dispiaceva affatto; tutto sommato se reagiva così significava che
almeno un alone di quello che c’era tra loro era rimasto.
“Ehi…hai finito di fare
salotto o vuoi che ti porti un caffé!”
Ma, con la
stessa velocità con cui si era creata, ecco che quell’atmosfera
quasi romantica se l’era data a gambe con l’’improvviso
arrivo del proprietario del locale.
“Meglio che vada…il suo
lato oscuro oggi ha il sopravvento”
“vedi che il mio lato oscuro non
si sfoghi contro di te…”
Prima di andarsene, però, il
ragazzo dai capelli scuri quasi quanto gli occhi, lanciò un sorriso a Rory che non riuscì dal
trattenersi nel farne uno a sua volta; ma che le stava succedendo?perchè
quando c’era lui non era in grado di controllarsi e tutta la sua parte
razionale, di cui andava così feria, preferiva andare a farsi un giro
per poi ritornare nel momento meno opportuno.
“Rory…”
Velocemente la ragazza venne interrotta dai suoi pensieri e, appoggiando la borsa
sopra al bancone, volse lo sguardo verso Luke che in quel momento sembrava
intenzionato a scrivere chissà cosa sul suo classico blocchetto con cui
prendeva le ordinazioni.
“Luke…allora come va?!”
“Benissimo….LANE CI SONO
DUE CLIENTI CHE ASPETTANO DA MEZZORA…VUOI L’INVITO SCRITTO?!”
“Ah…lo vedo!”
“Allora…cosa ti
porto?”
“un caffè…e…un
maff…”
Mentre stava per pronunciare il nome di
quel dolcetto che amava così tanto,
l’attenzione di Rory venne improvvisamente
attirata dalla sua amica Lane, la quale si era appena avvicinata al bancone per
prendere le fette di torta; l’amica coreana, infatti, non appena si
accorse di cosa stava per dire Rory cominciò a
muovere freneticamente la testa in senso di diniego, pronunciando a fior di
labbra una serie infinita di – NO - .
“ Bè…ora
che ci penso non ho molta fame…e il caffé l’ho già
bevuto…sai dicono che tanta caffeina fa male e
non vorrei fare la fine di mia madre!”
Notando il leggero scatto che fecero la sopracciglia di Luke non
appena sentì pronunciare quell’ultima
parola, Rory capì al volo che l’averlo
fatto non era stata una delle cose più intelligenti della mattinata.
Così, dopo aver emesso un
“ciao” a dir poco titubante, la giovane prese la borsa e si diresse
verso la porta d’ingresso, la quale, dopo alcuni minuti da quando venne
chiusa dalla Gilmore, venne riaperta dal signor Danes che sembrava avere una meta fin troppo precisa.
Nel frattempo, alla locanda, Sookie St. James
era intenta a sperimentare nuove ricette per il giorno di apertura
del Dragon fly; come ogni volta, infatti, tutto le
sembrava straordinariamente buono e perfetto, ma allo stesso tempo discreto e
inadeguato.
“Ah sono indecisa!”
“Su che cosa?”
In quel preciso momento, fece la sua
entrata in cucina Lorelai, la quale a differenza
degli altri giorni non sembrava particolarmente in vena a sfoderare uno dei
suoi sorrisi cordiali, gli stessi che Michel spesso non
riusciva a sopportare.
“Non so se sia meglio che mi
concentri sui primi o sui secondi…o il dolce…ma anche gli antipasti
sono importanti, sono loro che danno il via al pranzo…oddio e se non
faccio bene gli antipasti e tutti se ne vanno?ma se trascuro i primi la gente
non vorrà proseguire con i secondi…e poi il dolce…la
torta…OH NOOO!”
“Sookie
calmati, sarai…perfetta come sempre…quello che prepari tu è
sempre buono…a meno che non bruci la cucina, in
quel caso le cose si complicano un po’…”
“Già hai
ragione…ah dimenticavo, non ti ho ancora ringraziato per aver
tenuto Davey l’altro giorno….io e Jackson siamo stati
benissimo!”
“Sono contenta…te l’avevo dato che una serata libera fa miracoli!”
