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Autore: TheGhostOfYou    02/11/2011    9 recensioni
E se Lily avesse ricambiato l'amore di Severus? Se fossero stati insieme, e dalla loro relazione fosse nato Harry? Cosa sarebbe accaduto?
Severus Piton conosce Lily Evans poco prima di cominciare Hogwarts; Lily è una nata Babbana, ma è una strega eccezionale. Severus se ne innamora all'istante. Passano gli anni, e anche Lily si accorge di provare gli stessi sentimenti di Severus. Si mettono insieme, e vanno a vivere nelle campagne inglesi. Ma Severus è tentato dal potere, e si unisce a Voldemort, proprio quando Lily scopre di essere incinta. Lei lo lascia e lui, distrutto da dolore, mette anima e corpo nella causa di Lord Voldemort. Quando scopre che Lily ha sposato James Potter, suo nemico di sempre, lascia i Mangiamorte e tenta di riprendersi colei che ama. Ma è troppo tardi. Lily è stata assassinata.
Undici anni dopo, Harry Potter, suo figlio, arriva a scuola. Ha lo stesso carattere di James, ma Severus sa che è suo figlio. Da quel momento in poi, rischierà tutto per tenerlo al sicuro, senza però rivelargli la verità.
Harry scoprirà chi è il suo vero padre, o vivrà per sempre con la convinzione di essere figlio di James?
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, I Malandrini, Narcissa Malfoy | Coppie: Lily/Severus
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Il tuo fantasma - La serie'
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9 - Al mio posto

 
  I was scared, i was scared
tired and underprepared
but I’ll wait for you
If you go, if you go
and leave me down here on my own
then I'll wait for you
yeah, how long must you wait for it?

 
In My Place – Coldplay
 
Harry Potter era confuso, in quei giorni. Da un po’ di tempo – più di un mese, a dire la verità – aveva la sensazione che qualcosa gli sfuggisse dalle mani. Non sapeva esattamente che cosa fosse, ma era chiaro che cercava di ricordare qualcosa, senza riuscire a ricordare cosa. Forse, nemmeno la Ricordella di Neville Paciock poteva aiutarlo, quella volta.
Camminava lentamente, come se volesse ritardare quel momento, il momento in cui avrebbe avuto davanti agli occhi nuovamente Severus Piton. In quelle ultime settimane era stato, se possibile, ancora più scontroso con Harry, non lo aveva lasciato in pace per giorni, con il suo comportamento ostile e le sue battutine che facevano ridere solo i Serpeverde, ostinati come non mai a dare il tormento ad Harry e ad i suoi amici.
A scuola non andava granchè bene; dopo il suo show in cui aveva espresso tutte le potenzialità della lingua Serpentese - di cui lui non ricordava nulla, se non l’essere stato trascinato via dalla Sala Grande da un Piton parecchio arrabbiato – nessuno a scuola gli rivolgeva la parola, tranne Ron ed Hermione. Persino Ginny, che prima di quello spettacolo lo guardava con occhi adoranti, lo escludeva dalla sua vita.
Non era rimasto nessuno ad Hogwarts, ed Harry stava malissimo per aver perso la maggior parte degli amici. Non aveva voglia di studiare, di volare, e men che meno di vedere Severus Piton anche a lezioni di Difesa contro le Arti Oscure.
 
Eppure c’era qualcosa che gli sfuggiva, lo sentiva.
 
Era fermamente convinto che Piton gli nascondesse qualcosa, mentre lo osservava durante le lunghe e noiosissime lezioni di Pozioni, con quegli occhi scuri come la pece nei quali Harry faceva fatica a scovare una parvenza di buono. Sembrava quasi che il professore gli leggesse l’anima, e Harry si sentiva violato in profondità, ogni volta che incrociava il suo sguardo.
Ma Harry, una volta, in quello sguardo ci aveva letto anche altro. Non ricordava in quale occasione precisa, si ricordava solo due occhi neri circondati da tristezza,d olore, rassegnazione e pentimento.
Forse, se l’era sognato.
 
Severus Piton di certo non poteva provare pentimento.
 
