Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Thumbelina    26/10/2011    3 recensioni
Innanzi tutto, questa storia è un plagio di me stessa, ossia il suo primo capitolo è la copia esatta di quella che era stata una mia shot (L'ultima sera, per l'appunto). Questa è appunto quella che dovrebbe essere l'ultima sera di vita di Lily, diciamo che comincia dalla fine, e poi... e poi basta, se siete curiosi leggete! Non so che dirvi, io la trovo una storia molto romantica, penso che vi potrebbe piacere, tutto qui. Ovviamente, cambierò il nome orrendo del titolo appena me ne verrà in mente uno migliore, e sono aperta ai suggerimenti. Che altro dirvi? Un bacio a tutti. Buona lettura.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Lily Evans, Mangiamorte, Severus Piton, Voldemort | Coppie: Lily/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Una scena patetica

(attenzione: le note d'autore alla fine di questo capitolo saranno davvero molto importanti, quindi vi conviene davvero leggerle se volete capire qualcosa di quel che succederà nella storia)


Le scene che ne erano seguite erano state a dir poco pietose.
Dopo che i due mostri che Lily Evans aveva ora davanti avevano sancito il loro accordo, lei s’era protesa in un ultimo gesto disperato a pigliare suo figlio nella culla, ma Severus l’aveva preceduta, prendendo fra le sue braccia il bambino, mentre Lord Voldemort aveva afferrato lei stringendola per il polso, e l’aveva trascinata via.
Avevano percorso il corridoio, mentre le ancora si dimenava pregando Severus, dietro di lei, di scappare, di non fare del male a suo figlio, di lasciarlo andare, ma lui era rimasto impassibile. Se non fosse stata troppo occupata a piangere e supplicare, probabilmente lo avrebbe odiato.
Poi erano passati accanto al cadavere di James, lì disteso sul pavimento, con il suo accappatoio color sabbia in dosso, e Lord Voldemort aveva posato un piede sul volto del suo defunto marito. Lei aveva dovuto impiegare tutte le sue forze per buttare tutto il peso del suo corpo verso destra, in modo da riuscire a entrare nel bagno, altrimenti avrebbe vomito sul cadavere. Non le aveva dato neppure il tempo di sciacquarsi la bocca, dopo che aveva sporcato il pavimento appena vicino alla porta del bagno con conati di vomito e lacrime, e l’aveva brutalmente trascinata fuori. Harry adesso piangeva.
Erano arrivati fuori, nel freddo della notte, e lei indossava solo una maglia ed i jeans, non aveva neppure le scarpe, eppure lui se ne era fregato. Lì fuori, ai suoi piedi, i cadaveri di mezza dozzina di auror coloravano di rosso l’asfalto della strada. Aveva dovuto sforzarsi per non vomitare ancora. Aveva ispezionato i loro volti, prima che Voldemort la trascinasse via di nuovo, anzi questo aveva quasi indugiato contento di farglieli di vedere. Non c’erano membri dell’Ordine fra i caduti, ma erano comunque sei persone. Sei persone. Sei persone che erano morte per salvare lei, Harry e James, ed il loro sacrificio era stato vano. Harry piangeva sempre più forte.
Poi s’erano smaterializzati, lei con Voldemort, Harry con Severus, e lei aveva ancora sperato, tanto non si finisce mai di sperare, che Severus Piton avesse deviato la rotta, che se ne fosse andato via, lontano, al sicuro, e che avesse portato Harry con se. Ma non era successo. S’erano smaterializzati entrambi su una piattaforma ai confini di un bosco, dinnanzi a loro s’erigeva un grosso edificio, tanto imponente da togliere il fiato, che appariva però tutt’altro che maestoso, solo come un misero blocco di cemento grigio. Lord Voldemort s’era avvicinato al palazzo, che doveva essere circondato da qualche protezione magica, ed aveva posto il marchio sui cancelli d’apertura. Le porte s’erano aperte, e lui l’aveva spinta dentro. Severus ed Harry li avevano seguiti.
Voldemort l’aveva trascinata su per le scale, mentre gli altri mangiamorte lì presenti chi da una parte chi dall’altra si voltavano a guardarli, altri ancora s’affacciavano dalle porte delle loro piccole stanze, altri ancora accorrevano da fuori, curiosi tutti quanti vi guardare in faccia il bambino che minacciava di uccidere il loro signore. Strano davvero. A dirsi, a pensarsi, strano davvero che fosse quel piccolo fagottino che ora Severus teneva fra le sue braccia, il peggior nemico che il signore oscuro riuscisse a trovare, quello destinato ad ucciderlo. Sembrava così indifeso, così impotente, la creatura più innocua del mondo, l’avrebbe definita chiunque, eppure il loro signore era piucchè convinto che quel bambino minacciasse, con la sua sola esistenza, di distruggere tutto ciò che loro avevano creato e stavano per creare. Era una cosa assurda.
