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Autore: Serenity Moon    31/10/2011    6 recensioni
"Puoi sempre tornare dalla tua anima gemella. E' questo che la rende un'anima gemella"
Cappie, Greek.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Bitch '
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# 8

 

Una luce accecante che si infiltrava violenta dalle fessure della persiana costrinse Jude ad aprire gli occhi. Non voleva svegliarsi, aveva vissuto un sogno meraviglioso e non le andava proprio di ritornare alla realtà dura e crudele. Sapeva cosa l'aspettava e non voleva affrontarlo.

Come un gatto si stiracchiò per sgranchirsi le ossa. Stranamente si sentiva bene, più del solito. Di nuovo era riuscita a riposare. Sarà perché aveva scaricato gran parte delle sue preoccupazioni o forse per la semplice presenza di Ryan, il cui calore era assai più assuefacente di un sonnifero, aveva dormito divinamente. Stirò per bene le braccia, ruotando di lato e ritrovandosi a pancia in giù. Il lenzuolo scivolò lasciando scoperta la schiena e rivelando anche parte delle natiche ancora nude.

Nella stanza accanto, lo scrosciare tranquillo dell'acqua la invitava, come una dolce ninnananna a richiudere gli occhi e tornare a dormire. Per quel che riguardava i sogni le bastava solo immaginare Ryan sotto il getto caldo della doccia. No, non sarebbe stato un sogno, soltanto una visione paradisiaca. Una volta una donna amica sua le aveva detto che il nudo maschile era brutto. Da bambina qual'era aveva chiuso il becco e non aveva risposto. Quasi ci aveva anche un po' creduto. Col passare degli anni però si era dovuta ricredere. Quella donna non aveva visto Ryan.

Chiuse gli occhi valutando seriamente l'idea di fare un pisolino. Il suo telefono cellulare però non sembrò essere d'accordo. Con un trillo acuto l'avvisò dell'arrivo di un SMS. Di sottecchi lanciò un'occhiata alla sveglia sul comodino accanto al letto. Le sette. Era ancora troppo presto perché fosse l'oroscopo. Chi mai poteva cercarla a quell'ora? Di malavoglia prese l'apparecchio e lesse il messaggio.

Non si arrabbiò, né si spaventò. Si limitò ad affondare la faccia nel cuscino sbuffando. Il numero del mittente era sconosciuto, ma qualcosa le diceva di conoscere bene chi lo aveva inviato.

'PRETENDO DI PARLARE CON TE FACCIA A FACCIA, NIENTE SCUSE. CI VEDIAMO OGGI ALLE 10.30 AL PARCO'.

Se lo aspettava, non poteva negarlo. Quello che la sorprese fu la propria reazione di fronte a quella semi-minaccia, l'assoluta indifferenza che accompagnò la lettura di quel messaggio. Non poteva importargliene di meno.

Ryan arrivò qualche secondo dopo con un asciugamani stretto alla vita, i capelli bagnati ed in viso un'espressione preoccupata. Jude si mise a sedere sul letto tirandosi addosso il lenzuolo per coprirsi e si costrinse a guardar fuori dalla finestra. Non si accorse che anche lui teneva il cellulare in mano fino a quando non si permise una sbirciata in sua direzione. Lo sguardo contrito la diceva lunga sul tipo di SMS che aveva ricevuto.

«Ne ha inviato uno anche a te?» gli chiese interessata. A lei aveva tante cose da chiedere okay, ma cosa poteva volere da Ryan nella stessa mattinata? Avvertirlo che aveva convocato Jude al banco degli imputati? Possibile che volesse vederli entrambi contemporaneamente?

«Mi auguro davvero che non abbia mandato lo stesso anche a te e a giudicare dalla tua espressione direi che no, non l'ha fatto o saresti incazzata nera».

Jude fece spallucce come per fargli capire che non le sarebbe importato nemmeno se avesse disseminato la città di manifesti in cui la denigrava.

«Tanto per curiosità» volle informarsi per puro sfizio. «Quante volte mi ha chiamata puttana?». Se gli avesse chiesto che tempo c'era fuori avrebbe usato lo stesso identico tono disinteressato. Anzi forse quell'altra informazione le sarebbe più utile visto che doveva uscire.

