Twins
- Gemelli
Capitolo
6 - Quinto anno. 1975/1976
Un nuovo anno stava per iniziare e come
ogni anno, il binario 9 e ¾ era strapieno, occupato da un gran numero di
persone, fra alunni e genitori, e per questo era molto difficile muoversi.
Sirius Black camminava almeno dieci passi
avanti alla sua famiglia, che da anni lui non riteneva tale ma che era
costretto a sopportare perché ancora minorenne.
Walburga Black, sua madre, procedeva con
passo regale guardandosi intorno con alterigia. Sul suo viso si alternavano
principalmente due emozioni: la donna oscillava tra il disgusto suscitato dalla
vista dei Babbani, assolutamente indegni di trovarsi lì, e quell’aria di
superiorità che Sirius trovava così irritante.
Dietro di lei procedeva Regulus, il suo
fratellino, l’unico che forse non odiava completamente, perché succube della
madre e abituato sin da piccolo a seguire scrupolosamente i suoi insegnamenti
sulla superiorità del sangue e via dicendo.
Non era colpa di Regulus se non aveva se
non aveva la sua stessa indole ribelle dopotutto. Certo, Sirius già a undici
anni sapeva di non voler essere come la madre ma lui era sempre stato più forte
di Regulus.
Suo padre, Orion Black, invece, come
sempre era assente, quasi sicuramente chiuso nel suo studio al numero dodici di
Grimmauld Place, la residenza della nobile famiglia Black.
Sirius, notando i Potter sul Binario, fece
per raggiungerli, senza un saluto né guardandosi indietro, impaziente di
allontanarsi dalla madre, ma la sua corsa fu fermata proprio da lei.
«Sirius» esclamò la donna, con tono
imperioso «Sei già un disonore per la famiglia e una grande delusione per me,
almeno evita di infangare ancora più il nostro buon nome correndo da quei
Babbanofili e traditori del loro sangue! È umiliante per tutti noi che quei
Potter siano Purosangue!» il suo tono era ora disgustato.
Sirius s'irrigidì ma non si voltò «Madre,
avreste dovuto capire ormai da tempo che io non ho nulla da spartire con voi!»
mormorò con voce fredda e riprese ad allontanarsi, gettando però uno sguardo,
diviso fra il rimpianto e il dispiacere a Regulus; lo lasciava in balia di
serpi senza scrupoli, anche se suo fratello non ne sembrava dispiaciuto.
Era molto fiero di essere un Serpeverde.
Fortunatamente nessuno si accorto del
piccolo scontro fra madre e figlio. Quando fu abbastanza lontano, Sirius
sospirò di sollievo.
«Ehi Jamie, signori Potter!» salutò Sirius
e sul suo volto, per la prima volta da mesi, si aprì un sorriso sincero e vero.
«Ciao caro! Come sei cresciuto anche tu!»
esclamò Susan Potter, scompigliandogli con affetto i capelli. Le piaceva quel
ragazzo, era così diverso dai membri della sua famiglia che aveva avuto la
sfortuna di conoscere.
James era fortunato ad aver trovato un
amico così sincero e leale. Certo, era un combinaguai proprio come il figlio e
forse era proprio per quello che si erano trovati.
Poco più in là, invece, Beth era con Lily,
mentre questa salutava i suoi genitori. Sua sorella Petunia si era nuovamente rifiutata
di accompagnarla al binario. Lily aveva ormai rinunciato definitivamente a
ripristinare il rapporto che avevano prima di scoprire che lei era una strega.
Ci stava ancora male ma quella situazione
durava da cinque anni. Non sapeva più che fare! Lily accantonò il pensiero
della sorella e sorrise ai genitori.
«Mi raccomando studiate! Questo sarà un
anno impegnativo!» disse il signor Evans.
«Non si preoccupi, signore, Lily ci
costringerà a impegnarci al massimo, come tutti gli anni!» rispose allegra
Beth.
«Il mio piccolo generale!» mormorò il
padre di Lily, scompigliando affettuosamente i suoi capelli rossi.
