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Autore: Amy In Wonderland    25/10/2011    7 recensioni
Damon ha messo in chiaro i suoi sentimenti con Bonnie: non prova niente per lei.
così, dopo un anno, la strega è quasi indifferente al bel vampiro che è ancora in lotta contro il fratello per Elena.
ma, nel frattempo, arriverà in città un nuovo "cattivo ragazzo", vampiro anche lui, che si unisce al gruppo e punta le sue attenzioni su Bonnie.
Bonnie ricambierà il nuovo arrivato? ma sopratutto, Damon come reagirà?
ovviamente è una Donnie!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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17. ISOLATO.
 
 
 
Si girò un’ultima volta per incontrare quegli occhi color cioccolato.
<< Bonnie… Grazie >>.
Glielo doveva senza dubbio.
Atterrò agilmente a terra e uscì dal recinto del giardino trovandosi immediatamente sulla via principale di Fell’s Church.
Si sarebbe aspettato di tutto quella notte, tranne ciò.
Quel bacio era stato consolatorio, era entrato a contatto con un’anima pura che non vedeva da molto tempo sulla faccia della terra.
Bonnie era così innocente.
Trevor poteva sentirlo: quel bacio non era stato dato con malizia, ma con il fine di consolarlo.
Bonnie l’aveva fatto per lui, solo per lui e lui… la stava ripagando in quel modo: usandola, mentendole…
Non poteva, semplicemente non poteva farlo.
Ringhiò.
Doveva farlo!
Per Lei, era per Lei!
Dopotutto, Misao e Shinichi gli avevano assicurato che doveva solo aiutarli a distruggere quella città e, per farlo, dovevano rendere Damon debole, levarlo di mezzo.
Poi avrebbe avuto ciò che voleva.
“Bonnie non si farà male” si rassicurò.
Ora come ora, non l’avrebbe mai permesso, nemmeno per Elise.
Bonnie era… un’amica, l’unica amica che avesse mai avuto e sentiva che lei provava le stesse identiche cose.
Lui sapeva, l’aveva capito da molto tempo, che era innamorata di Damon.
Non poteva permetterlo!
Un conto era Matt, un conto era Stefan… Ma non Damon!
Lui non la meritava. Bonnie doveva avere di meglio!
Ma adesso lei si stava illudendo di provare qualcosa per Trevor che non fosse profondo affetto d’amicizia e questo, il biondo ne era sicuro, era tutta colpa di quell’insensato amore per il moro.
Trevor era abbastanza convinto che per ignorare i suoi sentimenti verso Damon li aveva riversati su di lui.
Si diresse verso l’Old Wood: doveva incontrare il duo infernale con suo sommo disappunto.
Non ce la faceva più a sopportarli.
“Ma devo farlo… Non tornerei mai indietro, nemmeno per la libertà” pensò.
Il loro piano per allontanare Damon stava funzionando e ciò che, ultimamente, premeva a Trevor era di allontanarlo dalla rossa, impedirgli di farle ancora del male.
Perché aveva capito tutto, aveva letto tutto nella sua mente.
Sapeva cosa era successo, come l’aveva trattata, quanto male fosse stata.
Ma doveva anche far capire a Bonnie che doveva stare lontana da lui!
Quel bacio non gli era andato molto a genio.
L’aveva accettato per la troppa solitudine che aveva provato nei secoli, senza accorgersi di cosa stava realmente facendo: la stava illudendo.
E poi era stato così stupido!
Per un momento, solo per un istante, quella frase sussurrata, quegli occhi così innocenti… per un solo istante aveva pensato che Bonnie fosse lei.
