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Autore: tom angel    28/10/2011    2 recensioni
Ciao ragazze eccomi con una nuova fan fiction e spero che vi piaccia..e commentate please Isabella Swan, una ragazza dolce e timida?No..!Quella ragazza era morta insieme a molte cose che gli appartenevano nella vita.Non ha mai conosciuto suo padre e quella persona che gli era stato come un padre(Phil) l’ha costretto a scappare da casa.Non possiede più una casa;abita in un Suburban.Ormai la sua vita ha perso il suo significato,come una routine che si ripete all’infinito.Ma una persona potrà riaccendere quegli occhi nocciola spenti da troppo tempo?quel vuoto che è rimasto così a lungo incolmabile?La risposta è sì. E lei potrà cambiare Edward,un ragazzo da una “botta e via” e certamente stronzo? ^^ ^^ -La prossima volta che passi la notte da qualche troia e provi a farci ritardare a scuola te la vedrai con me e con il fiammifero che cercherò di appiccicarti su quel culo di marmo - urlò Alice -Scusi Signorina ma sa dovrò pure accontentare questo marmo di cazzo che mi ci trovo sai, vergine all’inferno non ci voglio andare - -Intanto era l’ultima volta che ti godevi la vita da Single..- disse guardandomi in modo vendicativo ma nella profondità dei suoi occhi vedevo che era felice -Cosa intendi? -chiesi -Oggi arriverà una nuova arrivata a scuola che ti cambierà la vita anzi, direi che ti sconvolgerà l’esistenza..- scoppiò a ridere seguita da tutti -Che cazzo significa?- -Che non vedo l’ora di conoscerla - -Come si chiama la Vampira,scommetto che sai già il suo nom..- m’interruppe,alzando la mano,sconvolta -è umana.Non Vampira..-
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Suburban girl

Cap. 22 pov Isa

Fa male, male da morire.

Aiuta loro

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Questa era la frase che avrei dovuto memorizzare, ricordare e stampare nella mia mente. Cercare con tutti i mezzi di eseguire. Gli occhi di Jordan avevano espresso lestrema fiducia che avevano in me,sicuri almeno in parte, che tutto si sarebbe sistemato.

Ma non fu così. Non del tutto almeno.

La situazione stava peggiorando e tutti i mezzi erano fuori controllo. Lunica intenzione che avevo era quella di arrivare più velocemente possibile da Joe e Christian. Cominciai a cercarli poiché non riuscivo a focalizzarli e immaginare precisamente cosa stesse accadendo,a causa del fumo che mi faceva lacrimare gli occhi.

Mentre parlavo con Jordan, avevo perso di vista la macchina di Joe. E adesso non mi sentivo per niente tranquilla. Quel presentimento di prima tornò prepotente, soffocandomi dentro. Cercai di calmarmi e concentrarmi il più possibile. Dovevo solo salvarli. Sarebbe bastato tirarli fuori dalla merda in cui si erano cacciati. Non avrei sopportato unaltra perdita. Cercai di svuotare la mente stringendo a forza i denti.

Sgranai gli occhi appena li vidi. Mi avvicinai il più velocemente possibile rimanendo paralizzata dalla scena che mi si presentò davanti. Ma provai a riprendermi in fretta e cercai con orrore di trovare una via duscita.

Prima di buttarmi su di loro,vagai con lo sguardo alla ricerca degli altri membri del gruppo, senza risultati.

La macchina di Joe, almeno sulla parte posteriore, era tutta bruciacchiata e un fumo nero che avrebbe distrutto i polmoni a chiunque, usciva densamente,levandosi in alto.

Spinsi di più lacceleratore e mi avvicinai con il cuore in gola, al finestrino.Vidi la scena come se fossi dentro una bolla e osservassi tutto dallesterno. Come se fosse una scena che stavo guardando allinterno di un film. Era come avere una protezione e tutto quello che accadeva allesterno, fu come se non mi sfiorasse minimamente.

I rumori, i mezzi che sbattevano fra loro perdendo il controllo, le urla. Niente. Li schiacciai prima di soffocarci dentro confondendomi con quello che si agitava dentro me. Doveva esserci un silenzio di tomba se volevo farcela.

La mano tremante di Joe girava, da una parte allaltra, il volante. Aveva il viso rosso e sudato e il fiato irregolare. Christian seduto accanto a lei, era chinato verso il motore.

Appena Joe mi vide, urlò disperata -Non riesco a frenare.è tutto bloccato.-

-Cerco di farvi frenare con la moto - le risposi tossendo a causa del fumo.

