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Autore: Rupertinasora2    31/10/2011    1 recensioni
[Sequel de "Il progetto segreto del Ministro della Magia"]
Hogwarts. I giorni della grande battaglia sono finiti ormai da anni, e tra le mura dell'accademia magica più famosa passeggiano i figli dei più grandi maghi che presero parte alla battaglia.
Dopo che Hermione ha scoperto il doppio gioco di Belial, e che Draco è morto per vendicare la sorte di Scorpius, la vita ad Hogwarts pare essere tornata alla normalità... solo per essere di nuovo stravolta.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Famiglia Weasley, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dark, secret destiny '
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3.
Uno sguardo, una parola
[..] 
Non debba mai scoprire
con domande, con carezze
quella solitudine immensa
d'amarti solo io.

 

- Andiamo, Angel! Devi lasciarti alle spalle Potter, come devo fartelo capire?-
Una ragazza bionda camminava a braccetto con una ragazzina bassa e magra dai capelli bruni, che cercava di confondersi con il suo giubbino, cercando di ripararsi dalla pioggia sotto quell’ombrello dall’aspetto così fragile che pareva piegarsi ad ogni folata di vento.
- Emma, ti sbagli. James ha detto che mi ama. Non è come credi tu. Anche oggi, quando sono andata negli spogliatoi di Grifondoro ha voluto ricordarmelo- rispose, con lo sguardo un po’ perso nei ricordi.
- Hai la vista offuscata dall’amore, e spero che quest’ultimo non ti ferisca più di quanto sono sicura che accadrà- disse a sua volta la bionda.
Emma la fece entrare quasi di forza ai Tre Manici di Scopa, che fortunatamente non era affollato come ci si sarebbe aspettato, dato che la pioggia aveva iniziato a cadere sempre più forte.
All’interno del pub c’era un buon odore di cioccolato, e il caldo quasi riuscì a entrare nelle ossa delle due ragazze. Il chiacchiericcio le avvolse come l’abbraccio di una madre amorosa.
Si rifugiarono al loro posto preferito, in fondo alla sala, al riparo da occhi indiscreti. Solo chi le conosceva e le avesse cercato, avrebbe saputo dove trovarle.
Emma si sedette di fronte a Angel, con le spalle al muro, accanto alla finestra. Davanti all’ampia vetrata c’era una tenda semitrasparente color arancio, che dava una perfetta atmosfera a tutta la sala dei Tre Manici di Scopa.
- Quindi, ricapitolando. Dopo esservi sentiti molto sporadicamente per tutta l’estate, hai notato un certo attaccamento di James Potter e Isabella Malfoy. Sei sicura che non si siano visti?-
Angel annuì con la testa.
Emma si portò la mano sotto il mento, perdendo lo sguardo in lontananza. Era però uno sguardo vuoto. In realtà, stava pensando già a come agire.
- Ma di questo non hai ovviamente prove. E se l’uno stesse facendo un piacere all’altra o viceversa?- ipotizzò ad alta voce, ma l’idea che un Potter e una Malfoy collaborassero era così assurda, che si convinse a scartare questa ipotesi. Era, però, comunque effettivamente vero che i due stessero facendo amicizia più del necessario. Scrollò le spalle, non riuscendo a capire cosa ci fosse dietro. – Davvero, Angel. Questo è un bel problema. James non è mai stato un tipo da frequentare una Malfoy, e la Malfoy, a sua volta, non ha mai frequentato i Grifondoro. E poi, all’improvviso, ecco che entra addirittura a fare parte della squadra di Quidditch, come aveva sempre desiderato. L’unica ragazza ammessa nella squadra da quando James Sirius Potter ne è diventato il capitano, ovvero l’unica ragazza ammessa da quattro anni a questa parte. Hai provato a parlare con Eliza?-
Eliza era una ragazza purosangue, altezzosa quanto l’amica, ma di vedute molto più ristrette, proprio come il fratello di Isabella, Blaise Malfoy. A quanto pareva, tra loro c’era qualcosa di concreto, ma i due erano davvero molto circospetti, e così non c’erano prove di un’effettiva relazione tra il Serpeverde e la Corvonero. Si diceva, però, che il fratello di lei, Edward, si frequentasse con una professoressa. Delazioni, quelle, che facevano comprendere il carattere perverso che potevano avere quei giovani Resistenti. Ed Emma, essendo a sua volta una Resistente, dovrebbe avere in teoria la strada spianata nel cercare di scoprire qualcosa. Eppure doveva essere cauta. Isabella Malfoy non si era mai schierata espressamente come il fratello, lei non era mai stata marchiata, o comunque toccata in alcun modo, e il solo fatto di insinuare che lei e un Potter avevano una relazione, avrebbe messo in pericolo Blaise, Edward ed Eliza.
