Sono vent’anni che le vivo accanto e intorno e dentro e non ho mai smesso di prestarle attenzione.
Riconosco il suo umore dall’eco dei suoi passi e so, da come tiene le spalle, com’è stata la sua giornata, mi è noto il suo intero repertorio di occhiate e la piega della sua bocca non ha segreti per me. Io so tutto di lei, amo tutto di lei. Amo la terra sotto i suoi piedi e l’aria sopra la sua testa.
Ma allora … perché?

Si era messo in testa di doversi sposare con sua moglie perché la prima volta, secondo lui, non valeva niente

Ho temuto per anni di morire. Poi ho saputo. Sono stata sicura che sarei morta presto.
E ho smesso di avere paura, per quanto l’incertezza e la preoccupazione per la mia famiglia fossero sempre presenti come una sottile ansia che mi consumava.
Quando è successo, ho provato quasi sollievo.

Non solo gli occhi mercuriali ed i capelli chiarissimi, aveva preso da lui, ma anche l’arroganza dei modi, la riservatezza scontrosa, l’eleganza del tratto, la capacità di mettere a disagio chiunque con gelide occhiate. Doveva a sua madre la pelle biscottata al sole estivo, sulla quale gli occhi splendevano freddi e luminosi, poi ambizione, intransigenza, amore per il sapere.
Del veleno della sua lingua non sapeva proprio chi dei due incolpare, dato che ne avevano in pari misura, né della scarsa pazienza, o dell’orgoglio smisurato.
Eltanin Malfoy, Serpeverde, sesto anno, ottimi voti, reputazione del tutto sbagliata, pochi scrupoli e alcuni segreti.
Sequel di "Di ritorno dall'inferno"

Se avessero raccontato a qualcuno, in Inghilterra, come viveva Lucius Abraxas Malfoy, chiunque avrebbe pensato che scherzavano. Nessuno lo obbligava a stare lì, aveva un mucchio di soldi, avrebbe potuto vivere dove voleva e lui aveva scelto delle palafitte sul fiume Molonglo, in mezzo ad una piccola jungla.

Dire che il rapporto tra il Furetto e la Mezzosangue si era mantenuto combattivo sarebbe a dir poco un'imprecisione. Non riuscivano a sopportare niente l'uno dell'altra. Ormai si schiantavano perfino nei corridoi della scuola, con la più insignificante delle scuse. Anche senza.