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Autore: la_marty    28/10/2011    4 recensioni
Dal sesto capitolo:
“Grazie Bella, ma ti sarei grato se non tentassi più di uccidere le mie intervistatrici, o il pubblico potrebbe farsi un’idea sbagliata dei miei modi”.
Bellatrix arrossì e pigolò: “Era un banalissimo Anatema che uccide, cosa c’era di sbagliato, padrone?”.
Travers rispose per Voldemort: “Chi vuoi che voti il padrone se si ha la percezione che tutti gli oppositori verranno ammazzati seduta stante?”.
“Ma la politica del padrone è esattamente questa!”, esclamò lei. “Meglio che ci facciano l’abitudine”.

Ebbene sì, la crisi è arrivata anche nel mondo della magia: c'è aria di elezioni e i tre candidati scelti si apprestano ad affrontare una dura campagna elettorale e tutta una serie di interviste e dibattiti per ottenere la fiducia degli elettori. Gli aspiranti Ministri della Magia sono un mago malvagio e famoso, una studentessa modello di Hogwarts e un mago piccolo e furbo, odiato da tanti ma che riscuote, in modi più o meno leciti, un misterioso successo ogni volta che si aprono le urne.. vi ricorda qualcuno?
Genere: Comico, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Hermione Granger, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Prima parte dell’importantissimo dibattito di Hogwarts, il dietro le quinte, come dice appunto il titolo. Se l'immagine finale infastidisce qualcuno o è davvero un po' esagerata fatemelo sapere che la rimuoverò all'istante. Questo capitolo non è divertente come gli altri ma è necessario.. fatemi sapere che ne pensate!

 

 

Dibattito a Hogwarts – parte 1: il dietro le quinte.