Ed era lì che erano adesso, dinnanzi ad una delle tante porte grigie, ad una porta chiusa, e lei era ancora stretta al pugno di Lord Voldemort, e Severus Piton reggeva il suo bambino impassibile dinnanzi a lei. Harry aveva da poco smesso di piangere. Severus lo stava come cullando.
- Eccoci qua, madama. – le aveva detto Lord Voldemort come con fare ironico, accennando ad un piccolo inchino – Ci dispiace davvero poterle offrirle soltanto la nostra umile dimora, ma vedrà che Severus farà in modo di farla sentire a suo agio il più possibile.
E ciò detto l’aveva lasciata spingendola con forza contro il corpo di lui. Lei s’era attaccata alle sue braccia per non cadere. Qualcuno aveva riso. Lui era rimasto impassibile.
- Ti prego, Severus, ti scongiuro, – lo aveva supplicato lei in un sussurro, - tu sei buono, tu non puoi…
Lui s’era limitato a scansarla e, liberata da ogni presa lei aveva ingenuamente provato a riprendersi suo figlio, ma Severus Piton s’era allontanato, e due mangiamorte l’avevano afferrata per le braccia mentre lei si dimenava. Lord Voldemort l’aveva definita una scena piuttosto patetica.
È qui che siamo rimasti.
- Signori e signori! – declamò Voldemort in tono maledettamente teatrale – il bambino destinato ad ucciderci ci ha raggiunti, finalmente!
Qualcuno aveva esultato, qualcuno aveva riso, qualcun altro era rimasto in silenzio.
- Guardatelo, guardatelo! – gridò forte il signore oscuro – colui che doveva distruggerci, il bambino destinato a porre fine alla nostra guerra, quello che i presagi preannunciavano, quello di cui parlavano i profeti, è qui è nostro, è a un passo dalla morte! Noi abbiamo vinto.
- Severus, Severus, ti prego, scappa! – pianse ancora Lily – Non consegnarlo a lui! Scappa, non consegnarlo a lui!
- Sai, mia cara, - fece lei Voldemort – mi chiedo se tu sia davvero così ingenua o forse solo troppo stupida. Severus non ti aiuterà, né ora, né mai, è mio, un mio discepolo, un mio seguace, lui è fedele a me! Non farà nulla per aiutarti!
- Non è vero, non è vero – fece la donna, tentando quasi di convincere più se stessa che il suo interlocutore – lui non è così, non è vero, lui è buono, io lo so…
- Lui è stato buono, Lily! – le gridò contro Lord Voldemort – Ma è fra i miei adesso, guardalo! Non t’ha salvato quando eravamo in casa tua, eppure io ero disarmato, poteva portarvi via, poteva mettervi in salvo, poteva tacermi della parte omessa, negarmi la pozione, salvare tuo figlio persino in questo modo, ed invece lo ha consegnato a me, ha consegnato entrambi a me, farà lui la pozione, Lily, sarà suo il braccio che forgerà l’arma che ucciderà tuo figlio, sua la pala che ne scaverà la fossa! La sua anima – aggiunse in un sussurro, portando le labbra all’orecchio della ragazza, che ritrasse disgustata il collo tentando di divincolarsi – è nera quanto la mia.
- No, non è vero – gli ringhiò contro la donna, - lui non è come te, non sarà mai come te! Lui è diverso, è più buono, lui è più forte di te, più umano di tè, è cento e cento volte migliore di te! Lui può ancora salvarsi.
- Lily, smettila – le intimò Severus, degnandola di un mezzo sguardo, senza neppure alzare troppo la voce.
- No, Severus, io non lo faccio – gli rispose Lily – eri mio, amico, io ti conosco, so chi sei…
- Avevamo quindici anni, Lily, non credi che le cose siano un po’ cambiate da allora? – le sbraitò contro Piton - Passavamo i pomeriggi sulle sponde del lago a cercare di scorgere la piovra gigante, facevamo parte del Lumaclub, tu ti facevi le treccine ai capelli ed io dicevo di voler diventar professore, ed ora guardati intorno, guarda dove siamo guarda quello che siamo diventati. Il ragazzo che conoscevi è già morto da un pezzo.
