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Autore: DeAnna     02/11/2011    3 recensioni
Maria Sanchez e Jasper Cullen , una coppia bellissima, una coppia perfetta...una coppia con un orribile segreto.
Maria, disturbata e autolesionista, usa un coltello per spingere Jasper verso un abisso di dolore.
Jasper , innamorato e disorientato, cocciuto e spaventato si lascia trascinare in una spirale di guai.
Carlisle, Esme, Emmett ed Edward fanno di tutto per recuperare il figlio ed il fratello che rischiano di perdere.
Dalla storia, 2° cap:
Maria si fermò davanti a lui e lo osservò con un ghigno infernale dipinto sul viso, prima di calare la lama sul proprio braccio e tagliarsi .
Jasper osservò le minuscole gocce di sangue che uscivano dalla ferita, come piccole perle scarlatte sulla pelle bruna della ragazza , con un misto di orrore e curiosità.
Sentì la nausea serrargli lo stomaco, ma non riuscì a muoversi.
E ancora:, 10° cap:
“Quello è il mio posto”
Una voce cristallina interruppe il suo riposo.
Jasper sollevò lo sguardo, schermando gli occhi con la mano e vide una specie di folletto,magrissima , dai tratti molto delicati. I suoi capelli erano neri corvini, corti e scompigliati * .
“Prego???”
“Questo è il mio posto : io vengo sempre qui, a pranzo o durante le pause.....”
Jasper si alzò.
“ Io sono Mary Alice Brandon, ma puoi chiamarmi Alice” disse lei tendendogli la mano, amichevolmente.
“Io mi chiamo Jasper ”
Nella storia ci sono anche gli altri Cullen: Edward, Emmett, Esme Rose, Bella ... Tutti umani!
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Jasper Hale, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Eccomi qui con il 12° capitolo.

Si, effettivamente sarà un momento diverso della storia precedente....

Che ne pensate?

Grazie, come sempre, a chi legge, a chi l'ha inserita fra le seguite e/o le preferite e a Prudence 78 per la recensione al 10° cap!!!



CAPITOLO 12


I giorni passavano troppo lentamente, secondo Jasper, il cui unico scopo era di restare a galla, evitando, possibilmente, di attirare l'attenzione di chiunque su di sé.


I professori , pian piano, riprendevano a trattarlo in maniera quasi normale; i compagni dapprima morbosamente curiosi, si tenevano a distanza, scoraggiati dalla maschera d'impassibilità sul suo viso e dal minaccioso fiammeggiare dei suoi occhi, a casa....

Ehmhm.... a casa , veramente, era tutta un'altra storia.....

I suoi genitori lo tenevano ancora in un regime di libertà vigilata e i suoi fratelli non erano da meno.

Anche volendo, poi, non avrebbe potuto protestare. Non poteva vincere contro tutti e quattro e, dentro di sé, sapeva anche di averla combinata davvero grossa!


Settimana dopo settimana trascorsero un paio di mesi e , complici anche i resoconti entusiasti della Dottoressa Edison, i suoi genitori decisero che era giunto il tempo di ricominciare a fidarsi di lui.


La tua punizione è finita” gli disse Carlisle, una sera, riconsegnandogli il PC, il cellulare e le chiavi della moto , quindi aggiunse “ comportati bene” , scompigliando i ricci color grano di suo figlio.


Jasper fece una smorfia di disappunto, scuotendo la testa.


Era felice di riavere il portatile ed il telefonino,ma le chiavi della moto significavano (finalmente) libertà, indipendenza, adrenalina.... Non vedeva l'ora di poter andare a fare una lunga, lunghissima corsa, di stare da solo.


Era passato troppo tempo da quando era stato solo, veramente solo.


Amava moltissimo la sua famiglia, ma , per natura, amava anche la quiete e la solitudine e, negli ultimi mesi, non c'era stato un attimo in cui non fosse, se pur anche in stanze differenti, a pochi metri da suo padre, sua madre o i suoi fratelli....o a scuola.....o con la Dottoressa Edison......


Sentiva il bisogno di correre lontano da loro, solo con se stesso.




Decise di aprofittare della riconquistata indipendenza già la mattina stessa, rinunciando ad andare a scuola con i fratelli.


Quando lo annunciò alla famiglia, a colazione, quattro paia d'occhi lo fissarono con la medesima espressione ansiosa e la stessa determinazione a dominarsi.


Gli occhi d'ambra della mamma, quelli verde intenso di Edward, i bruni occhi di Emmett e quelli grigio- azzurri del padre erano fissi su di lui, ma nessuno parlava.


Non preoccupatevi, so badare a me stesso” disse, facendo un piccolo sorriso.

Voleva rassicurarli.



Sentiva lo sguardo della mamma in maniera particolarmente intensa.


