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Autore: roxy_xyz    25/10/2011    5 recensioni
Riavvolgere il tempo e rivivere il giorno appena trascorso. Chi non vorrebbe avere quest’opportunità? Uno strano incontro porterà Hermione a fare delle scelte, sulla sua carriera come anche sulla sua vita personale.
“Ragazza mia, non perdere la tua occasione.”
“Scusi?”
“A volte, ci si abitua alla luce del sole e non ci accorgiamo di quanto sia bello e luminoso. Sei così bella, così intelligente eppure… perché i tuoi occhi sono tristi?”

[Quinta classificata al "Romione, Dramione, Fremione e Harmony Contest" di Alyssia98 sul forum di Efp e vincintrice del premio "Miglior Harmony"]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Ecco il terzo e ultimo capitolo, in pratica quello che mi ha convinto di meno. Boh, questa storia non mi piace, sarà Hermione, sarà Harry… boh! Intanto vi auguro una buona lettura. Dedico questo capitolo a Jaybree, anzi alla Dottoressa Jaybree!






III




“Hermione, svegliati.”
Ancora una volta la voce di Ron interruppe la pace che mi era stata concessa da Morfeo. Quante ore avevo dormito? Mi ero addormentata senza nemmeno togliere i vestiti e Ron aveva pensato bene di non svegliarmi, ma di coprirmi solo con una coperta.
“Hermione…” Ripeté un po’ irritato.
“Sì, lo so. Ti ho chiesto di svegliarmi presto perché stasera c’è la cena e devo andare a fare compere.” Dissi come una bambina che recita una filastrocca.
“Ma che stai farneticando? La cena era ieri, ma dato che quando sono tornato a casa stavi dormendo, ho pensato bene di chiamare Harry e annullare.”
Ieri? Lo stomaco mi si chiuse in una morsa stretta mentre osservavo la faccia seria del mio fidanzato.
“Che giorno è oggi?” Chiesi con un filo di voce.
“Primo di Settembre, hai la riunione. Non ricordi?”
La consapevolezza che non avrei rivissuto per la terza volta il 31 di Agosto mi colpì come un getto di acqua fredda, perché sapevo che non avrei potuto cancellare dalla memoria di Harry il ricordo di quel bacio.
“Hermione, hai la febbre per caso?” Aveva allungato la mano per tastare la mia fronte, preoccupato dai miei lunghi silenzi.
1 Settembre voleva dire solo una cosa.
“Ron, ho deciso.”
“Vuoi chiamare in ufficio per avvisarli che non andrai?”
Presi un lungo respiro, forse stavo commettendo un grave errore, magari uno di quelli di cui mi sarei pentita per tutta l’esistenza, ma ogni fibra del mio essere sussurrava una singola parola: parti. Perché desideravo con tutta me stessa salire sul treno per Hogwarts, anche se questo voleva dire perdere Ron.
Forse ero un’egoista. Anzi, potevo anche dirlo ad alta voce.
Io volevo cambiare vita, lasciare ogni cosa e iniziare una nuova avventura come insegnante. Percorrere la strada verso il binario 9 e ¾ era una cosa che desideravo da anni e quando avevo ricevuto quella lettera dalla McGranitt, avevo visto finalmente una possibilità.
“No, ho deciso di accettare la proposta per insegnare a Hogwarts.” Mi alzai dal letto e presi la valigia da sopra l’armadio e con una calma quasi esasperante, cominciai a scegliere i vestiti da portare con me.
“Stai scherzando, vero?” Ruggì Ron in preda alla collera.
Cominciai a piegare gli indumenti e a riporli in modo che non si stropicciassero, cercando in tutti i modi di non guardarlo in faccia. Avevo paura che una volta visto il suo sguardo ferito, avrei rinunciato alla mia possibilità, mettendo in un angolo ciò che desideravo per ciò che dovevo fare.
“Non sono mai stata così sicura.” Chiusi con un gesto secco la valigia e la riposi per terra.
“Non puoi lasciarmi, Hermione.” Fu un sussurro appena udibile, ma che mi spezzò il cuore. Sapevo che una volta uscita da casa, tutto mi sarebbe sembrato diverso, non più esaltante, ma terribilmente triste.
L’eccitazione per la nuova vita si sarebbe spenta a poco a poco al pensiero della sofferenza che stavo provocando al mio amico di sempre. Ron non era solo il mio fidanzato, ma anche colui che mi era stato accanto per tanti anni e con il quale avevo condiviso tante, troppe cose.
Solo che non era Harry.
Provavo disgusto persino per me stessa, mi trovavo ripugnante oltre che vigliacca. Tutto a un tratto, l’idea di andare a Hogwarts mi parse come una buona occasione per scappare, non un atto di coraggio o un tentativo di voltare pagina facendo qualcosa che mi avrebbe reso felice.
Stavo anteponendo la felicità di chi amavo per poterne godere io.
“Perdonami, ma se non lo faccio, credo che sarei capace di rinfacciartelo ogni giorno e io non voglio darti la colpa e arrivare a odiarti. Sono io che devo affrontare delle scelte, come anche le conseguenze. Non ti chiedo di capirmi, perché non puoi immaginare quanto ho desiderato ricevere quella lettera e quanto ho sofferto per il tuo brusco rifiuto.”
“Cerca di comprendermi, Hermione! Come posso essere felice quando vorrei legarti per sempre a me?”
“In questo modo mi hai persa, Ron.” Nessuna possibilità, nessun tentennamento, perché lui si meritava qualcuno migliore di me.
Presi la valigia e mi sporsi per baciarlo. Sulla guancia, come amici, mentre lui rimaneva fermo con le braccia a penzoloni.
