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Autore: strongfordrew    26/10/2011    1 recensioni
Allora, come vedete sono tornata con un'altra fanfiction dopo aver risolto parecchi problemi nella mia vita personale. Comunque in questa fanfic Peter ha 19 anni, Susan 18, Edmund 17 e Lucy 16 e ci sarà inoltre la presenza di un incesto. Quindi se vi da fastidio, io vi ho avvertiti.
Comunque la storia sarà narrata dal punto di vista di Susan e non tiene conto dei fatti dei successivi libri.
Spero che, come l'altra mia precedente fanfiction, sarà di vostro gradimento.
Recensite, se vi va, anche se sono critiche. Mi serviranno per migliorarmi.
{Susan/Peter}
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edmund Pevensie, Lucy Pevensie, Peter Pevensie, Susan Pevensie, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 8.
 
 
Eccoci, pronti per la battaglia.Non so per quanto tempo l'ansia mi divorerà in attesa che cominci. Ho come un presentimento, un brutto presentimento.Come se qualcosa dovesse andare storto.Spesso l'ho avuta questa sensazione, ma mai così intensa. Non ne avevo parlato con Peter, nè dell'ansia che mi attanaglia nè dell'incredibile paura che ho di morire o veder morire lui.
Se l'avessi fatto sarebbe stato come rendere la fine più vera, più vicina a noi tanto da poterne sentire l'arrivo e distruggermi man mano che incombe, sbriciolandomi pezzo dopo pezzo;costringendomi a immaginare il dolore che proverei vedendo il mio cuore, la mia ragione di vita, l'unico motivo che mi spinge ad andare avanti, spegnersi. Ero preoccupata naturalmente anche per Ed e Lucy, mio fratello e mia sorella.Lucy probabilmente era ormai lontana, nei pressi di Cair Paravel, potevo tranquillizzarmi in teoria. Ci riuscivo, per poco ma ci riuscivo. Ed, lo vedevo ancora come il bambino di 10 anni che mi dipingeva la faccia quando mi addormentavo sul divano: si alzava apposta, solo per vedermi la mattina dopo rossa in faccia dalla rabbia. Col tempo aveva imparato a evitare questo tipo di scherzi, anche perchè da un lato era divertente, ma dall'altro....Ricordo ancora una mattina in cui mi svegliai con la faccia interamente dipinta di blu e Peter che rincorreva Edmund per tutta la casa sgridandolo di avermi fatto quello scherzo.L'unica volta che quei due erano riusciti a litigare. 

Adesso, vedendolo prepararsi per la battaglia mi faceva desiderare di tornare indietro a quando eravamo piccoli. Innocenti e ancora bisognosi della mamma per sostenerci, per coccolarci. Anche se io ho avuto sempre un rapporto più stretto con Peter, per Lucy e Edmund non era stato così: loro soffrono di più la mancanza della mamma, Lucy a volte piange ancora. Io cerco in qualche modo di essere come lei, ma mi rendo conto che è impossibile sostituire la madre nel cuore di un figlio, anche se si sta tanto tempo lontano da lei. I ricordi riaffiorano, e la maggior parte delle volte provocano dolore...

Mi scrollo di dosso quei brutti pensieri, in modo da avere la mente abbastanza lucida da poter combattere decentemente. Se sarei dovuta soccombere, avrei portato qualcuno dei soldati di Miraz con me, con le buone o con le cattive. Le buone prevedono l'uso di arco e frecce, le cattive invece quello della spada. Mi sono allenata con Oreius tanto basta per sapermi difendere.
L'attesa comincia ad infastidirmi, è snervante: i secondi sembrano minuti e i minuti sembrano ore. Posso sentire il mio cuore battere furioso, i battiti che sembrano scandire il tempo che mi resta da vivere. Stupida, mi dico. Mi faccio tanti problemi per mantenermi lucida e poi faccio supposizioni così assurde? La mia pazienza viene ricambiata però.
Dagli alberi ecco comparire le sagome dei soldati di Miraz e Miraz in testa che li guida. Trasportano anche loro delle catapulte, e centinaia di soldati a cavallo.
Dalla mia postazione posso distinguere chiaramente la grandezza dell'esercito, ma ahimè non la bravura.Sono forti,questo sicuramente, ma come aveva detto Peter non abbastante sicuri da non prendere qualche precauzione come un'altra scorta di soldati a piedi che chiudevano le estremità della formazione.
Aveva ragione. Pensai subito: le estremità della formazione erano costituite prevalentemente da soldati a piedi, ma pur sempre armati. E potevo dedurre che dentro la foresta ce ne fossero altri pronti ad intervenire in caso di difficoltà.Strategie, piano B, ecco come comunemente veniva chiamata questa situazione.Noi non abbiamo un piano B, poichè speriamo non ce ne sia bisogno.Il nostro desiderio di liberare il nostro popolo è più forte dell'istinto di sopravvivenza, lo stesso motivo che mi ha spinto a combattere e a rischiare la mia vita e quella delle persone che amo.