- Ottima orazione, Severus, mi hai messo i brividi, dico davvero – fece Voldemort ponendo una mano sulla spalla del suo alleato, mentre Lily non restava che scuotere la testa, e sussurrare un ultimo, impercettibile, “non è vero”. – Comunque stavamo dicendo, Severus, - riprese il mago – che mi ti occuperai tu della pozione e della sepoltura, se non sbaglio.
- Sarà un onore, - rispose lui Piton – sono sempre stato un abile pozionista, ed appena ho capito la gravità della parte omessa ho cercato di documentarmi: qualsiasi libro presenti anche solo un impercettibile accenno alla nostra pozione è fra le mie mani adesso. Vi prometto che non fallirò, mio signore.
- Bene, molto, molto bene, - commentò lord Voldemort, - ed ora definiamo i restanti dettagli. Innanzi tutto, - fece prendendo una ciocca dei capelli di Lily fra le mani, mentre lei ritraeva schifata il volto – direi che lei è tutta tua, Severus. Fanne pure tutto quello che vuoi, davvero non mi interessa.
Severus Piton si limitò a commentare il tutto con un sottile cenno del capo ed una rapida occhiata Lily. Rimase impassibile.
- Quanto al bambino. – riprese lord Voldemort
- Lo consideri già nella tomba, mio signore – si limitò a rispondergli Severus Piton.
- No, - pianse Lily – no, no, vi prego non lo fate, vi prego, è solo un bambino, non può farvi del male!
- Santo Merlino, piange di nuovo, vi prego fatela tacere! – commentò Voldemort.
- Io, io ho dei soldi, tanti soldi, erano di James, - provò a dire la ragazza – prendili tutti, prendeteli tutti ma lascialo in vita.
Voldemort, dopo averla guardata con aria perplessa per qualche secondo, rise di una risata amara al suono delle sue parole.
- Tu credi davvero, oh mia piccola, ingenua strega – fece indirizzandosi alla ragazza – di poter comprare per denaro la vita dell’essere destinato ad uccidermi? La facevo più intelligente, Severus, - aggiunse rivolgendosi al ragazzo – oltre che sangue sporco è anche stupida, un bel connubio!
I mangiamorte risero. Severus rimase impassibile.
- Mi spiace, mia cara, - continuò lord Voldemort continuando a rivolgersi alla ragazza – ma i tuoi soldi qui non possono comprare proprio niente. D’altro canto tuo figlio è destinato ad uccidermi, lo capisci benissimo da sola che non può rimanere in vita.
- Io, io sono una nata babbana, - tentò ancora Lily – posso vivere senza magia, posso farlo e posso farci vivere anche Harry, lo giuro. Non toccherà mai una bacchetta, mai nella vita, non saprà neppure che cos’è la magia, nemmeno una traccia, non sarà un pericolo per te ma, ti prego, ti prego lascialo in vita. È solo un bambino…
- Te ne potevi scegliere un’altra, Severus, - disse lui a gran voce, con fare ironico – questa è appena arrivata e già ci sta annoiando a morte!
Qualcuno rise, quasi tutti risero, a dire il vero. Lei risolse tutte le sue ultime speranze verso il suo ex migliore amico.
- Severus, Severus ti prego – fece ancora Lily sporgendosi verso di lui – Severus, ti scongiuro, farò tutto quello che vuoi, tutto quello che vorrai, ma ti prego non fargli del male. Eravamo migliori amici: se hai cuore abbastanza per salvare me, non puoi ammazzare un bambino.
- Non è cuore quello! – gridò qualcuno nella schiera, qualcun altro rise per la battuta, ma Lily rimase immobile a guardare speranzosa negli occhi quello che era stato il suo migliore amico.
- Sai, Lily, - si limitò a rispondergli questo in tutta calma – c’è una cosa che mi fa montare su un’infinita rabbia, ed è quello di cuoi tu non ti rendi ancora conto. Ma sarò più chiaro. Io non ti devo proprio niente, Lily. Non sei tu in diritto di dirmi quello che posso o non posso fare, quello che devo o non devo fare, non lo sei mai stata! Sembra che ai tuoi occhi siamo di nuovo due adolescenti noi due, che siamo ancora ad Hogwarts, ai tempi della nostra amicizia, quando tu mi davi degli ordini ed io li eseguivo, beh, le cose sono cambiate, Lily, sono più forte, più sicuro, più convinto, non sono più il tuo giocattolo adesso, sono un mangiamorte, e sono bravo, e questo lo devo solo a te. Sei tu che m’hai lasciato. Come ho già detto, io non ti devo proprio nulla. Sono io che do gli ordini adesso.