La Sala Grande di Hogwarts subiva diverse trasformazioni nel corso dell’anno: pipistrelli e zucche ad Halloween, abeti e ghiaccioli a Natale, bandiere dei colori della Casa vincente alla proclamazione della Coppa delle Case di fine anno. Ma quel sabato aveva assunto un aspetto inedito: una grande piattaforma rialzata di legno aveva sostituito il tavolo degli insegnanti, il solito banco a tre posti era stato posto proprio al centro e per tutta la Sala erano presenti gigantografie dei tre candidati pesantemente ritoccate con la magia: Hermione era ritratta con lunghe ciglia, labbra rosse e uno sguardo sensuale che nessuno le aveva mai visto in faccia; Voldemort era raffigurato serio ma con l’espressione saggia del navigato mago oscuro che era, gli occhi rossi che guardavano in lontananza pensosi; infine l’immagine di Silvius aveva ben più capelli dell’originale, meno rughe e l’immancabile spilla a cuoricino sulla giacca. I tavoli delle quattro Case erano spariti e al loro posto erano state evocate tante sedie dai cuscini colorati a seconda della Casa di appartenenza. Verso le due del pomeriggio la Sala iniziò a riempirsi di studenti vocianti che lentamente presero posto.
Nella piccola stanza adiacente alla Sala Grande i tre candidati stavano preparandosi a entrare in scena. Hermione stava passando nervosamente in rassegna i suoi appunti. Le ore passate in colloquio con Silente, la McGranitt e il resto dell’Ordine della Fenice l’avevano costretta a sottoporsi a una terapia di Pozione PlacaNervi per tutta la settimana. La McGranitt, dopo aver minacciato di bocciarla in Trasfigurazione, l’aveva convinta ad archiviare la sua argomentazione sull’espulsione basata sul cattivo uso dei congiuntivi, ma il punto centrale del suo programma elettorale restava il C.R.E.P.A. e ciò costituiva motivo d’orgoglio per lei. Proprio in quel momento si materializzò dal nulla Dobby, come se avesse letto i suoi pensieri: si esibì in un enorme inchino e sorrise di commozione.
“La signorina Hermione è pronta? Dobby può fare qualcosa per lei?”.
Hermione notò che indossava almeno trenta delle sue spille di campagna elettorale sparse su calzini, golf e copricapo.
“Grazie Dobby, sto bene”, rispose con voce tremolante. “Come va giù nelle cucine?”.
“Alla signorina Hermione farà piacere sapere che Dobby ha convinto altri due Elfi Domestici a indossare la spilla e ad aiutarlo nella sua propaganda!”, esclamò l’Elfo con voce acuta profondendosi in un altro inchino. Da settimane aiutava Hermione nella sua lotta di convincimento degli Elfi Domestici a sostenere il C.R.E.P.A. e lentamente qualche risultato iniziava a venire alla luce. Due settimane prima un Elfo Domestico palesemente fuori di testa (inneggiava alla soppressione delle meringhe perché a suo parere avevano rapito sua madre) si era lasciato convincere a sostenere Hermione tra gli altri Elfi e da allora non si era più tolto la spilla.
“Sei stato bravissimo Dobby” lo gratificò Hermione con calore.
L’Elfo si dissolse poco dopo con un ‘pop’ e la ragazza tornò ai suoi appunti. Volgendo uno sguardo in giro notò Voldemort confabulare coi suoi Mangiamorte, stretti in strane divise nere molto attillate e scarpette da danza classica. Bellatrix, Narcissa e Alecto indossavano addirittura dei tutù: il Signore Oscuro scoccava loro occhiate dubbiose ma era evidente che aveva preparato una presentazione in grande stile. Dalla parte opposta della stanza Silvius si stava facendo incipriare il naso da una giovane truccatrice, circondato da alcuni suoi anziani colleghi.
Hermione deglutì e tornò a ripassare il suo discorso. L’improvviso arrivo della signora Weasley la fece sobbalzare e per poco non cadde.