Non poteva non cedere, accondiscendere la sua richiesta, raccontargli la sua trasformazione. Aveva fatto un errore madornale.
Sarebbe andato tutto in frantumi se la rossa avesse saputo la verità.
Quel bacio, poi, gli aveva scaldato il cuore, per un istante aveva capito di non essere solo nel mondo: c’era Bonnie accanto a lui, gli voleva bene e lo aveva sentito chiaramente!
Bonnie… la sua piccola amica, così simile all’unica persona che il biondo avesse mai amato.
Damon non meritava Bonnie e lui ancora di meno.
Osservò la luna piena.
<< E come faranno? Come faranno ad arrivare sulla luna? >>.
Trevor sorrise all’ingenuità della ragazza.
<< Possiedono una macchina… spaziale >>.
Lei ghignò, in effetti era ridicolo detta così.
<< Non saprei spiegarti… sai, la scienza ha fatto progressi dal 1635… >> le spiegò con dolcezza, allungando una mano per carezzarle il volto.
La ragazza si ritrasse.
<< Non puoi! >> gli ricordò.
Trevor sentì il dolore pervaderlo.
Stava parlando da solo, in realtà, quella era solo una magia, gli avevano permesso di vederla per un’ora… una sola, maledettissima, ora.
<< E la gente di… quest’epoca… cosa dice al riguardo? Cosa dice sull’Apollo 11? >> domandò curiosa, ricordandogli di sfruttare in bene quell’ora.
<< Dicono che sarà il passo che muoverà il mondo verso un altro mondo >>.
<< E sarà così >> affermò, convinta.
<< No, non sarà affatto così >> Trevor si rabbuiò.
In quei secoli aveva visto cose terribili, aveva compreso che non erano affatto i vampiri o i demoni gli esseri più crudeli del mondo.
<< Vedrai, sarà così… ne sono convinta, Jinx! >> gli sorrise, con quel sorriso che gli inebriava i sensi.
Jinx… lo chiamava così perché diceva che lui fosse un uccellaccio del malaugurio, per prenderlo in giro.
Prima non lo sopportava ma, in quel momento, voleva sentirglielo dire milioni e milioni di volte!
Iniziava già a sparire.
<< Non è ancora passata un’ora! >> protestò, sentendo la disperazione che aveva in cuore aumentare.
I vampiri possono piangere?
<< Il tempo vola… >> sussurrò flebile lei.
<< Non mi hai voluto dire come hai fatto a vedermi, a farmi tornare qui… >> aggiunse.
Se avesse saputo cosa aveva acconsentito a fare solo per vederla per un’ora…
<< Tornerai qui, prima o poi… >> mormorò, a mo di promessa.
 << Ma prometti – lo interruppe - che vivrai la tua vita! Promettilo! >> vide le lacrime sgorgare dai suoi bellissimi occhi.
No, non voleva che piangesse.
Questa era tutta colpa di quel dannato vampiro.
<< Prometto >> disse.
Ma non l’avrebbe mai fatto, lo sapeva perfettamente: che vita avrebbe mai potuto vivere senza di lei?
Lei sparì e con lei se ne andarono tutti i suoi propositi di non vendicarsi.
Trevor si riscosse dai suoi pensieri, ritrovandosela come accadeva ultimamente, davanti.
Era seria, gli occhi erano neutri, non gli parlava dall’allunaggio dell’Apollo 11, quando era riuscita a farla tornare sulla terra per un’ora.
Quell’incontro aveva fatto solo aumentare il suo dolore e la sua determinazione a portarla in vita.
<< Non l’ho mantenuta la mia promessa… Spero che saprai perdonarmi >>, disse a quel fantasma che lo osservava con severità.
<< Manca poco, Elise… Manca davvero poco, dopo secoli che ti ho aspettata! >>
La sorpassò andando nell’Old Wood a sentire cosa volevano quei due “geni”.
 
