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Autore: lightweight13    30/10/2011    9 recensioni
“Penso di non essere mai stata tanto bene con un ragazzo, come con te”
Lui alzò lo sguardo per raggiungere i miei occhi, li scrutò e infine sorrise ampiamente.
“Sai che è lo stesso per me? Oltre a piacermi tantissimo, tu sei anche la mia
migliore amica, e questo è bellissimo secondo me” Non sapevo bene il perché, ma mi riempii di brividi,
e il cuore cominciò ad impazzire, sta volta però era piacevole.
Non avvertivo nessun dolore, e non respiravo, solo per il fatto che c’era lui, lì con me.
                                                     ---
Poggiò la sua fronte sulla mia e abbassò lo sguardo al mio reggiseno a balconcino, 
si morse il labbro e riattaccò con i baci sul collo, ma non c’era più nemmeno un accenno di dolcezza.
Il piacere era troppo forte che mi scappò un sospiro un po’ troppo forte, che fece sorridere scaltramente Harry.
Sei soddisfatto ora eh?
Mi serrai le labbra e strinsi forte gli occhi per contenermi, ma era più forte di me.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiusi la finestra della mia cameretta, mi rimisi seduta alla mia scrivania e ricominciai a studiare. Dovevo studiare storia, ma non riuscivo a concentrarmi continuavo a guardare la pioggia che come al solito cadeva sulle strade di Londra. Ero un’americana che viveva nel Regno Unito, mi mancava la mia New York, ma mia madre mi aveva spedita a vivere qui, per via di un mio piccolo problema con i miei vecchi amici.
La pioggia mi metteva tristezza, andiamo bene, penserete. Quante volte piove all’anno qui in Inghilterra? Non lo so con precisione, ma so che è veramente una seccatura andare sempre in giro tutta coperta, anche d’estate non fa mai molto caldo, com’ero abituata li negli Stati Uniti.
Mi mancava la mia casa, vivere con mio padre e la mia madrigna era una scocciatrice, i suoi figli erano noiosi, e antipatici, essendo inglesi. Ero costretta ad andarci d’accordo però, ora facevano parte della mia famiglia. Erano gemelli, Madison e Carther, avevano 16 anni come me, e frequentavano la mia stessa scuola. La ragazza era una di quelle molto perfettine, brave a scuola, ma non troppo, molto stimata e possedeva l’invidia di parecchie ragazze. Piaceva praticamente a tutti li, io mi tenevo più che altro nell’ombra, e lei non guastava i miei piani,dato che neanche mi salutava a scuola.
Carther era meglio, ma non per questo mi andava a genio, era molto chiuso quasi non parlava. Aveva il suo gruppo di amici, con cui parlava e rideva, invece con noi a casa era una mummia.
Ritornai con gli occhi sul libro, una parte di me leggeva il testo, l’altra vagava chissà dove, mi ero stufata di fingere di leggere. Tanto sapevamo entrambe come sarebbe andata finire se non facevo qualcos’altro all’istante, (con entrambe intendo tutte e due le parti), sarei finita col guardare ogni singola mosca che mi passava accanto pur di non studiare, e il giorno dopo avrei copiato.
Invece era meglio fare una pausa, e dopodichè tornare alla Storia.
Perciò chiusi il libro, sospirai e mi guardai intorno, la mia stanza era carina, anche se un po’ piccola. Era dipinta interamente di rosso e i mobili erano in mogano, le tende erano dorate intonate alle impugnature degli armadi, c’era una libreria belle grande, una scrivania. Il letto era ad una piazza e mezza, la mia chitarra che suonavo da circa 3 anni, era vicino al comodino. Quella elettrica l’avevo lasciata nella mia vecchia casa, mi mancava la mia Lucy. Le avevo dato un nome, e anche quella lo aveva: Evangeline.
Pensai di suonare due o tre canzoni, ma mi alzai e andai in cucina, Madison era con un gruppetto di amiche sul divano, chiacchieravano allegramente. Io le ignorai e aprii il frigo, presi il latte e ne versai un po’ in un bicchiere. Sopra il forno c’era il porta-pane, presi la pagnotta, ne tagliai una fetta e la rimisi dov’era. Sempre nel frigorifero c’era della marmellata, e nello scaffale in alto vicino ai fornelli il burro d’arachidi che mi ero portata da NY. Li spalmai entrambi sul pane, rimisi tutti e due i barattoli al loro posto. Misi la fetta di pane tra i denti, afferrai il bicchiere di latte, con l’altra mano presi un tovagliolo e mi avviai in camera mia. Tutte le ragazze super attente alla linea ovviamente mi guardarono indignate. Alla faccia loro, mi chiusi in camera e divorai burro d’arachidi e marmellata di fronte al mio twitter. Oh sarebbero stati guai per me se mio padre avesse saputo che ero su “chatter” come lo chiamava lui, invece che sui libri.
Infine riuscii ad apprendere qualcosina, e il giorno dopo andò abbastanza bene. Per fortuna la campanella suonò, io guardai un altro po’ il mio compito, poi mi alzai e lo consegnai uscendo come tutti gli altri. Andai a prendere il libro di biologia nell’armadietto. La combinazione, e via. Lo aprii con facilità, feci per mettere i libri che avevo in mano nel suo interno ma qualcuno che passava di lì sbattè di proposito contro di me, facendo cadere a terra tutto. Io mi girai con l’intento di fulminarlo, chiunque fosse. Ma ecco apparire quei due idioti dei miei migliori amici. 2 terzi dei miei migliori amici. Dov’era Casey? “Liam! Credevo tu fossi più maturo di Malik” “EHI! IO… ho un nome, Amber” Disse sorridente Zayn, mettendosi al mio fianco, poggiato agli armadietti.  Liam si abbassò a raccogliermi i libri, e mi sorrise. “Scusa” Disse con il suo vocione profondo. “Perdonati. Casey?” Loro si scambiarono degli sguardi interrogativi. “Allora?” Liam si guardò intorno. Erano entrambi più grandi di me, Zayn solo di un anno e Liam di due.
“Eccola” Disse quasi gridando il più grande, scostando i suoi capelli castani. “Ah eccola qui, la principessina” Lei sorrise sfoggiando i suoi denti bianchi perfetti. La mia migliore amica era una modella. Eh si. Faceva la modella, era stupenda, ed io ero fiera di lei, perché nonostante la carriera non si era montata la testa neanche un secondo. Era un’amica leale, era dolce, socievole, coraggiosa. Era meravigliosa, ed era fidanzata da 1 anno con Liam. Io non mi intromettevo su questo campo, non volevo litigi, amavo la nostra amicizia, e niente e nessuno me l’avrebbe portata via. Baciò sulle labbra Liam e abbracciò me e Zayn, parlammo un po’ nel corridoio fino al secondo suono della campanella
Li salutai ed entrai in classe, dove c’era mia ‘sorella’ che appena mi vide disse qualcosa alla sua vicina di banco.
Il mio compagno dov’era, diamine?  Non poteva mancare oggi, c’era il progetto da svolgere in coppia in classe. Il professor Clayton entrò e vedendomi al banco da sola, mi spostò vicino ad un altro ragazzo solo. Pensai che fosse uno con cui poterci scambiare due chiacchiere, ma mi sbagliavo. Si girava ogni due secondi per scambiarsi battute con i suoi amici, non sapevo e non volevo sapere se fossero riferite a me o ad altro. L’unica cosa è che avrei preferito un po’ più d’aiuto, feci tutto da me e infine consegnai il lavoro finito. Prima di lasciare l’aula lo guardai meglio, e mi resi conto di chi avevo accanto
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