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Autore: nefastia    28/10/2011    6 recensioni
Ho temuto per anni di morire. Poi ho saputo. Sono stata sicura che sarei morta presto.
E ho smesso di avere paura, per quanto l’incertezza e la preoccupazione per la mia famiglia fossero sempre presenti come una sottile ansia che mi consumava.
Quando è successo, ho provato quasi sollievo.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Narcissa Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dramione forza 9'
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Capitolo 10°
La sicurezza è una falsa Dea
 
Cosa? Un matrimonio?
Chi si sposa?
«Io, madre.»
«Ma… cosa è successo con Hermione? Ho impiegato tanto ad abituarmi a lei, adesso…»
«Hermione c’è, sta tranquilla.»
«Merlino! Si può sapere cosa hai combinato? Non mi dire che hai fatto tre figli con una donna che non è tua moglie!»
«Sta tranquilla, ma’.» Ride sereno, come il solito.
 
Sono di nuovo qui, nella sala delle feste del Manor. Quando non ci sono eventi all’orizzonte torno nel salotto piccolo.
 
Sono passati anni da quella prima festa. Ce ne sono state altre due, per la presentazione in società degli altri miei due nipoti, Severus e Antares, alcune feste di Natale, sempre troppo informali per i miei gusti, ma ben frequentate. Nelle calde estati affollate di bambini, ora adolescenti, le feste di compleanno hanno messo a dura prova la mia pazienza. Spesso chiedevo a Draco la gentilezza di NON invitarmi.
 
Ora non è estate, fuori nevica e le stanze sono fredde. Questa sala è fredda, e difficile da scaldare, malgrado quattro enormi camini.
Mio figlio dice che la festa è per il matrimonio. Uno dei due sta impazzendo. D’accordo che il tempo è strano, per me, ma finora non è mai tornato indietro. Come fa a sposarsi se è già sposato?
 
«Non è un matrimonio normale. Si chiama “Presa d’Atto e Conferma”. È perfettamente legale.»
«Ed era necessario?»
«No, voluttuario.»
«Che vuoi dire?»
Lui si siede. Siamo soli, abbiamo tutto il tempo. E presterò attenzione questa volta, lo so. M’interessa. M’incuriosisce.
Mio figlio, più che felicemente sposato, vuole sposarsi di nuovo.
Ho capito di che cerimonia si tratta, non credevo se ne facessero ancora. Mi raccontava mia madre che veniva richiesta quando c’erano dei dissapori che rischiavano di mandare all’aria un matrimonio, o quando c’erano figli naturali che avrebbero potuto avanzare pretese, figli purosangue nati fuori del matrimonio. Insomma, era l’ultimo baluardo per arginare il disastro.
Possibile che siano a questo punto e che io non me ne sia mai accorta? Che avrà combinato mio figlio? Avrà seminato dei bastardi? Anni fa avrei potuto crederlo, lo crederei di Lucius, ma Draco…
  
«Ti ho raccontato come è andato il mio matrimonio, lei era incinta. Non è questo il problema. Il fatto è che… eravamo due ragazzini, la guerra era finita da poco, eravamo confusi, io ancora intriso delle idee di Lucius. Non sapevamo cosa stavamo facendo, abbiamo solo avuto una fortuna sfacciata.»
Che sta dicendo? Di che si giustifica ora?
«Per come vi ho visto io, penso che fosse piuttosto chiaro che vi piacevate parecchio.»
«Non è così.» Spalanco gli occhi, se la loro non era attrazione era certo un’imitazione piuttosto buona. «Ci detestavamo, eravamo sempre arrabbiati e a volte ci facevamo male. Abbiamo incominciato a fare sesso… male, con rabbia. Poi la cosa è un po’ migliorata, dopo che l’ho quasi uccisa.»
«Merlino! Non lo sapevo.»
«Beh, è stato un incidente, cioè, volevo farle male ma non così tanto. Comunque, il sesso ci piaceva, era diventato la nostra zona franca, l’unico momento in cui riuscivamo a parlare senza litigare e a rilassarci. Eravamo tanto stupidi da non vedere oltre, da non capire i segni.»
«Quali segni?»
«Fare l’amore con lei era diverso da tutte le volte che l’avevo fatto in passato, in poco tempo non potevo più farne a meno. Ero nervoso quando non la vedevo. Litigavamo, certo, ci schiantavamo continuamente, ma non potevamo stare lontani. E nessuno dei due pensava che fosse amore.
Quando è rimasta incinta ha tentato di nascondermelo. Non aveva nessuna fiducia in me, non credeva che avrei voluto occuparmi di lei e di mio figlio mezzosangue. Era quello che le avevo dimostrato fino a quel momento.» Una pausa, sembra riflettere. «Ci siamo sposati a scuola. È stata quasi una formalità, per me un laccio che le avrebbe impedito di scappare, di portarmi via mio figlio, per lei una piccola concessione, ma sempre nell'interesse del figlio. Non sapevamo quello che stavamo facendo. Abbiamo giurato senza conoscere né le conseguenze del nostro atto né noi stessi.»
 