 
 
 
<< Perfetto. Sono sicura che ce la faremo! >> concluse entusiasta Elena.
Erano le sei di pomeriggio e stavano tutti al Pensionato per definire gli ultimi dettagli del piano per prendere il sangue ai kitsune.
Certo che si sapeva davvero poco di quei demoni!
A un certo punto, presa dall’ansia, a Bonnie era sorto il dubbio circa la consistenza della pelle dei due demoni e se sarebbe stato effettivamente possibile inciderla con un semplice coltello.
La risposta era stata “improvviseremo, come sempre” e il fatto che l’avesse data Elena, la minuziosa pianificatrice, non rassicurava per niente la strega.
Tra una settimana e alcuni giorni ci sarebbe stato il rito, Bonnie sentiva l’ansia aumentare di secondo in secondo: aveva la sensazione che ci sarebbero stati molti problemi e che qualcosa sarebbe andato storto.
Sì, lo sentiva nel più profondo dell’animo ma preferì non pensarci per il momento.
Bonnie si guardò intorno.
Trevor non c’era.
“Peccato…” pensò, seriamente dispiaciuta.
La sera prima l’aveva baciato.
Lei, Bonnie McCullough aveva baciato un ragazzo, anzi no, un vampiro di sua spontanea volontà!
Non riusciva davvero a capire da dove fosse uscita tutta quell’audacia, ma, in ogni caso, aveva capito quanto ci tenesse a Trevor e nello stesso tempo quanto i suoi sentimenti fossero confusi in quel momento.
Bonnie sapeva perché l’aveva baciato: aveva visto in quegli occhi una immensa tristezza e una profonda solitudine, tanto profonda da essere tangibile, percepibile. Bonnie l’aveva sentita dentro di sé.
Aveva improvvisamente sentito il bisogno di aiutarlo, di fargli sentire che gli era vicino, che non era solo, che qualcuno teneva a lui e sapeva che l’unico modo, l’unico modo vero per trasmettergli i suoi sentimenti di affetto più sinceri fosse attraverso un bacio.
Che cosa provava per Trevor?
Amicizia.
O forse qualcos’altro?
Bonnie si era ritrovata a pensare al proprio futuro e si era domandata: “sarà sempre così?”.
Sarebbe stata sempre impacciata, influenzabile? Damon… Damon avrebbe continuato ad avere quel forte ascendente su di lei?
No, le cose dovevano cambiare.
Si era presa una bella cotta e continuava a provare ancora qualcosa per il tenebroso Salvatore ma… doveva andare avanti.
Era quella la verità!
Damon, per quanto potesse confonderla con i suoi atteggiamenti, per quanto potesse illuderla a volte, effettivamente sarebbe rimasto sempre e solo un amore irraggiungibile.
Quella era la verità.
Dopo aver baciato Trevor, Bonnie era arrivata a quella conclusione.
Nel suo futuro non c’era Damon Salvatore, non c’era più nessuno che potesse manipolarla, illuderla, eccitarla come quel vampiro che l’aveva fatta soffrire così tanto e che, se avesse continuato a illudersi e a nutrire speranze, l’avrebbe fatta soffrire nuovamente.
Doveva andare avanti.
Dopo il rito, avrebbe dedicato tempo a costruirsi il proprio futuro.
Chissà, Forse il suo futuro era con Trevor…
Forse Trevor era l’amore in grado di spazzare via l’amore precedente, in grado di cancellare le cicatrici e rimarginare le ferite.
Bonnie non lo sapeva, non era sicura di niente, tranne che di una cosa: doveva capire cosa provava per Trevor, parlargli, mentre Damon era un capitolo chiuso.
“Sì… per sempre” si disse, con tono non molto convinto.
Una scarica di potere attirò la sua attenzione e quella di Stefan.
Era molto potente e proveniva da… Damon?
Bonnie sussultò quando incontrò lo sguardo del moro che si trovava in disparte a un angolo della stanza, appoggiato alla parete e con le braccia conserte.
La stava guardando con uno sguardo duro, quasi… quasi arrabbiato.
Aveva un’espressione indifferente in volto e l’aria altezzosa che vestiva ogni qualvolta che qualcuno lo sfidava.
Ma ciò che colpì Bonnie fu l’aurea del vampiro: era gonfia di potere, di un colore nero pece, scuro come la notte. Sembrava una bomba pronta a esplodere.
Bonnie aveva visto un’aurea del genere solo in due occasioni: quando Klaus aveva ferito Stefan e quando Elena era morta.
Quella era l’aurea di un Damon infuriato.
<< Damon… va tutto bene? >> sentì domandare da Stefan che, come lei, aveva notato l’aurea minacciosa.
Damon fece un sorrisetto beffardo.
<< Tutto apposto fratellino, stavo semplicemente ascoltando le vostre conversazioni >> disse pungente.
<< La tua aurea…? >>
<< La mia aurea? >> domandò innocentemente, dipingendosi sul volto una faccia confusa che era evidentemente falsa.
<< Beh… Insomma >> balbettò Stefan, non sapendo cosa dire di preciso.
Come si poteva descrivere la sua aurea?
<< Oh, Santo Stefano, non ho mica tutta la serata! Ho delle cose da fare. Se vuoi parlarmi, chiamami quando riuscirai a formulare una frase di senso compiuto! >> lo derise, senza perdere il proprio sorriso beffeggiatore.
Era molto strano: Damon sembrava apparentemente tranquillo, era sarcastico e pungente come suo solito, eppure la sua aurea sembrava dire tutto il contrario.
Beh, Damon era sempre stato abile a nascondere i suoi sentimenti, ma questa volta l’aurea lo smascherava agli occhi di Stefan e Bonnie: era evidentemente infuriato e pericoloso.
Damon salutò tutti, in particolar modo Elena ammiccandole, e si diresse verso la porta.
Bonnie scambiò con Stefan uno sguardo nervoso: quella situazione non le piaceva per niente e un Damon del genere che vagava libero per Fell’s Church non portava nulla di buono.
Tuttavia, cosa avrebbero mai potuto fare?
La rossa si morse un labbro, guardando il maggiore dei Salvatore che usciva dal Pensionato.
 