«Papà!» strillò Lily, indignata e
imbarazzata dal gesto, ma con il sorriso ancora sulle labbra. Adorava i suoi
genitori!
Sua madre rise e la abbracciò, lasciando
poi il posto al marito. Poi lei e Beth raggiunsero i genitori della ragazza.
Lily sperò che Potter le stesse a debita distanza.
Salutò i genitori di Beth con calore. I
Potter le piacevano, con un'evidente eccezione.
Beth abbracciò rapidamente i genitori e
sorrise rapida al gemello e a Sirius, poi esclamò «Ciao papi, ciao mamma! Lily
ed io saliamo sul treno! Ci vediamo a Natale!». Afferrò il braccio dell'amica e
fece per voltarsi.
«Un momento signorinella!» esclamò Susan
Potter «Non penserai davvero di cavartela così!».
«Già. Dobbiamo prima mettere in chiaro due
cosette. Voi tre» John Potter indicò minaccioso con l’indice i figli e Sirius «quest’anno,
almeno provate a non cacciarvi nei guai ogni settimana…» esclamò esasperato.
«Ma veramente papi…» provò a intervenire
Beth, per evitare il peggio.
«E tu! Un uccellino mi ha detto che i
ragazzi s'interessano troppo a te! Non hai il permesso di interagire con i
ragazzi fino a quando abiterai sotto il mio tetto!» borbottò l'uomo scrutandola
con fare severo.
«Jamie!» strillò Beth fulminando il
gemello con sguardo truce. Lei tentava di aiutarlo e lui spifferava i fatti
suoi al padre? E poi non le era mai importato dei ragazzi!«Non so che ti abbia
raccontato papi, ma non è assolutamente vero!» strillò ancora indignata.
Il padre la guardò dubbioso e fece per
parlare ancora, ma il treno fischiò.
«Niente guai, d’accordo?» ribadì Susan
Potter, decisa, ma nel suo sguardo si leggevano anche dolcezza e affetto.
«Non si preoccupi signora Potter, li
terremo d’occhio noi…» intervenne Lily, al cui fianco era comparso un
imbarazzato Remus Lupin.
«Remus, non ci posso credere! Sei un Prefetto!»
esclamò Sirius incredulo e disgustato, notando la spilla sul petto del ragazzo.
«Pure tu Evans!» disse James incredulo
quanto l’amico.
«Esatto Potter! Vi conviene stare attenti
quest’anno perché vi controlleremo a vista!» esclamò Lily con un sorriso furbo e
vagamente compiaciuto «Beth, andiamo?».
Salirono tutti sul treno, mentre ancora
ridevano, pronti per affrontare il nuovo anno scolastico.
Per Sirius Black fu però un anno
complicato, pesante, per non dire tragico, che lo portò a isolarsi, a chiudersi
in se stesso e a dubitare di se stesso.
Tutte le volte che i suoi parenti,
accompagnati dai loro amici Serpeverde, lo sorprendevano da solo, non perdevano
occasione di deriderlo, provocarlo e ricordargli quanto fosse indegno e
traditore, un rinnegato.
Forse la soluzione più semplice sarebbe
stata quella di non separarsi mai dagli amici, ma loro, a lungo andare, si
sarebbero accorti delle occhiate allusive dei Serpeverde e lui non voleva che
ciò accedesse. Sopportava quindi in silenzio tutta quella situazione, perché
non voleva angustiare gli amici con i suoi problemi, dato che avevano già i
loro.
Sirius passava molto tempo da solo anche
perché mentire diventava ogni giorno più difficile e così aveva preso
l’abitudine di nascondersi nella Stanza delle Necessità, per evitare brutti
incontri e godere di una pace impossibile da trovare in Sala Comune o in
Dormitorio.
A metà anno la situazione si era fatta
insostenibile. Sirius si sentiva un animale in gabbia, braccato da tutte le
parti.
