Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Marbella    25/10/2011    1 recensioni
"Caldo. Faceva terribilmente caldo. Le sembrava di essere avvolta in una culla rovente, morbida e...granulosa.
Trattenendo il fiato e rimanendo ancora sdraiata ad occhi chiusi, palpò leggermente il terreno sotto la sua mano: sabbia..."
Il nostro è solo uno degli infiniti mondi possibili...
E Penny lo scoprirà a proprie spese...
Genere: Avventura, Fantasy, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 


 

Capitolo 2

Malia

Lundenwic U 253.

All’ombra del tavolino il suo piede silenzioso si liberò del sandalo e cominciò a risalire lentamente lungo la gamba dell’uomo.

-Dunque, dicev...- le parole gli morirono sulle labbra, mentre fissava interdetto il volto sorridente di Malia.

-Dicevo che questi sono tempi difficili per noi, Roy- sussurrò la ragazza senza battere ciglio- lo sai bene...- il piedino scivolò verso l’interno della coscia ricoperta dal pantalone di lino.

-La Triade non ci lascerà in pace finché non accetteremo le loro condizioni...- Malia si appoggiò al tavolino di legno raccogliendo il mento nel palmo della mano con fare pensieroso.

Ma che accidenti le è preso? Roy ingoiò a vuoto, cercando di non fare caso al calore di quella pressione leggera che aveva oltrepassato il ginocchio.

-E se ci rifiuteremo di venir controllati da loro... faremo la fine di Kevan, inseguiti come lepri da un mondo all’altro!- Gli occhi smeraldo di Malia si incupirono, ma fu solo un istante e la giovane ricacciò il senso di angoscia da dove era venuto.

Dannazione, Kevan... dove sei? Perché sei stato così pazzo da tradirli? Perché mi costringi a darti la caccia per salvarti la vita, quando sarebbe stato così facile, così bello, se...

Aveva deciso di rischiare tutto per lui, per trovarlo prima dei suoi compagni, che semplicemente non vedevano l’ora di fargli saltare in aria il cervello. Adesso non poteva tradirsi.

Malia soffocò ancora una volta il desiderio di prendere per il collo quel bellimbusto di Roy e farsi dire all’istante ciò che sapeva: le buone maniere -ne era convinta- sarebbero infine valse più delle cattive.

D'altra parte non le era mai andato a genio torturare le sue vittime; era una viaggiatrice, un’esploratrice -lei-, massacrare con il laser i sospettati di non-affiliazione non le procurava né grandi risultati, né piacere.

Al contrario di Altar.

Entrare in confidenza con l’uomo che ora le sedeva davanti con un’espressione di stupito compiacimento stampata in faccia, era dunque sembrata una messa in scena necessaria per ottenere informazioni senza sollevare sospetti. Doveva entrare nel suo appartamento. E poi liberarsi di lui.

Malia sapeva che Roy era stato l’ultimo contatto di Kevan nel Mondo U 253; era sicura che avesse qualche idea dei suoi spostamenti e dei suoi agganci negli altri universi.

Ed era anche possibile che sapesse della mappa.

-Malia...capisco la tua preoccupazione...- l’uomo la guardava sornione sorseggiando la sua bevanda dal colore verdastro.

Che schifo! In questo posto hanno davvero dei pessimi gusti in fatto di alcolici e cibo.

Lo stava incontrando da oltre una settimana in quel bar pidocchioso e, in fin dei conti, non si era rivelato uno sprovveduto; anzi, Malia aveva chiaramente percepito che non si fidava affatto di lei.

Gli aveva raccontato di essere in fuga da U 001, dove aveva conosciuto Kevan, e di essere molto preoccupata per la sorte di entrambi –cosa per altro più che vera-, ma all'inizio non era riuscita a cavarne un ragno dal buco.

Solo con il passare dei giorni, atteggiandosi a viaggiatrice inesperta e spaventata, aveva sentito le riserve di Roy cedere a poco a poco, senza che si mettesse in allarme qualora venisse nominato Kevan: era ormai arrivato il momento di tirar fuori qualcosa di utile dalla sua frequentazione.

La punta del piede nudo arrivò finalmente a destinazione, mozzando di nuovo le parole in bocca a Roy.

Uomini... commentò divertita fra sé e sé.

-Roy, sono veramente angosciata, mi hanno già scoperto una volta!-

Gli occhioni verdi brillarono nella luce soffusa del locale e Malia sentì nettamente l'effetto del suo tocco.

-So che è pericoloso anche solo parlarne in un posto pubblico! Ma ti prego...- la voce ridotta a un sospiro.

Roy non poté fare a meno di agitarsi sulla sedia, stringendo più forte il boccale di vetro.

-...dimmi se c'è qualcuno che può aiutarmi a trovarlo, passando inosservata!-

E' veramente disposta a tutto, questa piccola strega!

Annebiato dall'alcol e da ciò che accadeva tra le sue gambe, Roy si sentì rispondere malizioso: -Malia, tesoro, inosservata...-

In effetti, era difficile non osservarla, con quel visino circondato da corti riccioli neri, quella figura sottile e sinuosa, quelle labbra...

-Bene, se non intendi aiutarmi Roy, allora...- Maia ritrasse il piede di scatto e in un attimo era già alzata con il volto imbronciato e l'aria offesa, quando la mano dell'uomo la trattenne.

-Ehi, aspetta, dai, stavo scherzando!-

Al diavolo Kevan!

-Vieni, ti porto in un posto dove potremo parlare con calma... senza pericolo- sottolineò con fare protettivo.

Sul viso di Malia rivolto alla porta fiorì un sorriso di vittoria.

