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Autore: Ronnie02    28/10/2011    1 recensioni
Edward è un insegnante di piano nel liceo di Chicago e vive con la sorella Alice, medico di fama mondiale, e sua figlia Nessie.
Il suo problema? Si perde spesso nel passato, nella vita che aveva avuto con la sua... Bella. Ma dove si trova ora, il suo amore più grande?
Spero di avervi incuriositi!
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Renesmee Cullen, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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ciao ragazze! oh, ma quanto tempo è passato?! Scusate ma sto traslocando e sono un pò - anche troppo - fusa, in più la scuola sta diventando massacrante xD
Bene, come informazione di servizio vi dico che ci stiamo avvicinando alla fine. Lo so, sembra impossibile ma è così. Ho finito i capitoli sul pc quindi la cosa si velocizzerà per quelli finali. 
Ok, ora vi lascio leggere!

 




Capitolo 6- La sera della vendetta… forse

 
 

Edward
              
Alice aveva portato Nessie a casa con sé, fingendo un’emergenza in casa e si era presa libera i tre giorni in cui Bella sarebbe stata in città. Mi ero arrabbiato mentre me lo riferiva, perché non poteva influenzare anche il suo lavoro per colpa di una squilibrata che grazie ad allucinazioni voleva portare via mia figlia e tenersela per sé.
No, non l’avrei permesso!
E Nessie ora era a casa, che mi fissava curiosa di sapere perché per i prossimi tre giorni non poteva andare a scuola e doveva stare con zia Alice a casa.
“Tesoro… è... è complicato”, cercai di dire, mentre Alice non aveva nemmeno più le parole. La sfuriata con Bella non l’aveva del tutto calmata ed ora era arrabbiata anche con me visto l’opportunità che le avevo dato. Maledetti occhi cioccolato!
“E’ tornata, non è vero?”, prese lei la situazione. Aveva dieci anni ma era più sveglia di me, questo era certo. Mia figlia era la migliore!
“Vorrebbe vederti e le ho detto che sarà una tua scelta”, conclusi annuendo. “Io non voglio più niente a che fare con lei, ma Bella è tua… madre e vorrebbe conoscerti”.
“Bè ma io non voglio”, disse lei come fosse ovvio. Bene, il neurone era sopravvissuto. “Io non voglio mia madre, io voglio stare con te e zia Alice”.
“Non devi scappare con lei Nessie. Vorrebbe solo passare una giornata con te. Poi tornerai a casa”, le spiegò meglio Alice, stranamente calma.
“Non voglio stare sola con lei…”, sussurrò quasi paurosa. In fondo non la conosceva e passare un’intera giornata con una sconosciuta non era una cosa allettante per una bimba di dieci anni.
“Ho un’idea, se per voi va bene”, disse Alice, sorridente. “La invitiamo a cena”.
“Ma sei matta?”, urlai, ma lei mi fece segno di aspettare.
“Non ti scaldare”, mi fermò. “Noi potremmo rinfacciarle una figlia perfetta, lei la conosce e Bella torna a casetta delusa e di umore ancora peggiore di come era arrivata”.
“Sei vendicativa, zia”, sorrise mia figlia. “Ma la cosa mi piace”.
Dio, se amavo quella peste!
“E’ andata!”.
 