I suoi amici si erano accorti da tempo che
lui non era più lo stesso, ma quando era con loro Sirius si sforzava comunque
di essere lo stesso di sempre, con molta difficoltà.
James desiderava parlarne con lui, che considerava
come un fratello e vederlo così lo faceva stare male, ma ultimamente Sirius
aveva perso la sua facciata composta ed era distante. Di riflesso, James si era
fatto più ombroso e una rossa, Prefetto di Grifondoro, si era chiesta, mentre
pattugliava la Scuola, che ne fosse stato dei Malandrini.
Si era proposta di parlarne con Remus, con
il quale aveva raggiunto una strana forma di amicizia anche grazie al tempo
passato insieme per i loro doveri di Prefetti. Il ragazzo però ogni giorno si
faceva più stanco e preoccupato. La luna piena si avvicinava.
Una sera di marzo, Beth, dopo aver parlato
con Lumacorno della sua mediocre situazione in Pozioni, del dispiacere arrecato
per questo motivo all’insegnante e del suo scarso impegno nella materia,
insufficiente per superare il G.U.F.O. e accedere così al corso successivo,
necessario per diventare Auror, si precipitò da Severus Piton, miglior
pozionista del suo anno e fortunatamente suo amico.
Lo trovò con Mark Spencer, come al solito,
poiché erano inseparabili. Beth era felice che Severus avesse un amico fra i
compagni di Casa che lo tenesse lontano dalle cattive influenze e che lo
aiutasse a difendersi da chi lo prendeva di mira, fra cui anche Sirius e James,
i quali non avevano dimenticato il primo incontro sul treno, al primo anno.
Beth lo pregò di aiutarla e lui, con sua
sorpresa, accettò al volo. Lei sospettava che volesse avvicinarsi di nuovo a
Lily. I loro rapporti, infatti, si erano un po’ freddati, un po’ anche per
colpa di James, che perseguitava Lily.
Da anni Severus odiava James, per quanto
Beth avesse cercato di intervenire, e gli attribuiva la colpa del loro
allontanamento. Non era però un'accusa fondata perché anche Lily diceva di
odiare James ma Severus aveva notato che la rossa inconsapevolmente lo cercava
spesso con lo sguardo.
Beth, quando Severus aveva accettato, gli
era saltata al collo e l’aveva ringraziato infinite volte, stritolandolo nella
sua euforia.
«Sì, sì, d’accordo! Adesso però staccati!
Ti farò sapere il posto e l’ora, va bene? Ci si vede Beth» disse Severus allontanandosi
con Mark.
Beth si avviò verso le scale, per
raggiungere il Dormitorio, felice di aver trovato una soluzione al problema
"Pozioni".
Voltato l'angolo, però, si fermò.
«I rinnegati come te non meritano di
vivere, proprio come quegli sporchi Mezzosangue che ti piacciono tanto» sentì
dire da una voce inconfondibile, stridente al punto giusto da risultare
insopportabilmente fastidiosa. La voce inconfondibile di Bellatrix Black.
«Cosa ti succede?! Senza i tuoi amichetti
ti senti solo?» intervenne Rodulphus Lestrange, ironico, dando man forte
all'orribile fidanzata. Quei due si meritavano l’un l’altro, entrambi serpi
fino al midollo, con gli stessi ideali e convinzioni.
Le fece male vedere Sirius in loro balia,
senza che si ribellasse. Beth si sorprese di quell’improvvisa sensazione che la
spingeva verso di lui. Sentiva all’improvviso che il suo posto era accanto a
lui, come se prima le fosse mancato qualcosa e all’improvviso l’avesse trovato.
Era una sensazione curiosa e apparentemente senza senso.
«Lasciamo stare ragazzi! Se non ribatte,
non c’è gusto!» esclamò Regulus Black mentre osservava il fratello con sguardo
imperscrutabile.
Gli altri sghignazzarono ma non si mossero.