 
 
<< Ci vediamo domani mattina! >> salutò con un bacio sulla guancia Meredith e si avviò verso casa sua.
Per arrivare a casa McCullough da casa Sulez bisognava attraversare i giardinetti di Fell’s Church, una specie di parco, che alle sette e mezzo di sera non erano propriamente un luogo in cui camminare da soli.
“Perché diamine ho insistito ad accompagnare a piedi Meredith?”.
Bella domanda!
Insomma, che senso aveva aver accompagnato Meredith a casa dal Pensionato?
Eppure, sentirla parlare della sua relazione con Alaric le piaceva troppo e, pur di non separarsene, era disposta ad attraversare quei giardinetti.
Una folata di vento gelido la fece rabbrividire.
Il sole che tramontava sembrava non illuminare niente, creando giochi di ombre alquanto inquietanti.
Bonnie si fermò davanti al cancelletto di entrata dei giardinetti: una stradina illuminata attorno con tanto, troppo buio.
Si girò per guardare la via principale.
Forse avrebbe allungato ma… almeno quella via non era così isolata e inoltre c’erano delle case ai lati.
Sì, avrebbe fatto quella.
Iniziò a incamminarsi, tentando di passare il tempo canticchiando qualche canzoncina mentalmente, mentre il buio diventava più fitto e la sera lasciava posto alla notte.
Sentiva l’inquietudine aumentare dentro di sé percettibilmente: aveva una bruttissima sensazione.
“Chissà dov’è Trevor…”.
Bonnie sperava fosse molto vicino e non per una questione di romanticismo: adesso aveva seriamente paura e il suo sesto senso le gridava di darsela a gambe.
La rossa iniziò a correre in preda al panico, girandosi a guardare indietro a ogni passo.
Un passo. Dietro non c’è nulla. Avanti nemmeno.
Un passo. Dietro non c’è nulla. Avanti nemmeno.
Un passo. Dietro non c’è nulla. Avanti…
Bonnie quasi urlò.
Si coprì gli occhi con le mani e indietreggiò tremando mentre sentiva le lacrime pizzicarle gli occhi, il cuore batteva furiosamente per riprendersi dal quasi infarto.
Nell’indietreggiare andò a sbattere a qualcuno.
Bonnie continuava a tremare, senza volere vedere in chi si fosse imbattuta.
Se fosse stato Shinichi? O Misao?
<< Ti assicuro che non sono né l’uno né l’altro. Sono una visione molto più paradisiaca, Streghetta >>.
Bonnie si sentì sollevata e, dopo qualche secondo, scostò le mani dagli occhi incontrando quelli di Damon che sembravano essere leggermente divertiti.
<< Oh, Damon, sei tu! >> disse sollevata.
Bonnie sgranò gli occhi << S-sei… tu! >>.
Indietreggiò nervosamente e, come previsto, non sentì nessun corpo entrare a contatto con il proprio.
La ragazza dai capelli rossi, che le aveva fatto prendere un colpo, era sparita all’improvviso esattamente com’era apparsa.
Ma tra quel fantasma che la ossessionava e Damon che la osservava curioso, con quello sguardo da predatore e quell’aurea minacciosa… Bonnie non sapeva di chi avere più paura.
Quegli occhi neri… La guardavano come fosse una preda.
Istintivamente si coprì il collo con una mano, distogliendo lo sguardo da quello del vampiro e continuando a indietreggiare.
Damon si limitava a stare immobile, ora concentrato sulla sua mano poggiata sul candido collo sempre con quella luce negli occhi piena di desiderio… Desiderio di cosa, poi?
Del suo sangue?
“No!” pensò atterrita.
<< Ehm… Beh, io devo andare! Ci… ci vediamo domani! >> fece un sorrisetto tirato e indietreggiò ancora frettolosamente, forse anche troppo per nascondere la propria paura.
Quando si voltò per darsela a gambe si ritrovò davanti Damon.
Bonnie sgranò gli occhi, voltandosi a guardare il punto dove si trovava prima il vampiro che adesso era vuoto.
<< E te ne vai tutta sola? Potrebbe essere pericoloso… >> disse, con voce tutt’altro che protettiva.
<< Oh, beh… che potrebbe mai succedere? >> disse, poco convinta e non riuscendo nell’intento di sembrare tranquilla.
Damon sorrise, un sorriso che a Bonnie non piacque per niente.
Se possibile, l’aurea del vampiro era ancora più nera.