Trascinò lentamente i piedi, fino a raggiungere Ron ed Hermione, che parlottavano fitti, e che tacquero non appena lo videro arrivare. Nessun’altro era già arrivato a lezione, e questo diede loro modo di trovare dei comodi posti il più lontano possibile da Severus Piton.
- Chissà oggi cosa avrà in riserbo per me,- sussurrò Harry, aggiustandosi gli occhiali troppo grandi per lui – Ormai sono preparato psicologicamente.-
Hermione sbuffò, impilando i suoi libri in ordine perfetto davanti a lei; secondo la sua modestissima opinione, Harry si faceva troppe paranoie.
- Harry, il professor Piton è così con tutti quelli che non sono della casa di Serpeverde.- sorrise lei, sedendosi esattamente tra lui e Ron – L’anno scorso hai sempre sostenuto che fosse lui ad aiutare Tu Sai Chi, invece hai scoperto che stava aiutando te!-
Il ragionamento di Hermione non faceva una piega, ma Harry continuava a sostenere che c’era qualcosa di strano nel comportamento di quell’uomo.
- Al mio posto, Hermione, saresti sospettosa anche tu.- concluse, incrociando le braccia.
- Al tuo posto, Harry, cercherei di capire per quale motivo ce l’ha con me.-
In quell’istante, il professore di Pozioni entrò nell’aula, seguito da Allock, quella mattina in uno sgargiante abito rosa confetto. I suoi occhi evitarono accuratamente di posarsi su Ron ed Hermione, fermandosi a quelli verdi di Harry, che lo guardava con aria di sfida. Con una smorfia, Piton passò oltre.
- Il signor Potter si è presentato addirittura in anticipo, oggi.- l’acidità nella voce del professore era lampante. – Credi forse di impressionarmi, Potter?-
Gli altri alunni stavano entrando in quel momento, e gelarono sentendo il tono dell’uomo. Quel tono – lo sapevano tutti – portava solo guai.
- N-no.- balbettò Harry, arrossendo.
- Dieci punti in meno per Grifondoro per la tua sfacciataggine. Ringrazia di avere gli occhi di tua madre, altrimenti penserei che da lei non hai preso nulla.-
Allock sembrò non aver sentito quello che aveva detto il professore, e tranquillamente fece apparire alla lavagna alcuni schemi dei suoi famosissimi libri.
Mentre il professore cominciava a leggere passi importanti delle sue avventure, una domanda nasceva nella testa di Harry. Una cosa alla quale non aveva mai pensato.
 
Come diavolo faceva Severus Piton a conoscere sua madre?
 
*****
 
Narcissa Black in Malfoy era scappata come una ladra da casa sua. Si era dileguata, mentre Lucius puniva per l’ennesima volta Dobby, il loro elfo domestico, e si era materializzata ad Hogwarts. Lucius non le avrebbe mai chiesto dove si era recata, perché si fidava ciecamente di lei.
Si sentiva sporca, traditrice. Amava Lucius, lo aveva sempre amato, nonostante le malelingue dicessero che il loro era stato un matrimonio di convenienza. Era stato tutto il contrario. Lucius avrebbe dovuto sposare Bellatrix, ma loro due si erano perdutamente innamorati, e si erano sposati poco dopo l’annuncio del loro fidanzamento.
Tra di loro c’era sempre stato rispetto, ma soprattutto amore.
 
Amore. L’amore che Narcissa nutriva ora per suo figlio.
 
Si strinse nel mantello, cercando di scacciare il gelo che, lei lo sapeva bene, non era dovuto solamente alla bassa temperatura invernale. Ripercorse i prati ormai del tutto giallognoli, superando il Lago Nero e incamminandosi su per la collina, diretta al portone di quercia del castello di Hogwarts. Era venuta a vedere come stava Draco.
Il destino di suo figlio era segnato dal momento in cui Draco era venuto al mondo. Lucius era convinto che volesse diventare come lui, che a sua volta era diventato l’esatta copia di suo padre Abraxas: un cacciatore di Babbani, così si definiva, a servizio del solo ed unico Signore Oscuro. Narcissa non aveva proferito parola, ma dal momento in cui Bellatrix aveva cominciato a delirare sul futuro di suo figlio, lei aveva preso contatti con Silente, l’unico in grado di salvaguardare Draco.
Era questa la sostanziale differenza tra lei e sua sorella Bellatrix: Narcissa non avrebbe mai svenduto il proprio figlio per una causa persa. Non le piacevano i Babbani, e credeva nel sangue puro, ma suo figlio non sarebbe diventato un mostro senza cuore, non sarebbe mai morto per la causa.
 
Ti prego, Lucius, perdonami.
 
Lo stava tradendo, ed era consapevole di farlo; non era un tradimento carnale – Lucius l’avrebbe perdonata in tal caso – ma era un tradimento mentale, un tradimento di valori ed ideali. L’amore per suo figlio era più grande e più profondo di quello che nutriva per suo marito.
Era stata una ragazzina con i capelli rosso fuoco ad insegnarle che l’amore di una madre andava oltre ogni cosa, oltre anche la morte. Lily Evans aveva rinunciato al suo amore per Severus pur di proteggere suo figlio. Aveva rinunciato alla sua vita, per Harry.
 