Quanto poco ne so dell’amore! Credevo di averne dato e ricevuto, ma in verità ho dato e ricevuto quello che altri avevano deciso per me. Il fatto di averlo trovato piacevole, a volte, è stato un caso fortunato.
Non so niente del guardare da lontano una persona e pensare che ti piace, dei dubbi sui suoi sentimenti, del piacere del corteggiamento, dell’interpretazione dei “segni”.
Anche la storia di Draco è strana, forse, ma non ho nessun dubbio che sia una storia d’amore. E d’amore è ancora, sempre più grande e vasto. Non solo per il contatto fisico di cui non sembrano poter fare a meno, non solo per l’affiatamento che perseguono ostinatamente, perfino a suon di bacchette, ma per i loro figli, per come questi sono nati e nutriti dall’amore, così palese, così travolgente da toccare anche chi vi si trova accanto.
 
«Tuttavia l’avete fatto e non solo, avete tenuto fede al vostro giuramento più e meglio di molti che credono di amarsi di più. Non credere che questo sia capitato solo a te, molti si sono sposati senza averne piena consapevolezza. Anch’io l’ho fatto in questo modo, non che avesse molta importanza, allora. Non capisco cos’è successo nel frattempo, per quale motivo ritieni necessario fare questa cosa. Un tempo era l’ultimo tentativo per evitare la rovina di una famiglia.»
 
«No, non hai capito, non è per questo, non c’è nessun disastro da arginare, è il contrario. Il mio non è un matrimonio di convenienza, nessuno ce lo ha imposto.» Sembra riflettere, di nuovo. Come se non fosse facile trovare le parole.
«Io amo mia moglie.» Se mai non si fosse capito. «L’ho compreso dopo, un po’ alla volta, ma è così forte! Vivo per lei e sento che anche lei mi ama allo stesso modo. Senza lei non mi sento sicuro di niente, senza lei… non oso nemmeno pensarci, la mia non sarebbe vita. Io…
Ho bisogno di farlo di nuovo. Devo sentirle pronunciare quel giuramento ADESSO, ora che ci conosciamo, ora che non ci sono più dubbi e incomprensioni tra noi. Ho bisogno di sentire dalle sue labbra che non è nato tutto da un errore, da un caso. Voglio cancellare il caso dalla nostra vita, voglio che lei scelga me, a ragion veduta, stavolta. Come io scelgo lei.»
 
«E per questo c’è davvero bisogno di un altro matrimonio, o quello che è? Si sceglie ogni giorno di vivere insieme. Se lei un giorno non ti avesse scelto non sarebbe ancora con te.»
 
«Non ti ci mettere anche tu! Non sai quanto ho faticato per convincerla. Voglio che lo dica, ho bisogno di testimoni, e che non sia mai più contemplata la possibilità di sciogliere questo legame. Lei deve essere mia, fino all’ultimo giorno della mia vita.»
 
«Che bambino! E se muore prima?» Sembrò spiazzato, per un momento.
«È troppo intelligente per fare una cosa del genere.»
«Grazie, allora io sono stupida!»
«Madre!»
Non ho capito se ride di me o di sé.
 
***
      
Non ho potuto assistere al matrimonio, che è stato celebrato al ministero. Andromeda con le lacrime agli occhi mi ha raccontato che è stato tanto commovente, che lei ha pianto e lui riso, e che l’ha abbracciata così forte (questo non stento a crederlo) che il Ministro non sapeva più che fare.
 
Sono bellissimi, lei vestita di bianco, lui di nero. Non abiti da sposi, abiti da maghi. Ottima scelta.
Da come si guardano direi che non vedono l’ora di essere soli. Avranno fatto come l’altra volta? Alcol e sesso prima della festa?
 
