-Volpe?
Mi senti?-
Naruto
avanza verso il cancello che rinchiude il suo Bijuu. Sente un ringhio
minaccioso provenire dall’oscurità, ma questo non basta a fermarlo.
-Voglio
solo parlare un po’.-
Il
ringhio si incupisce, ed il ragazzo sente le ondate di ostilità che la Volpe
gli scaglia contro. Ma ormai è arrivato al cancello, e non da segno di voler
lasciar perdere l’impresa.
-Be’,
fai come vuoi. Non posso costringerti a parlarmi, però puoi sempre ascoltare
quello che ho da dire.- con uno sbuffo seccato, Naruto si siede a gambe
incrociate davanti al Kyuubi, e scruta nell’oscurità per cercare di scorgere il
suo interlocutore.
-Dunque,
da dove cominciare? Insomma, saprai anche tu a cosa sto pesando in questi
ultimi tempi, dopotutto sei nella mia pancia, ma anche nella mia testa, no?-
una piccola pausa alla ricerca di eventuali reazioni. Nessuna.
Ma
Naruto determinato, non molla la presa: da troppo tempo desidera fare un
discorso come si deve alla Volpe.
-Bene,
andrò dritto al punto… cioè, lo farò perché ti conosco, ormai, so che già non
ti vado a genio normalmente, in più odi stare a parlare con me, quindi meglio
addolcirti la pillola, no? Oh, ecco, sto già divagando, che idiota!- scuote la
testa con una risatina, comportandosi come se stesse parlando con Shikamaru, o
con Kiba, o con Lee. Si accorge che l’ostilità della Volpe è aumentata: ora è
furiosa con lui e vorrebbe farlo a pezzi.
Ma
non è spaventato da questi sentimenti, anzi, è proprio per questo che è venuto
a parlare con il Bijuu.
-Hai
ragione, scusa, ho tergiversato. Ad ogni modo, volevo parlarti di questo:
perché non vuoi collaborare con me?-
Con
uno scatto repentino ed un urlo disumano, la Volpe a Nove Code si scaglia con
violenza contro le sbarre del cancello, graffiando l’aria con i suoi artigli, cercando
di uscire per attaccare Naruto.
Odio.
Questo
è ciò che il ragazzo sente: un odio
profondo, inguaribile ed eterno, tutto convogliato verso di lui.
-Mi
stai prendendo in giro, moccioso?! Collaborare con te? Collaborare?! Se non ci fosse questo cancello ti avrei già fatto a
pezzi, dannato!- la Volpe ringhia, disgustata dalla richiesta del suo
carceriere. Ma questi non batte ciglio, anzi, si toglie la felpa e la maglia a
rete, scoprendo il sigillo sull’ombelico. Poi, attivando la chiave, lo scioglie
ed apre i cancelli che lo rinchiudono, liberandolo.
Tutto
accade in pochi secondi: la Volpe lo attacca con tutte le sue forze, gli occhi
rossi scintillanti dalla rabbia, ma Naruto è più veloce: schivando l’attacco
senza alcuno sforzo, priva il Bijuu del suo chakra, rendendolo completamente
inoffensivo. La Volpe si accascia a terra ma, fiera ed orgogliosa, si rialza
subito, nonostante l’improvvisa e schiacciante debolezza. Osserva con odio e
disprezzo il ragazzo, che l’ha ridotta così, venirle incontro, tranquillo e
pacifico.
-Sei
proprio uguale a tuo padre.- ringhia con malevolenza –Così presuntuosi da
credersi capaci di controllare me, il Bijuu più distruttivo. Ma farete la
stessa fine, ucciderò te come ho ucciso lui e tua madre!-
Ancora
una volta, il giovane non fa una piega e continua la sua avanzata verso di lei.
Il suo sguardo è determinato.
Con
un balzo raggiunge il naso della Volpe e, imitando gli stessi gesti di qualche
minuto fa, si siede, piantando i suoi occhi azzurri in quelli rossi del Bijuu.
-Mamma
e papà non sono stati uccisi da te, ma dalla follia di Madara. Non riuscirai a
farmi perdere il controllo tanto facilmente, Volpe, quindi perché non provi a
ragionare e a pensare a quello che ti ho detto?- dice lui pacato ma deciso.