Beth decise che era il momento di
intervenire. «Non c’è gusto nemmeno ad ascoltare i vostri insulti, sono sempre
gli stessi! Siete monotoni e ripetitivi, quindi non dovrebbe sorprendervi il
fatto che non ribattiamo nemmeno più. Dovreste variare un po’, lo dico per voi,
potrebbe intaccare la vostra immagine da super cattivi! Ah, già, gli unici un
po’ fantasiosi da cui potreste prendere spunto non sono Purosangue e voi non
potete certo abbassarvi a tanto!» esclamò Beth, comparendo alle spalle dei
Serpeverde e superandoli con nonchalance, mettendosi al fianco di Sirius, con
un ghigno.
Poi estrasse la bacchetta. La prima regola
del manuale di sopravvivenza che James si era premurato di farle conoscere al
primo anno era di non essere mai disarmati di fronte al nemico dopo averlo insultato
pesantemente.
«Potter che bello rivederti…» esclamò
Lestrange, senza notare gli sguardi omicidi di Bellatrix. La sua voce si era
fatta più suadente alla sua comparsa. Le fece venire i brividi!
«Vorrei poter dire lo stesso Lestrange»
rispose sarcastica Beth, con un sorrisetto strafottente.
Forse non era propriamente saggio
provocare dei Serpeverde del settimo anno potenzialmente pericolosi ma ormai il
danno era fatto. Non li sopportava proprio!
«Non ve ne stavate andando?» intervenne
Sirius, con voce calma. Che gli prendeva?
«Già, pussa via! Avete respirato la nostra
stessa aria troppo a lungo!» esclamò Beth, seccata per il fatto che Sirius
sembrasse così distaccato. Che cavolo gli prendeva?
«Fossi in te, abbasserei la cresta Potter.
Se dovessimo incontrarci fuori di qui, non te la caveresti così facilmente. Non
immagini cosa ti attende la fuori…» intervenne Bellatrix con voce gelida e una
strana luce nello sguardo «Andiamocene ora» ordinò poi, voltandosi.
Beth si girò verso Sirius e, quando furono
lontani, lo interrogò «È per questo vero?». Aveva avuto una rivelazione, ma
sperava di sbagliarsi.
Sirius parve ritornare in sé, come se
fosse stato assente fino a quell’istante. «Per questo?» chiese alla fine,
perplesso.
«È a causa loro che ti sei allontanato dai
tuoi migliori amici, che da mesi hai una faccia da funerale, che ti emargini e
che ci fai preoccupare tutti!» chiarì Beth, alterata. Non era possibile, non
poteva essere così stupido!
Sirius la fissò per un lungo istante
«Senti, apprezzo il tuo aiuto, anche se è stato parecchio stupido da parte tua provocarli
in quel modo, ma ora voglio stare un po’ da solo okay?».
«Sono mesi che stai da solo Sirius.
Credo sia abbastanza! Ora vuoi dirmi qual è il problema? E non osare dire che
non c’è nessun problema perché potrei non rispondere delle mie azioni!» sbottò
arrabbiata.
«Il problema? Il problema sono io, sono sempre stato io. Forse hanno
ragione loro!» Sirius distolse rapido lo sguardo.
«Loro? Loro chi? Spero non quei Serpeverde
boriosi!» Beth allungò la mano afferrandogli il braccio, per prevenire una sua
fuga, scrollandoglielo leggermente.
«La mia famiglia. Come la mia adorabile
cuginetta Bellatrix non si stanca mai di ricordarmi, sono un rinnegato, dovrei
essere fra i Serpeverde a vantarmi della purezza del mio sangue…» cominciò con
voce neutra.