Posò la mano su quella delicate di lei e annuì in silenzio alla muta preghiera nei suoi occhi

Prenditi cura di te, fa che non ti succeda nulla. Non sopporterei di perderti, di perdere uno di voi”



Jasper aveva sopportato (con tutta la pazienza possibile per un sedicenne!) le restrizioni a cui era stato sottoposto fino a quel momento.

C'erano stati dei giorni in cui avrebbe voluto gridare a squarciagola “Andatevene, lasciatemi in pace!” ma sapeva di non avere alcun diritto di lamentarsi.



Esme e Carlisle erano dei genitori amorevoli , ma severi. Non credevano nella filosofia dell'amicizia genitori e figli, quindi, benchè ripetessero continuamente ad ognuno dei loro tre ragazzi che potevano contare su di loro per qualsiasi cosa ed in qualsiasi momento e avessero costruito con loro un rapporto sereno di reciproca fiducia non esitavano a prendedere posizione , anche con decisione, qualora si rendesse necessario. ( E con tre ragazzi di 16, 17 e 18 anni era inevitabile che, ogni tanto, capitasse! )-


Da quando era successa la storia con Maria non avevano perso di vista Jasper per un solo momento a meno che non fosse con la psicologa o con i fratelli.


Edward ed Emmett avevano fatto fronte compatto con i genitori. Lo spavento che il fratello aveva fatto prendere a tutta la famiglia li aveva resi decisamente apprensivi nei suoi confronti.





So badare a me stesso!” affermò deciso, prima di uscire di casa.



JASPER:



Non riesco a crederci!


Sono solo, solo, magnificamente solo!


Non c'è la musica di Ed, né le battute di Emmett.....


Nessun rumore....


Non sento su di me i loro sguardi indagatori....


Siamo soli: io e la moto.


Le sono mancato, lo sento, lo so....perchè anche lei mi è mancata.....


Cristo! Sembra che il sangue abbia ripreso solo ora a scorrermi nelle vene.....


Ora che il solo rumore che sento è quello del vento e la musica è quella di questo motore che canta per me!




Jasper era euforico. Sentiva l'adrenalina come una scarica elettrica sotto la pelle.



Il pensiero andare a scuola, di trascorrere il primo giorno d'indipendenza rinchiuso in quell'edificio di mattoni rossi gli faceva quasi mancare il respiro.




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Alice osservò con sincera ammirazione la splendida e luccicante moto gialla e nera ferma davanti al cancello della scuola e quando il misterioso centauro si tolse il casco ed i pallidi raggi del sole illuminarono, fino a farli splendere, dei ricci biondo grano sentì un tuffo al cuore.

L'avrebbe riconosciuto ovunque, anche se sembrava aver passato gli ultimi mesi ad evitarla.

Si erano incrociati a scuola, qualche volta e lui era stato educato, ma freddo e distante.

Non le aveva quasi rivolto la parola dal giorno della lezione di biologia.....

In realtà aveva trascorso il tempo pressochè sempre da solo, evitando, volontariamente i contatti con qualcuno che non fossero i suoi iperprotettivi fratelli maggiori.


Alice deglutì lentamente ed in pochi secondi fu, almeno apparentemente, di nuovo padrona di sé. Si avviò verso di lui con passo deciso ed elegante.


Wow! Complimenti ! É davvvero bellissima!” esclamò vivacemente.


Lui si voltò immediatamente e le puntò in volto i suoi incredibili occhi blu.


Grazie” rispose con un sorriso. Il suo viso non riusciva a nasconder l'orgoglio per la moto.


Non vieni dentro?” gli chiese


Jasper si morse il labbro inferiore, nervoso....

Non ho tanta voglia di andare a scuola – ammise – è il mio primo giorno di libertà...il primo giorno in cui non c'è nessuno che vigila su di me , niente mamma chioccia, niente papà orso, nessuna guardia del corpo.....”


Alice si lasciò andare ad una risata involontaria . Mamma chioccia e papà orso dovevano essere il Dottor Cullen e la moglie e le guardie del corpo, evidentemente Emmett e Edward....


Gli si avvicinò lentamente.


Hai un altro casco?” gli chiese


Io..si...ma …..”


Oh, andiamo Cullen, non vorrai goderti la libertà tutto da solo? Dammi il casco e vediamo cosa sapete fare voi due!”


Jasper fu contagiato dall'allegra incoscienza di lei. Armeggiò qualche secondo sulla moto e le porse il secondo casco.


Riesci a salire?” le domandò , sfidandola scherzosamente


Alice non gli rispose, ma con un agile movimento saltò sulla moto.


E ora sbrigati! - gli disse poi – prima che qualcuno ci scopra!”



Jasper rise di cuore, mentre accelerava e si allontanava dalla scuola a tutta velocità.

  
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