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Autore: Milady    17/03/2004    7 recensioni
Una ragazza, Cassandra Reilly, si trova improvvisamente catapultata dentro un mondo fatato... sconosciuto soprendente! Hogwarts... Incontrerà nuovi amici, nuovi nemici, professori buoni o burberi... Ma lei, in realtà, chi è veramente?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DRITTO AL CUORE

Cassandra Reilly…

ERA SCRITTO NEL DESTINO!

Racconto a puntate

Di Milady

 

 

16.  Dritto al Cuore...

 

 

- Signorina Reilly è l'ennesima volta che mi trovo costretto a togliere punti ai Grifondoro per causa sua! E sì che l'avevo messa in guardia...

Per Cassie le scale sembravano il versante di una montagna scoscesa, impervia ed infinita e salirle le costava veramente fatica, perché il "peso" di ritrovarsi al fianco Percy Weasley, era davvero enorme.

E come se non bastasse, dall'altra parte c'era quella faccia da schiaffi di Draco Malfoy che procedeva con il viso severo e l'aria impettita e tronfia come se recarsi nello studio del Preside fosse per lui, cosa fin troppo ovvia.

Non sembrava prestar attenzione a quanto stava dicendo il Prefetto dei Grifondoro ma Cassie ne era certa, quel maledetto Serpeverde non si era perso una sola parola e come minino avrebbe raccontato tutto, con le ovvie correzioni e ricami del caso,  all'estasiata  platea della sua Sala Comune. 

Stava pensando a qualcosa di truce da far capitare al petulante Prefetto o a quell'ignobile damerino ma all'ultimo momento frenò il suo folle impulso...

Gli era già capitato, nella sua vecchia scuola,  di fare pensieri del genere ed inevitabilmente era sempre successo qualcosa di veramente spiacevole alle persone in questione...

Quindi, volente o nolente, continuò a salire le scale e sorbirsi le noiose raccomandazioni di Percy mentre Malfoy dall'altro lato, sogghignava sommessamente.

Giunti al cospetto del gargoyle che introduceva nel vano delle scale per lo studio di Silente, Percy dichiarò in modo pomposo la stravagante parola d'ordine

"Affogato variegato all'amarena con frutta"

La faccia di pietra, dall'aspetto inquietante scivolò silenziosamente di lato, lasciando intravedere le scale che salivano silenziosamente verso l'alto.

- Per tutti i goblin... che razza di parola d'ordine... - Biascicò Malfoy che troppo tardi si rese conto di essere ascoltato dall'inflessibile Weasley..

- Signor Malfoy, sarò costretto a togliere dei punti anche a lei! Inoltre, sappia che informerò certamente il direttore della sua Casa, per l'ignobile comportamento tenuto con la signorina Reilly.

- Ma non stavamo  facendo niente... di scandaloso, Weasley! Pensi forse che mi "mischierei" con una mezzosangue, per giunta Grifondoro?

Percy diventò paonazzo e quasi inciampò sul gradino che saliva silenzioso verso l'alto.

- Dieci punti in meno a Serpeverde e sta certo che parlerò con il Professor Piton affinché ti assegni una spiacevole punizione!

Il ragazzo lo squadrò per un attimo con sufficienza come se le sue parole non lo toccassero nemmeno. Quindi la sua attenzione ritornò su Cassandra ed il suo sguardo, perfido e sibillino,  si riconcentrò con visibile soddisfazione  su quello infuocato di lei.

Cassie era semplicemente inviperita e di sicuro, se non ci fosse stato in mezzo il noioso prefetto, avrebbe usato le unghie su quel viso beffardamente angelico.

- Anch'io non mi sognerei mai di avere a che fare con te, Malfoy, ma vedi di capitarmi a tiro e sperimenterai le mie magie... - Urlò senza preoccuparsi di essere al cospetto di un prefetto...

- Ma se non sei capace di farne, dovrei avere paura di te?

- Sono migliorata parecchio, sai. Vuoi provare?

- Non farmi ridere,  Reilly!

- B A S T A! Cosa diavolo state cianciando? Smettetela subito! - La voce disperata di Percy riuscì a malapena a superare quella dei due ragazzi che ormai non si risparmiavano più in epiteti e cattiverie verbali.

- Venti punti, Malfoy! E anche a te, Reilly!

Strepitò sull'orlo di una crisi di nervi  e andò quasi a sbattere, tanta la foga di punire i due ribelli, contro l'elegante portone che dava accesso alla stanza privata del preside.

Malgrado la situazione fosse piuttosto "seria" Cassie si morse il labbro per evitare di sbottare in un'irriverente risata.

Anche Malfoy era improvvisamente ammutolito e da una fugace occhiata Cassie capì che era impegnato almeno quanto lei nel tentativo di restare il più serio possibile.