«Diciamo che non si è limitata soltanto a quello» confessò Ryan evidentemente imbarazzato.

Jude abbozzò un sorriso e poi sospirò. Dopotutto se l'era scelta lei quella vita. Aveva fatto diventare Ryan un traditore, un bugiardo, uno di cui non fidarsi, ma a sua discolpa poteva dire che non lo aveva fatto per sfizio e tanto meno per cattiveria. L'aveva fatto per amore. Lei lo amava con tutta se stessa, più di quanto avesse mai amato qualcuno in vita sua. Era stato lui a preferire il doppiogiochismo. Ciò però non toglieva che fosse lei la puttana. E pazienza! La reputazione e la dignità se l'era giocate nel primo istante in cui gli aveva messo gli occhi addosso.

«Okay» esclamò battendo le mani sul piumone ed alzandosi. «Si va in scena!».

La prendeva davvero come una recita e la sua sarebbe stata una performance da oscar.

«Jude».

Ryan voleva dirle qualcosa ma neanche lui sapeva cosa di preciso. Forse un semplice 'fermati, lascia stare'. Non sarebbe più capitata un'occasione del genere. Forse il destino voleva proprio quello, dargli modo di concludere la farsa che stava vivendo ormai da anni per iniziare una storia diversa ma vera. Non disse nulla.

Jude interpretò la sua insicurezza come paura. Gli aveva ripetuto centinaia di volte la sua linea di comportamento, possibile che non si fidasse di lei e temesse un'improvviso colpo di testa volto a rovinare tutti e tre?

«Puoi stare tranquillo» lo rassicurò evitando accuratamente di incrociare il suo sguardo. Non voleva che lui leggesse quanta sofferenza le provocava quello che stava per fare, soprattutto dato che lui con mezza parola avrebbe potuto totalmente ribaltare il corso degli eventi che di lì a poco sarebbero accaduti.

'Ti prego, chiedimi di non farlo. Significo così poco per te?' si domandò nell'esatto istante in cui la sua bocca diceva tutt'altro.

«Sai già cosa le dirò. Farete la pace e tornerà tutto come prima».

Si sentì quasi in colpa verso se stessa. Glielo stava consegnando senza combattere, senza nemmeno provarci. 'E' inutile' si disse, ma una parte di lei continuava a sperare che non lo fosse.

'La sua felicità prima di tutto' ricordò a se stessa.

Decisa lo oltrepassò per recarsi in bagno, ma Ryan la fermò afferrandola per un braccio. Jude non seppe decifrare ciò che si nascondeva nei suoi occhi. Dispiacere? Stupore? Indecisione?

«Perché fai tutto questo?» le chiese soltanto.

Lei rimase di spalle. Guardarlo l'avrebbe obbligatoriamente costretta a tradirsi e non poteva permettersi il lusso di mostrarsi debole, sentimentale, innamorata, anche se era quella la vera risposta alla domanda che le aveva posto.

'Perché ti amo'.

«Perché sei una brava persona e non voglio che passi per un bugiardo o un traditore agli occhi della gente. Dopotutto ti ho cacciato io in questo casino e adesso ho l'opportunità di tirarti fuori». Le tremò la voce alla fine ma per i resto poté ritenersi soddisfatta.

«Ti sono debitore» le disse.

«Ti rifarai accettando di farmi da testimone al mio matrimonio». Gli strizzò l'occhio impedendogli di capire se stesse scherzando o meno. Lo lasciò impietrito e proseguì verso il bagno. Aveva bisogno di una doccia.

 

Alle dieci e venticinque erano arrivati entrambi al luogo dell'appuntamento. Avevano preferito prendere strade diverse per non destare ulteriori sospetti ed ora stavano ad un paio di metri l'uno dall'altra evitando di guardarsi o rivolgersi la parola. L'ora X stava per giungere ma di lei, dell'altra, non c'era ancora traccia. Che se ne fosse pentita?

Prima che la speranza prendesse del tutto forma, in lontananza videro qualcuno avvicinarsi a loro, uno sculettare familiare ed un ondeggiare di capelli che tante volte Jude aveva sognato di strappare uno ad uno.

«Ryan?». Avevano ancora qualche secondo. Doveva dirgli un'ultima cosa.

«Sì?».