- Merlino, come mi piace questo ragazzo! – fece lord Voldemort sorridente – Bravo, bravo, Severus, sono così fiero di averti fra i miei! Ecco, - disse ponendo una mano sulla spalla del ragazzo e dirigendolo verso gli altri mangiamorte – ecco un ragazzo da cui tutti dovreste prendere esempio.
Il ragazzo chinò un po’ la testa, come se gli dessero un po’ fastidio tutte quelle attenzioni, mentre qualcuno dei mangiamorte lo guardava irritato, un po’ geloso delle premure che il signore oscuro riservava per lui. Lily si limitò a piangere.
- Ok, mi sembra il caso di chiudere il discorso, adesso, - concluse lord voldemort – direi che abbiamo passato anche troppo tempo su questa faccenda. Ultimi accorgimenti, Severus?
- Oh, sì, - rispose lui il giovane – sarebbe meglio che il bambino rimanesse con la madre, per il momento.
- Oh bene, benissimo – si limitò a rispondere Voldemort, - Libatela, liberatela! – ordinò ai due mangiamorte che ancora la tenevano ferma per le spalle, mentre Severus poneva fra le sue braccia il bambino.
La giovane strinse suo figlio forte forte a se.
- Il motivo per cui le ho chiesto questo è semplice, mio signore, - spiegò lui Severus – badi bene, infatti, che perché la pozione completi appieno il suo effetto, il bambino non deve captare di essere in pericolo. Non può essere torturato, maltrattato, ed in nessun modo spaventato. Deve credere che sia tutto a posto.
- Un uomo cattivo ha fatto irruzione in casa sua, ha preso di forza la sua mamma, lo ha strappato via dalla culla. Ha messo un piede sul cadavere di suo padre, – gli ringhiò contro la Evans – non credi sia un po’ tardi per questo?
- Zitta – si limitò a ordinarle Severus, guardandola in tono minaccioso.
- Sai, mia cara, sei dannatamente fortunata del fatto che Severus si sia esposto in questo modo per operare alla tua salvezza, – fece lei lord Voldemort – irritante come sei, io ti avrei già ucciso da un pezzo!
Qualcuno rise ancora. Non Severus, comunque, e non lei.
- Vi prego, vi prego – implorò ancora Lily, rivolta ai mangiamorte intorno a lei – vi prego, smettetela, aiutatemi! Potrebbe essere vostro figlio! Potrebbe essere vostro figlio!
Gli uomini introno a lei non risposero, nessuno rispose, e neppure lei si rese davvero conto di a chi avesse appena rivolto la sua supplica. Forse a Francis Goyle, che aveva avuto un figlio solo due mesi prima di lui, o a Cesar Tiger, che era diventato padre solo due giorni dopo di lui, o a Clayton Nott che la guardava incurante comodamente appoggiato allo corrimano delle scale, o magari a Lucius Malfoy, che in quel momento abbassava lo sguardo.
- Nessuno? – chiese loro Voldemort curioso – Nessuno di voi vuole aiutarla? Perchè, ha ragione lei, è davvero un bambino piccolo, avrà si e no l’età dei vostri figli. Nessuno? Clayton? – l’uomo si limitò a ridere, imitato dai suoi compagni – Francio? Cesar? Davvero? Davvero nessuno? Lucius?
L’uomo alzò colpevole verso di lui lo sguardo, poi deglutì, scuotendo la testa.
- Oh, mi dispiace per te, mia cara, – fece il mago oscuro rivolgendosi ancora a Lily – come vedi fra i miei non alberga neppure un’anima pia, perdonaci.
Qualcuno rise ancora.
- Ti prego, ti prego non ucciderlo, - lo supplicò ancora Lily - ti darò tutto quello che vorrai, farò tutto quello che mi chiedi, ma ti prego, ti prego non toccare mio figlio.
- Basta, Lily, stai diventando ridicola – le intimò Severus, rimanendo impassibile.
- Oh, Severus ha ragione, Lily, - l’appoggiò lord Voldemort – stai diventando davvero ridicola.
- Vi prego…
- Taci! – le gridò contro Severus – E’ finita, Lily, smettila di pregare, smettila di supplicare, smettila di strisciare, conserva almeno quel minimo di dignità che ti rimane, se ci riesci.
