Letters, Pt.
I
Non smettere. Ti prego, non smettere.
Vorresti
poterlo urlare, vorresti anche solo essere capace di dire queste semplici
parole, anche scriverle magari, sul muro col tuo stesso sangue, così prezioso
da far voltare tutta la parte femminile di Serpeverde al tuo passaggio. Ma non
riesci a dire nulla. Dalla tua bocca non riesce ad uscire nulla che non siano
gemiti e sospiri, e vorresti anche essere capace di supplicare magari. Perché,
per Merlino, ti senti come una bimbetta che fa sesso per la prima volta. Non
hai frignato così nemmeno quando sei stato iniziato al piacere fisico, ma
adesso è tutto diverso.
Anche se questa
è un po’ la tua prima volta. È la tua prima volta con un uomo, comunque. La tua
epifania sessuale è stata una delle cose più sconvolgenti che ti siano mai
capitate. Ma James, tuo fratello, ti accetta così come sei, e allora sai che
tutto può andare bene. Perché puoi affrontare tutta Hogwarts, potresti prendere
Rem e baciarlo di fronte tutta la Sala Grande, ma non riusciresti a sopportare
di perdere la tua famiglia solo perché adesso ti piacciono anche i ragazzi.
Anche se finora è stato solo un uomo a stuzzicarti.
-Oh, per l’amor
del cielo, Rem.- mormori, stringendo le mani attorno
i suoi capelli.
Rem alza gli
occhi per un secondo, prima di abbassarsi su di te, sulla tua parte più intima.
Ci mancava solo pensare come una mammoletta!
Complimenti, Sirius!
Ma non riesci a
darti una colpa per i tuoi pensieri. È oblio. È oblio, cazzo. Ok, imprecazione
non proprio legittima visto quello che Remus ti sta facendo.
Ed è quando
gemiti più del solito che ti rendi conto di una cosa. Una ragazza non ti ha mai
fatto sentire così. C’era stato il piacere con loro, e anche tanto. Ma una
ragazza, per quanto possa essere esperta, ci mette un po’ a capire quali sono i
tuoi punti più.. sensibili, ecco. Ma un ragazzo. Oh, un ragazzo sa esattamente
quello che deve fare. Un ragazzo ti spiega quello che poi vorrà fatto. E poi
lui ti conosce da così tanto tempo.
Quando smette
di lambirti con la lingua e le labbra ricomincia a risalire, prima di spossarti
troppo per il piacere. Lo afferri per le spalle e ribalti la situazione,
mettendolo sotto di te.
-Quando hai
capito che noi due non eravamo solo amici?- ti chiede, con uno sguardo da
cucciolo bastonato che poco si addice alla persona con cui fai i preliminari da
un’ora, ormai.
E pensare che
ancora non avete fatto proprio sesso.
-Questa estate.
Quando preferivi mandare lettere a James piuttosto che a me.- dici, mettendo il
broncio per farlo sentire in colpa.
-Ma poi te le
ho mandate.- ti risponde, sorridendo raggiante.
-Oh, si che
l’hai fatto. Ti ricordi com’è iniziato?-
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
L’Espresso di Hogwarts era già tornato a Londra, e Sirius Black e
James Potter erano nuovamente in viaggio per Godric’s Hollow, dove avrebbero
passato l’estate a casa Potter. Sirius aveva finalmente deciso di lasciare casa
sua e trasferirsi nella casa di quella che lui considerava come la sua
famiglia. Gli dispiaceva solo non potere passare quella estate insieme agli
altri due suoi amici. Codaliscia avrebbe passato
l’estate in Spagna, nella tenuta estiva dei suoi. Mentre Remus.. Rem avrebbe
passato l’estate insieme ai suoi nonni, uniche persone che riuscivano a stare
con lui, nonostante il suo piccolo problema peloso. Gli dispiaceva più per lui,
ecco.
I giorni passavano tra partite di quidditch
e scherzi alla povera vecchia Batilda Bath, che non
li sgridava solo perché mamma Potter li rimproverava anche per lei. A Sirius
piaceva molto Dorea Black in Potter. Era la madre che
aveva sempre voluto, quella che se sbagli prima ti sgrida e poi ti fa i
biscotti perché vuole toglierti quello sguardo triste. Sua madre era più tipo
da ‘prova anche solo a socializzare con un sanguesporco e ti brucio dall’albero
di famiglia’. Non esisteva affetto in casa Black.