Mi guardai intorno per vedere da dove avrei cominciato, ma prima mi rivolsi a Christian, che mi guardava con la faccia annerita di fumo.

- Proteggila in ogni caso mentre io cerco una soluzione.Andrà tutto bene-

Gli feci un sorriso incoraggiante, anche se ero consapevole della merda in cui ci trovavamo, della gente che si fregava di tutto e di tutti, dove tutto era incerto. Anche la loro salvezza.

Con il rimbombo del motore, schizzai via. Sempre più avanti, con i capelli sul viso e il cuore a pezzi. Potevo percepire il sapore del sangue in bocca e il dolore proveniente dalla lingua per il morso subito.

Quando fui abbastanza lontana,mi voltai verso la macchina, che avanzava sempre più velocemente verso di me. Fui costretta a girarmi anche dallaltra parte ma mi pentii immediatamente.Dallaltra parte della strada, dove Joe e Christian sarebbero arrivati tra qualche minuto,cera un distributore di benzina.

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- Merda! - imprecai sotto voce,non trovando niente con cui frenare la macchina,prima che ci potessero sbattere contro.

Scesi velocemente dalla moto e da lì vicino presi un sasso gigante.Lo feci rotolare fino al centro dellasfalto e ne cercai un altro e ancora e ancora finché non fu sufficiente.

Poi salii sulla moto e tornai indietro.La macchina stava andando in fumo e una piccola fiamma cominciava ad accendersi sul sedile posteriore. La macchina continuava a perdere benzina lasciando dietro di sé delle tracce visibili.

A fatica riuscivo a tenere gli occhi aperti a causa del fumo e vidi che nemmeno loro due stavano meglio di me.. Da lontano sentii le sirene dellambulanza e della polizia. Una piccola speranza nacque dentro di me. Un aiuto avrebbe fatto comodo.

-Ho messo i sassi, un po più avanti nella speranza che blocchi la macchina.- gli urlai contro facendo rilevare la mia voce sopra al rumore del motore.

-Bella ho paura- imprecò Christian con le lacrime agli occhi

-Non puoi mollare tutto adesso.Ti tirerò fuori..Dammi la mano.Forza Christian.- Lo guardai intensamente negli occhi,fingendo una sicurezza che non avevo.

-Dammi la mano - Urlai dopo un secondo vedendo la sua reazione immobile.

-No..Prendi prima Joe - fece con il volto contratto da diverse emozioni.

-Che cazzo dici?- gli urlai con il fiato corto. -Dammi la mano ho detto.Non è lora di fare gli eroi-

Ma lo conoscevo bene.Non mi avrebbe mai ascoltato, come il solito. Anche se voleva fare il duro,Christian era sensibile e metteva davanti a se, tutte le persone a lui care.

Sbuffai pesantemente e con fatica allontanai la mia mano dal suo,senza guardarlo negli occhi. Non volevo ammettere che avrei preferito salvare per prima lui, consapevole di quanto fosse importante per me, senza togliere niente a Joe.

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Feci marcia indietro e andai dalla parte di Joe e le tesi la mano.Mi guardò con unespressione vuota dentro,fragile.Chiuse per un frammento di secondi gli occhi e quando li aprì, vidi una nuova luce. Con le dita tremanti strinse la collanina che portava al collo,un mezzo cuore con liniziale di Jordan. La accarezzò e con le lacrime agli occhi mi diede laltra mano,stringendo sempre di più con laltra mano, la collanina.

Tossii per la mancanza daria e mi feci mille domande nellistante in cui afferrai il suo braccio,sentendomi piccola davanti a quella situazione irreale.Cercai con una mano di rallentare la moto e con laltra strinsi di più il suo braccio. La macchina rallentò un po di più e grazie al cielo con una forza sovrumana, la tirai fuori fino al busto. Mentre Joe cercava di liberare le gambe incastrate, da non so cosa e diceva frasi senza senso con la gola incontaminata di fumo, vidi con la coda docchio i sassi grossi avvicinarsi sempre di più. Con essi anche il distributore di benzina.

Si dimenava troppo e le fiamme che erano cominciate nella parte posteriore si stavano propagando anche davanti.

- Joe, sforzati un po di più. Tira fuori le gambe -

- Aiutami - Supplicò Joe con la voce strozzata. Con un movimento agitato muoveva il suo corpo nell’intenzione di uscire il più velocemente possibile. Mi sentivo senza forza, coraggio e concentrazione. E la sola idea che Christian fosse ancora là dentro mi faceva agitare ancora di più.

Cercai di rallentarli il più possibile con la Moto anche se ormai era assai difficile cercare di fare due cose contemporaneamente.