Beth a quel punto non
volle sentire altro e per un riflesso inconsapevole la sua mano si mosse e lo
schiaffeggiò. Si fissarono sbigottiti per un istante, poi Beth esplose «Ma ti è
dato di volta il cervello? Stammi bene a sentire, Sirius Black! Non è la nostra
famiglia a decidere per noi e non è detto che dobbiamo essere per forza come ci
vogliono loro! Tu sei TU, mettitelo
bene in testa! Sei una persona mille volte migliore di quanto loro
potranno mai essere e non riesco a credere che tu abbia fatto tutto questo solo
perché quelle serpi ti hanno messo in crisi. Tu sei diverso, lo sai da sempre,
e se a loro non va bene come sei, mandali al diavolo! Hai un’altra famiglia,
hai noi!» s'interruppe e fece un respiro profondo, per calmarsi. Non doveva
perdere le staffe! «Non
devi mai dubitare di chi sei, ma se mai dovesse capitare, ti basterebbe
guardarti intorno: sei circondato da persone fantastiche che ti vogliono bene,
come Jamie o Remus. Sei il migliore amico di entrambi, sei come un fratello per
loro, anche se non avete legami di sangue, e sei ancora qui a chiederti se
hanno ragione quei Serpeverde? Non dovresti nemmeno porti il problema! Quelle
serpi sono fatte con lo stampino e sono solo degli idioti boriosi!» lo scrutò, sembrava colpito da un'illuminazione. Allora era
sulla buona strada! «Dov’è
il Sirius Black che conosco io? Quello che se ne frega di ciò che pensano quegli
stupidi Serpeverde e che è fiero di essere un Grifondoro? Vedi di ritrovarlo
perché questa nuova versione non mi piace per niente!» lo colpì scherzosamente
sulla spalla, lasciandogli il braccio, e gli sorrise.
Pregò dentro di sé che
Sirius la ascoltasse perché altrimenti avrebbe dovuto Schiantarlo per farlo
tornare in sé. Ne era decisamente tentata!
Sirius non la deluse: scoppiò a ridere.
Gli serviva Elizabeth Morgan Potter per capire quanto era caduto in basso. Fu
come risvegliarsi all’improvviso da un lungo periodo di trance e sentì il
vecchio se stesso riprendersi dall’apatia che lo aveva sommerso negli ultimi
mesi.
«Hai ragione, hai proprio ragione Bes»
disse ridendo.
«Lo so, io ho sempre ragione. E non
chiamarmi Bes!» lo riprese, divertita, dandogli un altro colpetto, non tanto
scherzoso, sulla nuca.
Più tardi, Beth sorrise vedendo, come non
accadeva da tempo, Sirius e James fare a botte, o a giocare come
dicevano loro, sui divanetti in un angolo della Sala Comune, sotto lo sguardo
sconsolato di Remus; Sirius gli aveva appena raccontato tutto e James aveva
pensato che gli servisse altro, oltre al discorsetto illuminante di Beth per
ricordargli chi era.
James era felice che finalmente Sirius
fosse tornato tra loro e che avesse parlato dei suoi problemi con loro.
Incrociò lo sguardo di Beth e le sorrise,
grato. Anche lei era felice che Sirius fosse tornato quello di sempre; non le
piaceva la brutta copia di se stesso che era stato negli ultimi mesi.
La sua mente corse a quel pomeriggio; dopo
la sua sfuriata, Sirius l’aveva portata nella Stanza Delle Necessità, che
sembrava essere diventata il luogo prediletto per i loro discorsi più importanti.
Le aveva parlato dei Black, delle loro
manie di grandezza, della loro convinzione di essere migliori solo perché i
membri della loro famiglia erano maghi da generazioni.
Le confidò il suo odio, il suo sentirsi
differente, quanto desiderasse essere diverso.
Beth comprendeva benissimo come fosse
sentirsi in crisi ed era curioso che si fosse sfogato con lei, proprio come lei
aveva fatto con lui al loro terzo anno.
Sembrava essere destino il loro
particolare cameratismo e scoprirsi l’uno il confidente dell’altro era
sorprendente. Era come se il migliore amico del suo gemello fosse diventato
anche suo amico.
Ripensò anche ai loro primi anni a
Hogwarts, quando non facevano altro che litigare. Curioso come l’ostilità fosse
diventata… non sapeva nemmeno attribuire un nome all’emozione che si agitava
dentro di lei.