<< Non lo so… >> disse, muovendo un passo verso di lei << Potresti incontrare tipi pericolosi, o magari kitsune o, ancora peggio, vampiri assetati di sangue… >> ridacchiò divertito.
Bonnie era confusa: cosa stava succedendo al maggiore dei Salvatore?
Solo poche sere prima le aveva addirittura chiesto scusa e ora sembrava di avere davanti il Damon di anni prima, quello che amava prendersi gioco di lei.
Bonnie aveva sinceramente creduto che dopo le scuse del moro le cose sarebbero cambiate, ma non in peggio!
<< Damon… sei sicuro che vada tutto bene? >> domandò, accantonando per alcuni secondi le proprie paure e guardandolo seria.
Vide lo sguardo del vampiro indurirsi per alcuni secondi, tornando subito dopo alla sua solita indifferenza.
<< Mai stato meglio >> rispose freddamente, distogliendo lo sguardo.
<< A me non sembra! >>.
Stava giocando col fuoco e lo sapeva benissimo, ma non riusciva a fare diversamente!
Per quanto Damon fosse un capitolo chiuso, Bonnie sentiva il bisogno di sapere che il moro stesse bene.
<< E anche se fosse, t’importerebbe Uccellino? >> sputò quella frase con amarezza, mettendo una vena sarcastica sul suo nomignolo.
Bonnie sgranò gli occhi, sorpresa da quella reazione inaspettata.
Il moro la guardò in modo sprezzante per qualche secondo e poi fece per andarsene.
Cosa stava succedendo? Per quale motivo ora la trattava così?
<< Sai bene che m’importa >> sussurrò, conscia che lui l’avrebbe sentita.
Infatti, Damon si bloccò all’istante e si voltò nuovamente verso la ragazza.
<< Ah, ma davvero? E per quale motivo? >>.
Quel tono beffeggiatore era senz’altro il più odiato dalla rossa, quello che usava per le sue “vittime” o le persone che voleva ferire. Tuttavia negli occhi del moro, Bonnie non leggeva la volontà di prenderla in giro ma quella di avere una risposta sincera.
“Per quale motivo?”.
Bella domanda!
<< Damon, cosa succede? >> insistette, tentando di deviare il discorso.
<< Non mi hai risposto >> le fece notare duramente.
Bonnie s’innervosì.
<< Non mi trattare in questo modo! Io non ti capisco Damon! Prima mi chiedi scusa e poi torni a trattarmi come se fossi meno di niente! >> quasi urlò, al limite della sopportazione, sentendo le lacrime pizzicarle gli occhi.
Per quale motivo, con Damon, non riusciva mai a essere distaccata?!
Damon sussultò alla risposta della rossa, ma si ricompose subito.
<< Che fai, Bonnie? Ti metti a piangere? Non puoi proprio farne a meno, eh? >> la stava deridendo, di nuovo.
“Come avrei potuto innamorarmi di te? Una piccola, fragile ed inutile umana?”
Era lo stesso tono che aveva usato quasi due anni prima.
Bonnie sentì la rabbia salirle in corpo.
<< No, tranquillo Damon, ho altro cui pensare. E lo sai che c’è? Non ti corro più dietro da tempo, ormai. E lo vuoi sapere perché? Non mi meriti, non mi hai mai meritato! E mentre te continui ad andare dietro Elena come un cagnolino, io sono andata avanti e ora… ora c’è qualcun altro immensamente migliore di te in tutto! >> gli urlò in faccia, imponendosi di non piangere.
Vide Damon ritrarsi e guardarla come se non la riconoscesse più.
Bonnie lo guardò per alcuni secondi e poi, senza degnarlo più di uno sguardo, lo oltrepassò con passo veloce, diretta verso casa.
Stavo correndo mentre tentava invano di contenere la sua rabbia.
Perché doveva fare così?
Perché prima la illudeva facendole credere che Damon provasse un minimo di affetto nel suo cuore per lei, anche se molto poco, e subito dopo la feriva profondamente, facendola sentire una stupida?
Ma adesso basta, doveva guardare avanti.
Le conclusioni a cui era giunta al Pensionato erano quelle che doveva seguire.
Damon era un capitolo chiuso per sempre, l’avrebbe dimenticato e non si sarebbe più fatta illudere.
Eppure le era sembrato, per qualche secondo, di scorgere in quegli occhi color della pece uno sguardo profondamente ferito.
Rallentò, voltandosi verso Damon.
Era scomparso.
No… si doveva essere sbagliata. Si stava illudendo di nuovo.
Una lacrima le rigò il volto.
“Questa è l’ultima volta che piango per te, Damon…”.
 