- Gli lho promesso. Ho promesso che ti avrei tirato fuori. FORZA -

Staccai per un secondo, la mia mano dal suo braccio e subito dopo la afferrai con forza maggiore di prima, sorprendendo entrambe. Joe alzò lo sguardo colmo di lacrime verso di me e con gratitudine cercò di collaborare. La tirai sempre più su fino a quando udii qualcosa che ci rallentava. Fu come se allimprovviso la bolla che avevo intorno fosse esplosa e fui catapultata nel mondo reale.

Christian già da un pezzo cercava di aprire il finestrino per far uscire il fumo e di mettere le coperte, trovati sotto il sedile, sul fuoco, così che da rallentarlo un po.

Chiunque sarebbe stato consapevole che non cè lavremmo fatta poiché fra due minuti ci saremmo schiantati contro il distributore di benzina.

-Lasciami andare Bella.. Almeno tu salvati -

Cercai di calmare il fiato e con uno sguardo incazzato le urlai contro.

- Che cazzo dici? Tira fuori le palle se non vuoi farci friggere il cervello-

- Bella sono ferita e anche avendo tempo, ci avresti messo un sacco di tempo-

Dalle mie labbra uscì una risata isterica. Non sapevo, dove mettere le mani, ma lultima cosa che avrei fatto è mollare i miei amici per salvarmi il culo.

Prima che potessi almeno supplicarla con lo sguardo, mi procedette.

-Fai il giro dallaltra parte, in fretta. Appena urlo Ora, sì pronta a prendere Christian. Fai quello che ti dico-

-No Joe..- Mi bloccai non riuscendo a pronunciare una singola sillaba.

-Non farmi questo.. Non cè la posso fare- Trattenni le lacrime.

Ma mi bastò rivolgere uno sguardo dallaltra parte per cambiare idea. Christian era caduto in avanti con la testa appoggiata sul cruscotto, svenuto.

Feci in un attimo, a cambiare freccia, marcia e posizione. Girai in fretta la moto e con il cuore in gola in un attimo fui dallaltra parte.

Successe tutto al rallentatore, ogni minima parte caratterizzata da uno sfondo che rappresentava al centro di tutto, la faccia di Joe.

Non avrei mai pensato che fosse così coraggiosa e determinata. Si protese in avanti, appoggiandosi sui gomiti. Strinse i denti con forza e con la gamba non bloccata spostò in avanti il corpo inerme di Christian. Avendo abbastanza spazio, protese indietro il ginocchio e in un secondo lo spinse in avanti, aprendo sotto il mio sguardo esterrefatto, lo sportello. Automaticamente Christian, spinto dallaria fredda e pulita che entrò allinterno della macchina, si inclinò di lato.

- Ora - Urlò a quel punto Joe, osservando con preoccupazione, la caduta che stava per fare Christian.

Fui così veloce che mi sorpresi. Trascinai a sinistra la moto attaccandola completamente al mio corpo. Con la mano sinistra, presi i fianchi di Christian mentre con quella destra stringevo possessivamente il freno. Con uno sforzo incredibile lo appoggiai dietro di me e mi voltai velocemente verso Joe.

Stingeva con una forza innaturale la collanina mentre i pugni stretti dellaltra mano erano stanchi, arresi. Ormai decisi.

-No - Urlai in preda allansia, consapevole che non avrei potuto fare niente. Ero inerme. Inutile alla sua salvezza.

La macchina in un attimo raggiunse il distributore, che stava a due passi da noi, superando i sassi che erano vani a salvare la situazione.

Io fermai la moto abbastanza da salvare la pelle mia e di Christian ma purtroppo fui in tempo per vedere la tragica scena della sua morte.

Le fiamme in un attimo raggiunsero tutta la macchina, coprendo ogni via duscita. Fu la sua espressione a colpirmi maggiormente. Da rimanermi impressa penso per sempre.

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I suoi occhi marroni, erano calmi e sereni, quasi trasparenti. Nonostante si sarebbero spenti di lì a poco. Poiché il dolore cera e si notava dalla fronte aggrottata e contratta; dai muscoli tesi per lo sforzo di tenerli a bada, il suo sorriso luminoso, quel sorriso che aveva rapito Jordan, era lì presente per farmi morire dal rimorso di non averla salvata.

Mi coprii la testa con il braccio e mi voltai dallaltra parte. Non riuscii a voltarmi unaltra volta verso la sua direzione e lunica cosa che riuscivo a fare fu di salire sulla moto e trascinare con me il corpo immobile di Christian.