***
 
È tornato Lucius.
Se non me lo avesse detto Draco non credo l’avrei riconosciuto. Il rigido, formale, fiero, sprezzante Lucius Abraxas Malfoy non c’è più.
Sotto i miei occhi uno strano personaggio elegantemente vestito, di gradevole quanto inquietante presenza, ha in comune con mio marito non più che la statura e qualche tratto somatico, confuso da vari tatuaggi. Una treccia lunga fino alla vita raccoglie i capelli ancora biondi.
Mi si fosse presentato anni fa in questa guisa avrei riso fino alle lacrime. Ora lo guardo con indulgenza distaccata.
 
Non è solo.
Dovrei sentirmi offesa? Non credo. È solo il mio vedovo, sono stata io la prima a ricordarglielo.
 
È venuto a salutarmi, prima dell’arrivo degli altri. Mi ha presentato Koru.
Quello che aveva la faccia tosta di criticare Draco per aver scelto una nata babbana, sta con una Maori, strana, piena di tatuaggi. Anche lui sembra un selvaggio.
E anche lui sembra felice.
 
Forse per me è finita troppo presto.
«Può ricominciare, se lo scegli
Chi ha parlato?
«CHI!» Una risata sommessa. «Così individualisti, voi umani
 
Mi guardo intorno. Esco dal ritratto. Koru segue le mie mosse. Mi vede.
Questo mi distrae. Non ricordo più cosa o chi stavo cercando.
Chissà se può parlare con me? La osservo attentamente. Si allontana da Lucius, si siede accanto al camino e mi fissa spudoratamente.
 
«Vieni qui. So che mi vuoi parlare.»
«Sta parlando con me, signora?» lei ride. Ha una bella risata, aperta e allegra, senza secondi fini.
«Lo sai bene che non sono una signora. Sono una strega, però. Possiamo intenderci, credo. E conosco quello che ti ha parlato.»
«Che mi ha parlato?»
«Quando ti sei sentita triste, lo Spirito del Tempo ti ha detto che puoi rientrare nel ciclo. Non è così?»
«Rientrare nel ciclo?»
 
Di che parla? Che sta dicendo questa strana donna che riesce a vedermi e che è lontana da me anni luce per i suoi modi e perfino nel suo essere strega. Non dubito delle parole di Lucius, ha detto che è una strega potente e che non usa la bacchetta. Deve avere un dono simile a quello di Eltanin, che cammina altera verso la madre con il solito Potter al seguito. Il suo portamento è un capolavoro. Sento un moto di fierezza che mi anima per un istante e mi distrae definitivamente. Quando sparisce mi volto e scopro lo sguardo di quella strega selvaggia su di me. Sussulto leggermente. Da viva non me lo sarei mai consentito.
 
«Koru. Mi chiamo Koru. Nella mia cultura è un nome importante.»
«Davvero?» chiedo con educata indolenza.
«Koru è la felce della rinascita.» Il suo sorriso è sornione e allusivo. «Te la sentiresti?»
«Cosa intendi? Vorresti dire che tu potresti farmi rinascere?»
«Non io, certo.»
«Ma come… non lo credo possibile. Il mio corpo è stato bruciato. Non vedo in che modo…»
«Non con il tuo corpo, in ogni caso. Ma vedo che è presto, per te. Sei ancora troppo attaccata a te stessa. Se è il caso si farà sentire di nuovo.»
«Chi, si farà sentire? Prima l’hai chiamato… qualcosa che ha a che fare con il tempo.»
«Lo Spirito del Tempo. Ma non è questo il suo nome. Era solo per comunicare. Non ha nome.»
 
«Oh!» Sono stupefatta. Non sono affatto sicura di quello che dovrei desiderare, il mondo, come è ora, un po’ mi spaventa. «Molte cose sono cambiate da quando ero viva. Quasi tutte in meglio. Mio figlio è felice. Ho imparato ad apprezzare sua moglie, è una donna davvero speciale.» Koru annuisce con un leggero sorriso, forse la conosce. «E i miei nipoti sono quanto di meglio potessi desiderare. Sento di non essere più… non ho più motivo di stare qui, ma non riesco a staccarmi. È come una nostalgia di quello che non ho mai avuto. C’è così tanto amore…»
 
«Per questo credo che dovresti rientrare.»
«Ma come…»
«In un altro corpo, naturalmente. Dovresti rinascere e crescere di nuovo e avere di nuovo una vita intera davanti.»
«E potrei ricordare?»
«Oh, no! Saresti come spaccata in due e la tua vita non potrebbe essere davvero nuova.»
«Come sai queste cose?»
«Tu lo sai. Anche tua nipote, Eltanin, ha una dote simile alla mia, ma è troppo giovane per utilizzarla consapevolmente. Ha già fatto cose magnifiche, però. Io e lei ci conosciamo.»
«Anche mia nipote può sentire il… lo Spirito del Tempo?»
«Non so se lei lo sente. Forse solo quando comunica con lei, forse lo sentirà in futuro, forse mai. Conoscerà sicuramente la sua potenza attraverso i suoi atti.»
 
