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Autore: Minner_    26/10/2011    3 recensioni
Settembre '43.
Feliciano è un innocuo soldato del fronte greco. La sua vita, però, verrà presto sconvolta dalla rottura del Patto d'Acciaio e ben presto si ritrova in un campo di lavoro in Germania.
Ludwig è il tipico soldato ligio al dovere, per lui l'onore della Patria è tutto ma gravi ferite lo riporteranno alla sua cità natale.
Ecco la storia di due soldati che non avevano niente in comune ma che nonostante tutto cercheranno di affrontare insieme gli ultimi anni di quella terribile guerra.
Genere: Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: IMI, n. 17061
Titolo capitolo: Simulazione di un bacio alla francese
Personaggi: Nord Italia
Genere: drammatico, storico
Avvertimenti: AU
 

Simulazione di un bacio alla francese
 

 

Quando era piccolo, Feliciano aspettava sempre con trepidazione quel periodo dell’anno quando i paesi venivano agghindati con tutte quelle lucine colorate e i negozi venivano addobbati a festa. Amava l’aria che si respirava, sembrava che tutti fossero più felici e allegri, persino il freddo veniva sopportato e accolto con gioia purché preannunciasse ciò che ogni bambino aspettava da mesi: la neve.
Quell’anno, però, essa non portava con sé ne la gioia  di un caminetto acceso ne il grido di battaglia che precedeva una palla di neve, solo una solitudine e una grande nostalgia di casa.
Qualche prigioniero, giusto per non annoiarsi, ammucchiava un po’ di quella poltiglia marrone per darle le sembianze di un tipico pupazzo di neve, cercando in qualche modo di rallegrare un po’ l’atmosfera funerea dei compagni.
Ma Feliciano non importava molto di tutto quello, lui non aveva bisogno di quella neve sporca di terra o di cantare a bassa voce le canzoni di natale, lui aveva Ludwig a tenergli compagnia!
L’altro, infatti, non mancava mai a un loro appuntamento. Anche quel giorno era dall’altra parte della recinzione e bofonchiava qualcosa in tedesco, l’unica cosa che Feliciano riuscì a capire fu “Doktor”; persino lui aveva capito che centrava qualcosa con la sua salute ma preferiva non fare domande, dato che non si riuscivano capire ancora bene, per questo preferiva annuire distrattamente ogni tanto, giusto per fargli sapere che lo stava ancora ascoltando.
- E tu?- chiese inaspettatamente Ludwig.
- Mh?-
- Tu come stai?- ripeté il tedesco, più per educazione che per altro. In fondo, non conosceva ancora abbastanza quella lingua per intraprendere una conversazione seria, ma a Feliciano sembrò non importare e cominciò così a raccontargli per filo e per segno le sue ultime giornate, compreso il bizzarro incontro avvenuto con quel simpatico francese.
-
… poi Francis si è avvicinato così.- e Feliciano si avvicinò alle rete, stando a pochi centimetri dal volto di Ludwig, per poi abbassare la voce con fare cospiratorio. – mi ha detto che dovevo dargli qualcosa in cambio. Io, ovviamente, non sapevo che volesse dire, così gliel’ho chiesto e lui mi ha sorriso. Poi si è messo vicino ancora di più, eravamo quasi appiccicati l’un all’altro.- avvicinandosi a sua volta, mettendo in pratica quello che stava raccontando. – e mi ha baciato.-
- Biaciato? Che cosa è?- chiese confuso.
- Ecco… non so come spiegartelo. Beh, più o meno è così…-
Il volto di Ludwig era così vicino al suo, tanto da poter notare le esatte sfumature dei suoi occhi. La sua pelle era pallida e immacolata se non per quelle chiazze rossastre che aveva sulle guance a causa del freddo.
Non era mai stata tanto carino come in quel momento, pensò leggero Feliciano.
Ecco perché  l’italiano non esitò nell’ appoggiare la propria bocca all’angolo di quella di Ludwig, in un bacio tanto leggero e veloce da essere quasi inesistente. Ovviamente non era paragonabile a quello del francese ma qualcosa, forse l’innocenza mista a sbalordimento che  si leggeva a chiare lettere sul volto di Ludwig dopo essersi allontanato da lui, avevano reso il tutto molto più bello.
Sì, decisamente a Feliciano non era dispiaciuto e lo avrebbe anche approfondito se non fosse che il tedesco aveva indietreggiato di scatto guardandolo come se avesse visto un fantasma; lo guardava e basta boccheggiando  qualcosa nella sua incomprensibile lingua.
- Beh, in effetti Francis non ha fatto proprio così, però…-

Ma Feliciano non finì mai la frase, poiché il suo interlocutore era scappato a gambe levate

  
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