Era un bel rompicapo, soprattutto perché vedeva protagonista la Strega di Ghiaccio, come si soleva chiamare Isabella, dopo che aveva congelato un ragazzo che aveva osato provare a sfiorarla con attenzioni poco pudiche.
L’immagine che le suggeriva l’amica Angel su Isabella, le lasciava intendere che la Grifondoro era avvezza a certi marchingegni e sotterfugi, cosa che, come sapevano tutti, aveva invece sempre odiato.
Cosa si celava, dunque, dietro il rapporto tra James Potter e Isabella Malfoy?
Mentre si perdeva in quei pensieri, non si era accorta che era arrivato il cameriere a chiedere loro
- Un breakfast tea- chiese con un bel sorriso, portando dietro le orecchie quei numerosi riccioli d’oro che le ricadevano scomposti sulle spalle, nonostante i suoi sforzi di renderli almeno un po’ meno ribelli.
Il cameriere se ne andò, e l’attenzione di Emma fu tutta su Angel, che aveva davvero un’aria depressa. Si allungò verso di lei e le prese una mano. Non riuscì a dirle nulla, perché proprio in quel momento sbucò Murtagh che, prepotentemente, si sedette accanto a Emma e l’afferrò per darle un bacio passionale.
La biondina si divincolò.
- Insomma, non hai un po’ di tatto! Non vedi tua sorella come sta giù?- lo rimproverò con un filo di voce, indicandole con lo sguardo Angel, che iniziava a guardarsi intorno con aria preoccupata e ansiosa.
La reazione di Murtagh fu quella di scrollare le spalle.
- Gliel’avevo detto che Potter le avrebbe causato solo un mucchio di problemi. Fatti suoi- disse alla fine, senza curarsi del fatto che Angel la stesse ascoltando.
Emma lo fulminò con lo sguardo, e tornò a ignorarlo, come a volte doveva fare per evitare che i suoi nervi sensibili non saltassero in un attimo.
- Dove sei stato finora?- chiese Angel a Murtagh, dopo l’iniziale silenzio. La brunetta si stava arricciando sulle dita una ciocca ci capelli castani e corti.
Ancora una volta, Murtagh scrollò le spalle. – Un po’ qua, un po’ là- rispose, - ma sto cercando di divertirmi un po’. Lo conosci Mike Felder, quello del secondo anno di Corvonero? Quello che va dietro a quella ragazzina riccia del suo anno, quella bellina bassina ma con curve alquanto notevoli…- sentì l’occhiataccia di Emma su di sé, ma la ignorò, e continuò a raccontare dopo che Angel aveva annuito per fargli capire che aveva inteso di chi parlasse. – Ecco, io e gli altri del mio anno, escluso Hammer ovviamente, gli abbiamo teso un agguato, e per “sbaglio”, diciamo così, è finito steso nel fango ai piedi della ragazza. Dovevate vedere come biascicava con la lingua che non gli funzionava per la fattura!-
Murtagh scoppiò in così grasse risate che si tenne la pancia.
Emma sorrise divertita, ma scosse la testa. – Ma certo che siete proprio stupidi!-. Murtagh rise ancora più forte, abbandonandosi sul tavolo.
Quella scena riuscì a far sorridere anche Angel, che in quei giorni proprio non riusciva a capire dove sbagliasse con James, continuava a chiedersi cosa avrebbe dovuto mai fare.
All’improvviso la porta del pub si aprì di nuovo, e un vento gelido portò loro delle risate sin troppo familiari per Angel. Seduta com’era in disparte ma in un posto davvero strategico, le bastò una fugace occhiata per vedere la squadra di Quidditch di Grinfondoro al completo.
Erano tutti lindi e pinti, merito delle docce fatte dopo l’allenamento. Ognuno aveva lasciato a scuola le divise ed erano vestiti in modo casual. In quegli anni la moda di vestire babbana era entrata e si era radicata persino nel mondo magico. Con la morte di Voldemort, maghi e babbani si erano quasi del tutto integrati tra loro, o forse sarebbe stato più giusto affermare che i maghi, per evitare qualsiasi coinvolgimento dei babbani, avevano fatti propri mezzi all’avanguardia. Moto, macchine e biciclette erano entrate nell’uso comune dei maghi (se si trattava di viaggi non molto lunghi), che a volte preferivano questi mezzi alle scomode scope o all’imprevedibile e pericoloso nottetempo; i telefoni ormai si erano diffusi in quasi tutte le case, lasciando quasi al verde tutte le poste comunali, che mettevano a disposizione i gufi, i quali erano contenti di poter fare un giretto senza dover fare commissioni qua e là per il mondo; infine, le vecchie toghe che fino a qualche anno fa erano di gran moda erano diventate quasi inutilizzate in incontri non formali. Insomma, il mondo babbano aveva messo radici anche in quello dei maghi.
