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Autore: Kurookami    30/10/2011    3 recensioni
Questo è un GDR di Hetalia basato su “Aooni”, un horror game creato da noprops.
L’obbiettivo principale è fuggire, ma questo gioco ha molte differenze rispetto al lavoro originale.
Essendo un GDR esso contiene numero elementi del genere, quali battaglie, collezione di oggetti, eccetera…
Non si desidera creare alcun disturbo al creatore di “Aooni”.
E questa è la fine della spiegazione di HetaOni.
Genere: Generale, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, Axis Powers/Potenze dell'Asse, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Uscì dalla stanza, mettendo momentaneamente da parte le domande che aveva in mente.
Prima l’acqua, ora il cibo…
Dove glielo andava a prendere?
Vagò in giro, non sapendo davvero come fare.
Finchè non giunse nel bagno della volta precedente.
 
Il gabinetto sembrava strano.
“Questo gabinetto…” ponderò, fissandolo in maniera obliqua “Sembra che io ci possa comprare qualcosa se inserisco le monete, in qualche modo.”.
Anche questa volta, non volle farsi nessuna domanda, comprando da esso delle semplici polpette di riso.
Compiuto l’acquisto, dopo aver lanciato un’altra strana occhiata al sanitario, se ne andò.
 
Lo sguardò però, cadde sulla porta che, non molto prima, la Cosa aveva varcato.
… Poteva provare…?
Decise di fare un tentativo, vedendo che stranamente e rispetto a prima era aperta.
Entrò, chiudendosi la porta alle spalle.
 
Lo accolse il buio più totale.
“Wow, è completamente buio. Dov’è l’interruttore…?”.
Non avvertì il fiato della creatura, in agguato nell’ombra…
Lo trovò abbastanza facilmente, e lo premette senza particolare attenzione.
Quasi si prese un colpo, quando, una volta accesa, la lampadina illuminò la sagoma gigantesca dell’essere, che lo guardò con i suoi inespressivi occhi grigi.
Il giapponese non ebbe altra scelta che combattere contro di lui.
“Tu… NoN…fUg… Gi… RaI…”.
Rantolò esso, in direzione della nazione, che estratta la sua katana non perse tempo e la attaccò.
Il combattimento non andò in maniera totalmente diversa dalla volta precedente –anche se era una sua impressione, o la creatura sembrava più… Forte?- ma non riuscì a continuare che l’altro fece qualcosa di inaspettato.
Il buio di colpo tornò nella stanza.
“Ha spento la luce?!”.
Si chiese preoccupato il moro, spostando il capo da una parte all’altra, senza riuscire a vedere nulla.
“Sta per-!”.
La luce tornò.
Ma l’essere era scomparso.
“Cosa?!”.
Non osò rilassarsi, studiando ogni possibile nascondiglio della stanza.
Però, per una mole enorme come quella, non ce n’erano.
“E’ sparito.”.
“Sono preoccupato per Italia, è meglio che io mi sbrighi…”.
Un altro luccichio attirò la sua attenzione.
Una chiave giaceva sul fondo della vasca adiacente al muro.
La raccolse, osservando l’incisione su di essa.
 
Chiave della camera da letto.
 