«Qualunque cosa io dirò, sappi che è una bugia» disse. Poi indossò la migliore delle maschere che aveva, un misto fra orgoglio spavaldo ed impertinente menefreghismo. Incrociò le dita per se stessa, per Ryan e sperò che tutto andasse bene.

«Grazie per essere venuti» esordì la nuova arrivata senza tanti convenevoli. Era palese quanto si stesse sforzando di restare tranquilla. In testa chissà quanti flash l'avevano illuminata riguardo a quella mattina. Forse aveva anche scritto ciò che avrebbe detto.

«Figurati» le rispose Ryan. La sua era la posizione peggiore, immobile fra due fuochi che rischiavano di incendiare tutto senza controllo.

Jude invece rimase in silenzio, all'apparenza annoiata da quelle false moine. In realtà studiava la situazione ed i suoi possibili risvolti.

'Non devi arrivare alle mani. Trattieniti, fallo per Ryan' si ordinò riuscendo a rilassarsi.

L'altra lanciava continue occhiate prima a lei poi a Ryan e viceversa come se aspettasse che da un un momento all'altro si tradissero con un gesto, una parola, uno sguardo.

All'improvviso Jude capì perché aveva voluto che ci fosse anche lui. Era un modo per metterli alla prova, per tastare la loro sincerità. Qualunque legame avesse deciso che li unisse doveva essere tanto forte da non ammettere bugie. Se erano davvero innamorati come la situazione imponeva non sarebbero mai stati capaci di mentire, o almeno non Jude. Da donna non ci sarebbe riuscita, non se fosse stata obbligata a guardare negli occhi l'uomo che ama. Era una trappola ma lei non conosceva Jude. Si era fregata con le sue stesse mani.

«Sapete perché ho voluto vedervi. No, tu per ora sta' zitto» intimò a Ryan quando lui provò ad interromperla. «Voglio sentire cos'ha da dire lei» disse indicando col mento Jude che nel frattempo aveva trovato qualcosa di estremamente interessante da osservare nelle sue unghie. Si guardarono per qualche secondo, poi l'altra distolse lo sguardo intimidita da quello duro ed impassibile di Jude.

«Cosa vuoi sapere?» le chiese, ma più che una domanda era una sfida che l'altra accolse ingenuamente. Non sapeva in che guaio si stava cacciando.

«Sei stata a letto col mio ragazzo?». Dritto al sodo. Meglio così, Jude lo preferiva.

«No». Schietto, deciso, sicuro. Per non lasciare alcun margine di dubbio.

«Mi hanno detto che avete avuto una storia» ritentò.

«Oh sì, l'ho sentito dire anche io e sai, mi piacerebbe davvero sapere chi è stato. Almeno avrebbero potuto inventarsi qualcosa di meglio».

Quella la guardò stranita.

«Che vuoi dire?».

«Mi hai guardata? Secondo te una come me potrebbe mai stare con un tipo del genere?» disse lanciando un'occhiata sprezzante in direzione di Ryan che ancora restava impassibile davanti a quella scenetta.

'Ti prego, perdonami' pensò nell'esatto istante in cui terminava di sfotterlo. Si sentiva uno schifo a metterlo in mezzo.

«Non prendermi in giro» ruggì l'altra arrabbiata. Aveva toccato un nervo scoperto.

«Non mi permetterei mai!».

L'altra fece minacciosamente un passo avanti e d'istinto Jude serrò pugni e mascella. Guardò Ryan alla sua sinistra. Non nascondeva di essere agitato. Se le cose fossero degenerate non avrebbe saputo di chi prendere le parti. Si maledisse ancora una volta di averlo coinvolto in quella situazione.

«Non puoi negare però che vi conoscete» disse incrociando le braccia ed assumendo l'atteggiamento sfacciato di chi vuol avere ragione a tutti i costi. Non si rendeva conto che si stava arrampicando sugli specchi.

«Conosco anche te ma questo non vuol dire che siamo state a letto insieme». Jude la pietrificò e per un attimo in faccia a quella presuntuosa comparve una smorfia di puro fastidio.

«Ascoltami» iniziò con voce stridula alzando l'indice contro Jude. Stava perdendo la calma. «Faccio finta di crederti, anche se delle tue parole non me ne faccio proprio nulla, ma esigo che tu sparisca. Non voglio che gli ti avvicini di nuovo per nessun motivo, che abbiate alcun tipo di contatto o rapporto. Voi due non vi siete mai visti. Da questo momento non vi conoscete. Sparisci, hai capito?».