«Non so che fare…»
«Non devi angosciarti, puoi pensarci. Direi… quattro, cinque anni, forse. Poi perderesti un’ottima occasione.»
 
Mi perdo nelle mie riflessioni e mi rendo conto troppo tardi di essermi comportata in modo maleducato, non l’ho nemmeno ringraziata.
Dovrei ringraziarla?
Lei si volta e non dà più segno di vedermi. Mi ha congedato.
 
Penso che qualcosa in ogni caso l’ho capita: i Malfoy hanno bisogno di donne forti. Più forti di loro. Più forti di quanto io sia mai stata.
 
La festa va avanti, splendida, come il solito. È strana la presenza dei bambini, che corrono e si infilano dappertutto, fanno chiasso. Già, è un matrimonio, una festa diurna, con bambini.
 
Lucius parla con Draco. Mi incanto ad ascoltarli. Come sono cambiati i rapporti tra loro! Anche Lucius è cambiato. Scherza perfino con la Mezzosangue.
Avrà altri figli, uno è in arrivo.
Non so come faccio a saperlo, ma lo so. Cerco tra i miei “sentimenti”, se mai ancora esistano, gelosia o rancore, orgoglio ferito.
Niente, non trovo niente.
Posso essere felice per lui. Lo sono.
 
Eltanin non si stacca da quel suo amico del cuore, James. Ho avuto tutto il tempo di abituarmi a lui.
Lei vede in lui qualcosa che nessun altro può vedere, qualcosa di cui ha bisogno. Ormai lo so, si sposeranno, non si separeranno mai.
Se anche non avessi mai discusso con Draco della sua decisione di non combinare matrimoni per i suoi figli, non avrei alcun dubbio che niente e nessuno potrà mai separare Eltanin da James.
In questo momento sono alti allo stesso modo. Lui è brutto, sembra una patata. È  nella fase che precede il grande salto, una veloce crescita in altezza e un paio d’anni di assestamento prima di diventare un giovane uomo, probabilmente molto bello. Lei non ha mai perso la sua grazia, nemmeno nel peggior momento della pubertà, che sta già passando.
 
Sembra avere confidenza con Koru. Chissà quanto il suo potere è davvero simile alla “vista” di nonna Peverel.
 
Dovrei dirlo a Draco. Della “vista” di Eltanin. Dovrei proprio farlo.
 
Ted non mi ha ancora salutato. È ancora molto preso dalla giovane Weasley. Lei sta diventando davvero affascinante, come sua madre. Pare sia dovuto ad antenate Veela.
Lui la fissa e cambia il colore dei suoi capelli in base agli sguardi di lei. Distratto, capelli azzurro spento. Un po’ più interessato, turchese. Seccato, viola. Un sorriso, fuxia. Una risata, rosso scarlatto, e un grande sorriso. Naso all’aria, bocca a culo di gallina (che civetta), capelli verde acido.
Alla fine le si avvicina, con capelli di un caldo castano e profondi occhi scuri, le fa un perfetto baciamano.
«Un giorno cadrai ai miei piedi, Victoire Weasley.»
Lei, con un sorriso complice
«Nei tuoi sogni Ted Lupin.»
 
Eltanin e James sono spariti già da un po’, Severus e il piccolo Potter fanno scherzi alle signore anziane, Hermione parla con Koru.
Sono tutti rilassati.
 
Si sentirà meglio Draco?
Ha ottenuto quello che desiderava?
In fondo che senso ha desiderare qualcosa che è già suo?
Temo che non sia quello. Lui desidera una sicurezza che nessuno potrà mai dargli. Non esistono formule, giuramenti, contratti, leggi e legami che possano dare la sicurezza.
Non esiste la sicurezza.
 
È una falsa dea.
Quando iniziamo a dedicarle sacrifici, siamo perduti.
 
 

   
 
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