Era sorprendente che ci tenesse così tanto
a lui dato che non erano mai stati particolarmente amici, anzi l'aveva sempre
odiato. Quando l'aveva visto con quei Serpeverde, però qualcosa in lei era scattato.
Non voleva pensarci!
Beth si ritrovò così a trascorrere la
maggior parte del suo tempo con i Malandrini, cercando lo stesso di stare con
Tara e Lily, che sembrava non riuscire a sopportarli per più di trenta secondi,
forse giusto Remus.
Per la gioia di Severus, questo la spinse
a riprendere i rapporti con lui.
La persona che irritava più Lily era
proprio James, che appena scorgeva la sua chioma rossa, cominciava a fare
l’idiota, cercando di attirare infantilmente la sua attenzione.
Più lui si metteva in mostra, giocando con
l’inseparabile boccino e scompigliandosi incessantemente i capelli arruffati,
più Lily si convinceva che James Potter fosse solo un arrogante.
Beth avrebbe volentieri picchiato il
gemello, ma quando lo affrontava, lui sembrava veramente dispiaciuto e
sconvolto. Sembrava non cogliere che quello non era esattamente l’atteggiamento
adatto per interagire con Lily.
Più la vedeva allontanarsi, più James si
comportava così.
Più lei lo ignorava, più lui si faceva
perseverante nel cercare di attirare la sua attenzione, spingendolo a invidiare
chiunque cui lei concedesse un sorriso o una parola gentile. In primis Severus
Piton.
«Idiota! Il tuo migliore amico è l’idiota
del secolo! Dovrebbero istituire un premio apposta per lui!» strillò Beth,
furente, camminando avanti e indietro per la Sala Comune.
«C’è una cosa che non capisco: perché
quando fa l’idiota diventa il mio migliore amico?» le chiese Sirius con un
sorrisetto divertito.
Beth si fermò di colpo, girandosi per
fulminarlo «Non è divertente Black. James ci tiene veramente a Lily, ma così la
farà solo allontanare. E giuro che se mi mettesse nella situazione di dover
scegliere tra lui e la mia migliore amica lo uccido. In modo lento e doloroso!»
Sirius si fece serio, avvertendo un innato
senso di protezione esigere che lei non soffrisse «Oh vieni qua!» disse
attirandola in un abbraccio «James sa che vuoi bene a entrambi, non oserà mai
farti una cosa del genere. Ci parlerò io d’accordo? Vedrai che non farà niente
di stupido…»
Beth s'irrigidì, colta di sorpresa.
«Mmm..» fu il suo solo commento. Chissà perché lei ne dubitava fortemente!
Era ormai giunto il momento più temuto da
tutti gli studenti del quinto anno: i G.U.F.O.
Beth era piuttosto tranquilla: Lily
l’aveva coinvolta nei suoi ripassi integrali di ciascuna materia e Severus
l’aveva aiutata moltissimo in Pozioni. Era pronta.
Aveva smesso di intercedere per James
presso Lily, anche per la sua salute mentale. Era davvero giunto il momento che
James crescesse un po’ e doveva capire da solo come fare.
Il peggio accadde quando avevano appena
terminato l’esame di Difesa Contro Le Arti Oscure.
Beth sapeva che il suo esame era andato
bene. Lei, Lily e Tara uscirono in giardino, un po’ per godersi il sole un po’
per ripassare. Il prossimo esame sarebbe stato quello di Trasfigurazione.
Si sedettero a una distanza che Lily
ritenne sufficiente dai Malandrini, seduti sotto un faggio, in riva al lago.
Beth incrociò lo sguardo di Sirius che le
fece un occhiolino. Inspiegabilmente il battito del suo cuore accelerò, perciò
Beth si affrettò a distogliere lo sguardo, confusa. Che accidenti le prendeva?
Con la coda dell’occhio notò Severus e
Mark discutere animatamente e all’improvviso dividersi. Discretamente, osservò Severus
e lo vide accomodarsi poco lontano dai Malandrini, all’ombra di alcuni cespugli
e immergersi nella lettura del foglio dei G.U.F.O.
