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Autore: Kopa    02/11/2011    3 recensioni
Ssssalve! Vi presento la prima raccolta di storie incentrate su vari crack parings di Blue Dragon! Se per caso volete la storia di una coppia qui non elencata chiedete e l'avrete! Buona lettura, e fatemi sapere se vi piacciono!
***
1:Shu/Kluke-Like a sunflower
2:Shu/Bouquet-First kiss
3:Jiro/Bouquet-I'll protect you
4:Jiro/Kluke-The Minotaur and the Phoenix
5:Zola/Loghi-You are my sin, my love
6:Zola/Conrad-Save my heart
7:Zola/Omeron-Accidentally in love
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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                                                                         You are my sin, my love

Sono sempre stato considerato da tutti il generale migliore del mondo, capace di affrontare qualsiasi situazione a testa alta, senza timore o incertezze. Un uomo freddo, spietato e cinico, questo dicono di me, ed è la pura e assoluta verità.

O, almeno, è quello che credevo.

Sono il primo ad ammettere di aver sbagliato, di aver agito senza pensare, di essermi comportato come un povero idiota.

Potrei passare giornate intere ad offendermi e a fustigarmi per quello che ho fatto, me lo meriterei.

Io, il generale Loghi, il più fedele(o quasi)soldato di Lord Nene, ho perso la testa di fronte a una mocciosa. Imperdonabile.

L'avevo in pugno, maledizione! Era a terra, disarmata e stanca, incapace di attaccarmi o di difendersi, senza quei bambini che la seguivano dovunque andasse, impegnati a combattere qualche chilometro più avanti contro gli uomini del mio squadrone. Per una volta ero riuscito a trovarla sola.

Indietreggiava lentamente, stringendo con forza la spalla destra insanguinata, ferita poco prima dalla mia spada, che continuavo a puntare contro il suo viso.

-Sei arrivata al capolinea, Zola. Arrenditi, è un consiglio-le dissi con strafottenza. La vidi alzare lentamente la testa, e per un momento mi perdetti nei suoi grandi occhi azzurro chiaro, così simili ai miei; ma tornai immediatamente teso, quando la vidi sorridere. Anche in momenti tanto critici non riusciva a non manifestare la sua solita sbruffonaggine.

-Arrendermi di fronte a te? Preferisco morire-nessuno riusciva a farmi irritare quanto quella maledetta ragazzina. La guardai con astio, prima di avvicinarmi velocemente a lei, troppo sicuro della mia supremazia; quanto fui stupido, non avrei dovuto sottovalutare quel demonio. Fu talmente veloce che nemmeno me ne accorsi. Semplicemente mi ritrovai a terra, con un forte dolore alla testa e alla gamba sinistra che era stata colpita dalla ragazza poco prima con un calcio; pochi secondi dopo aver ripreso un pò di lucidità mi accorsi che la mia spada si trovava a qualche metro da me. Tentai di alzarmi per andare a prenderla, ma c'era qualcosa, anzi qualcuno sul mio petto, che mi impediva di alzarmi. Zola mi fissava, stringendomi le braccia con le mani e i fianchi con le ginocchia, per impedirmi anche un debole movimento.

-Credi di potermi fermare così?-le chiesi appena il dolore alla testa passò.

-Mi pare di esserci riuscita-rispose ghignando, ma un suo impercettibile sobbalzo mi fece intuire che il dolore alla spalla le causava non pochi problemi. Conscio di questo e del fatto che fisicamente fossi senza dubbiò più forte di lei, con un colpo di reni invertii le posizioni e, per quanto Zola tentò di fermarmi con le gambe, in pochi secondi si ritrovò schiacciata tra il terreno e il mio petto.

-Non hai avuto un'idea così brillante-era il mio turno di sbeffeggiarla, mentre la osservavo contorcersi per liberarsi dalla mia stretta, senza il minimo risultato.

-Togliti immediatamente!-mi ringhiò contro, e io non potei fare a meno di ridacchiare. Non l'avevo mai vista così infuriata.

-Perché dovrei?-le chiesi, sempre sorridendole maligno-Non è poi così male-ancora non riesco a capire per quale motivo dissi quella stupida frase; forse mi feci trascinare dall'istinto o, molto probabilmente, da un momento di demenza cronica che stava prendendo possesso della mia mente. Non che fosse una menzogna, sia chiaro. Zola ha davvero un bel corpo, per essere solo una quindicenne, lo ammetto, ma avrei anche potuto evitare quella battuta inopportuna, a causa della quale iniziò ad agitarsi più di prima. Le sue proteste, però, si spensero pochi secondi dopo.

-Lasciami-mormorò a fatica; per un attimo avrei voluto alzarmi e farla respirare liberamente, visto che a causa del mio peso stava quasi soffocando, ma lasciarle anche solo un minimo di libertà, sebbene si trovasse in condizioni penose, sarebbe stato davvero un grave errore.

Almeno allora la pensavo così.