 
 
Damon diede un pugno a un abete quasi sradicandolo, ringhiando in modo inumano.
Sentiva il sangue al cervello, tutti i suoi propositi di ferire la Streghetta erano andati a farsi benedire, prendendo una svolta imprevedibile.
Era come se l’avesse allontanata senza ferirla e, che alla fine, l’unico ad essere ferito fosse lui.
“Sì, ma perché?!” urlò nella mente, trattenendo un altro ringhio.
Non riusciva a venirne a capo, non era per niente lucido, sentiva che se gli fosse capitato qualcuno tra le mani l’avrebbe ucciso nei peggiori dei modi.
Non era solo furioso, ma, per qualche motivo che non riusciva a capire, si sentiva offeso profondamente.
Possibile che Bonnie avesse addirittura quest’effetto su di lui?!
Non si era infuriato così tanto nemmeno quando aveva visto Elena e suo fratello amoreggiare per il bosco, poco prima che incontrasse Shinichi.
Ma poi perché?
Perché le parole della rossa avevano sortito quell’effetto?
E perché si sentiva lo stomaco bruciare, la gola in fiamme?
Voleva solo vendicarsi, per semplice ripicca.
Forse voleva solo dimostrare a se stesso di avere ancora qualche ascendente su Bonnie.
In ogni caso non era andata affatto bene.
“Io sono andata avanti e ora… ora c’è qualcun altro immensamente migliore di te in tutto!”.
Quelle parole risuonarono nella sua testa, provocandogli un dolore incomprensibile al livello del petto.
Colpì un altro albero, sfogandovi tutta la sua ira.
“Sto impazzendo… sì deve essere così!”.
Non c’era altra spiegazione, dopotutto, per prendersela così tanto per uno stupido… capriccio.
“Perché Bonnie è solo questo… Un capriccio” pensò, non molto convinto.
E se fosse stato più di un capriccio?
No! Lui teneva solo a Elena. Elena.
Doveva smetterla di occuparsi così tanto delle sue proprietà secondarie e doveva muoversi a conquistare la sua Principessa delle Tenebre.
Sì.
“Dopotutto, sarebbe inutile continuare con la Streghetta… Lei ha Trevor”.
Quella vocina insidiosa gli fece partire un altro ringhio.
Trevor.
<< Siamo nervosi stasera! >>.
Damon scattò, afferrando il kitsune alla sua sinistra per il collo.
<< Shinichi! >> disse ghignando, tentando di nascondere la sua lotta interna, ma non preoccupandosi di mostrare al nemico la sua rabbia.
Il kitsune fece un sorrisetto tirato e ridacchiò.
<< Chi ti ha fatto arrabbiare così tanto? >>.
Damon perse immediatamente tutta la sua spavalderia e lasciò andare il kitsune: tanto non era con le mani che si uccideva quel dannato demone.
<< Nessuno >> rispose freddamente, allontanandosi un po’ da questo e appoggiandosi comodamente su un albero che era rimasto in piedi.
<< Sarà di sicuro quel… quel Trevor >>.
Damon ringhiò istintivamente al nome dell’Ossigenato.
Shinichi rise.
<< Oh sì è lui! >>.
<< Non ho tempo per te ora >> disse, facendo per andarsene.
<< Dì un po’… lo vorresti morto? >>.
Damon si bloccò.
<< Potremmo fare un’altra alleanza… io e te… Potresti avere quello che vuoi, potresti uccidere quel Trevor senza dover rispondere a nessuno. Devi solo allearti con noi e lasciarci Fell’s Church >>.
Damon si voltò e squadrò Shinichi, pensando a quali sarebbero i vantaggi di quell’alleanza.
Passarono alcuni minuti in totale silenzio.
“Ma che sto facendo?!” si rimproverò per la sola presa in considerazione di una nuova alleanza con i due diavoli.
“E poi, non conquisterei di certo così… Elena. Sì, Elena. Io voglio… Elena…”.
Sì, era quella la verità.
<< Caro Diavolo proveniente dall’inferno degli sfigati, un’alleanza con te, al momento, sarebbe l’ultima cosa che farei. Dovrai aspettare che io muoia per distruggere la città e… e posso uccidere Trevor per conto mio se lo voglio fare: io non devo rispondere a niente e a nessuno! >> mise in chiaro le cose.
“Anche se poi l’Uccellino…”.
No! Non gli interessava quanto sarebbe stata male Bonnie… non gli interessava… era solo un’umana.
Shinichi s’irrigidì sorpreso e non riuscì a dire nemmeno una parola quando un fruscio di ali gli fecero comprendere di essere solo.
 