E Narcissa sarebbe morta, anche per mano di Lucius, pur di salvare Draco.
 
Lo individuò, tra il mare di teste  e di mantelli neri. Giocherellava con un pezzo d’erba e con la bacchetta, e alla donna venne in mente quando Draco aveva cercato di incantare un fiore. Lucius l’aveva rimproverato, dicendogli che doveva incantare i Babbani. I fiori erano cose da deboli.
Accelerò il passo, tenendo con le mani coperte da costosi guanti di pelle di drago la veste verde acido che indossava quella mattina. Si fece largo tra gli studenti, fino a quando non si trovò di fronte al figlio.
- Mamma?- chiese, incredulo.
Narcissa non rispose, ma lo prese per il mantello e lo trascinò tra le sue braccia, abbracciandolo per un attimo e cullandolo come tutte le madri. Draco non rispose all’abbraccio, ma la lasciò fare. Poco dopo, si staccò, guardandola con uno sguardi indecifrabile.
- Che fai, donna? Davanti a tutti?-
Era diventato tutto rosso, imbarazzato da quella dimostrazione di affetto da parte di sua madre, che al Manor non lo aveva mai abbracciato.
- Al mio posto, Draco, l’avresti fatto anche tu.- sorrise, tranquilla, abbracciandolo di nuovo. Draco avvertì che nella donna c’era qualcosa che non andava, quindi la lasciò fare, pensando mentalmente a quante persone doveva cancellare la memoria.
Quando Narcissa lo lasciò, aveva gli occhi lucidi.
- Un giorno, Draco, capirai che l’amore non fa così male come dice tuo padre.-
 
*****
 
Era freddo, quel giorno. Severus se lo sarebbe ricordato come uno dei giorni più freddi del loro secondo anno ad Hogwarts. Aveva appena assistito alla partita di Quidditch, e Grifondoro aveva schiacciato Serpeverde. A dire la verità, non aveva visto un solo minuto di quella partita noisossima, troppo imegnato a guardare gli occhi di Lily, ben visibili anche se distanti da lui. La scuola stava ancora festeggiando mentre lui passeggiava nei corridoi, stando ben attento a non incappare nei Malandrini – così si facevano chiamare James Potter e la sua banda. –
Era al terzo piano, quando una risata a lui familiare lo aveva raggiunto; chi era che faceva ridere in quel modo Lily?
Si era nascosto per bene, osservando la scena. Appena aveva visto chi c’era con lily si era sentito malissimo, come se avesse avuto un macigno sullo stomaco. Desideroso di scappare via da quel posto, era invece rimasto a fissare James Potter che faceva roteare Lily vicino alla sala dei trofei.
Le loro mani erano intrecciate e lei era sorridente, come non lo era mai stata con Severus.
 
Nuovamente, Severus voleva scappare, ma i suoi piedi sembravano fatti di piombo.
 
- Sei stato bravissimo, alla partita, James!- Lily aveva fatto una piroetta, e i suoi capelli erano volati nell’aria, donando calore anche a Severus, che eppure stava così male.
- Avrei voluto dedicarti un tiro!- aveva ruggito lui, tirando il petto in fuori.
- Smettila! Sai che io sono interessata a qualcun altro.-
Gli occhi di James si erano in qualche modo fatti più scuri, ma non aveva detto niente, limitandosi ad accarezzare il dorso della mano pallida di Lily.
- Piton è più di me?-
Severus aveva teso l’orecchio per ascoltare meglio, quando aveva sentito il suo cognome uscire da quella boccaccia lurida.
- Severus, James. È il suo nome.- Lily aveva staccato delicatamente la mano di James dalla sua. – Mi piace, James, e tu sei solo un amico.-
Il macigno sullo stomaco di Severus era magicamente scomparso; si era ritrovato a sorridere, nella penombra del corridoio del terzo piano.
 
Severus mi piace– erano le parole più belle del mondo.
 
- Mi dispiace.- aveva poi aggiunto Lily, accarezzandogli una guancia. Il sangue di Severus era arrivato in un secondo al suo cervello, ed era livido di rabbia. – James, lo so che tu sei un cretino solo con gli altri. Io ti voglio bene.-
James aveva sorriso, ma sembrava triste. Una magra rivincita per Severus, per tutte le angherie che aveva subito.
- Al mio posto, non staresti a guardarlo farti soffrire, mentre fa il galletto con la Greengrass.-
- James.- Lily sorrideva, ma sembrava spenta. – So che non sarò mai più di un’amica per lui. E lo capisco. Audrey è bellissima e intelligente.- una lacrima era scivolata dagli occhi verdi della ragazzina. James l’aveva raccolta con un dito.
- Vedi perché lo odio? Perché ti fa soffrire.-
Severus si era sentito ancora peggio, e si era  odiato a sua volta. Ma come poteva Lily anche solo pensare che lui amasse Audrey? Quando pensava giorno e notte a lei, ai suoi capelli, ai suoi occhi?
 