Mentre da una parte Angel ne era contenta, dall’altra non lo era, soprattutto quando vide Isabella Serinda Malfoy con una minigonna così corta che era quasi scandalosa. Eppure, Angel non poteva dire che le stesse male, dato che da sotto quel minuscolo pezzo di stoffa uscivano due gambe lunghe ed affusolate, fasciate in quasi coprenti collant, ai piedi stivali neri che le arrivavano al ginocchio e, nonostante tutto, non l’attozzivano per niente. Era davvero il sogno di ogni ragazzo perché, con tutto rispetto, se lo poteva permettere. Ed Angel l’ammirava tanto, se non fosse per il fatto che le dava fastidio vederla spesso insieme a James. Un mostro chiamato invidia la possedeva ogni volta che li vedeva ridere così naturalmente insieme.
Stava per alzarsi e raggiungerli, quando Murtagh le afferrò con violenza un braccio.
- Dove credi di andare?- chiese, con voce atona.
- Da James, ovviamente-
Angel sapeva che Murtagh non approvava per niente la sua storia con il rampollo di casa Potter, ma c’era qualcos’altro che lesse nella sua espressione, ma non riusciva a decifrare.
- Ovviamente. E perché vorresti andare da lui?-
- Forse perché è il mio ragazzo?- rispose acida lei.
- Angel, hai appena detto che James ti ha dato buca per uscire con i suoi compagni di Quidditch!- esclamò Emma, con gli occhi sgranati per quello che la ragazza aveva affermato.
- E allora?-
Emma e Murtagh si scambiarono un’occhiata. Sapevano che Angel fosse ancora piccola per certe cose, e non poteva arrivare a quelle macchinazioni che erano abituati a fare loro due, ed era per questo che c’erano loro a guidare le sue mosse.
- Potter non ti aveva mai dato buca, fino a quest’anno-, cercò di farle notare Emma.
Angel scosse la testa.
- James esce con la squadra almeno una volta ogni tre mesi, quasi come se prendesse pillole-.
- E’ la prima volta che potete uscire insieme da quando siete tornati dalle vacanze e lui che fa? Non esce con te, ma preferisce loro. E’ successo l’anno scorso?-
Angel ci pensò su.
- No- si limitò ad ammettere.
- E come mai proprio quest’anno ha deciso di uscire prima con la squadra?- continuò a chiedere Emma.
Angel si strinse nelle spalle.
- Te lo dico io, sorellina. Perché quest’anno c’è la Malfoy-. Murtagh non aveva mai adorato i Malfoy, né tantomeno li odiava, ma stava iniziando davvero a farlo.
Angel guardò i due ragazzi come se avessero appena detto eresie.
- Secondo me è una coincidenza-. Non riusciva a non difendere James, talmente era abituata a farlo. Da che ricordava, Emma e Murtagh erano sempre stati insieme, e quando si mettevano d’impegno, riuscivano ad essere davvero pericolosi.
Il tarlo del dubbio si insinuò dentro i pensieri di Angel, che si limitò a guardare i ragazzi del Grifondoro, che avevano ormai preso posto ad un tavolo lungo ottenuto unendo più di un tavolino. James era seduto a capotavola, e Bella alla sua destra. Alla sua sinistra, malgrado non facesse parte della squadra, c’era anche Albus. Winchester era seduto accanto a Bella, e tutto il resto della squadra, era distribuita attorno al tavolo.
Angel non era mai stata invitata a quegli incontri, mentre Albus poteva andarci perché era fratello del capitano, e perché “erano tutti ragazzi”. Quest’anno, invece, c’era anche Bella. Allora perché l’idea di invitarla a sua volta non aveva sfiorato la mente di James?
Si voltò dall’altro lato, ma era forse il momento sbagliato per parlare con Murtagh ed Emma, dato che avevano preso a baciarsi con passione e poca pudicizia. Angel di certo non spiccava di verecondia, ma trovava davvero esagerato quel modo di esprimersi in pubblico. Così, per evitare di sentirsi in imbarazzo, tornò a guardare dietro di lei.
Ciò che vide la fece arrossire di rabbia e vergogna. James si era appena avvicinato a Bella e le stava sussurrando qualcosa all’orecchio. Si scambiarono uno sguardo intenso e pieno di significato.