Jasper, tramite Alice, comunicò a Bella di venire a cena da noi, la stessa sera. Alice, vendicativa fino al midollo, aveva preparato il piatto che Bella odiava di più con la scusa di non ricordarselo. Io avevo preparato Nessie come un principessina e lei aveva fatto di tutto per sembrare una bambina perfetta.
Non so come facesse a non volerla incontrare fino a questo punto, ma in un certo senso ero fiero di lei.
L’idea di Alice non era molto complicata da attuare: dovevamo solo vedere Bella verde d’invidia fino ai capelli.
“Papà, ho paura”, mi sussurrò mia figlia quando la strinsi attorno al mio petto, prendendola in braccio.
“Andrà tutto bene, non mi perderai mai”, le promisi scendendo in sala, dove trovai una Alice meravigliosa.
Aveva indossato il vestito blu elettrico, senza spalline e abbastanza corto, con ai piedi dei tacchi alti neri, in tono con i suoi capelli. Stava benissimo e sapevo che voleva farle vedere che non era solo una brava direttrice, ma anche una bella ragazza.
Nessie invece aveva un abitino chiaro, con ai polsi i braccialetti che Alice le aveva regalato tempo addietro. Erano il suo orgoglio.
Io… io avevo una camicia bianca, di cui poi mia sorella sbottonò i primi due bottoni facendomi un vendicativo occhiolino, e dei semplici jeans.
“Dio, morirà verde!”, esultò felice tornando in cucina. Che diavolo di intruglio stava preparando quel folletto malefico?
Io e Nessie ridemmo e cominciammo a preparare la tavola con le stoviglie più belle che avevamo, sotto ordine di mia sorella. Voleva proprio vederla invidiosa, eh? Anche se non sapevo se avrebbe fatto l’effetto sperato… in fin dei conti lei era un’attrice e chissà che casa aveva e che cosa aveva dentro di essa.
Appena finimmo, qualcuno bussò alla porta e Alice uscì di corsa dalla cucina mentre io mi posizionai davanti a mia figlia, quasi non volessi che la vedesse.
Alice aprì la porta e notai Bella guardare stupita il suo splendore. Ma anche lei non era da meno.
Indossava un abito lungo: con leggere spalline di brillanti, con un corpetto grigio chiaro e alcuni brillanti ai lati e, sotto la piccola cinturina dello stesso colore,  una lunga gonna e fasciarle le gambe.
“Benvenuta”, disse orgogliosa Alice, senza vedere o notare il mio sguardo rapito. Mi ridestai un momento e sorrisi senza gioia. “Questa è cosa nostra e, come hai potuto vedere, qui ci sono Edward e sua figlia, Renesmèe”.
“Sapevo che alla fine avresti scelto quel nome”, sbottò quasi amareggiata cercando di vedere Nessie. Sì, l’avevo scelto io perché lei non aveva nemmeno preso in considerazione la cosa.
Nessie si scostò da me, timida e tenendo le manine attorno alle mie gambe. I suoi occhi si scontrarono con altri dello stesso colore e un ciuffo rosso le cadde sul viso pallido, facendola sembrare ancora più bella.
“Ciao splendore”, sussurrò Bella avvicinandosi. “Tu devi essere Renesmèe, giusto?”.
Lei annuì, senza dire di chiamarla solo Nessie, come faceva di solito con chiunque incontrasse. Bene, distacco assoluto.
“Forse è meglio che andiamo a tavola”, sussurrò seguendo Alice che portava da mangiare.
“Sai, sono passati anni e non sapevo cosa preparare e ad un punto mi sono illuminata e ho pensato: ricordo che mi diceva sempre qualcosa sulla pasta la pesto”, sorrise mostrando il contenuto della grande ciotola che si era portata. “E visto che tutti qui siamo vegetariani ho pensato di farla!”.