La mise in tasca, tornando al secondo piano.
Cercò cautamente la porta che poteva essere aperta con l’oggetto appena trovato, e dopo qualche tentativo la trovò.
Appena entrato, decise di chiuderla a chiave –il mostro poteva venire in qualsiasi momento-.
Fece vagare lo sguardo, notando con sollievo la figura del prussiano, di spalle.
“Ah, menomale…!”.
Si avvicinò a lui, ma doveva averlo spaventato, perché si girò di scatto, urlando e menando un fendente con la sua spada.
“Chi va là?!”.
Il giapponese riuscì in tempo a bloccare il colpo con la sua katana.
“Whoa! C-Calmati! Sono io!”.
Appena riconobbe la nazione, il prussiano smise immediatamente di attaccarlo, portando poi la spada lungo il fianco.
“Oh, sei tu, Giappone? S-Scusa.”.
“Stai bene?”.
“C’era- C’era un mostro! Io l’ho visto!” disse concitato l’albino, con tanto di gesticolamenti, come a voler sottolineare le dimensioni sovrumane della creatura.
“Un gigante completamente nudo con lo stesso colore degli scones ammuffiti!”.
“…”.
Il silenzio del giapponese fu eloquente.
“Sto dicendo la verità! Tutti noi lo abbiamo visto! Io, West e anche Italia!”.
Insistette lui, fissandolo.
“Si, lo so.”.
“Prima che me ne accorgessi ero già corso qui, spaventato” cominciò allora, vergognandosi del suo comportamento “Quei due… Io non so dove siano andati. Ciò che dico ha un qualche senso?” aggiunse, grattandosi la nuca dubbioso.
“Si, abbastanza” gli rispose tranquillo il moro “Tutto ciò ha un senso. L’ho visto anche io.”.
“Che diavolo è quella Cosa? O-Oh, e che cos’è successo agli altri?”.
Era preoccupato, e più che sapere da cosa stavano fuggendo ora avrebbe voluto sapere se gli altri stessero bene.
“Ti prego, calmati. Vuoi che ti porti qualcosa da bere?”.
La cortesia del nipponico non cedeva neanche in momenti del genere.
“Cosa? Oh… Ora che me lo fai notare, in effetti, ho un po’ di sete. Non è che hai dell’acqua, o qualcos’altro?”.
“No, ma posso andare a prendertene un po’. Vuoi che lo faccia?”.
Infondo, lo aveva fatto per il tedesco, rifarlo per suo fratello non sarebbe stato un grande peso.
“Si… No, aspetta” ritrattò subito “Non ne ho davvero bisogno. Cos’è successo agli altri due?”.
“Germania è su questo stesso piano. Ha detto di essere affamato. Ma non ho trovato alcuna traccia di Italia” aggiunse, ora con un piccolo cipiglio preoccupato “Non hai idea di dove possa essere andato?”.
“Cosa?!” esclamò il prussiano, ora in pensiero come l’altro “Italia è disperso? Credi che sia stato attaccato da quel mostro…?”.
“Non possiamo essere sicuri al cento per cento…” cominciò, l’altro, analizzando le varie possibilità “Ma lui è davvero veloce ed in gamba quando si tratta di fuggire. Io credo che sia riuscito a scappare in qualche maniera.”.
“Okay, allora anche io darò una mano a cercarlo! Ma prima, andiamo dove c’è West. In ogni caso, cosa sta facendo?”.
“Ha detto che è troppo affamato per muoversi” disse Giappone, portando le mani sui fianchi “Prussia, non è che hai qualcosa da mangiare per lui?”.
“Qualcosa da mangiare…” riflettè allora lui “Ora che me ne parli, ho trovato alcuni funghi, mentre correvo. Credi possano andare?”.
“Dovrebbero andare…”.
“Bene! Allora andiam-“.
Non fece neanche un movimento che…
 
Un passo… Un altro…
 
“Qual è il problema?” chiese allora il giapponese, osservandolo confuso rimanere immobile.
“Non senti anche tu… Il rumore di come qualcosa che si sta avvicinando?”.
 
Il respiro pesante della Cosa, ormai in piedi al di là della porta, era ben udibile dai due.
 
“…”.
“Hey. Se quella cosa attaccata alla cintura non è solo lì per figura, allora tirala fuori dal fodero.” Disse allora il prussiano, un piccolo ghigno teso sulle labbra.
“Così si fa se non si vuole essere mangiati.”.
La sua spada già tratta davanti a sé.
 
Le sue prede erano al di là della porta… Così vicine…
 
“Concordo…”.
Anche il giapponese fu pronto, la katana ben in pugno e lo sguardo fisso sulla porta.
 
La maniglia calò lentamente, con uno scatto che sembrò rimbombare sulle pareti.
Ma…
La porta era chiusa a chiave.
 
“…!!”.
“…”.
 
Provò altre volte, ma inutilmente.
Il respiro sempre così profondo.
Non poteva entrare.
I passi della Cosa erano ben udibili, mentre si allontanava, per ora sconfitta.
 
“… Se n’è andato?”.
Si azzardò a chiedere Prussia, lo sguardo ancora fisso sulla porta.
“Si, probabilmente.”.
“Perfetto! Questo è stato un po’ spaventoso, ma ora dobbiamo raggiungere West. Troviamo Italia e usciamo di qui il prima possibile!”.
“Concordo.”.
Ora che finalmente aveva trovato uno dei due dispersi, il futuro sembrava un po’ più roseo, rispetto a prima.
  
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