“Hermione cara” la salutò la signora Weasley con voce tremante, “mancano solo venti minuti. Sono qui per la prova sorriso”. La sua faccia era una maschera d’ansia e trepidazione ed evocò un grande specchio che fece lievitare di fronte alla ragazza.
“La prova.. cosa?” domandò Hermione sconcertata, ma un enorme fracasso di sedie rovesciate annunciò l’arrivo di Tonks e la fece sobbalzare.
“Sto bene” strepitò una voce proveniente da sotto tre o quattro sedie cadute a terra. Emerse un caschetto color viola acceso che si avvicinò repentinamente, represse una risata alla vista di Bellatrix in tutù e affiancò la signora Weasley.
“Siediti”, disse Tonks distrattamente e spinse Hermione su uno sgabello basso.
“Lo sapevo, lo sapevo”, mormorò la signora Weasley dopo aver scrutato rapidamente Hermione, ficcandole in bocca una manciata di Gomme SbiancaDenti.
“Rilassati Molly” fece Tonks con voce serena. “Abbiamo ancora tempo”.
“Sì, sì.. c’è ancora un po’ di tempo”, rispose l’altra battendo sulla schiena a Hermione che stava soffocando. “Ma veramente...”
“Lo so”, disse Tonks conciliante. “Mi metto all’opera con le sopracciglia, tu pensa ai capelli”.
Detto questo eseguì un preciso incantesimo tagliuzzante e modificò minuziosamente l’arcata sopraccigliare della ragazza, ancora intenta a masticare le Gomme con gli occhi che lacrimavano. La signora Weasley emise qualche sbuffo d’ansia e iniziò a strecciare i nodi dai capelli di Hermione. Dal canto suo la ragazza era sempre più confusa e soffrì non poco mentre i suoi capelli venivano rivoltati e pettinati e i peli delle sue sopracciglia strappati a forza. Per non parlare del fortissimo odore di menta che ora aveva in gola per via di tutte quelle Gomme che aveva trangugiato a forza.
“È una ragazza così intelligente..” mormorò tra sé la signora Weasley.
“Lo so”, ripeté pazientemente Tonks applicando uno strato di fondotinta sulle guance di Hermione.
“Ma si perde in queste cose così elementari!” esclamò l’altra. “Guarda che capelli! Guarda che colore anonimo e inappropriato!” strepitò strappando con particolare aggressività un ciuffo di capelli intrecciati dalla chioma di Hermione. La quale emise un piccolo strillo e iniziò a lacrimare dagli occhi.
“Smettila!” esclamò Tonks. “Per cosa ti sto truccando a fare!”. Estrasse delle salviette al limone e le tamponò le guance bagnate. “E tu calmati Molly! Lo sapevamo che l’ostacolo più grande per l’elezione di Hermione sarebbe stato il suo discutibile aspetto, per questo siamo qui! Ora datti una calmata!”.
Con un ultimo sbuffo la signora Weasley esaminò per l’ultima volta la chioma della ragazza e poi passò alle mani.
“È solo una ragazzina..” piagnucolò.
Tonks alzò gli occhi al cielo e contò fino a dieci prima di risponderle.
“È maggiorenne, Molly. E l’Ordine ha bisogno che uno di noi diriga il Ministero, nonostante abbiamo già molti infiltrati. Ricordi? Abbiamo votato ed è stata scelta Hermione”.
“Io avevo votato contro”, puntualizzò la signora Weasley limando le unghie della ragazza. “Kingsley sarebbe stato meglio. O anche tu. O anche..”
“O anche chi?” ribatté secca Tonks. “Remus? Chi vuoi che voti un lupo mannaro?”, iniziò a elencare mentre applicava uno strato di mascara sulle ciglia di Hermione. “Arthur non ha voluto candidarsi, Minerva non vuole staccarsi da Hogwarts, Malocchio insiste che è in pensione..”. Spruzzò una nuvola di profumo così intenso che a Hermione lacrimarono gli occhi di nuovo. “Certo, Kingsley sarebbe stato un buon candidato, ma Silente dice che ha altri piani per lui. E per quanto riguarda me.. suvvia. Non sono esattamente l’immagine dell’autorità seria, puntuale e affidabile”.
Hermione non capiva cosa stesse succedendo ma vedeva il suo riflesso nello specchio di fronte a lei diventare via via più elegante e femminile, meno “studentesco” e più “autoritario”.