Non poteva essere vero, di sicuro c’era una spiegazione, e tutto quello era un qui pro quo. James Potter aveva sempre odiato tutti i Malfoy, a detta sua. A detta sua. Eppure, da come si comportavano i fratelli Potter con la Malfoy, non sembrava che li odiassero.
Le lacrime le riempirono gli occhi. Non voleva vedere, eppure non riusciva a smettere di osservarli. Winchester aveva cinto la vita della ragazza, ma James lo aveva fulminato con lo sguardo.
Non ti permettere, Mark. Non la toccare, riuscì a leggere sul labiale di James.
- ..gel… Angel!-
Il suo nome esclamato dal fratello, la mano di lui che le aveva scrollato violentemente il braccio, la fecero girare. Murtagh era accigliato tanto quanto Emma, che ancora stava osservando la scena dei Grifondoro.
- Vieni, Angie. Andiamo in bagno- disse lei con forza, respirando profondo. – E tu, vedi di non cercare rogne. Più stiamo in disparte e facciamo i discreti, più sapremo fin dove hanno il coraggio di arrivare quei due- aggiunse in direzione di Murtagh, che aveva tutta l’intenzione di non starsene seduto a guardare.
Angie seguì Emma senza aggiungere alcuna parola. Ripensando a quanto successo qualche ora prima, non credeva James possibile di tanta falsità. Le aveva detto di amarla, e lo aveva visto provarci con un’altra. Chiunque ella fosse stata, ad Angel non importava. La cosa che più lo feriva era vederlo legato ad un’altra.
C’era però, nella sua mente, una piccola vocina chiamata speranza, la quale le diceva di non disperare, perché James avrebbe sicuramente avuto modo di darle una spiegazione più che plausibile per quel comportamento.
Chiuse in bagno, Emma le poggiò entrambe le mani sulle spalle.
- Ehi, Angie! Fatti forza! Non devi lasciare che Ja mes vinca! Non puoi lasciarti andar così. Dagli pan per focaccia. Un vecchio detto babbano dice “occhio per occhio, dente per dente”. Se lui si comporta così con qualcun’altra, e non si fa scrupoli a farsi vedere in pubblico, devi anche tu fare lo stesso. E sta sicuro che, per essersi comportato così, di sicuro c’è stato qualcosa che tu non sai tra loro due. Sicuramente una storia fugace d’estate, senza tener conto che i sentimenti, con la vicinanza, aumentano sempre di più il desiderio-
Quel discorso mandava ad Angel continue fitte al petto, tanto che si appoggiò alla sua amica per non cadere. Si aggrappò a lei con tutte le forze, e pianse. Le lacrime le portarono via con forza tutto il dispiacere che provava in quei mesi e che si era trascinata dietro sin da allora. Diede la colpa delle poche visite tra i due a Murtagh e ad Albus, i quali si odiavano a pelle, e odiavano anche i rispettivi fratelli. Se solo avesse potuto vedere James tutto il tempo che voleva, magari questa situazione si sarebbe potuta evitare.
- Angie, Angie. Sapevi sin dall’inizio che James Potter era un tipo del genere, che va là dove lo portano i testicoli, e non dove lo porta il cuore. Potrà dirti mille volte che ti ama, ma facendo così non te lo dimostra. Per quanto altro tempo ancora vorrai farti mettere i piedi in testa?- rincarò la dose la bionda Tassorosso.
Angel era stremata. Non aveva alcuna altra lacrima da versare. Sapeva com’era il suo volto in quel momento, tutta l’estate non aveva fatto altro che specchiarsi dopo aver pianto, cercando la forza di non essere così debole, e ogni volta vedeva un viso pallido, le gote arrossate e gli occhi gonfi, sebbene non rossi di pianto. Pareva malata. Malata, sì, di pene d’amore.
Un rumore oltre la porta le fece scattare la testa.
- Cos’è stato?- chiese alla bionda, conoscendone già la risposta.
- Murtagh- sibilò Emma, prima di fiondarsi là dove la porta le divideva dalla sala principale.
Angel rimase ancora un po’ a guardare imbambolata le porte che sbattevano. Prese una bella boccata d’aria, e uscì dal bagno.
Nella sala tutti mantenevano un rigoroso silenzio, e ciò che vide Angel fu sono l’immagine di suo fratello e James che si minacciavano con le bacchette al petto. Le punte di entrambe le bacchette parevano voler trapassare da parte a parte l’avversario.