 
 
<< Lo vedi? >> gli domandò Trevor.
Stefan guardò il fratello, che mandava scariche di potere eccezionali, e Shinichi che l’osservava alla sua sinistra.
Sembrava che Damon non si fosse accorto della sua presenza.
<< Avviciniamoci >> lo incitò il biondo.
<< Questa volta, magari, non scomparire >> disse ironico.
Si avvicinarono a Damon, così da riuscire a capire cosa i due si stessero dicendo.
Il fratello sembrava essersi reso conto da qualche minuto della presenza di Shinichi.
<< Potremmo fare un’altra alleanza…io e te… >>.
Stefan per poco non cadde dal ramo.
Un’altraalleanza?
A cosa si riferiva? All’alleanza che lo aveva portato allo Shi no Shi, o a un’alleanza che era già in corso?
<< Potresti uccidere quel Trevor >>
<< Che gran… >> l’imprecazione del suo compagno lo distrasse.
Video il fratello voltarsi verso il demone, squadrandolo come a valutare i vantaggi di ciò che aveva proposto Shinichi.
Stefan non aveva bisogno di sentire altro.
Se lo aspettava, l’aurea malvagia che Damon aveva la mattina gli aveva già anticipato tutto: il moro li stava tradendo… di nuovo.
Stefan sentì un vuoto al livello del petto e un dolore causato dalla delusione lo pervase tutto.
Eppure… pensava che questa volta in Damon fosse cambiato qualcosa.
Ma non era così e ciò era dimostrato dal fatto che il moro stesse ancora fermo a squadrare il kitsune.
<< Trevor, andiamocene, non voglio sentire altro >> disse freddo.
Trevor si limitò ad annuire.
Mentre tornava verso il Pensionato, accanto alla delusione, Stefan sentì iniziare a crescere un sentimento non del tutto nuovo: la rabbia.
Rabbia per essersi illuso, ancora.
Rabbia per aver pensato che nel fratello maggiore stesse cambiando qualcosa.
Rabbia per essersi fatto prendere in giro di nuovo.
Rabbia per aver sperato che, un giorno, avrebbe ristabilito un rapporto fraterno con Damon.
Ma ciò non sarebbe mai stato possibile, perché quella volta, se volevano proteggere Fell’s Church, avrebbero dovuto eliminare completamente coloro che la minacciavano.
E suo fratello… era tra questi.
“Damon… Perché?”.
Eppure, l’altra sera, era sicuro che Damon fosse interessato a Bonnie… a qualcuno che non fosse lui stesso.
Ma, evidentemente, si sbagliava.
Si sbagliava su tutto.
Si era sempre sbagliato su tutto.
 
 
Percorse velocemente la strada che portava al pensionato quando fu bloccato da Trevor.
<< Stefan… capisco come tu ti senta in questo momento, dopo… dopo una scoperta del genere… >>.
Stefan annuì pensieroso.
<< Dovevo aspettarmelo… >> disse con tono deluso.
<< Ora che sappiamo che Damon è un nostro nemico… Sarebbe bene prendere le giuste precauzioni. Vogliono uccidere me, ma io non vi servo più a molto ormai: Bonnie è praticamente pronta. Sono sicuro che Damon con i kitsune tenteranno di attaccare proprio lei… forse sarebbe meglio che >>
<< Damon deve stare lontano da Bonnie, è troppo pericoloso! Se riuscisse a farle qualcosa… No, non deve succedere! >> concordò, risoluto anche se non riusciva ancora a immaginare Damon fare del male alla giovane.
Bonnie era l’unica umana, che non fosse Elena, per cui Damon avesse provato un qualche interesse che, Stefan, aveva fatto l’errore di reputare più profondo di un semplice capriccio.
Ma probabilmente il fratello ne sarebbe stato capace.
L’immagine di Bonnie torturata dagli alberi di Shinichi, mentre Damon si godeva la scena divertito*, gli tornò in mente.
Sì, avrebbe potuto farlo e loro dovevano impedirlo.
Da quel momento suo fratello era un loro nemico.
 