-Scordatelo, non voglio rischiare di farti fuggire sotto il mio stesso naso, Lord Nene non me lo perdonerebbe-a quelle parole la vidi ridacchiare, ma senza la sua solita aria altezzosa; la sua era una risata naturale, con un tono leggermente triste, e non potei evitare di pensare,sebbene fossi un pò confuso per la sua reazione, che era davvero bella quando rideva in quel modo.

-Hai così paura del tuo signore, Loghi?-mi provocò, con un sorriso ammaliatore. Strinsi la presa sulle sue braccia senza accorgermene.

-Affatto- mormorai, tentando di riacquistare l'autocontrollo che stava lentamente scemando. Come diavolo faceva quella ragazzina a provocare in me quello strano effetto?

-E allora come mai temi di essere punito se non riuscirai a portarmi da lui insieme ai miei compagni? Sai, non ti riconosco più, dov'è finito quel ragazzo forte e indipendente col quale sono cresciuta?-

-Non sei un pò troppo giovane per ricordare i vecchi tempi?-cercai di mostrarmi calmo e ironico, ma le sue parole mi avevano colpito. Nemmeno quando avevamo combattuto entrambi nelle file di Lord Nene, stando insieme quasi tutti i giorni, aveva accennato al nostro passato.

-Il passato fa parte di noi, tentare di rimuoverlo equivarrebbe alla nostra stessa distruzione. Oggi è il futuro di ieri, me lo dissi tu stesso anni fa-

-Vuoi tentare di liberarti parlando dei vecchi tempi?-

-Non è mia intenzione fare leva sui nostri ricordi per liberarmi di te-la guardai stupito; non avrei mai immaginato un'uscita del genere da parte sua. Credevo non le importasse più degli anni trascorsi insieme, quando lei era una bambina e io un ragazzo, che avesse dimenticato tutto, che mi considerasse solo un estraneo, un nemico da abbattere.

Una nullità.

Eppure in quel momento i suoi occhi erano così dannatamente sinceri che mi fece quasi male guardarla. Era come se le sue difese fossero crollate in un istante, e quella che avevo davanti fosse la vera Zola. Non la spietata donna che inseguivo da quando era fuggita distruggendo i laboratori di ricerca di Nene, ma una ragazza debole e spaventata, che non aveva dimenticato il rapporto che ci aveva legati un tempo. E forse furono proprio questi miei pensieri a spingermi a fare ciò che feci.

Mi avvicinai al suo viso, lentamente, senza capire per quale motivo lo stessi facendo e perché, per quanto il mio cervello mi urlasse di fermarmi, non riuscii ad ubbidirgli; Zola mi osservava senza capire cosa stessi facendo, ma non osò nemmeno battere le palpebre. Era bella quasi da star male.

-Sei una mocciosa- le mormorai a pochi centimetri dalle sue labbra.

-E tu un debole-sussurrò lei di rimando, ma lo disse senza cattiveria, quasi dolcemente, per quanto una come lei potesse esserlo. In quel preciso momento il mio ingrato cervello decise di abbandonarmi al mio destino.

La baciai all'improvviso, senza pensarci. Sentii il suo corpo irrigidirsi, per poi sciogliersi poco dopo, e ne approfittai per leccarle e morderle le labbra. Non avrei mai immaginato potessero essere così morbide e dolci, eppure non mi bastava quel semplice contatto, volevo di più, e lei dovette capirlo perché dischiuse la bocca, quel tanto che bastasse alla mia lingua per entrare. In quel momento lasciai andare le sue braccia, che avvolse dietro al mio collo, stringendolo con forza, e posai le mie mani sui suoi fianchi, quasi graffiandoli, perdendomi in quella danza di sapori che mi stava letteralmente stordendo.

Che mi stava succedendo?Non lo sapevo allora e non lo so nemmeno adesso, ma sentire il corpo di Zola addosso e la sua lingua che accarezzava sinuosamente la mia non mi permetteva né di pensare a cosa stessi facendo né alle conseguenze delle mie azioni. Semplicemente non sentivo più di appartenere a quel sanguinoso mondo; avevo raggiunto una quiete che pensavo arrivasse solo con la morte, e una felicità che non provavo ormai da anni.

 Poi un'esplosione proruppe nell'aria,facendoci sobbalzare dallo spavento; il momento magico si interruppe con violenza e, non appena ci rendemmo conto di cosa fosse successo, ci allontanammo di scatto, e rimanemmo fermi, a fissarci sgomenti, senza capire cosa significasse quel bacio. Ma una voce interruppe all'improvviso i nostri pensieri.

-Zola, dove sei?-uno di quei marmocchi la stava chiamando disperato, non poco lontano da noi. La vidi alzarsi barcollante, rivolgermi un'ultima occhiata confusa e correre via. Io rimasi immobile, fino a che i miei uomini non vennero a soccorrermi, senza avere la forza di fermarla. E ciò che più mi fa infuriare non è il mio gesto assolutamente imperdonabile, ma il fatto che da quel giorno non faccio altro che pensare al momento in cui l'ho tenuta stretta contro il mio petto, al suo calore, ai suoi occhi, alla sua bocca.

Uno degli sbagli più grandi della mia vita, ma che ripeterei altre mille volte.

 

 

 

 

 

  
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