Un paio di settimane dopo arrivò il piccolo gufo di Remus. Portava
una lettera.
James e Sirius corsero a prendere il gufo. Il giovane rampollo Black
fu molto deluso di vedere il nome del fratello sulla lettera. Aveva sperato che
la lettera fosse per lui..
-Ti saluta Remus.- disse James, sorridendo.
Sirius aggrottò le sopracciglia, facendo cenno di passargli la
lettera.
Stratford-upon-Avon
13
luglio 1977
Caro James,
Scrivo questa lettera perché so che
se dipendesse da te non inizieremmo mai a scriverci e, poiché tendi a
dimenticare tutto quello che non sia Quidditch, Difesa contro le Arti Oscure,
Trasfigurazione e Lily Evans, vorrei non dimenticassi come si tiene una piuma
in mano.
Spero che lì a casa dei tuoi vada
tutto bene. Io non mi lamento, se è questo che ti stai chiedendo. I nonni sono
gentili e qua c’è una pace incredibile, potrei viverci anche solo per vivere di
questo silenzio.
A proposito, so che mi avevi chiesto
di raggiungerti il prima possibile, ma tra qualche giorno andrò al mare,
perciò, anche se continueremo a sentirci, non potrò raggiungerti, non posso
lasciare i nonni da soli. Però passerò con voi l’ultima settimana prima
dell’inizio della scuola. Dobbiamo andare a Diagon Alley, e poi c’è la luna
piena. Mi mancherete tra qualche giorno.
Perciò, io torno ai miei libri,
mentre tu puoi tornare a tutto quello che stavi facendo prima che Dorian ti
disturbasse.
A presto,
Remus.
P.S.: Salutami Sirius.
Sirius non riusciva a crederci. Non lo aveva calcolato! Non lo aveva
calcolato completamente! Solo nel Post Scriptum si era ricordato di lui!
Rientrò in casa a passo di marcia, sbattendo la porta della camere degli
ospiti, ormai divenuta camera sua, dietro le sue spalle.
James, che lo aveva seguito, sospirò davanti a quella lastra di
legno. Sapeva quanto Sirius tenesse a Remus, in maniera morbosa a volte. Remus
non ci faceva caso, ma Sirius quando lui era lontano era perso. Aveva passato
due settimane a chiedere di lui, ma non aveva avuto il coraggio di prendere una
fottuta piuma e scrivergli. Con un ennesimo sospiro, James si avviò in camera sua,
prendendo penna e calamaio, e scrisse la lettera di risposta a Lunastorta.
Godric’s
Hollow
13
luglio 1977
Caro Remus,
non rispondo nemmeno alla tua
premessa. Anche se col senno di poi, devo ammettere che hai ragione. Mi manca
pure un po’ la mia rossa.
Qui a casa va tutto bene,
ammazziamo la noia e ci divertiamo. Comunque non c’era bisogno di dire che ami
la pace. Lo sappiamo già, secchione che non sei altro. Non studiare troppo
questa estate, che ti si frigge il
cervello, altrimenti.
Non è assolutamente giusto,
comunque, che tu non sia qui a divertirti con noi. Posso capire Codaliscia, ma non te. Anche se devo ammettere che evitare
due giorni a letto dopo la luna piena non mi spiace affatto…
sai che scherzo, quei giorni sono i giorni più felici del mese, per me. Oh, per
Merlino, sembra che sto parlando con una donna.
Comunque, Remus. Evita di non
parlare con Sirius. Ha letto la lettera e c’è rimasto un po’ male.
A presto!
Ramoso
P.S.: Scrivi a Sirius. È un
ordine.
James, molto soddisfatto del suo lavoro, piegò la lettera e la diede
al suo gufo, visto che quello di Remus se n’era già andato. Si sdraiò sul
letto, mettendosi un braccio davanti gli occhi. Prima o poi quei due avrebbero
dovuto capire quello che gli stava succedendo.
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Passarono un paio di giorni a casa Potter, e nulla era cambiato.
Sirius era ancora un po’ triste e arrabbiato, senza nemmeno capire perché
avesse reagito in quel modo. In fondo la lettera era indirizzata a James, non a
lui, quindi non c’era motivo che se la prendesse tanto solo perché non era stato lui a ricevere quattro stupide
parole. Ma quello non gli dava pace. Faceva ancora avanti indietro, senza
scherzare, ironizzare o fare sarcasmo. E la cosa stava cominciando ad
innervosire James.