Percy, ignaro di ciò che  passava nella mente dei due, si tranquillizzò visibilmente  ed aprì la porta, usando pomposamente la formula "Alohomora",  quindi li precedette nell'ampia stanza di Silente come se stesse per introdurli in una cattedrale sacra ed inviolabile.

Cassie s'accodò all'impettito Prefetto, decisa più che mai, una volta nello studio di Silente, ad ignorare la presenza intollerabile di Malfoy.

 

Perdere venti punti...erano già molti da digerire... Come avrebbe fatto a spiegarlo ai suoi compagni di corso?

 

Una strana esclamazione di Percy la distolse dai suoi pensieri e visto che l'inflessibile Prefetto si era bloccato al centro della stanza, per poco non gli finì addosso.

- Per la barba di Merlino e lei chi e? Che cosa ci fa qui? - Sbottò Percy con la voce resa un po' stridula dall'evidente inaspettata sorpresa.

Cassie allungò il collo per lanciare un timido sguardo oltre la spalla di Weasley e vide lo strano personaggio che si era alzato di scatto da una poltrona e si dirigeva,  per nulla turbato,  verso l'austero Prefetto.

Era un uomo dall'età indefinibile, giovane a giudicare dall'abbigliamento sportivo anche se leggermente trasandato; ma anziano, se si notavano come aveva fatto lei, le tante sottili ciocche di capelli imbiancate precocemente proprio all'altezza delle tempie.

Gli occhi erano chiari e dorati, accesi da una luce di brillante intelligenza e denotavano ulteriormente la giovinezza dello sconosciuto ma erano ombreggiati da occhiaie scure e profonde e circondati da un fitto reticolo di sottilissime rughe...

Di nuovo Cassie ebbe l'impressione di trovarsi davanti ad...un "giovane vecchio", un uomo che era giovane nell'età puramente cronologica ma che forse la vita aveva già messo a dura prova.

Malfoy al suo fianco, continuava ad istigarla sottovoce ma lei non si curava più, né d’ascoltarlo, né tanto meno di ribattere alle sue velenose illazioni.

Aveva incrociato per un solo secondo l'interrogativo sguardo dello sconosciuto e ne era rimasta folgorata, quasi che questi avesse potuto infondere nella sua anima, un poco di quella calma saggezza che esisteva nella sua.

Era uno sguardo che andava dritto al cuore...

Avrebbe volentieri parlato con quell'uomo. Gli avrebbe raccontato particolari della sua vita che nemmeno lei osava rievocare...

Ma perche?  Si domandò perplessa.

Forse perché aveva quell'aria così dolcemente trasandata ed un aspetto così piacevolmente amichevole da farglielo subito andare a genio?

- Ehi Reilly... sei ancora nel mondo reale? Ci mancava anche questo straccione malvestito, adesso! - Sussurrò Draco sottovoce in modo che potesse udirlo lei sola.

- Oh, taci Malfoy! - Ah, se solo avesse potuto prenderlo a schiaffi...

 

- Stavo aspettando il professor Silente ma posso andare via, non c'è problema...

Stava spiegando lo sconosciuto ad un corrucciato Percy. Dopo alcuni attimi di riflessione, il Prefetto fece un severo cenno con il capo e gli indicò la porta in modo freddamente professionale.

- Sì, grazie. La pregherei di aspettare fuori. Silente deve prima parlare con  questi due studenti.

L'uomo afferrò di buon grado una giacca, rattoppata e lisa in più punti e si diresse con tranquillità verso l'uscita, non prima però di aver lanciato un fugace sguardo verso i due ragazzi.

Malfoy ribatté all’occhiata dello sconosciuto con un chiaro sguardo di sufficienza.

Era fin troppo palese, cosa ne pensava di tipi come quello...

Cassie lo fissò con un incerto sorriso sulle labbra, cercando stupidamente un cenno amichevole in quegli occhi dorati.

Ma perché... avrebbe dovuto trovarcelo... Lui neanche la conosceva!  E  che idea si sarebbe fatto di  lei, se non di una sciocchina che sorrideva  agli sconosciuti?

Improvvisamente a disagio, abbassò lo sguardo e prese a fissare con intenso interesse il pavimento di legno lucido e levigato.

Quando lo rialzò,  l’uomo era scomparso,  quasi  che la sua… fosse stata una presenza immaginaria.

 

 

Percy, ancor più irritato dall'inatteso fuori-programma,  sedette rigido ed impettito sulla comoda poltrona di fronte alla scrivania di Silente e con un severo gesto della mano, impose ai due ragazzi di accomodarsi al suo fianco  su piccoli sgabelli ricoperti di velluto scarlatto.

Cassie si augurò disperatamente che il preside arrivasse al più presto.

La presenza di quei due minacciava di soffocarla.

