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Autore: zalla    31/10/2011    0 recensioni
La storia si ambienta a Monte Carlo città che fa parte del principato di monaco,la storia si basa su una giovane ragazza di nome Jenny,i suoi modi di fare,il suo aspetto è molto differente dalla sua famiglia,gli anni passano e lei crescie le sue domande sono molte,indagando più a fondo riuscirà a scoprire di essere stata adottata,e che in lei incombe un grande destino...che molto presto scoprirà.Dalla vita di normale adolescente,passerà a una vita caotica e fatta di azione in cui dovrà guardarsi le spalle e capire chi siano i veri amici e chi i nemici.Sarà in grado di affrontare gli enormi cambiamenti che si presenteranno nella sua vita Jenny?Questo lo potrete scoprire solo leggendo...
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per mia fortuna arrivai in tempo a scuola,ci mancava solo che avrei fatto tardi il primo giorno di scuola per di più quando si trattava dell’ultimo anno,eh si l’ultimo anno,finalmente avrei dato la maturità avrei iniziato l’università e chissà cosa sarebbe successo in futuro. Posai la bicicletta al solito posto,tirai fuori dalla borsa le chiavi,con il lucchetto in modo da togliere la catena che avevo messo nel cestello e ci legassi la ruota al porta bici,per carità non che nessuno avrebbe rubato la bici,però meglio essere prudenti non avrei voluto torna a casa a piedi. Feci un grande sospiro con una passata di mano sistemai i miei capelli,strinsi la borsa e mi diressi verso il portone di entrata,ad aspettarmi c’era la mia migliore amica Caroline,bionda,alta,occhi color smeraldo,e semplicemente insopportabile per chi non la conosce,appena mi vide mi corse incontro e mi abbracciò forte –“quando mi sei mancata Rossa lo so che è solo tre giorni che non ci vediamo però sai che odio starti lontana “- sorrisi raggiante ricambiando l’abbraccio –“oh Bionda anche tu mi sei mancata”- mi staccai dal suo abbraccio gentilmente e poggiai le mie mani sulle sue spalle –“pronta per l’ultimo anno?”- dissi ridendo,lei mi guardo male e storse il naso,adoravo quel suo gesto –“a dire il vero mica tanto, preferirei che l’estate non finisse,so che fa ancora caldo ma,ora con la scuola non possiamo più goderci questi ultimi spazzi di sole”- mi mise le mani sulle guancie e fece un espressione disperata,ci guardammo per un secondo negli occhi e poi scoppiamo a ridere come due pazze,non ci importava della gente che ci guardava,potevano considerarci anche delle stupide,ma a noi non importava niente insieme ci voltammo verso il portone di scuola e con un alzata di spalle ci dirigemmo al suo interno sotto braccio,sicure che i professori fossero già nelle aule ad attenderci .Eccoci di nuovo qui davanti la nostra aula,la lezione di storia stava per iniziare,mancavano due minuti al suono della campanella che avrebbe segnato l’inizio delle lezioni,io e Caroline non ci mettemmo tanto a guardare la cattedra vuota perché sicuramente il professore era a prendere i suoi libri nell’aula docenti,perciò ci accomodammo agli ultimi banchi ma soprattutto vicine. Nel tempo che aspettavamo il nostro prof iniziai a scarabocchiare sul mio quaderno gli occhi che sognavo sempre e che aveva quel ragazzo,erano così pieni di odio che davvero potevano uccidere ecco perché avevo così paura di quel sogno,dopo poco venni interrotta da Care che mi diete una botta sul braccio,la guardai e subito mi indico con la testa il professore appena entrato, così mi voltai verso l’entrata,non era il nostro solito professore ma era uno nuovo,alto,capelli castano scuri un po’ disordinati,una lieve barba sistemata sicuramente quella mattina ne sentivo il profumo,non chiedetemi come facevo,postura elegante … e molto giovane su per giù 25 anni, “wow” pensai tra me e me,avevamo un professore che era quasi nostro coetaneo,mi venne quasi da ridere a pensare una cosa del genere chissà quante d’ora in poi gli avrebbero sbavato dietro ,lo stavo osservando in tutti i suoi lati quando mi rivolse un occhiataccia come se sapeva cose stessi pensando mi girai verso Care che mi rispose con una semplice alzata di spalle –“allora ragazzi”- iniziò a parlare come pensavo ha una voce molto giovanile ma forte per far capire che fosse lui a comandare li dentro –“sono il vostro nuovo professore si storia,a differenza del vostro ex professore,io sono ho studiato i culti di ogni città esistente al mondo,ma...- sospese la frase per qualche secondo nel quale si tolse la giacca e la posò sulla sua sedia – ma le storie antiche che mi interessano di più si trovano in questa città Monte Carlo”- tossi leggermente e prese un libro,non sembrava uno dei nostri chissà da dove l’avesse preso –“ognuno di voi sul banco a delle fotocopie bene quello è l’argomento che studieremo oggi,cioè la città oscura eh già..”