Quel pomeriggio arrivò la lettera di risposta a James.
Stratford-Upon-Avon
18
luglio 1977
Caro James,
io ho sempre ragione. Ho la cultura
e l’esperienza dalla mia parte, non posso mai avere torto.
E comunque, pazzo, non si studia mai
troppo nella vita. Ma insomma, vuoi o non vuoi diventare un Auror. È da quando
hai 11 anni che mi fai una testa enorme, e adesso lo diventerai, a costo di
fingermi te e fare l’esame al posto tuo. No, non posso farlo, è contro la mia
natura infrangere le regole, ma posso aiutarti almeno.
Ah, quasi dimenticavo. La donna sei
tu. questo spiegherebbe perché passi più tempo davanti lo specchio che a lezione.
Per il discorso ‘Sirius’.. non so
cosa dirgli, James. È la prima volta che mi capita una cosa del genere. Prendo
una pergamena, scrivo luogo e data, poi scrivo ‘caro Sirius’ e non riesco a
continuare. Non osare ridere, perché altrimenti arrivo lì di notte e giuro che
ti strangolo. Ti sto scrivendo la
verità, perciò ti prego non prendermi in giro.
E non osare fare leggere questa
pagina a Sirius, perché ti castro.
A presto,
Remus.
P.S.: l’ultima frase è un
avvertimento, non una minaccia. Mago avvisato, mezzo salvato.
James rise, leggendo la lettera. E aveva ragione, non era qualcosa
che Sirius avrebbe voluto leggere. Però fu sorpreso di una cosa. Remus che non
sapeva cosa scrivere era come Silente che non filosofeggiava. Remus era delle
persone più loquaci, parlando di scrittura. Era successo qualcosa tra i due,
perché un motivo doveva esserci se non riuscivano a parlare.
Godric’s
Hollow
18
luglio 1977
Sei un coglione Remus. Non ti
saluto nemmeno. E per la cronaca, non ho bisogno del tuo aiuto per diventare
Auror. Esserlo è nel mio sangue, mi prenderanno all’Accademia non appena mi
guarderanno negli occhi.
E poi se io sono una donna,
vuol dire che tutta la parte femminile di Hogwarts è lesbica e tutti gli uomini
dovrebbero prepararsi al mio arrivo. Ma per piacere.
Senti, non è che è successo
qualcosa tra te e Sirius? Perché non mi parla da quando ha letto la tua
lettera, e tu non riesci a scrivergli. Se avete dei problemi, vi prego,
parlatemene. Lo Zio Jamie è sempre pronto ad aiutare. Non è da te non sapere
cosa scrivere e non è da Sirius non sapere cosa dire. Perciò almeno tu sii
clemente e spiegami. E prova a scrivere qualsiasi cosa, qualsiasi cazzata,
almeno sa che non ti sei dimenticato di lui.
A presto, coglione!
Ramoso.
Stratford-Upon-Avon
19
luglio 1977
Ma va un po’ a fare in culo! Se
continui così, la Evans non si avvicinerà a te nemmeno col binocolo! Dovresti
smetterla di essere così egocentrico! E che cazzo!
Ma guarda un po’ cosa mi stai
facendo scrivere.
Per quanto riguarda Sirius… non so cosa sta succedendo. È un po’ che è strano.
Credevo fosse un po’ triste, ma non vedo perché dovrebbe esserlo. Jamie, ti
prego, aiutalo. Ho provato a scrivergli, di nuovo, ma ho strappato la
pergamena, di nuovo.
A presto,
Remus
P.S.: Vorrei poter venire lì, ma non
sono maggiorenne, non posso smaterializzarmi e non ho polvere volante.
Uccidimi, James.
Godric’s
Hollow
19
luglio 1977
Allora, ok, parlerò io con
Sirius. Tu sforzati. Scrivi anche solo ‘Ciao, Sirius, a presto, Sirius’. Per la
miseria, Lunastorta, sei un Grifone, anche se tendi a
dimenticarlo troppo spesso. C’è un motivo per cui ti abbiamo preso nei
Malandrini. Hai una mente criminale assurda che si cela dietro quegli enormi
libri. Quindi muovi il culo e scrivigli.
A presto.
Ramoso.
P.S.: giuro che se appena
compi 17 anni non mi offri da bere, ti schianto.
James sospirò per l’ennesima volta in quei giorni. Era ora di
interrompere il mutismo del suo migliore amico. Lasciò la sua stanza,
avviandosi verso quella di Sirius.