Lei non lo sapeva, però.
 
- Ora vado, Lils. Se hai bisogno, sai dove trovarmi.-
Severus aveva aspettato che James se ne andasse, rimanendo nell’ombra, per poi comparire davanti a Lily. Lei l’aveva guardato con gli occhi pieni di lacrime, ma non aveva fatto in tempo a scoppiare. Severus le aveva preso la mano e se l’era portata sul cuore.
- Questo effetto Audrey non me lo fa.-
Prima che Lily potesse rispondere, si era avventato su di lei, prendendole i capelli tra le mani e posando le sue labbra su quelle di Lily. Erano salate, perché aveva pianto, eppure non aveva mai assaggiato cosa più buona.
Lily l’aveva abbracciato subito, smettendo di piangere e rispondendo con dolcezza a quel loro lento, lungo primo bacio. Severus aveva prolungato il contatto, dondolando avanti ed indietro, e quando si erano staccati aveva sorriso.
 
Solo per lei sorrideva in quel modo.
 
Lily lo aveva guardato incredula, per poi rilassarsi contro il suo petto. Severus aveva tredici anni, ma si sentiva un adulto.
Guardandola negli occhi, un attimo prima di baciarla di nuovo era riuscito solo a dire una cosa.
- Buon compleanno, Lily.-
 
*****
 
Il corridoio del terzo piano gli faceva sempre venire in mente il suo primo bacio con Lily.
 
Quando devo aspettare per rivederti?
 
Passare per quel corridoio gli faceva male, in parte, perché ogni ricordo di Lily era doloroso, ma lo faceva sentire più vicino al suo fantasma, ed era quindi bellissimo, perché sentiva la sua presenza vicino a lui.
Fu in quel corridoio che quasi andò a sbattere contro Harry.
- Potter, fa’ più attenzione!- sbottò, senza premurarsi di chiedere scusa. Non lo degnò di uno sguardo, continuando a camminare per quel maledetto corridoio.
Fu la voce di Harry a fermarlo.
- Come fa a conoscere mia madre?-
Il tono non era amichevole, e Severus avrebbe dovuto togliergli come minimo 50 punti per quell’affronto. Eppure si voltò, incoraggiato dal calore che si allargava nel petto, segno che Lily era lì con lui a sorreggerlo.
 
Spaventato, stanco ed impreparato.
 
- Tua madre era a scuola con me, Potter.- rispose acido e freddo. Ma sentiva che la tensione tra loro non si era ancora affievolita e sapeva che Harry avrebbe chiesto qualcos’altro.
- Perché ce l’ha con me?-
Non sapeva cosa rispondere. C’erano tanti sentimenti che albergavano nel suo cuore, in quel momento. Come poteva odiare suo figlio? Come poteva permettere che lui lo pensasse? Stava diventando un uomo frustrato, vecchio e malconcio per colpa di quell’odio che non voleva provare, ma che era costretto a provare.
 
Devo fare finta di odiarti.
 
Severus lo guardò negli occhi, nuovamente.
 
Per quanto ancora?
 
- Ti odio, Harry Potter, perché ogni giorno di più assomigli a quel cane di tuo padre, arrogante, presuntuoso, convinto di essere il salvatore del mondo. Una fotocopia irritante di James Potter, ugualmente mediocre ed ugualmente attaccato alla fama.-
Gli voltò le spalle, lasciandolo solo nel corridoio; era una cosa che accadeva troppo frequentemente, in quegli ultimi mesi. Avrebbe voluto spiegargli, sorridergli, riconoscere Lily in quegli occhi verdi ora velati di rabbia e di orgoglio, come lei. Il suo fantasma si fece sentire, poggiandogli una mano sulla spalla mentre se ne andava, lasciando suo figlio, loro figlio, nuovamente  da solo.
 
Ti odio, Harry Potter, perché semplicemente non posso volerti bene.
 
*****
 
Mi sono fatta attendere, lo so bene, ma eccomi qui. Devo dire che amo questo capitolo visceralmente, l’ho scritto in pochissimo e di getto e ne sono pienamente soddisfatta. Ho voluto dare spazio ad Harry e ad i suoi pensieri che saranno fondamentali più avanti, e a Narcissa, che amo e che sarà importante per la storia. E, si, volevo darvi uno scorcio di felicità, con questo bacio tra i protagonisti.
Come sempre, ditemi che ne pensare.
Vi ricordo la mia pagina facebook qui.
Un bacio.
Ghost

  
   
 
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