Gli avversari si fermano, aspettando una nostra mossa. Dalla mia posizione faccio un cenno con la testa a Peter. Lo vedo esitante,preoccupato mentre mi guarda e mi restituisce il segno.Si gira e seguito da Ed, Caspian e l'esercito comincia ad avanzare verso quello di Miraz.
La battaglia è cominciata.

TUM TUM TUM.
Cos'è? Ah, Susan...ma che domande fai? È il tuo cuore non lo senti? Ti batte talmente veloce e facendo così rumore che se non ci fossero queste urla, sei sicura che i tuoi compagni, la tua famiglia...Peter, lo sentirebbero forte e chiaro. 
 
Scocco frecce da tutte le parti, cercando di resistere alla prospettiva di non potercela fare. È logico. L'ho sempre pensato: le persone si aggrappano con tutte le loro forze alla vita quando sentono che stanno per perderla, quando tutto diventa ormai solo una nuvola di fumo che sparice al primo raggio di sole.
Riuscirò mai ad avere una vita tranquilla? Riuscirò mai a sedermi davanti al fuoco senza la costante sensazione di vuoto e di angoscia che mi pervadono sempre da 2 anni a questa parte?
 
Maledizione. Le mie frecce sono finite. Credo proprio che sia ora di entrare in scena con la mia nuova, lucidissima e affilata spada. Non sono tanto sicura di essere capace di ferire a morte con essa, ma non è il momento di farsi complessi mentali adesso. Corro a perdifiato nella direzione di Peter. Lui combatte ferocemente con Miraz. È abile e scattante, riesce a decifrare e anticipare le forze dello zio di Caspian, troppo abituato a stare dietro le quinte per poter ritenersi un abile combattente.
Su questo non posso fare altro che sentirmi sollevata.
Sfodero la spada, mio fratello mi guarda furioso ma non mi importa. 
**

Ferisco molti avversari che mi si presentano davanti, altri riesco anche ad abbatterli. Sto per dare il colpo di grazie a due soldati quando un ruggito feroce, a me famigliare, squarcia l'aria.
Sul campo di battaglia cala il sipario. Io e Peter ci voltiamo contemporaneamente nella direzione dell'imponente leone da cui proveniva il ruggito.
Aslan.
Ecco eretto in tutta la sua statura con un espressione indecifrabile sul volto. Gli avversari scappano impauriti nella direzione del fiume. Il leone ruggisce un'altra volta e le acque del fiume si librano in aria formando la figura di Nettuno, il Dio del Mare. Quest ultimo li ingoia e i soldati finiscono in balia del fiume.
Miraz, scappato con i suoi alleati, ora cerca di aggrapparsi ad una roccia sulla riva del fiume, ma la corrente lo vince e lui si abbandona lasciandosi trasportare.

Nota dell'autrice:
Lo so, lo so. Vi ho deluso perchè non ho aggiornato e sono in ritardo.
Vi prego non ignoratemi! Ho avuto molti impegni e con la scuola e gli esami di informatica non ho avuto un momento libero. SPero che continuerete a seguirmi, perchè sto continuando con il doppio dei miei sforzi e vorrei che anche questa volta vi piacesse il capitolo e che continuerete a lasciare le vostre recensioni.
Sappiate che non mi sono dimenticata :)
Con affeto,
R.
   
 
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