Mentre l’amica continuava a
pelare le patate che aveva sopra al tavolo da cucina, Lorelai si avvicinò alla caraffa contenente il
caffé e se ne versò l’ennesima tazza mattutina; se non
ricordava male era più o meno la quarta, numero che di solito
raggiungeva solo nei casi in cui i suoi genitori si intromettevano nella sua
vita privata.
“Lorelai…stai
bene?”
“Certo…benissimo,
perché?”
“Bè…vediamo…il
fatto che è tutta la mattina che ingurgiti caffeina senza sosta?!su dimmi la verità… si è arrabbiato
perché hai tenuto Davey…”
“Ma
no…quel giorno doveva solo venire ad aggiustare la caldaia…”
“Sa aggiustare la caldaia?!”
“Sì…certo; ogni
volta che mi si rompe qualcosa è sempre pronto ad
sistemare tutto!”
“Davvero?non l’avrei mai
detto…sembrava più un tipo che entra in
crisi se gli si fulmina una lampadina!”
“Ma stai scherzando?Luke in crisi
per una lampadina?ma andiamo…”
“Luke?! E che centra Luke adesso?!”
“come che centra…mi hai
chiesto tu se si è arrabbiato?!”
“Ma io intendevo il tuo
fidanzato…Jason…non ti ricorda niente?!”
“Ah…già…scusa…ho
la testa fra le nuvole…bè comunque…ci siamo lasciati!”
“COSA?!”
Non appena sentì quell’improvviso
notizia, Sookie fece cadere a terra il
pelapatate, portandosi poi entrambe le mani sopra alla testa, coperta come
sempre da una bandata a dir poco floreale.
“Oh mio dio…è stata colpa mia, non dovevo darti Davey….mi
odierà…anzi tu mi odierai…ecco perché bevi
caffé, cerchi di trattenerti dall’infilzarmi con un
coltello!”
“Ma no Sookie…che dici! Se volessi ucciderti userei qualcosa
di più originale...tipo… hai presente
Stallone nel film “la rivincita di Carter”?!”
“Lorelai…ma
perché avete rotto?!”
“perché…bè era troppo geloso….dico
io ti pare essere gelosi di Luke…di Luke ti dico! Ci conosceremo si e
no da otto anni…come può essere geloso di lui, dammi un motivo
perché debba esserlo!”
“il fatto che la prima persona
che ti viene in mente se ti fanno una domanda è lui?!”
“non è vero!”
“Ah no…e prima che ti ho
detto se si è arrabbiato e tu hai immediatamente collegato il soggetto
con Luke!”
“Vabbè che
centra…”
“NON PUOI ENTRARE….”
Improvvisamente la
“discussione” tra le due amiche venne
interrotta dalla squillante e così francese voce di Michel
il quel sembrava avere qualche problema, come del resto accadeva ogni giorno.
“ma che
succede….”
Nel tempo in cui si apprestava ad
uscire dalla cucina per vedere cosa stesse succedendo,
Lorelai non fece in tempo a varcarne la soglia che si
trovò faccia a faccia con uno dei principali protagonisti della
conversazione tra lei e Sookie.
“Luke…”
“Non puoi farlo…”
“fare che cosa?”
“Questo…non
puoi prendere di entrare…e…e poi andare via e…io…ah lascia perdere!”
Detto
questo, l’uomo uscì dalla stanza con la stessa foga con cui
c’era entrato, lasciando la sua “interlocutrice” decisamente sbigottita, come del resto lo erano Sookie e Michel.
“ma dico è impassito…”
“Michel ha ragione…sembrava
sconvolto…”
“già…”
Dopodichè
Bè…dire che è da tanto che non aggiorno penso sia dir
poco! Lo so che non è un bel comportamento, ma ho avuto dei problemi
che, sinceramente, lasciavano poco spazio a questa fan
fiction. Cmq sono riuscita a dedicargli il tempo
necessario per proseguire, sperando che ci sia ancora
qualcuno disposto a leggerla e a commentare; a questo proposito voglio ringraziarvi
di cuore per aver continuato a scrivere commenti…sono stati proprio a
questi a farmi continuare. Ringrazio di tutto cuore: Mary z che mi ha fatto
delle critiche costruttive, gamegirl, Blak Raven, tonkseremus4ever e
Giorgia.
Grazie
ancora…spero continuate a leggerla…io
intanto mi metto all’opera per il continuo.
Baci
Nevenera