La stanza sembrava troppo piccola, stretta ed angusta, con Malfoy e Weasley al fianco.

Il tempo non scorreva... le lancette parevano incollate al quadrante dell'orologio, quasi fosse stato scagliato su di loro un incantesimo incantante...

Percy, non ancora pago di ramanzine e pomposi consigli, continuava a borbottare al loro indirizzo con aria di gran disapprovazione.

Malfoy aveva stampata sulla faccia la classica espressione dell'annoiato incurante della situazione, quello a cui tutto scivola addosso perché tanto "qualcuno” aggiusterà ogni cosa...

Cassie lo detestava  sempre di più.

Quindi perché, lì… nel corridoio che portava all'infermeria si era sentita così ... maledettamente attratta da lui? Sì, proprio da quel ragazzino antipatico ed indisponente?

Spinta da un pensiero fulmineo ed istintivo, lo sbirciò un po’ in tralice...

Aveva occhi così chiari  da assumere, nell'incerta luce dorata, la sfumatura fredda del platino.

Cassie se ne accorse perché anche lui la stava fissando... e  benché all'improvviso il cuore avesse preso a batterle frettolosamente nel petto, decise di sfidare quello sguardo indecifrabile...

Non si sarebbe piegata di fronte a sbruffoni come lui.

No, non l'avrebbe fatto mai.

Cosa nascondeva quello sguardo gelido?

Quali torbide emozioni si celavano nelle profondità di quell'espressione indecifrabile?

 

 

Draco Malfoy cominciava ad averne abbastanza di quella pagliacciata. Non vedeva l'ora di poter uscire di li e mandare un gufo a suo padre.

Avrebbe raccontato del pessimo trattamento subito da quell'inetto ed inqualificabile prefetto di Grifondoro, lamentandosi oltremodo del comportamento generale tenuto dal preside di Hogwarts...

Il sorriso gli stava nascendo sulle labbra carnose, piegate nel solito ghigno strafottente, quando si sentì trafitto da una strana sensazione.

Alzò lo sguardo e incontrò quel riflesso adamantino, quello smeraldo straordinario racchiuso in quegli occhi da strega.

Lo fissava anche lei... lo sguardo torvo ed il viso rabbuiato non ne smorzavano di certo la bellezza sfrontata, quasi irriverente, in una ragazzina tanto giovane.

Draco dovette abbassarsi all'evidenza ed ammettere, almeno con se stesso, che una come lei, poteva fare male...

Poteva trafiggere e centrare dritto al cuore...

Cosa nascondeva quello sguardo gelido?

Quali torbide emozioni si celavano nelle profondità di quell'espressione indecifrabile?

 

 

La porta dello studio si spalancò d'improvviso e Silente con passo tranquillo entrò nello studio.

Weasley scattò sull'attenti come un perfetto soldatino, seguito con meno ardore da Cassandra e Malfoy.

- Sedete, sedete pure ragazzi. -  Borbottò lui.

Sembrava piuttosto pensieroso e dall'espressione che Cassandra colse sul suo viso,  non s'aspettava certo di trovare loro tre nel suo studio.

S’accomodò e li squadrò tutti, con i suoi occhi limpidi e celesti.

- Bene, signor Weasley, può andare. Parlerò con i ragazzi da solo, ci sbrigheremo più in fretta...

Cassie ebbe la spiacevole sensazione che il povero Weasley fosse stato congedato in modo frettoloso da Silente.

Chissà... forse anche lui lo riteneva sì, un ottimo elemento... ma tremendamente noioso!

- Ehm... certo, certo, signor Preside. - Convenne con ossequio il giovane Prefetto. Sempre impettito e composto, si diresse verso l'uscita ma proprio prima di sparire dietro l'elegante battente come preso da un pensiero improvviso,  si volse verso l'anziano mago.

- Mi scusi... signore, vorrei informarla che nel suo studio ho incontrato uno strano personaggio...Lei era al corrente di codesta visita... o...

Un lieve cenno della mano e del capo di Silente, bastò a farlo ammutolire.

- Sì, molte grazie, signor Weasley. Ho avuto modo di parlare con il professore nel corridoio da basso.

Percy sbiancò come un cencio... Aveva sentito bene? Silente aveva accennato a quel ... tizio, con l'appellativo di "PROFESSORE???

Cassie rievocò mentalmente il viso strano ma simpatico dell'uomo... e sorrise all'idea che fosse un professore, sembrava quasi impossibile.

Malfoy recepì la notizia con un’impercettibile alzata di spalle... Che razza di professore poteva essere, uno dall'aspetto talmente "babbanofilo" e trasandato?

Percy sembrava aver accusato molto male il colpo e restava immobile con la mano posata sulla maniglia della porta quasi avesse voluto cercarvi  sostegno...