La giovane incatenò lo sguardo con quello dell’uomo che un tempo era stato suo amico, scuotendo la testa come se non potesse crede alle parole che questo le stava dicendo.
- Tu stai per uccidere mio figlio, - disse – e mi chiedi di non scongiurarti di non farlo?
L’uomo voltò il viso da un’altra parte, poi rivolse lo sguardo al suo signore.
- Ora io vado – disse lui – ci sono degli ingredienti che dovrò procurarmi, se vuole la pozione pronta al più presto.
- Posso mandarci qualcun altro al tuo posto se vuoi, Severus, - rispose lui premuroso lord Voldemort – non c’è davvero bisogno che tu ti disturbi, stai già facendo così tanto per me…
- Insisto, – rispose lui Piton – d’altronde servirvi lo considero il mio più grande onore.
- Squisito, squisito, Severus, - fece Voldemort - un fautore eccellente, non c’è che dire! Lei puoi tenerla tu, te l’ho già detto – fece poi alludendo a Lily – lei e il bambino verranno a stare da te, vedrò di far portare al più presto un letto più grande ed una culla.
- Perfetto, mio signore. – commentò il ragazzo – Se ora permette…
E ciò facendo prese Lily per le spalle facendola girare, e strusciò il marchio che aveva sul braccio sul legno scuro della porta, prima di far leva sulla maniglia ed aprirla.
- Ti prego, ti prego, Severus, per favore – furono le ultime parole che Lily riuscì a dirle, poi lui la spinse dentro e chiuse la porta, ripassandovi sopra il marchio.
Sentiva ancora le urla di protesta della donna dall’interno della sua stanza, ed i colpi ripetuti sopra il legno gli comunicarono che probabilmente ora stava dando dei pugni alla porta. La cosa lo toccò fino a un certo punto. Fece un inchino al suo signore e poi si congedò da lui, correndo prima per il corridoio, verso le scale mentre gli altri mangiamorte continuavano a guardarlo, e dette accidentalmente una spallata a Nott, prima di imboccare la rampa. A passo svelto si diresse ai confini della proprietà, ed aprì strusciandovi contro il marchio i cancelli. Una volta fuori, sigillò di nuovo le porte dietro di sé, usando il solito trucco. Poi si smaterializzò.


Note d'autore:
Allora, ciao, passo subito al dunque, ossia al perchè vi ho praticamente costretto a leggere queste ultime note a margine. Diciamo solo che penso sia opportuno spiegarvi la natura dell'edificio in cui si è svolta la vicenda. Allora, questo è il quartier generale dei mangiamorte, ok, ma mi sono presa molte più libertà a riguardo, ampliando un pò la sua funzione e disegnandola come meglio mi suggerivano le mie strane idee. Innanzi tutto, tutti i mangiamorte, voldemort compreso, vivono qui. Come sta scritto, vi sono diverse stanze, ognuno ha la sua, ci vive come se fosse casa e la tiene come vuole grazie ai propri mezzi (come verrà spiegato in seguito, ad esempio quella di Malfoy è molto più bella e fastosa di quella di Piton, che è alquanto misera). Ognuna ha anche un piccolo bagno al suo interno (un pò strano per un'infrastruttura inglese, non trovate!?!?). Una specie di hotel per soli mangiamorte insomma. I marchi neri fungono da chiavi. si passa il marchio sulla porta e questa si apre o si sigilla, e questo vuol dire che se Piton passa il marchio sulla porta della stanza di Alecto, ad esempio, questa si apre comunque, e viceversa. Stesso vale per le porte d'ingresso a tutte le stanze e ai cancelli principali. Non ci si può smaterializzare all'interno dell'edificio. L'edificio non è individuabile da alcun mago perchè protetto da potentissima magia oscura. La sua esistenza è stata finanziata dai fondi di tutti i mangiamorte, chi più e chi meno, secondo le proprie possibilità. La maggior parte dei mangiamorte ci vive da solo, tenendone fuori la famiglia, esempio Nott, Tiger o Goyle. Malfoy è l'unico a tenere la moglie e il figlio con sè. Che altro dire...? Ah, già, c'è un'enorme sala riunioni, e delle prigioni nei sotterranei. La progettazione di questo edificio è molto funzionale ai fini della storia, dato che avevo bisogno di tenere Severus e Lily non solo costantemente vicini a Lord Voldemort, ma anche ad alcuni dei mangiamorte. Recensite numerosi. Baci. Giulia.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Thumbelina