-Felpato, ci sei?- gli chiese, bussando piano alla porta.
Sentì un grugnito, che stava a significare un assenso.
-Hey, come va?- chiese James.
-Uno schifo.- rispose Sirius.
-Ti va di dirmi perché?-
Sirius sospirò mettendosi seduto sul letto.
-Io non lo so, James. È un po’ che sono così. Prima credevo che
fosse rimorso per Regulus…- rispose, scombinandosi i
capelli. –Ma non è solo questo. Non può essere solo questo. Ma non riesco a
parlarne e Remus.. Remus è l’unico che non chiede. Sono stanco, Jamie. Sono
stanco di tutto quello che sta succedendo e lui lo sa. Lui l’ha capito e non mi
ha chiesto niente. E non gli sarò mai abbastanza grato per questo, perché a lui
non riesco a dire di no. Merlino, James, che mi sta succedendo?-
James lo guardò tra l’indeciso e l’ammirato. Non aveva mai parlato
così. Aveva il cuore in mano.
-Sirius.. puoi parlare con me. Puoi parlare con il tuo amico
coglione, che, anche se fa finta di nulla, darebbe la vita per i suoi migliori
amici. Sirius, Remus non si è dimenticato di te. Ti scriverà, dagli tempo.-
rispose James, posando una mano sulla spalla dell’amico.
James aveva una teoria a riguardo. Ma chiedere a Sirius se gli
piaceva Remus, in quel momento avrebbe significato firmare la sua condanna a
morte. O forse non avrebbe capito il senso della sua richiesta.
Poi, l’unica cosa che avrebbe potuto distrarlo. Un gufo che
picchettava la finestra. Questa volta la lettera era indirizzata a Sirius, così
James decise di lasciarlo da solo, con un sorriso. Il giovane rampollo Black
aprì la lettera, mentre uno strano sorriso si apriva sul suo volto.
Stratford-Upon-Avon
19
luglio 1977
Caro Sirius.
Merlino, non so cosa scriverti, Sir.
Spero che tu stia bene e che non te la sia presa troppo perché ho scritto la
prima lettera a James. È la quarantesima volta probabilmente che ho in mano una
piuma provando a scriverti.
So che per ora ti fa schifo tutto,
Sirius. So che vorresti avere a disposizione una stanza piena di roba fragile
da potere spaccare con le tue stesse mani.
Magari da lanciare contro un muro, un po’ alla babbana. Hai ragione. E so che sai perché lo so. Non abbiamo
mai avuto bisogno di parlare, noi due. So
che sei confuso, anche se non so perché. So che vorresti avere delle risposte,
ma purtroppo non posso essere io a dartele.
Mi manchi. Mi manchi terribilmente. Sei
quello che mi mancherà di più. Non riesco nemmeno a capire perché, ma so che la
luna piena questo Agosto, non verrà mai troppo presto. Ti prometto che ti
scriverò più presto, a qualsiasi costo. A costo di scriverti solo ‘ciao, ti voglio bene’.
Perché non sopporto che tu sia triste a
causa mia.
Con infinito affetto,
Rem
P.S.: visto? Ho firmato con Rem! Sei
l’unico che mi chiama così… a presto, Grim!
Spazio Autrice:
Salve a tutti!! Ed ecco a voi il secondo capitolo, dopo mille mila anni! Che non è che mi convinca molto, comunque. Non so, mi
piace l’idea di fondo, ma non mi convince molto… Boh! Passo alle spiegazioni:
allora, una cosa che non ho spiegato nello scorso capitolo è il titolo della
fiction: Moonstar è un carattere per Microsoft Word
che ho trovato sul web, in un sito su Harry Potter(non ricordo quale, chiedo
venia!). Quando ho letto il nome ho subito pensato a Remus e Sirius. C’è
qualcosa nel ‘Stella di Luna’, che mi porta molto verso di loro. Poi… non ho
idea di dove Remus abbia passato la propria infanzia. Non dice niente neppure
nell’HP Lexicon TT_TT, così
ho scelto Stratford-Upon-Avon, patria di Shakespeare.
Poiiii…. Grim vuol dire
Gramo in inglese. Riferito alla forma animagus di
Sirius. Non chiamiamolo sempre Felpato, povero cucciolo!!
Ringrazio tutti
quelli che hanno inserito la storia tra le seguite e le ricordate. E chi ha
recensito quella che era la shot!! J Grazie!!
A presto!
Micaela!