“Harry è già troppo incasinato, tra le visioni di Tu-Sai-Chi e tua figlia Ginny che fa la preziosa”, la signora Weasley emise un verso di disapprovazione. “Ron non saprebbe dove mettere le mani, per non parlare di Fred e George, che occuperanno la poltrona di Ministro quando Silente dichiarerà amore eterno a un potente mago del male”.
“Ehm, veramente..”
“Io avrei scommesso su Bill”, la interruppe Tonks senza ascoltarla. “Ma sia lui che Charlie hanno fatto intendere di volersene tornare all’estero dopo che questo periodaccio sarà finito. Sirius è conosciuto dai più come un assassino, Hagrid è un Mezzogigante e nessuno lo voterebbe, Arabella è una magonò e Mundungus..”, si arrestò e la signora Weasley sbuffò. “Ecco, non c’è bisogno neanche di dirlo”. Arretrò di un passo e squadrò per bene Hermione con occhio critico. “Per cui Hermione è stata la scelta obbligata”.
La signora Weasley affiancò Tonks e anch’essa guardò a lungo Hermione. Infine entrambe sospirarono sconfortate.
“Certo se fosse un po’ meno pallida..”
“E un pochettino più alta..”
“Con la voce meno acuta..”
“E la sudorazione meno abbondante..”
“EHI!!” esclamò Hermione visibilmente innervosita. “Io sono qui e vi sento!!”
Le due sembrarono riemergere da una trance e sorrisero così in fretta da risultare inquietanti.
“Ma certo Hermione cara!”, dichiarò la signora Weasley con calore. “Come stavamo dicendo, sarai perfetta al dibattito di oggi!”.
“Ecco qui”, continuò Tonks. Un tocco di bacchetta e dalla giacca della ragazza sparirono le pieghe, la gonna divenne liscia e la cravatta bene annodata.
“Ci vediamo più tardi Hermione!” salutarono le due uscendo in fretta.
La porta sbatté e Hermione si trovò di nuovo sola. Continuò a rimirarsi nello specchio: sembrava qualche anno più grande e davvero più femminile, con quelle sopracciglia sottili e le labbra risaltate dal rossetto. Non fece in tempo a sorridere della sua immagine che la porta si spalancò di nuovo e la McGranitt si catapultò dentro, la veste svolazzante e il cappello in bilico. Scoccò una mezza occhiata disgustata a Bellatrix in tutù e si avvicinò a Hermione.
“Signorina Granger! Hai corretto il discorso come ti avevo detto?”
“Sì professoressa”, Hermione riprese i suoi appunti e li dispiegò. “Ecco, come vede qui ho sostituito i riferimenti a..”
“Ricordati la citazione di Godric Grifondoro se dovessero fare commenti sulla tua età”, la interruppe la McGranitt senza ascoltarla. “E non scordarti di menzionare l’appoggio di Silente, intesi? Devono capire che se votano te, votano Silente, e tutti vorrebbero Silente come Ministro”.
Hermione tentò di prendere di nuovo la parola ma la McGranitt era un fiume in piena.
“E quella frase a effetto di Sirius, com’è che era..? Un grande politico pensa alle prossime elezioni..”
..un grande mago alle prossime generazioni”, completò la ragazza prontamente.
Le due si guardarono negli occhi per un po’.
“Bene Granger. Mancano cinque minuti alla vostra presentazione. Se devi parlare di qualcosa che non sai, improvvisa. Se ti chiedono dell’Ordine della Fenice, stai zitta”. Hermione deglutì. “Ci vediamo più tardi” sussurrò la McGranitt e uscì rapidamente. Sulla porta quasi si scontrò con Ron e Harry, venuti ad augurare buona fortuna alla ragazza.
“Wow Hermione!” esclamò Harry soffocato dal profumo.
“Sei bellissima” si intromise Ron cercando di non respirare.
“Almeno non indosso un tutù”, fece lei ammiccando a Bellatrix alle sue spalle. Harry e Ron la videro e ridacchiarono, augurarono buona fortuna alla loro amica e andarono a sistemarsi in Sala Grande.
Un po’ più rincuorata, Hermione tornò a rimirarsi davanti allo specchio.
 