- disse lasciando seguire una lunga risata davanti agli occhi sbalorditi dei ragazzi –“ non ditemi che non sapevate che millenni fa Monte Carlo portava questo nome,non avete notato come la luna qui brilli poco? “- continuo a parlare per tutte le sue due ore della maledizione che incombeva da sempre su Monte Carlo che cosa stupida pensai,finalmente la campanella ci salvò,non ero l’unica a non vedere l’ora di andar via tutti si alzarono di corsa per uscire dalla classe io e care essendoci messe agli ultimi posti eravamo fummo le ultime ad uscire,ma in quel momento venni bloccata dal professore,che mi aveva preso per un braccio mi voltai di scatto facendogli lasciare la presa –“ma cosa le prende non ho fatto niente! “ dissi scorbuticamente egli rise e mi rispose –“Oh ma certo mia cara Jenny giusto,volevo solo dirti di prepararti bene ho notato il tuo sguardo annoiato perciò la prossima lezione verrai interrogata”. Guardò l’orologio e poi torno su di me –“ora potete andare farete tardi alla vostra prossima lezione ,senza salutarlo io e Care uscimmo velocemente dall’aula e come in un duetto ci guardammo scioccate e nello stesso momento pronunciammo la stessa frase -“è pazzo”- cercammo di trattenere le risate per quella coincidenza e procedemmo verso le prossime lezioni. La giornata passò velocemente per mia fortuna non incontrai di nuovo quel prof,però la cosa negativa è che ne io ne Caroline potevamo uscire quella sera ,così mentre mi avviavo a prendere la mia bici ci salutammo e ci demmo appuntamento per il giorno seguente. Tornai a casa puntuale per il pranzo come sempre,entrai e con mia grande sorpresa trovai ,la mia adorata cugina Rosalie seduta in salotto che mi aspettava,appena mi vide mi sorrise allegramente aprendo le braccia e aspettando che io le andassi incontro ad abbracciarla,e così feci,purtroppo potemmo farci sono due chiacchiere sole su come andava dalle sue parti dato che lavorava e viveva fuori città,e riuscii a raccontargli in tempo di come era andato il primo giorno di scuola. Il pranzo fu veloce ma pur sempre buono,mia madre era un ottima cuoca io e Rosalie lavammo i piatti insieme e chiacchierammo per tutto il tempo finche non mi chiese –“Hai più avuto quegli incubi?” la guardai abbassando lo sguardo sul piatto che stavo accuratamente sciacquando –“SI,a dire il vero ed è stato proprio stanotte “- con un cenno del capo gli indicai verso il basso per fargli capire il tutto,e come sempre capi al volo era davvero intelligente –“Ancora quei segni..-“ disse sospirando e poi mi guardò-“Dovresti dirlo ai tuoi lo sai”- poggiai il piatto nella credenza –“Non posso mi prenderebbero per pazza”- annui leggermente,e dopo di che rimanemmo in silenzio per tutto il tempo. Purtroppo il tempo passo in fretta e Rosalie doveva ripartire ,così le ultime parole che mi disse in macchina furono –“cerca nel passato forse ti aiuterà..abbi cura di te piccola mia “- non ebbi modo di capire di cosa parlasse perché la sua macchina era già in moto e parti all’istante tirando fuori la mano salutandomi sorrisi leggermente e alzai la mano in celo salutandola anch’io. Chiacchierai un po’ con mia madre sul primo giorno di scuola evitando di parlare del Professore nuovo,e dopo di che corsi in camera a fare il mucchio di compiti che ci era stato assegnato studiai a fondo storia e sulla stupida maledizione di cui parlava il prof, mentre leggevo quei fogli cominciai a fantasticare su quelle leggende col risultato di addormentarmi e diventar protagonista di esse,sembrava il mio stesso sogno,ma era diverso confusionario ,c’erano angeli e demoni,e un libro si un libro che qualcuno voleva a tutti i costi era quel ragazzo,che ora assomigliava al prof si quel prof mi incuteva talmente tanto terrore da ritrovarmelo nei sogni ed era il male in persona … quello che ricordo dopo è il mio grido disperato e i miei genitori sul mio letto in preda al panico che cercavano di svegliarmi,e grazie a loro uscii da quel brutto sogno –“Oh mamma”- scoppiai a piangere e mi buttai tra le sue braccia,non mi chiesero spiegazioni,ma mi dissero che l’indomani sarei potuta rimanere a casa,si sarebbero presi un giorno di permesso per andare al lago tutti insieme,accettai di buon gusto l’offerta mi rimisi sotto le coperte,mia madre rimase a farmi compagnia finche non sprofondai di nuovo nei sogni,ma per fortuna questa volta era sereno c’era soltanto una donna che popolava il mio sogno era bellissima,mi somigliava molto,si avvicinò verso di me con le braccia aperte e sentii il calore del suo abbraccio,questo mi basto per non farmi fare più brutti incubi fino al giorno seguente. L’estate era finita,o meglio mancava poco che finisse e il giorno dopo sarebbe stato un bel modo per darle un ultimo saluto.
  
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