-Perché
non collaborerò mai con colui che mi tiene prigioniera. E non ho intenzione di
mettermi al tuo servizio, di farmi comandare come un cagnolino. Non da un
maledetto moccioso come te.- urla.
Naruto
allarga le braccia e la guarda, frustrato.
-Ma
non ti sto dicendo di diventare la mia schiava, ti sto chiedendo di collaborare
con me come fanno l’Hachibi e Bee! Perché non possiamo farlo anche noi?-
esclama. Nonostante i suoi buoni propositi, non riesce proprio a trattenersi:
perché è ancora una volta diverso dagli altri? Tutti i restanti Jinchuuriki, o,
almeno, la maggior parte, hanno sempre avuto un rapporto di collaborazione con
il proprio Bijuu. Perché lui no?
-L’Hachibi
è un idiota al servizio di voi umani. Come può un Bijuu umiliarsi in quel
modo?! È degradante, è disgustoso che noi, così potenti, siamo messi al vostro
servizio!- urla la volpe, schifata. –L’unico essere umano con il quale sarei
disposta ad instaurare una sorta di collaborazione è Madara Uchiha: il suo odio
per gli uomini è molto simile al mio.-
Naruto
digrigna i denti, cedendo momentaneamente alla rabbia e all’esasperazione.
-Dunque
è questa la condizione necessaria per collaborare, l’odio?- grida.
La
Volpe si fa attenta: potrebbe essere la sua occasione per ribaltare
quell’inutile e logorante discorso a suo favore.
-Te
ne sei già dimenticato, moccioso? Di quello scontro contro Orochimaru, quando
hai attinto volontariamente al mio chakra, quando mi hai pregato di darti il mio potere per salvare il tuo Sasuke? Quella
volta il tuo potere era enorme, ricordi? Ed era così vasto perché il tuo odio
ed il mio odio coincidevano. Oppure quando quella ragazza che ti sta così a
cuore, quella Hinata è stata ferita da Pain. Durante quella battaglia il potere
che hai assaggiato era immenso e dolcissimo: aveva il sapore della libertà per
me e dello sfogo per te. Già, perché per quanto tu cerchi di nasconderlo a te
stesso, quella volta ti sei vendicato su Pain anche di tutto il dolore e di
tutte le sofferenze che gli abitanti di Konoha ti avevano inferto.- il basso
ringhio della Volpe riempie la testa di Naruto.
-Ricorda
gli sguardi carichi di paura delle madri, gli sguardi carichi di odio e
disprezzo dei padri, i crudeli bambini che si facevano beffe di te, il mostro,
il pericolo vivente. In quel periodo eravamo in sintonia, ricordi? Odio per gli
abitanti di Konoha.-
Naruto
abbassa lo sguardo: è vero, ha odiato profondamente il villaggio per tutto ciò
che gli ha fatto.
Però,
però…
-Ed
è proprio qui che sta la differenza, Volpe.- esclama alzando fieramente il capo
–Io ero un bambino. Un bambino debole ed incapace, al quale tutti facevano
scherzi, disprezzato anche dagli adulti. Ma, Volpe, quando il maestro Iruka mi
ha teso la mano, io l’ho afferrata. Quando il maestro Kakashi mi ha offerto
aiuto, io l’ho accettato. Io ho saputo perdonare. Anche se, purtroppo, qualche
scivolone l’ho fatto anch’io: quella volta di Orochimaru ero fuori di me dalla
rabbia, e lo sai. Mi aveva portato via Sasuke, come potevo restare a guardare
il colpevole della nostra separazione? E quando Hinata è stata ferita… non
posso spiegarmi a parole, Volpe, ma sai cosa ho provato.-
-L’amore
è un sentimento sciocco di cui ci si dovrebbe sbarazzare al più presto.- lo interrompe
il Bijuu digrignando i denti –Può portare solo alla sconfitta e, in ogni caso,
non sarà mai più forte dell’odio.-
-E
qui ti sbagli!- esclama Naruto alzandosi in piedi –Questo è ciò che ci rende
diversi, questo è ciò che ti impedisce di aprirmi la tua mente e di collaborare
con me! Tu basi tutta la tua forza sull’odio: guardi con disprezzo noi umani,
vorresti uccidere la tua forza portante e l’unica persona con cui potresti
allearti è un pazzo visionario. Al contrario, io baso tutto ciò che sono sull’amore
e sull’affetto che provo per i miei amici. È questo che mi spinge ad andare
avanti: la prospettiva di una pace duratura all’interno di un villaggio che
riconosce le mie capacità. E pur di conseguire questa pace, sono disposto a
chiederti in ginocchio di allearti con me, tu che sei stata la causa di anni di
odio e paura nei miei confronti da parte del villaggio.- Naruto si ferma per
riprendere fiato, osservando la Volpe negli occhi –Io e te siamo simili, Volpe.
