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Autore: Leannel    30/06/2006    2 recensioni
Un caso particolare per la squadra. Quando ogni risposta sembra sbagliata.
Genere: Drammatico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CHAPTER III- PHOTOGRAPHS

CHAPTER III- PHOTOGRAPHS

Sara e Warrick scesero dal MiniVan con l’insolito buonumore portato da una sciocca battuta di lui riguardante gli orribili baffetti che Nicky aveva adottato e abbandonato nel giro di due settimane. E di quella volta che in un pub di periferia, sotto lo sguardo divertito di Sara, avevano fatto a gara a chi guadagnava più numeri di telefono dalle ragazze single ai tavoli vicini, per mezzo solo di bigliettini e drinks. E arrivati a rileggere i bigliettini avevano scoperto che la stessa signora rossa aveva dato il numero all’uno e all’altro e Nick aveva esclamato candidamente “Che troia!”.
Catherine li aveva raggiunti alla macchina.
“Hai una nuova fidanzatina, Warrick?” aveva detto. Era ironica ovviamente. Ma Cate metteva sempre quel tono acido, nelle cose.
“Oh no, lei è solo un passatempo” rispose Warrick
Des-De-Mo-Na, sillabò Sara con le labbra. Warrick non potè far altro che sorridere.
“Il capo?” chiese
“Non si è visto, pare” rispose la bionda
“Ma… ci aveva chiamato proprio lui…”
“Andiamo lo conosci. Avrà avuto qualche formichina da salvare”
“Diciamo che io mi prendo il perimetro e voi il corpo?” disse Warrick dopo essersi guardato intorno e aver indossato la maschera dello sbirro.
“No, aspetta, c’è una cosa che devi vedere. Sara ti prendi tu il perimetro?”
Sara alzò le spalle e rispose un tranquillo ‘Ok’.
“Come si chiama?” chiese Warrick
“Se riesci a scoprirlo avrai un aumento di stipendio” rispose Cate.
Allo sguardo interrogativo di Warrick rispose indicando la tasca del cadavere e il portafogli, che aveva rimesso al suo posto.
Aperta la valigetta Warrick si mise un guanto in lattice e prese una pinza.
“Quindi… cos’abbiamo qui?” disse Catherine.
“Ci sono dei bigliettini di vari alberghi nei paraggi… ma nessuno è recente”
“Il più recente l’ho già imbustato, scusa”
Cate estrasse il sacchetto di plastica. Warrick lo squadrò.
“Il Cassius è un vecchio albergo per giocatori. Facevo dei lavoretti, lì”
“Direi che potremmo farci una visitina”
“D’accordo, io resto qui per un po’”
L’ispezione del portafogli portò frutti insperati. In primo luogo, prima di andarsene Cate si era ricordata di mostrargli il portachiavi a forma di fiche del Mirage.
“Dev’essersene pentito” disse Warrick notando i segni di forzatura sul foro della fiche rossa.
Trovò segni di molti altri Casinò e anche di sale da gioco di bassa lega.
Era strano. Quel tizio non aveva assolutamente la faccia di un giocatore.
“Nel portafogli ci sono trecento dollari, eliminiamo l’ipotesi di una rapina finita male” annotò nel suo taccuino vocale (che poi era niente più di un registratore).
Le foto… il tizio aveva delle vecchie foto di almeno due bambini. Che strano tizio pensò. Erano palesemente delle vecchie orrende fototessere, quel genere di cosa che piace ai genitori. Ma perché non portarsi dietro delle foto più recenti o perlomeno meno orrende? Il tizio non doveva vederli da un sacco di tempo.
Ecco solo adesso vide quegli indizi che gli appartenevano davvero. C’era una piccola macchia di qualcosa di appiccicoso, sulla camicia dell’uomo all’altezza della pancia. La causa del decesso era palese, John (così vengono chiamati i cadaveri senza nome) aveva un grosso buco in mezzo al torace. Warrick sbirciò sotto il corpo, non c’era nessun foro d’uscita.
“Pare che avremo un sanissimo proiettile” disse a Sara, che stava arrivando.
“Un sanissimo proiettile? Fantastico” rispose lei
“Tu che hai?”
“Ho trovato delle impronte di scarpe da ginnastica, piuttosto fresche. Ma il corpo è qui da troppo tempo, non so se saranno indicative. Tu?”
“Non molto da analizzare in laboratorio. Immagino che dovremmo fare qualcosa perché si ritrovino i parenti della vittima”
“E’ un John Doe?” Warrick annuì “Fantastico. E Catherine?”
“Abbiamo trovato una cosa che ci riporta a un albergo, qua vicino. Vieni anche tu?”
“Ho ancora un po’ da fare. Vi raggiungo, se e la faccio”

  
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