Anche Lily si accorse di lui. Si sbracciò
per farsi notare e gli regalò un sorriso luminoso, prima di tornare al ripasso
di Trasfigurazione.
Beth non capì cosa spinse James ad agire
in quel modo: forse una botta in testa presa da piccolo in seguito alla caduta
dal seggiolone magico, o forse l’aria malsana respirata nel cielo mentre
giocava a Quidditch o la sviscerata gelosia che lo divorava, fatto sta che
James Potter si apprestò a fare la cosa più stupida che avrebbe mai potuto
fare.
«Mocciosus» sibilò piano.
Severus intanto si era alzato e stava
infilando le pergamene del G.U.F.O. nella borsa. Forse voleva raggiungerle.
«Tutto bene Mocciosus?» chiese James ad
alta voce, facendolo voltare verso di lui.
Ohoh.
Beth sperò che fosse solo un incubo.
«Dai Ramoso, lascia stare, non è il caso…»
gli mormorò Sirius, pacato. L'aveva promesso a Beth.
«Eddai, Felpato, che poi ti diverti anche
tu!» gli rispose sottovoce James.
Sirius gli lanciò un’occhiata dubbiosa che
James scambiò per una di divertimento.
Severus stava per reagire, aveva già
estratto la bacchetta ma James lo disarmò.
«Com'è andato l’esame Mocciosus? » chiese
James. «Ti tenevo d’occhio, sai? Aveva il naso incollato alla pergamena. Con
tutto l’unto che ci avrà lasciato, non riusciranno a leggere una parola».
Parecchi ragazzi scoppiarono a ridere.
«Ehm… Amico…» intervenne Sirius, esitante.
«Oh, Felpato, vuoi favorire anche tu?» James
si girò verso di lui.
Piton aveva recuperato la bacchetta e
gridò «Impedimenta» facendo cadere James a terra.
«Come hai osato?» urlò allora Sirius. Mai
attaccare i suoi amici in sua presenza! Immobilizzò il Serpeverde e fece
rinvenire James, che balzò in piedi dopo pochi secondi di confusione. Recuperò
la bacchetta, impugnandola con maggiore decisione.
«Basta!» urlò Lily, giunta in quel momento
insieme a Beth. «Lasciatelo stare!» Liberò Severus e gli si avvicinò per
accertarsi che stesse bene.
Beth fulminò il gemello ma lui non stava
guardando verso di lei.
«Solo se esci con me, Evans. Esci con me,
e non alzerò mai più la bacchetta su Mocciusus» esclamò James, avvicinandosi
alla rossa con un sorriso malandrino.
«Non accetterei nemmeno se dovessi scegliere
fra te e una piovra gigante» replicò Lily.
Beth notò che si era avvicinato anche Mark.
Lui e Severus si scambiarono un’occhiata e Severus si ricordò il motivo della
discussione fatta poco prima: Mark lo prendeva in giro per la colossale cotta
che aveva per Lily. In fondo erano Serpeverde, che altro ci si poteva
aspettare?
Qualcosa scattò in Severus, qualcosa di
simile a ciò che aveva spinto James ad agire. Qualcosa di molto stupido.
Probabilmente l’orgoglio, che nel caso di James era unito alla gelosia.
«Non mi serve l’aiuto di una piccola
schifosa Mezzosangue e delle sue compari!» esclamò velenoso.
Lily trasalì, voltandosi di scatto a
guardarlo, turbata. Si allontanò da lui, affiancandosi a Beth e Tara.
«Molto bene» replicò freddamente «Vuol
dire che in futuro non mi prenderò la briga di aiutarti. E non ti rivolgerò mai
più la parola!»
«Chiedi scusa a Evans!» ruggì James,
puntando la bacchetta contro Piton.