Tu vuoi essere libera dalla prigione che è il mio corpo, io voglio essere
libero da te e dal marchio di Jinchuuriki che ho addosso. Poi, nonostante tutti
gli avvertimenti dell’Ero-sennin, di Bee e di Iruka, non posso fare a meno di
odiare con tutto me stesso Madara Uchiha. È un odio simile al tuo, infatti
credo che avrò seri problemi a controllarti quando me lo troverò davanti.-
ridacchia divertito, il solito Naruto; torna subito serio, però, un Naruto
nuovo –Però allo stesso tempo siamo anche molto diversi: io ho imparato a
perdonare gli innocenti. Ho imparato a controllare la mia rabbia. Io so amare.
E so che devo salvare le persone che amo. Ed è per questo che la tua teoria
riguardo alla superiorità dell’odio sull’amore è sbagliata: se io conseguirò il
mio obiettivo, potrò restare al fianco di coloro che amo per sempre; se tu
consegui il tuo obiettivo, dopo aver distrutto tutto ciò che odi, non ti
rimarrà più niente.-
Naruto
si ferma ed attende, studiandosi a vicenda con la Volpe, cercando di capire se
ha mosso qualcosa all’interno di quel Demone, o se il suo discorso è stato
vano.
Dopo
qualche tempo, il Bijuu agita le sue code e, per la prima volta in sedici anni,
guarda veramente Naruto. Lui ricambia lo sguardo, fiero e spavaldo. E maturo.
-Te
lo chiedo di nuovo: vuoi collaborare con me volontariamente?-
-Ascoltami
bene, mocciosetto.- ringhia –Forse riuscirai ad ammaliare i tuoi amici con
questi bei discorsi sull’amore, ma con me non funzionano. Non mi farò usare da
uno scarafaggio come te, da uno che irrispettosamente mi priva di quasi tutto
il mio chakra per usarlo a suo piacimento.-
-È
per questo che ti chiedo se vuoi collaborare volontariamente.- la interrompe
lui. Il Bijuu lo guarda inespressivo e, per la prima volta, la Volpe a Nove
Code non ha una risposta. Naruto si concentra, cerca di sentire le sue
emozioni, ma non lo raggiunge nessuna ondata di odio, nessuna ondata di
ostilità.
Poi
lo sente, in un guizzo impercettibile. La sorpresa è così grande che il giovane
perde l’equilibrio e ruzzola giù dal naso del Demone.
-Non
ho altro da dirti. Ora sparisci.- gli dice questo, tornando a passi lenti e
pesanti verso il cancello.
Ancora
più scioccato, Naruto ricompone il sigillo e, prima di andarsene, appoggia una
mano sulle sbarre.
-La
mia proposta sarà sempre valida.-
L’unica
risposta è un ringhio cupo dall’oscurità.
Naruto
apre gli occhi ed incontra il suo riflesso sulle acque cristalline del fiume
accanto a lui. Un sorriso gli balena sul volto, accompagnato da una nuova
consapevolezza: durante l’ultimo scambio di battute, il Jinchuuriki ha
chiaramente sentito un guizzo di rispetto provenire dalla Volpe a Nove Code.
-Un giorno mi dirai di si, ne sono certo.- mormora con gli occhi accesi di determinazione.
Note dell'autriceBene, bene, bene... con immenso orgoglio pubblico la fic che mi ha posta sul podio, al quarto posto, del primo contest a cui abbia mai partecipato :)
Un ringraziamento a Dreamwolf91 che ha indetto il contest e a Michiyo1age che ha letto il lavoro prima che fosse spedito!