*

Tra un groviglio di vicoli e l'altro Roy la condusse nel suo appartamento all'ultimo piano di una modesta palazzina. Malia si guardò attorno perplessa in quella stanza semivuota che era il salotto, cercando di capire dove potessero trovarsi i dati che cercava. Da qualche parte doveva esserci un computer.

-Ecco, qui staremo tranquilli, siediti pure dove vuoi. Ti va una birra?- E lei non poté far altro che accettare l'intruglio terribile che lì chiamavano "birra". Con la bottiglia in mano si mise quindi comoda sul basso divano di Roy e gli rivolse lo sguardo più innocentemente tentatore che le veniva.

-Dunque...- fece Roy mentre a sua volta si sedeva accanto a Malia -Kevan... ha deciso di spiazzarli. E' partito da qui circa un mese fa con l'intenzione di provare un "salto profondo"-

Malia deglutì, l'idea non le piaceva per niente.

-Vuole rallentarli e far perdere le tracce di sé tra gli strati: quindi, ha voluto provare a saltarne tre-

-Treee?- Lo sgomento che si dipinse negli occhi di Malia era reale; non c'era finzione nella sua paura per la sorte dell'uomo cui stava dando la caccia.

-Ma è impazzito?- Saltare due universi insieme era già difficile e fisicamente rischioso, ma tre!

Solo Altar e forse Rasafi erano abbastanza allenati e concentrati per fare una cosa del genere; Kevan poteva semplicemente trovarsi da qualsiasi parte, ridotto a una massa gelatinosa.

Il che le faceva venire la pelle d'oca.

-Non è impazzito. Ma certamente sta rischiando forte. Intende rintracciare in U 151 un tizio di nome Alexander Zimov, è uno nuovo, ancora poco esperto, che ha incontrato tempo fa per caso. Sicuramente non è noto alla Triade. Kevan vuole lasciare a lui....- Roy si fermò, improvvisamente dubbioso.

-Tu sai della mappa, vero?- chiese a Malia che stava registrando mentalmente ogni informazione.

-Sì, sì Kevan mi ha spiegato tutto- si affrettò a rispondere.

-La vuole lasciare a questo Alexander, almeno per il momento, prima di trovare il modo di renderla pubblica. Non so bene chi abbia contattato nel frattempo per pararsi le spalle, ma ecco, mi sembra che sia un po' troppo rischioso per te muoverti ora dietro di lui. Non credo che riusciresti a evitare i loro cacciatori...forse è meglio se... ecco puoi rimanere qui per un po'...-

Malia era rimasta a fissare le fughe delle piastrelle immersa in lugubri pensieri su dove potesse trovarsi Kevan, se fosse ancora vivo, se fosse riuscito a saltare... e non si era accorta che Roy, parlandole, si era avvicinato fino a sfiorarle la mano abbandonata sul divano.

Fu così che quando lei sollevò nuovamente il viso, a Roy bastò un attimo per prenderlo fra le mani e cercare le sue labbra, che lo avevano tormentato tentatrici per metà serata.

E Malia si riscosse solo in tempo per sorprendersi a ricambiare il bacio, avidamente.

Ma che sto facendo?

Il pensiero di Kevan, fisso nella sua mente, si era in qualche modo mescolato alla sensazione di quelle labbra premute sulle sue, e il desiderio aveva preso una strada inaspettata.

Non lo stava fermando. Non stava allontanando da sé quelle mani che, abbandonata ogni reticenza, si stavano impossessando della pelle lasciata scoperta dal vestito leggero.

Dio, quanto mi manchi Kevan!

Roy la spinse senza troppi complimenti verso il bracciolo del divano e le accarezzò le curve leggere dei seni, per poi scendere lungo la schiena a cercare il sedere; nel farlo, però, finì per urtare la borsetta a forma di busta metallica che Malia aveva ancora accanto a sé.

Questa cadde a terra con un tonfo netto riportandone la proprietaria bruscamente alla realtà.

La pistola.

Aspetta un attimo! Fermati, fermati!

Malia ansimò dentro di sé. Non era così che aveva previsto andassero le cose! Lo aveva stuzzicato, sì, e si era pure divertita a farlo, ma non aveva alcuna intenzione di andare fino in fondo.

Secondo i suoi piani, Roy Fisherman doveva già trovarsi stecchito sul pavimento del suo appartamento, non ovunque sopra di lei!

Doveva fermarlo, doveva fermarsi: ucciderlo dopo l'avrebbe fatta stare veramente di merda!

Le sue labbra catturarono quelle del giovane per un'ultima volta, come a farsi perdonare. Poi la sua mano libera cercò a tastoni la pochette sulle mattonelle fredde.

Un lieve scatto e Malia afferrò la pistola, piccola, leggera.

Letale.

 



 

 

Eccomi qui con il secondo capitolo!

Spero che vi sia piaciuto, perché io mi sono veramente divertita a scriverlo ^.^

Dunque, compare un nuovo personaggio e si parla insistentemente di un altro. Si comincia anche a capire qualcosa di quello che è successo a Alex e Penny nel capitolo precedente. Ma chi sono quelli della Triade? e di che mappa ha parlato Roy?

Lo scoprirete nelle prossime puntate ;)

Un bacione a tutti, non vedo l'ora di sentire che ne pensate!

Notte, M.


...In the next episode XD

"-Shh, zitta, per favore! Calmati!- e come diavolo poteva calmarsi con un pazzo che le stava addosso tappandole la bocca con la mano, un senso di nausea rivoltante piantato alla bocca dello stomaco .... e un enorme lupo grigio che ringhiava poco amichevolmente a due passi da lei? 

Penny fece l'unica cosa che il panico cieco le suggeriva: addentò un dito di quella mano molesta e cominciò a urlare con quanto fiato aveva in gola..."





  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Marbella