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Udivo pezzi di metallo che si schiantavano per terra, lodore della benzina che si mischiava allaria pulita, il fuoco alzarsi più del necessario. Intorno a me vedevo solo fuoco.

Dovevo allontanarmi anche se la distanza in cui mi ero fermata era al quanto giusto. In lontananza udii il rumore delle sirene che si avvicinavano in fretta verso la nostra direzione. Corsi come non avevo fatto mai, con le lacrime che bagnavano il mio viso e il cuore che si spezzava come un cristallo. Mi comparve davanti il volto di Nate, il suo gemello. Che gli avrei detto? Che non sono riuscita a salvare la sua sorellina? Non riuscii nemmeno a immaginare Jordan. In fondo era meglio così. Salii sulla moto mezza distrutta e partii.

-Bella..-

-O mio Dio!- Sgranai gli occhi voltandomi indietro. Frenai di colpo in mezzo alla strada e saltai sullasfalto con una gioia irrefrenabile. Presi il corpo fragile e senza forze di Christian e lo strinsi in un abbraccio stretto.

-Pensavo che non ce lavresti fatta.. Eri così pallido e facevi fatica a respirare..Io.. -

- Shh..- mi bloccò con un gesto e con le palpebre pesanti. Con calma lo fece sedere per terra. -Tu stai bene?-

-Tu ti stai preoccupando per me?- domandai confusa e allibita

Senza rispondermi, girò la testa da una parte allaltra, come se stesse alla ricerca di qualcuno. Poi dopo un secondo di silenzio divenne più pallido del solito e con una voce inclinata chiese - Dovè Joe?-

Cercai di posare il mio sguardo su qualsiasi cosa che non fosse il viso di Christian. Con una mano mi massaggiai le tempie. Mi pareva che la testa mi sarebbe scoppiata da un momento allaltro.

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-Non cè più-

-è già andata via?- fece lui peggiorando le cose.

-Non cè più Christian. È morta. Non cè lho fatta a salvarla e ora non so cosa fare. È stata tutta colpa mia perché Jordan me laveva fatto promettere. Ho fallito. Lei me lha chiesto.. Mi ha pregato di occuparmi di te..Lei non voleva.. Io..-

Mi bloccai quando sentii due braccia forti circondarmi i fianchi da dietro. Quel calore mi confortò un po ma non riuscì a svegliarmi da quellincubo. Lentamente mi fece voltare verso di lui e mi guardò intensamente. Attirandomi nuovamente verso di lui.

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-Non è stata colpa tua. Devo tutto a te se sto qua e, tu Bella, Tu mi hai salvato-

Con una mano si asciugò una lacrima e mi sorrise tristemente. Si vedeva che pure per lui non doveva essere facile. Ormai Joe era come una sorella e scoprire così la sua perdita e in queste circostanze non doveva essere una cosa facile.

Allimprovviso mi parlò con una voce sin troppo seria e malinconica, interrompendo i miei pensieri.

-Basta restare uniti perché ci dobbiamo sostenere a vicenda. Gli altri hanno bisogno di noi in questo momento. Siamo una famiglia ormai-

In lontananza, sullasfalto vuoto, comparvero molte auto della polizia e unambulanza in seguito. Il mio cuore cominciò a martellare preso da un attacco di ansia.

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-Non posso. Perdonami ma io devo andare il più lontano possibile.Non qui, non con voi. Non questa vita..-

-Ma che dici?-

- Chri tu non capisci. Rimanere qui sarebbe come dire a mia madre di venirmi a prendere-

Indicai la macchina della polizia che si stava avvicinando.

-Non stai parlando sul serio spero-

-Farei la cosa sbagliata a me stessa e per lennesima volta. Ho già deciso. Non cè tempo. Se non mi muovo adesso, non cè la posso fare.-

-Non ti credo Bella. Non mi riempire di cazzate. Tu stai scappando perché hai una fottuta paura di affrontare situazioni più grandi di te. Dì piuttosto che non hai le palle per dire che non hai avuto la forza di salvare Joe - mi urlò contro cercando di alzarsi senza forze.

Portai le mani tremanti sulla bocca, abbassando lo sguardo verso terra. Calde lacrime scesero sulla mia guancia bollente e un singhiozzo irruppe il silenzio.

-Non avresti dovuto dirlo. Non tu-

Osservai per lultima volta i suoi occhi azzurri pieni di lacrime calde. Mi abbassai velocemente per prendere il casco, con una voglia crescente di scomparire per sempre.

-Addio Christian -

-Bella perdonami. Ti prego non lasciarmi qui -

-Fra poco arriverà lambulanza. Stammi bene e cerca di rimanere vicino agli altri-

Senza proferire altro, salii velocemente sulla moto e con una velocità incredibile sfrecciai sullasfalto piatto, scappando come al solito.