Il sorriso era entusiasta e appena notò la smorfia quasi indecifrabile sul volto di Bella, ridacchiò felice.
“Pesto… oh, e da quando siete vegetariani?”, chiese stupita.
“Da quando è nata Nessie più o meno. Però devo dire che non mi viene sempre bene questa pasta… ma spero che ti piaccia comunque”.
Pasta al pesto con qualche difetto made in Alice… una bomba per Bella, ne ero sicuro.
Così, mi mettemmo a mangiare. Io e Nessie ad un lato, con di fronte rispettivamente Bella e Alice.
“E così sei un insegnante”, iniziò Bella, appena la sua pasta fu nel suo piatto. La guardò male, ma poi prese una forchetta e afferrò il boccone mentre Alice la guardava compiaciuta.
“Già. Sai, senza Julliard non ho potuto fare niente di più, ma ti assicuro che anche un lavoro del genere mi porta felicità”, dissi con voce sprezzante. “Soprattutto perché finisco alla stessa ora di Renesmèe e quindi passò sempre tutti i pomeriggi con lei”.
Lei sorrise, nervosa e capì il concetto. Meno celebrità, ma più tempo con i figli uguale felicità doppia. Cominciava a piacermi l’idea di Alice su questa cena.
“E tu piccola, che classe fai?”, chiese gentile sporgendosi verso mia figlia, ma fu bloccata da Alice che prese un po’ d’acqua dalla brocca in tavolo.
“Al quinto anno di primaria. Ho dieci anni”, sbottò come se fosse quasi ovvio.
 “E bè, certo, dovevo aspettarmelo”, sussurrò sua madre nervosa. “E come vai a scuola?”.
“E’ la più brava”, intervenne Alice. “A volte non c’è da aspettarselo che sia figlia di Edward. È un genio nella trigonometria principiante”.
Cullen 1 – Swan 0
“E come corsi extrascolastici?”, chiese Bella speranzosa. Ovvero non fai la cheerleader o l’attrice come la mamma?
“No, niente. Oh, bè a parte canto. Ma per quello è stata Alice a convincermi quando ho cominciato al primo anno. Cantavo sempre con lei da piccola le filastrocche!”, rispose decisa mia figlia.
Cullen 2 – Swan 0.
“E canti bene?”, chiese Bella sorridendo. Si vedeva che faceva l’attrice, ma io la conoscevo bene e sapevo che dentro era molto invidiosa.
“Sì, ma ora non ho voglia”, continuò mia figlia altezzosa continuando a mangiare. Nessie che si rifiutava di cantare era un miracolo, ma di quelli maledetti.
“Non fare la timida tesoro, fa sentire quanto sei brava”, la convinsi facendole l’occhiolino e lei capì al volo. “In fondo Alice si è data così da fare per farti imparare quella canzone”.
E quella canzone era ovviamente quella che le riusciva meglio, quella che ci cantava ogni giorno senza tregua per ore e ore.
Lei sorrise, si alzò dalla sedia e, fatto un respiro profondo, cominciò a cantare. I nostri sguardi facendo uno più ridere dell’altro.
Io ero fiero della mia piccola, e forse anche troppo visto che non era la regina del pop.
Alice saltellava con gli occhi tra me, mia figlia e Bella, per vedere le nostre reazioni e per riderci sopra forse.
E Bella era assolutamente stupefatta dalla performance e molto irritata. Sapeva che non era merito suo e le rodeva.
Finito di cantare, Nessie si sistemò i boccoli e tornò a mangiare, dandomi prima un bacio sulla guancia e prendendo la mia mano. Se una cosa aveva preso da Bella, oltre agli occhi e l’espressione da cucciolo, era la determinatezza. La vendetta, invece, era tutta da Alice, ci avrei giurato. Oh, la mia piccola peste.
 Mi dispiace, ma il conteggio da… Cullen 3 – Swan 0.
 