Mi ritrovai a trattenere il respiro mentre percorrevo quei pochi passi che mi separavano dall’uscita di casa. Rimbombavano in quel silenzio, come a volermi ricordare il peso della scelta che stavo compiendo. Una volta fuori, sentii le mie gambe tremare e dovetti appoggiarmi a un lampione per non cadere. Con le lacrime agli occhi, rammentai quei giorni in cui, con Harry e Ron al mio fianco, non avevo temuto alcunché, perché erano loro il mio sostegno.
Alla vista di un taxi fermo al bordo della strada, mi diressi verso di esso con la speranza che le gambe reggessero il mio peso per così pochi metri.
“King’s Cross Station per favore” domandai all’autista.
“Certo, salga pure” mi rispose affabile con un sorriso.
Non cercai neanche di fare conversazione e per fortuna il taxista mi rivolse solo poche e brevi domande e poi, intuendo il mio umore, smise di fare anche quelle.
Osservai le macchine sfrecciare e come una bambina mi misi a guardare le persone dell’abitacolo ogni qualvolta il taxi incontrava un semaforo rosso.
Una coppietta, una famiglia, una donna con un cane, un varietà di persone che mi fece rilassare, distraendo i miei pensieri da Ron.
“Eccoci arrivati.” Aveva esclamato l’autista, una volta giunti in stazione, rivolgendomi il suo solito sorriso, quasi nel tentativo di influenzarmi almeno un po’ con la sua allegria.
“Tenga pure il resto” dissi porgendogli i soldi per la corsa. Aprii la portiera dell’auto e i miei piedi avanzarono sicuri, come se avessero assorbito una nuova forza dal posto in cui mi trovavo, come se sapessero dove fossi diretta.
Il binario 9 e ¾ sarebbe stato sempre lì ad aspettarmi? Avrei rivisto con la mente la piccola Hermione mentre salutava, ansiosa ed eccitata, i suoi genitori che erano fieri dell’opportunità che aveva ricevuto la loro unica figlia?
Quel giorno ero così felice per l’esperienza che il destino aveva deciso di concedermi. Quel giorno avevo incontrato Ron e Harry.
Finalmente giunta al binario, cominciai a camminare sempre più veloce, come se stessi quasi per prendere il volo. Notai vari ragazzini con i loro bauli e gufi e nonostante fosse una delle giornate più tristi della mia vita, mi ritrovai a sorridere alla loro vista.
Hogwarts, arrivo!
“Mi scusi, per il binario 9 e ¾?”
Avrei potuto riconoscere quella voce ovunque. Era calda e gentile. Era Harry.
I suoi occhi verdi sembravano quasi sgridarmi, perché non stavo fuggendo solo da Ron, ma anche da lui.
“Cosa ci fai qui?” Volevo sapere, conoscere la verità in modo tale che, una volta arrivata a destinazione, avrei potuto mettermi il cuore in pace e ricominciare, senza illudermi ulteriormente.
“Che domande! Non vorrai mica andare a Hogwarts da sola?”
“L’intenzione era quella, a dire il vero, anche perché non mi pareva il caso di dire alla McGranitt che con me sarebbero venuti anche i miei migliori amici, solo perché non riesco a stare sola.”
Avevo ammesso con naturalezza quanto avrei sentito il peso della solitudine una volta scesa dal treno.
“Tu volevi partire senza di me? Lasciare a casa Harry Potter? Che brava amica che sei.”
Allungai una mano per scompigliare quella massa disordinata di capelli. Un gesto che avrei voluto fare sempre, ma che avevo trattenuto per qualche strana ragione.
“Perché sei qui, Harry?” Chiesi ancora.
“Per te, Hermione. Ron mi ha raccontato tutto, della lettera e della sua stupidità nel volerti trattenere e non ci ho visto più! Gli ho urlato in faccia, l’ho strattonato e lui è rimasto in silenzio, mentre lo investivo di parole e insulti. Quando gli ho annunciato che ti avrei seguito, mi ha detto che se l’aspettava, anzi che l’aveva sempre temuto. Sapeva che questo giorno sarebbe arrivato e per questo, aveva paura di lasciarti andare.”
Le braccia di Harry si strinsero subito alla mia vita, intuendo il mio malessere, stringendomi in una morsa affettuosa e protettiva.
“Ti ha già perdonato, Hermione. Ora devi fare lo stesso con te.”
Riuscii a fare solo un piccolo cenno di assenso.
“Ci sono io qui con te e andrà tutto bene.”
Una sensazione di benessere mi investii in pieno dopo quelle parole di Harry.
Sarebbe andato tutto bene.
“Harry, ma quella?” Chiesi indicando la valigia che non avevo notato prima.
“Non scherzavo mica prima. Andiamo insieme!”
Bacialo. Baciami. Le nostre labbra si incontrarono come a suggellare il nostro patto di unione e il tempo sembrò fermarsi, o forse fu solo un mio desiderio. Baciarlo sempre e restare tra le sue braccia.
“Mi scusi, per il binario 9 e ¾?” Un bambino di appena 11 anni aveva rivolto la parola a una delle tanti madri che aveva accompagnato il figlio alla stazione.
Lo guardammo con una nuova luce negli occhi. “Vieni, te lo mostriamo noi.” Harry lo aveva preso per mano, facendo sussultare il bambino per la sorpresa, ma soprattutto perché aveva riconosciuto la persona che si era offerto di aiutarlo.
Attraversammo la barriera magica e salimmo sul treno, come una famiglia e il solo pensiero mi fece arrossire come una ragazzina alle prese con la prima cotta.
“Mi sono dimenticato di chiedere alla McGranitt se c’è un posto di insegnante anche per me!”
Mi sporsi nuovamente per baciarlo rianimata da una nuova allegria.
“Mal che vada, Gazza sta cercando un assistente!”
Mentre il treno fischiava, vidi una strana donna vestita di nero che mi salutava dal binario e non potei fare a meno di sorridere.
Hogwarts, arriviamo!