Ryan si irrigidì. Lei gli rivolse la sua attenzione, le labbra strette tanto da renderla inguardabile.

«Se è vero che non c'è stato nulla tra di voi non ho niente da perdonarti. Mi fido di te. So che mi ami e non mi tradiresti mai. Dille di sparire dalla nostra vita e chiudiamo questa brutta storia» lo esortò addolcendosi ad ogni parola così da risultare più persuasiva.

Calò il silenzio. Ryan non aprì bocca.

Jude era pronta a sentirsi dire -di nuovo- di chiudere per sempre il loro rapporto. Lo aveva sopportato già una volta, ce l'avrebbe fatta ancora. Un po' come una malattia. Guarita la prima volta, gli anticorpi permetteranno che passi anche la seconda, la terza e così via. Erano già in circolo.

Ryan invece era assalito dai dubbi. Ora più che mai sentiva la responsabilità di dover prendere una decisione vera, una di cui andare fiero. Guardava Jude, ferma, immobile, le braccia distese lungo i fianchi ed in volto l'espressione annoiata di chi sa già cosa sta per succedere e non vuole assistere alla propria fine. Stringeva i pugni per scaricare il nervosismo che le attanagliava lo stomaco e si sforzava di tenere lo sguardo lontano per non tradire un'emozione che li avrebbe potuti smascherare, un'emozione che nascondeva una supplica ben precisa: 'Sei ancora in tempo. Non lasciarmi andare, ti prego. Non farlo'.

Dall'altra parte c'era lei, la ragazza di sempre, quella che tutti volevano sposasse, quella con cui, secondo gli altri, avrebbe dovuto trascorrere il resto dei suoi giorni, quella che gli stava chiedendo, anzi peggio, ordinando di abbandonare nuovamente Jude solo ed esclusivamente per il suo stesso tornaconto. Gli stava imponendo di lasciare la stessa Jude che gli aveva aperto la porta e lo aveva amato come solo lei sapeva fare anche con il cuore in mille pezzi e rimesso insieme con il nastro adesivo. La Jude che stava sacrificando la sua felicità per lui, per la sua dignità e la sua reputazione. Se c'era qualcuno che avrebbe tradito sarebbe stata lei, la sua Jude.

Fu proprio lei a toglierlo di nuovo dagli impicci.

«Non c'è motivo che lui dica niente o ti faccia chissà che promesse. Questa discussione è inutile. Me ne vado. Sono stufa dei tuoi giochi da bambina» disse più dura di quanto era stata in precedenza. Aveva bisogno di forza e doveva perlomeno sembrare decisa. Era consapevole del fatto che stava lasciando la sua vita in quel parco.

«Stammi bene» concluse girando i tacchi prima che uno dei due potesse aprire bocca e sfarfallò le dita come a voler sottolineare la sua ultima presa in giro nei confronti di quella presuntuosa.

Quando fu nel punto più vicino a Ryan rallentò impercettibilmente e continuando a guardare avanti gli sussurrò due parole quasi inudibili.

«Addio Ryan».

Poi se ne andò accompagnata solo dal soffio del vento.

 

L'ultimo capitolo Y_Y. No, scherzo. C'è ancora l'epilogo. E tra 5 giorni saprete come finirà la storia della nostra cara Jude. Appuntamento al 5 novembre, mi raccomando! Ricordate per sempre il 5 novembreeeeee!!! (L'aria di Halloween si fa sentire)
 Grazie a: broncino, Selvaggia_Chan, Sweet96, masa18, Stalker_conlaA, Emmeti, bimbic, Shinichina, oo00carlie00oo, Bryce78, michelle82, FrancescaVincenzo, lizz1183, PinkPrincess, cara_mello, layla493, Giulietta7, mariaanna, Blue Drake, Defying, FairyLeafy, Sharpettes, Noctis17, Viking_, myllyje, _maddy_25, Poisoned_Tear, Cri_o ed Euterpe_12.
Buon Samhain!!!! Al prossimo aggiornamento! Baci, bacini, bacetti, S.
 

   
 
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