- Oh...beh, ecco io... - Prese a farfugliare ma Silente liquidò la faccenda, una volta per tutte, con poche ma chiare parole.

- Ah, la prossima volta,  la pregherei di non mettere alla porta le persone che incontra nel mio studio. Se si trovano qui, c'è un preciso motivo... Comunque è tutto a posto, signor Weasley. Può andare.

Percy sparì come fosse stato colto da una fretta terribile e la porta si richiuse silenziosamente dietro di lui.

 

 

Sul viso di Malfoy aleggiava un ghigno ancora più subdolo ed appagato... Cassie lo fissò con evidente disgusto, pensando già a cosa avrebbe raccontato il serpeverde ai suoi amici...

Poi la voce di Silente la distolse dalle sue considerazioni.

- Molto bene, ragazzi. Allora... non mi pare di aver visto così infuriata la Chips... vediamo... dal giorno in cui Neville Paciock si ustionò con la pianta urticante della Nuova Caledonia... Volete, pertanto spiegarmi che costa stavate facendo nel corridoio dell'infermeria?

Cassie e Draco iniziarono all'unisono a dare spiegazioni, con il risultato che non si capì un bel niente di quello che volevano dire.

Alzando una candida ed affusolata mano, il preside impose loro di tacere.

- Uno alla volta, per favore. Signor Malfoy...

- Io, stavo uscendo dall'infermeria, signore. - S'affrettò a rispondere il ragazzo.

Cassie non poté fare a meno di notare come era diventato accondiscendente e mellifluo il suo tono di voce.

Ancora una volta andò su tutte le furie... Se solo avesse potuto dire che cosa in realtà pensava di lui…

- Ma perché usare l'uscita di emergenza, quando poteva uscire dalla porta d'ingresso...Aveva l'autorizzazione ad uscire, signor Malfoy o devo pensare  che lo stava facendo di nascosto?

- Non mi permetterei mai! Vede quell'uscita da’ direttamente sulla scalinata che porta al sotterraneo di Serpeverde, e... io ecco...

Si stava diligentemente giustificando Malfoy ma Cassie all'improvviso perse il filo del discorso e tornò mentalmente sulle parole che aveva appena pronunciato il preside.

Era vero, come aveva fatto a non pensarci prima... forse, con qualche accorgimento o furbizia, si poteva lasciare l'infermeria indisturbati, magari senza la necessaria autorizzazione; e alla stessa maniera ci si poteva fare ritorno.

Già, e... magari  Malfoy il maledetto giorno dell'incidente non era dove tutti pensavano che fosse...

Un brivido pazzesco le fece battere più forte il cuore...

"Signorina Reilly.... Cassandra?!

La voce dell'anziano mago la scosse di nuovo dai suoi pensieri.

- Oh...sì?

- Sto aspettando la tua spiegazione...

- Oh, ecco io pensavo di fare visita a Ginny Weasley ma mi sono perduta e non so come sono finita in quel corridoio...ed ho incontrato Malfoy.

Albus Silente la fissò con quegli occhi penetranti ed espressivi e lei si sentì arrossire come una sciocca.

Eppure aveva semplicemente detto la verità o forse era ricordare quel che era successo dopo fra lei e Malfoy,  a farla arrossire... Ma,  cosa era successo, in verità?

Niente. Un bel niente...

- Uhm… che strano, il signor Malfoy qui,  dice che lei lo ha deliberatamente insultato...

- Non è vero! - Replicò con fermezza Cassandra scoccando un'occhiata piena di risentimento verso il ragazzo.

- Beh, qui si tratta della sua parola contro quella del signor Malfoy... Non c'era nessun testimone, giusto? - Convenne con calma il preside - Non sono quindi  in grado di capire chi di voi stia mentendo,  per cui vi ritengo entrambi responsabili e pertanto punibili...

Un silenzio pesante scese nella stanza, Cassie avrebbe voluto gridare ma comprese che sarebbe stato sciocco lasciarsi di nuovo prendere la mano dal nervosismo e la tensione. Ancora una volta avrebbe subito un'ingiustizia, tanto ...era la storia della sua vita!

Piegarsi all'imponderabile destino che segnava da sempre la sua esistenza.

- Parlerò con i Direttori delle Vostre Case, che decideranno le rispettive punizioni. Confido, ovviamente in una sempre serena convivenza fra gli studenti delle varie Case e un comportamento rispettoso, senza dover ricorrere alle punizioni, è chiaro ragazzi? Potete andare...

Malfoy s'alzò per primo, scattante e veloce, e con un cenno del capo si congedò dall'anziano mago.

Cassie lo stava seguendo in tutta fretta ma la voce dell'uomo la immobilizzò.

- Ah, signorina Reilly, un attimo ancora per favore...

 

   
 
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