Ecco il giudizio di Alyssia98:


grammatica e lessico: 7.8/10
bah, bah, ho trovato qualche virgoletta mancante, una e che doveva essere a, qualche segno sbagliato e niente più. per il resto tutto okay.
stile e forma: 10/10
veramente STUPENDA! Tanto da farmi rimanere con gli occhi spalancati alla fine, credevo fosse pesante leggere undici pagine di world e correggerle e invece mi sono sbrigata subito grazie al tuo stile che mi ha coinvolto in una maniera impressionante, davvero brava!
originalità: 10/10
già solo il fatto che è una Harmony ti giova, dato che non ne ho letta nessuna, ma il fatto del ripersi della giornata mi è piaciuto troppo! Lo so che è un cliché, ma io non ne ho ancora letti di così belli e quindi ti ho dato dieci!
caratterizzazione personaggi: 10/10
perfetti! Hermione e le sue paure, Harry e la sua premura nei confronti della migliore amica, i loro sentimenti che non sono poi così impossibili, io stessa, ad un certo punto del libro l’ho pensato, poi credevo Draco e alla fine ho capito che era Ron, che donna la Row! Comunque, tornando a Harry ed Hermione, io li ho trovati perfetti, come anche l’inserimento della vecchietta a tipo Cooman e il comportamento di Ron, brava anche sotto quest’aspetto!
giudizio personale: 10/10
ti mi hai fatto adorare le Harmony! Cioè, non en avevo mai letta una e nemmeno ci tenevo, però con la tua ho cambiato idea, è davvero stupenda! E poi il finale, che fluff! Davvero, molto bella e coinvolgente, strana e fluffosa, proprio come piace a me!
uso citazione: 5/5
uso promt/tema: 5/5
uso luogo: 5/5
hai usato tutti gli elementi alla perfezione, brava! E ancora complimenti.
totale: 62.8/65

   
 
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