 
 
Bella
 
Renesmèe era una bambina stupenda, con i riccioli di mio padre, i miei occhi ma con il colore dei capelli e il viso tutto di Edward. Era come la sua fotocopia.
L’unica cosa che non aveva preso da lui era quell’atteggiamento serio e da hai visto come sono brava di sua sorella Alice. E la voce di certo non l’aveva presa da me.
Solo un mio aspetto lo vedevo riflesso nel suo corpo: essere determinata per arrivare all’obiettivo.
E qual’era l’obiettivo di questa serata? Farmi uscire di matto e mandarmi via a calci in culo, ci avrei giurato.
Già con il cibo eravamo partite male. Sapevo benissimo che Alice l’aveva fatto apposta ma me l’ero aspettata. Lei era la vendetta fatta a persona ed era il modo giusto per farmi vedere di cosa era capace.
Stavano vincendo loro e non avevo intenzione di ribaltare la situazione, in fondo me l’ero meritata.
Volevo solo che capissero, ma evidentemente non era possibile. Ero stata una stupida e ora mi toccava la punizione.
“Bella, ti va ancora qualcosa?”, mi chiese stranamente gentile Alice dopo che ebbi finito anche la seconda portata di qualcosa di inspiegabile. Roba vegetariana, pensai. Ecco perché erano tutti più pallidi di quanto ricordassi, anche la piccola.
La piccola… la figlia di Edward, continuavano a dire. Non era mia, non lo sarebbe mai stata.
“No, grazie, va bene così”.
“Allora passerei subito al dolce: la preferita di Renesmèe, la torta allo yogurt con sopra le ciliegie”, esultò Alice mentre la piccola batteva le mani.
La sua torta preferita era la stessa di suo padre… ricordavo quando l’avevo preparata con lui e di certo anche nel suo sguardo c’era lo stesso ricordo.
 
“Bella, non ci sai proprio fare con i fornelli”, mi prese in giro Edward abbracciandomi da dietro, dolce come sempre. “Nemmeno una torta allo yogurt sai fare”.
“Lo so, sono una frana”, feci l’arresa per finire nel suo abbraccio e prendere un suo bacio, che non tardò ad arrivare.
Mi baciò veloce e poi si staccò per vedere l’intruglio mezzo disfatto che c’era sul tavolo, tutto sporco anche quello.
“Ora il tuo bel ragazzo sexy di nome Edward ti mostrerà come fare la torta allo yogurt e tu la saprai rifare alla perfezione essendo la sua preferita”, disse prendendomi i fianchi e facendomi vedere tutto ciò che dovevo fare.
Mi aiutò in tutto e per tutto e alla fine, quando la mettemmo in frigo per poi tirarla fuori pronta, mi sporcò il naso con lo yogurt. Era un cliché, ma in fondo era divertente.
“Oh, ma come siamo belle!”, mi prese in giro.
“Sul serio Edward, siamo alla parte in cui ci sporchiamo tutti e poi facciamo la doccia insieme?”, feci la maliziosa sporcandogli la camicia azzurra.
“Perché non saltiamo la prima parte e passiamo subito alla doccia?”, mi rispose baciandomi con vigore.
“Io direi che togliamo anche la doccia”, dissi spingendolo sul divano e ritrovandomi sopra di lui. “Qui è molto più comodo e stavolta tocca a me comandare”.
“Oh, fai la cattiva, Bella?”, disse cominciandomi a togliere la maglietta. “E se entrasse tuo padre?”.
“E’ a pesca, lo sai”, conclusi baciandolo ancora. “E non mi sembra che a te piacciano le brave ragazze perbeniste”.
Lui rise tra le mie labbra e mi sfilò anche i pantaloni, facendomi restare mezza nuda nel salotto di casa mia. Eccitante…
 