 
Bellatrix era arrivata a Hogwarts decisa come non mai, ma in quel momento appariva decisamente scocciata. Ogni mago e strega che aveva incontrato aveva fissato in modo più o meno insistente il suo tutù e aveva chiaramente sentito la Mezzosangue Granger ironizzarci su. L’avrebbe scuoiata viva, giurò a se stessa.
Il Padrone era apparso dapprima dubbioso sulle magliette, le tazze e i cappellini che portavano il suo logo, poi invece si era fatto prendere dall’entusiasmo e aveva Cruciato un paio di sfortunati topi che sfrecciavano lungo le pareti per la gioia di avere una coreografia interamente dedicata a lui. Quindi, dato che il Padrone era felice, anche lei era felice. Al diavolo i detrattori dei tutù.
Mancavano pochi minuti all’entrata in scena del Signore Oscuro e tutti apparivano sovreccitati. Dolohv continuava a ripetere tra sé e sé “Incantesimo di Librazione, incantesimo di Librazione”, Lucius si lisciava i capelli in modo maniacale, Greyback fremeva e Travers lo teneva buono. Bellatrix pensò che Alecto non le avrebbe mai perdonato di averla costretta a indossare calzamaglia e tutù, e in effetti le sue gambette tozze facevano una misera figura a confronto delle sue e quelle di Narcissa, decisamente più toniche e magre. Piton aveva mandato al Signore Oscuro un biglietto segreto di auguri per il dibattito in cui dichiarava che, anche se sarebbe stato seduto alla destra di Silente come al solito, la sua più profonda lealtà andava a lui e ai Mangiamorte. Bellatrix aveva visto il Padrone infilarsi il biglietto in una tasca interna del mantello all’altezza del cuore ed era impallidita di gelosia. Sbuffò e si diresse in direzione della Mezzosangue Granger, facendola sobbalzare di paura.
“Vedo che hai uno specchio, piccola Mezzosangue”, esordì spingendola di lato. “Lascia che io mi sistemi il trucco”, e cominciò a rimarcarsi con ombretto e mascara.
Hermione rimase interdetta a fissare la Mangiamorte mentre si scuriva ancora di più le palpebre e non poté non lanciare un’occhiata dubbiosa al tutù. L’altra se ne accorse.
“Che Salazar mi dia la pazienza!!” sbraitò facendo sobbalzare tutti nella stanza. “Che ha che non va il mio tutù, piccola idiota?!”.
Hermione era pietrificata. Come aveva detto la McGranitt? Se devi parlare di qualcosa che non sai, improvvisa.
“N-niente”, mormorò la ragazza. “Anzi, è davvero ben fatto”. Deglutì. “E fa molto dark”.
“Vero?” si gongolò Bellatrix ammorbidendosi. “Lo dico anch’io, eppure i miei compagni continuano a rivolgermi occhiate pietose”.
Hermione lanciò uno sguardo agli altri Mangiamorte e in effetti trattenevano tutti una risatina quando i loro occhi si posavano sui tutù delle streghe.
“Sono solo dei maschilisti”, commentò acidamente la ragazza sistemandosi i capelli. “Esattamente come Ron e Harry quando sono venuti pochi minuti fa a salutarmi. Come se un po’ di profumo facesse di me una persona meno seria!”.
“Cara, mi dispiace annunciarti che con l’età non migliorano. Anzi” dichiarò l’altra col tono di chi la sa lunga, incipriandosi le guance in modo da renderle ancora più pallide. “Mio marito Rodolphus ha avuto numerose prove nel corso degli anni della mia superiorità rispetto a lui. Io sono la più abile nelle maledizioni, io sono sopravvissuta meglio ad Azkaban, il Signore Oscuro preferisce mille volte me a lui.. eppure quello sguardo che ha ogni volta che siamo soli.. sembra voler intendere che lui è Rodolphus Lestrange, e io soltanto sua moglie”. Bellatrix stava sibilando rabbiosa, lo sguardo rivolto al suo riflesso nello specchio.
“Ron e Harry sono identici”, sussurrò Hermione. “Fortunatamente nessuno dei due è mio marito, ma devo comunque tollerare la loro presenza e i loro commenti ogni giorno. La più abile con gli incantesimi, le pozioni, la logica e le relazioni interpersonali sono indiscutibilmente io. Eppure dopo aver dato loro il mio aiuto tornano a interpretare la parte del Prescelto e del Re della squadra di Quidditch di Grifondoro, e io sono soltanto quella che gli dà una mano a fare i compiti. È una cosa che mi fa andare fuori dai gangheri!”, bisbigliò Hermione con tono assassino, affiancando Bellatrix e sistemandosi il trucco accanto a lei. L’altra annuiva con forza.
“E se sarò eletta Ministro metterò delle donne a capo di tutti i dipartimenti, altro che stupide quote rosa!” esclamò Hermione. “Farò avere alle donne le cariche più importanti, vuoi scommettere che le cose miglioreranno?”.
“Oh, ne sono certa”, approvò Bellatrix. “Se noi donne ci occupassimo di politica, economia e istruzione non ci sarebbe crisi. La società sarebbe retta da sani principi e nessuno avrebbe da ridire su un tutù o un profumo”.
“Giusto”.
Le due si guardarono brevemente negli occhi tramite i rispettivi riflessi.
“Tesoro non illuderti, non avrai il mio voto”.
“Non ci ho mai sperato”.
Restarono qualche secondo a fissarsi prima di essere improvvisamente scaraventate a terra da Silvius, che borbottò qualcosa sul fatto che toccasse a lui usare lo specchio.
Poi una voce magicamente amplificata li annunciò e si prepararono ad entrare in Sala Grande.
“Cribbio”, imprecò Silvius. “Mi ero appena messo a sistemarmi i capelli”.
“I tuoi capelli sono perfetti”, lo adulò Emilius con voce untuosa.
I tre candidati entrarono dunque in Sala Grande accolti da grandi applausi e sedettero ai loro posti. Alle loro spalle le loro gigantografie troneggiavano su tutti e i loro simboli facevano da cornice:

 


Il dibattito iniziò.

  
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