 
*angolo autrice*
 
*Mi riferisco alla scena presente nel libro originale dove Bonnie viene torturata dagli alberi-malach e Damon, inizialmente, la guarda divertito poi torna in sé e la salva (che caro!).
 
Guardate un po’ chi resuscita dal mondo dei morti? Ebbene sì, io!
Come state? Io non c’è male. Scusate se sono sparita, ma ultimamente i miei professori hanno deciso che noi studenti non dobbiamo avere una vita sociale! Il capitolo l’ho scritto dopo quattro belle ore di studio di letteratura latina, spero di non essere troppo fusa e di non essermene uscita con Plauto o con cose che non c’entrano assolutamente nulla XD
A parte questo, qualcuno di voi ha letto Midnight? Io non ho fatto nemmeno in tempo a prenderlo -.-‘’ Ditemi, senza spoilerarmi troppo, se c’è qualcosa di buono per noi Donnie (anche perché non ce la farei davvero a patire delle scene Delena).
Tornando alla storia, il titolo dice tutto: Isolato. Ci si riferisce a Damon ovviamente.
Il nostro povero vampirone è infatti stato in parte colpevole del suo isolamento, in parte vittima, ma in ogni caso il risultato è lo stesso: nessuno si fida più di lui, anche se per il momento l’unico a essere stato ingannato dal piano dei kitsune è Stefan.
Povero fratellino Salvatore! Comunque, andiamo con ordine.
In questo capitolo succede niente e tutto, è un capitolo molto importante per vari punti della storia.
In primis abbiamo le conseguenze del bacio tra Bonnie e Trevor: la streghetta lo ha dato solo per bontà verso quello che considera un semplice amico (ma che, per reprimere il dolore recatole da Damon, si sta illudendo essere qualcosa di più). Trevor l’ha mooolto apprezzato, e vediamo anche un moto di gelosia verso Bonnie: non sopporta l’idea che lei stia con uno come Damon, in quanto non è degno di un’anima pura come quella della rossa, ma non vuole nemmeno che lei si avvicini a un bugiardo come lui. Come vediamo, dietro tutto quell’atteggiamento altezzoso, Trevor non ha per niente una bella opinione di sé, arriva perfino a mentire a Elise. Chi è Elise?
Beh… lo saprete tra poco!
La reazione di Damon non è stata poi così esagerata, voleva sembrare impassibile e beh… non ci è affato riuscito. Anzi, ha finito, per l’orgoglio ferito, con l’allontanare definitivamente la Streghetta e, per quanto s’illuda, piano piano la verità verrà a galla: mio caro Damon, ti toccherà ammettere i tuoi sentimenti!
Inoltre la nostra piccola Bonnie finalmente si fa valere!
I due hanno un brutto litigio, ma credetemi, sarà fondamentale per lo sviluppo dei sentimenti di Damon. E Bonnie seguirà davvero la sua decisione? In ogni caso, se l’è voluta il vampiro!
Non uccidetemi, questo litigio è servito a smuovere un po’ la situazione tra i due.
Infine il nostro Stefan casca nel tranello dei kitsune.
Beh, noi non possiamo biasimarlo di non aver sentito per intero la conversazione, no? Dopotutto, Damon prima l’ha perseguitato per una vita, poi l’ha rinchiuso in una specie d’inferno, gli sta rubando la ragazza, gli ha fregato l’umanità. Per quanto possa volere bene al fratello, è normale che Stefan abbia creduto subito all’evidenza, senza scavare più a fondo.
Insieme al legame Damon/Bonnie, qua si spezza un altro legame: quello Stefan/Damon.
Il minore dei Salvatore ha deciso di non dire niente a nessuno per il momento, per non creare panico, quindi aspettatevi la presenza di Damon nella comitiva ancora per un po’ (anche se da un lato, sarebbe meglio che non ci stesse… ).
Beh, spero che vi sia piaciuto e spero di aggiornare presto!
Fatemi sapere e, in ogni caso, buon halloween!
 
Amily
   
 
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