Fermai il ricordo prima che mi pentissi di averlo ricordato del tutto e sentii le mie guance infiammarsi per l’imbarazzo.
Intanto Alice aveva messo in tavola il dolce e Edward e sua figlia se lo stavano già mangiando felici e contenti.
“Non ti piace?”, mi chiese la piccola con un sopracciglio alzato, come se fosse una cosa impossibile.
“No, no… ero persa nei ricordi”, dissi mangiandone subito un pezzetto. Di sicuro era opera di Edward, solo lui era capace di farla così e pensare a lui mi faceva male.
Riley era un passatempo, bravo sotto le lenzuola, non c’è che dire, ma non lo amavo. Molte volte pensavo che si fosse avvicinato a me per fare pubblicità solo a Dark Night, ma poi ci ripensavo solo nel vederlo accompagnarmi sui miei set e passare i pomeriggi con me. Era dolce e sapeva farsi amare.
Ma io non lo amavo, io volevo ancora Edward, ancora dopo dieci anni. Appena l’avevo visto, a scuola, il cuore era partito per conto suo e nessuno lo aveva più fermato. Quando poi lo avevo toccato non mi reggevo quasi in piedi.
Stasera poi era bellissimo e se non avessi capito il senso della serata gli sarei fiondata addosso implorando perdono. Non l’avevo mai dimenticato e non l’avrei mai fatto.
“Come va il film?”, mi chiese Alice appena finì la sua fetta, mentre io guardavo la mia persa nei pensieri e ne mangiavo un boccone ogni dieci minuti.
“Oh, bè, ci sono dei problemi e molti attori hanno lasciato il cast, ma credo che riprenderemo bene. È una storia molto reale e vorrei portarla a termine”, dissi convinta quasi fossi in un’intervista. Ma dai loro sguardi capivo che quel film non gli piaceva affatto, soprattutto riguardo il mio ruolo. La madre.
“La mamma di Caroline fa la parrucchiera e le fa sempre delle treccine perfette”, disse Renesmèe all’improvviso. Merda… “Alice mi ha insegnato a farmele ma non sono molto brava”.
Chi era brava a fare le treccine? Io! Io ero brava a fare le treccine. Tra le cheerleader e tutto le trecce erano diventate parte del mio essere.
“Io sono abbastanza brava, se vuoi proviamo a farle insieme, ti va?”, chiesi speranzosa, ma quando notai lo sguardo di Edward capii che la piccola aveva sbagliato esempio di mamma.
Cullen 3 – Swan 1. Si rimontava!
“Okay, ma solo una volta”, disse Renesmèe andando di sopra, forse a prendere gli elastici. Bene, era fatta.
“Sarai contenta adesso”, mormorò Edward, mentre Alice se la filò in cucina con i piatti in mano, tranne il mio ancora mezzo pieno. Mi affrettai a finire per poi rispondergli.
“Non posso fare le trecce a tua figlia? Non lo faccio per farmi vedere sotto un’altra luce”, mentii in parte. “Voglio solo che sappia che io ci sono. Anche una sua amica potrebbe farle imparare a fare le treccine”.
Lui sbuffò e andò ad aiutare Alice. E perché mi faceva così male vederlo andarsene mentre io mi relazionavo con sua… nostra figlia? Perché lo amavo ancora.
 
 
 
Alice
 
La serata era andata alla grande finchè Nessie non aveva parlato di trecce. Bella non era abbastanza brava… lei era una maga nel farle e avrebbe attirato tutta la sua attenzione.
“Alice… non so che fare”, sussurrò Edward mentre entrava in cucina, visibilmente preoccupato mentre dalla sala arrivavano risate di Bella. Di certo si sarebbe divertita con Nessie, lei era un uragano.
“E’ sua madre, è ovvio che alla fine avrebbe trovato qualcosa che piacesse a sua figlia”. Sua figlia… per la prima volta capii che in fondo Bella rimaneva sua madre e né io, né Edward, né Bella e nemmeno Nessie potevamo cambiare la cosa. “Va da loro e stai a guardare. È la cosa più giusta per tua figlia vedere una sorta di famiglia”.
“Non posso farlo”, sbottò di colpo, abbassando lo sguardo.
“Se l’ami, perdonala Edward”, conclusi sorridente. Potevo essere cattiva, vendicativa, arrabbiata… ma sapevo che una parte di me, quella del liceo, voleva andarla ad abbracciare.
“No, se lo deve meritare. Poi la perdonerò”, decise aiutandomi con i piatti, portandomi anche quello di Bella. Sapevo che ci avrebbe messo tanto: la torta di yogurt aveva sempre fermato anche Edward nel passato.
“Prima o poi doveva succedere”, conclusi guardando Nessie entrare sorridente per mostrarci le sue treccine, dicendo comunque che anche io le avevo spiegato la stessa cosa e che forse era lei che non capiva.
Io. Adoro. Mia. Nipote!
 

Piaciuto?
Ronnie02

   
 
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