Cercai di resistere alla tentazione di tornare indietro e menare Christian. Perciò non feci niente per commiserarlo o per avere i rimorsi. Strinsi i denti per non voltarmi indietro. Ero incazzata. Come poteva dirmi quelle cose dopo che mi ero fatta in quattro per salvargli la vita? Che bel ringraziamento. Mi dispiaceva che le cose erano andate a finire così, tragicamente male. Scossi la testa con rabbia godendomi a poco il vento che mi frustava il viso.

Allimprovviso tornai con la mente sulla strada, anche se era un bel po che guidavo senza far attenzione. Non mi ero resa conto di aver fatto un giro al contrario. Invece di andare avanti ero tornata completamente indietro. Mi trovavo nel luogo, dove tutto era iniziato. Lentrata per iniziare le corse clandestine. Era pieno di gente e macchine della polizia.

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Non persi tempo a fermarmi e invece di continuare diritta, poiché potevo essere fermata dagli agenti e riconosciuta da qualcuno, parcheggiai la Moto un po più lontano di lì e tornai indietro a piedi.

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Misi il cappuccio in testa e osservai ovunque per riconoscere qualcuno. Non sembrava così quando allimprovviso, tra la folla agitata e arrabbiata, fra quelli che erano arrestati o fermati e le famiglie che venivano a prendere i figli, riconobbi una faccia familiare.

Mi nascosi subito dietro a un Suburban, con il motore ancora acceso.

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Allinterno cerano una donna e un maschio, probabilmente il marito.

- Chissà cosa sarà successo. Con questi giovani non si può mai sapere- commentò la donna continuando un discorso che era già iniziato prima del mio arrivo.

-Andiamo a informarci. Intanto prima di arrivare nella città sperduta ci mettiamo comunque un bel po-

Ci fu un momento di silenzio ma quando sembrò che la donna ci abbia riflettuto bene, scesero entrambi dalla macchina, seguendo la folla verso una direzione unica.

Non sapevo che stavo facendo, né perché non volevo vedere Jordan e Michel che si trovavano a due passi da me, ma la mia mente stava costruendo freneticamente un piano. Allimprovviso mi fu tutto chiaro.

Era da pazzi rubare, quello che sembrava un Suburban, in un posto pieno di poliziotti. Ma agii senza un mino controllo delle mie gesti.

Mi guardai intorno e quando vidi che non cera troppa gente che facesse caso a me, quando cerano più cose che attraevano la loro attenzione, mi precipitai dentro. La fortuna fu dalla mia parte: Le chiavi, la portiera, trovai tutto aperto. Notai le chiavi appoggiati su una cartellina, appoggiata accanto a un Pc.

Non feci in tempo a osservare linterno che recuperai le chiavi e mi misi sul posto da guida. Per curiosità presi la cartellina e lessi la direzione in cui erano dirette:Forks.

Questo nome suscitò in me una reazione strana, come se fossi legata in qualche modo a quella città. Di aver già sentito quel nome. Ma non ci feci troppo caso.

- Forks sto arrivando!- esclamai cercando, senza un minimo risultato, di staccare lo sguardo da Jordan, circondato da molte persone.

Misi la freccia e senza voltarmi indietro, ormai come mi ero abituata, partii per una nuova cittadina, per come speravo, lontana e sconosciuta.

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Holaaaa Non provo neanche a chiedere il vostro perdono perché so di essere imperdonabile. Io non so che dire. C’è stato un momento in cui non riuscivo a farmi venire una minima,piccola,insignificante idea di come continuare la storia. Ogni volta che aprivo la pagina della storia,la mia mente si svuotava. Ma qualche giorno fa sono entrata su efp e sono andata direttamente a leggermi dal primo cap la mia storia e beh che dire, mi sono letta anche i vostri commenti e mi sono commossa. Mi sono sentita incolpa ma la cosa bella è che ho avuto subito la voglia di scrivere. Ed eccomi qua chiedendo ancora umilmente perdono ma promettendo comunque di non abbandonarvi mai più. Lo giuro Lo prometto! Hahaha Fatemi sapere qualcosa perché siete voi che mi mandate avanti. Grazie a chi ci sta e a chi verrà. Un grazie speciale a piemme, Vahala, Arisu Kon e micol_cullen 1997 <3

P.s. Dal prossimo cap si torna al presente. Fine flash-back e vedremo come sarà la faccia di Ed dopo tutte queste notizie :D Recensite.

Meron

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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