«Non voglio che mi chieda scusa perché
l’hai costretto tu» urlò Lily. «Siete uguali, voi due»
«Che cosa?» protestò James «Io non ti
avrei MAI chiamato una... tu-sai-come!».
Lily lo fulminò con lo sguardo «Stai sempre
a spettinarti i capelli perché ti sembra affascinante avere l’aria di uno che è
appena sceso dalla scopa, sempre a esibirti con quello stupido Boccino e a
camminare tronfio nei corridoi e lanciare incantesimi su chiunque
t'infastidisca solo perché sei capace. Sei così pieno di te che non so come fa
la tua scopa a staccarsi da terra! Mi dai la NAUSEA!».
Lily si voltò e corse via, subito seguita
da Tara.
«Evans!» le gridò
dietro James «Ehi, EVANS!»
Lily non si voltò.
«Ma che cos’ha?» bofonchiò James, tentando
– senza riuscirci – di comportarsi come se la risposta della rossa non avesse
per lui alcuna importanza.
«Leggendo fra le righe, amico, direi che
secondo lei sei un po’ presuntuoso» rispose Sirius, senza alcun tatto.
«Bene» disse James, che sembrava furibondo
«Bene».
Saettò un altro lampo di luce, e Piton si
ritrovò a mezz’aria, a testa in giù.
«Allora… chi vuole vedermi togliere le
mutande a Mocciosus?» esclamò sempre più furioso.
«Non pensarci nemmeno!» strillò Beth, mettendosi
in mezzo. Lo ammonì con lo sguardo, stavolta aveva davvero superato il limite,
e liberò Severus «Complimenti, Severus, probabilmente ora i tuoi compagni di
Casa saranno più felici di averti con loro!» commentò sprezzante. Odiava chi
feriva i suoi amici.
Si voltò quindi furente verso il gemello
«Non credo esista sulla faccia della Terra un idiota peggiore di te, James!
Probabilmente ora non ti rivolgerà mai più la parola!» s'interruppe un secondo
spostando il suo sguardo su Remus, ancora con il libro fra le mani «Mi
meraviglio di te Remus!» esclamò con voce delusa.
Prima di voltarsi e andarsene incrociò
anche lo sguardo di Sirius. Scuotendo la testa, delusa, si allontanò per
raggiungere Lily.
L’anno finì nel peggiore dei modi. Lily
cambiava strada non appena vedeva i Malandrini in lontananza e fra i gemelli
Potter sembrava essere scesa l’era glaciale, perché Beth non era intenzionata a
perdonarlo facilmente questa volta. Era fredda anche nei confronti degli altri
Malandrini, perché riteneva che fosse giunta l’ora che crescessero un po’
tutti. Finalmente.
Buongiorno.. Spero che la mia sorpresa di
Halloween vi sia gradita! A proposito, buon Halloween! :)
Nel caso qualcuno se lo fosse chiesto, non
mi hanno rapito gli alieni, ho solo iniziato l’università e non ho avuto un
attimo di tempo libero.. Continuo però a essere convinta di voler finire questa
storia e a scrivere!
Ringrazio, come sempre, chi ha letto,
recensito, messo tra i preferiti. Invito anche a lasciarmi un commentino, mi
farebbe piacere!
Detto questo, come vi sembra il capitolo?
Ho ripreso ancora una volta la Rowling e
“il peggiore ricordo di Piton”, che è stato modificato ampiamente. Non ho
lasciato fare a Sirius troppo l’idiota,
non dopo l’anno che aveva passato. Il rapporto fra lui è Beth si è modificato e
sembra essere nata una nuova amicizia,sempre se lo perdonerà!
James è stato un po’ stupido in questo
capitolo, ma la Rowling ha voluto così, e per fortuna migliorerà!
Avviso che il prossimo capitolo non
riguarderà il sesto anno, ma sarà incentrato sulla fuga di Sirius (nel quinto
libro dice ad Harry di essere scappato prima di aver compiuto 16 anni, quindi
mi tocca). Credo proprio che sarà un capitolo triste. Alla prossima!
Baci,
Morgana92