Albus aveva sotto bacchetta Emma, la quale aveva piegato un braccio dietro la schiena a Bella, prima che potesse prendere alcuna bacchetta, dato che era disarmata, e le puntava con forza la bacchetta sulla gola.
I camerieri non osavano muoversi, neanche per prendere la bacchetta e porre fine ai litiganti. Dietro James c’era tutta la squadra di Quidditch con le armi alzate, così come dietro Murtagh c’erano i suoi fedelissimi compari.
La tensione era palpabile. C’era così silenzio, che Angel potè ascoltare i battiti accelerati del suo cuore.
- No..- disse, con un fil di voce. – No, no. No!- continuava ad esclamare. Sentì le gambe sotto il suo peso, che la portarono tra il fratello e il ragazzo. Poggiò ad entrambi le mani sul petto, cercando di dividerli. – Smettetela ora! Non è questo un luogo adatto per battersi, e né c’è bisogno che vi battiate!- li rimproverò.
James ebbe un fremito, e spostò lo sguardo per qualche attimo su Angel. Alla Corvonero quello sguardo bastò a farle capire che il Grifondoro era pronto ad abbassare la bacchetta, se solo Murtagh l’avesse fatto contemporaneamente. Così Angel portò anche l’altra mano sul petto del fratello.
- Ti prego, Murtagh. Smettila.-
Fece forza con entrambe le mani. Murtagh era irremovibile. Qualcosa però guizzò nei suoi occhi, e fece qualche passo all’indietro.
Angel sospirò. Il peggio era passato. Tutti abbassarono piano la guardia, e con essa la bacchetta. Persino Emma allontanò la punta della bacchetta dal collo di Bella. Angel era sollevata. Ora Emma avrebbe lasciato stare Bella. Il chiacchiericcio era tornato a regnare sulla sala, evidentemente senza più interesse su quella contesa.
Fu un attimo, e ad Angel girò la testa. Fu spinta di lato, colluttò contro una sedia, sbattè il mento, e si ritrovò di schiena per terra. Lo sguardo era rivolto verso James, che veniva investito da un incantesimo in pieno petto. Albus lanciò a sua volta un incantesimo, ed Emma non ebbe scrupoli a farsi da scudo con il corpo di Bella, che urlò di dolore. Dietro di lei, la bionda lanciò un incantesimo dietro l’altro al secondogenito dei Potter, il quale con grande abilità li stava scansando tutti, o quasi. Uno lo colpì la braccio, lasciandogli una brutta ferita che gli strappò persino la manica.
Il chiacchiericcio nella sala era diventato un coro di grida e urla, e gente che scappava di qua e di là, nascondendosi sotto i tavoli o dietro incantesimi di protezione.
Urlò, cercando di muoversi, ma non ci riusciva per niente. Urlò quando vide il corpo di James contorcersi per terra, e Murtagh sovrastarlo. Sopra di lei sentiva il sibilare degli incantesimi tra la squadra di Quidditch e gli scagnozzi di Murtagh. Qualcuno cadde a terra ferito, qualcun altro resisteva.
- Quiescebatis!- qualcuno urlò. Il terreno fremette sotto di loro, e tutti caddero per terra, addormentati. Persino Angel fu sopraffatta quasi subito.
Vide un tipo incappucciato che trascinava con forza i ragazzi di Hogwarts gli uni vicini agli altri. Era affiancato dalla professoressa Sullivan, quella di incantesimi, la quale aveva creato un velo di color azzurrino opaco, che calò su chiunque stava ai Tre Manici di Scopa che non facesse parte di loro.
Vide i piedi dell’uomo incappucciato avvicinarsi. Si fermarono proprio vicino a lei. Le posò una mano sulla spalla. Si scambiarono giusto uno sguardo rapido, e Angel non ebbe neanche il tempo di pensare se le desse la sensazione di esserle amico o meno, che il sonno la pervase.
L’ultima cosa che pensò fu che gli occhi dell’incappucciato fossero di un nero così intenso e profondo che pareva risucchiarla.






ueQueQuella
~ Rupi
Spazio riservato all'autrice: Mi sono detta: "Questa storia sta diventando davvero smielata, tra amori e tradimenti. Una buona lotta è l'ideale", e così ne ho approfittato per introdurre qualche personaggio nuovo, ma che ben presto si rivelerà (forse) un personaggio chiave (?). Non so ancora neanche io chi è l'incappucciato, ma un'idea ce l'avrei.
Vi anticipo che, con molta probabilità, la storia di questo capitolo proseguirà qualche capitolo più in là. Quindi, se volete conoscere come va a finire, continuate a seguirmi!
Bacini. La vostra prima fan.
  
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